Non ho il coraggio di togliermi la vita

Mi sento piena di contraddizioni e ho bisogno di parlarne con qualcuno che non mi giudichi.

Sento un forte desiderio di morire, immagino tutti i modi in cui potrei suicidarmi avendo la sicurezza di non restare viva e soffrendo il meno possibile.

Molte volte sono arrivata alla conclusione che il modo perfetto è smettere di mangiare e di bere, ho iniziato a farlo per un giorno, ma ho interrotto il giorno successivo perché il tempo che impiegherei per morire è troppo lungo e lavorando non ho a disposizione tutto questo tempo, non posso mettermi in malattia perché l'ho già fatto per preparare un esame a cui non sono riuscita a presentarmi, inoltre non saprei cosa inventarmi per avere il certificato.

Eppure nel giorno in cui ho smesso di mangiare mi sentivo finalmente libera e felice, quindi mi sembra che questa sia l'unica cosa che possa salvarmi da me stessa, anche se preferirei ci fossero metodi non impegnativi e più veloci.

Vorrei morire subito, adesso, senza dover aspettare e sopportare altra sofferenza.

Nonostante ciò ho però a cuore la mia salute, sempre per la paura di soffrire, cerco di adottare tutti gli stili di vita che possano ridurre i rischi di ammalarmi e provo rabbia e disprezzo nei miei confronti quando non lo faccio, provo rabbia e insofferenza anche nei confronti di fattori esterni (anche persone) che mi impediscono di farlo.

Il desiderio di morte è sempre stata l'unica costante nella mia vita, ricordo quando durante l'infanzia osservavo il cielo fuori dalla finestra della cucina pregando un Dio che non conoscevo e non conosco di portarmi via, di farmi morire perché non meritavo di vivere, perché non avrei voluto neanche nascere in fondo.

Quei pensieri si sono ampliati e hanno preso sfumature diverse nel corso degli anni, ma non mi hanno mai abbandonata e ora sono più forti e lucidi che mai.

Negli ultimi mesi continuo a piangere e mi capita che le lacrime scendano anche in ambienti affollati, anche mentre lavoro, per fortuna ho la mascherina e posso andare in bagno per nascondere questo malessere.

Ho provato a parlarne con mia madre perché mi sembrava l'unica persona a cui avrei potuto rivelare cose così private, in fondo lei mi ha voluta qui viva, ma lei sostiene che io voglia raccontarle queste cose per impietosirla, non so più se ha davvero ragione, ripensandoci ha sempre associato i miei pianti e la mia tristezza, le mie crisi, alla necessità di richiedere attenzioni e impietosire, perciò mi chiedo se davvero non abbia ragione, come mi chiedo se la ragione non possa essere dalla sua parte anche quando mi dice che sono debole, che non valgo niente quando sto così, quando piango, quando non riesco ad affrontare la vita e ho paura; anche io mi considero debole, sento di non valere nulla, di non essere abbastanza, perciò mi arrabbio quando mi dice queste cose.
Dopo l'ultimo mio sfogo ha detto di volermi rinnegare come figlia e di voler chiudere i rapporti con me.

Sto davvero così male per dispetto?
É possibile?
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Dr. Stefano Cozzolino Psicologo 70 7 1
Gentile Utente,

dietro il suo desiderio di morte di cui ci parla qui, percepisco un grido disperato alla vita: una vita in cui trovare riconosciuta la sua persona, in cui entrare in contatto con le sue emozioni e comprenderle, in cui sentirsi libera di essere (anche!) debole senza per questo avere un giudizio.

La rabbia che prova a seguito dei pesanti giudizi che le vengono detti da sua madre probabilmente nasconde la voglia di esprimere chi lei pensa di essere davvero, idea che a quanto pare si scontra con l'immagine di Sé stessa che le porta sua madre: pensa sia vero quello che le dice?

Tutti i pensieri e tutta la sofferenza che ci porta qui meritano sicuramente un ascolto e uno spazio più ampi, per questo la invito a rivolgersi a un/una psicoterapeuta con cui approfondire il tutto.

In bocca al lupo.

Dr. Stefano Cozzolino - Psicologo
cozzolinostefanopsy@gmail.com