Compagno poco deciso e problemi con la sua famiglia

Buongiorno a tutti,
Mi rivolgo a voi per un aiuto poiché non so più gestire lucidamente una situazione che sta mettendo a dura prova la mia famiglia.
Premetto che ho un compagno da 7 anni ed insieme abbiamo un bambino di 1 anno.

Nella nostra vita riusciamo quasi sempre a trovare un punto d'incontro, ma non quando si tratta della sua famiglia.

Attribuisco la colpa al mio compagno poiché non ha mai delimitato i confini ed ha sempre accettato situazioni che ci portano a continue discussioni.

I suoi genitori hanno creato diversi problemi, mandandomi di rispetto in moltissime situazioni e il mio compagno non ha praticamente mai fatto molto per far sì che non accadessero più.
E anche nelle rare situazioni in cui ci ha discusso, non è mai cambiato mai nulla, credo perché il mio compagno non è mai stato fermo su cosa si possa o non si possa fare.

Viviamo a due ore di distanza dai miei suoceri e non ho mai ricevuto un aiuto da loro, né quando ho partorito e avevamo bisogno di un aiuto poiché io sono stata male, né sono mai venuti a vedere il nipote.
Anche quando il mio bimbo si è ammalato non sono venuti a vederlo a 30 minuti di distanza da loro (ero dai miei genitori) , ma pretendono sempre che sia io ad andare con il piccolo pur non facendo nulla loro.
E io sono stanca, perché almeno per il piccolo mi sarei aspettata un minimo di sforzo e non delle continue pretese.
Tant'è che se non tornassimo noi, loro non verrebbero mai a vederci.
Aggiungo inoltre che sono molto capricciosi e poco disposti al dialogo, per questo mio marito cerca sempre di soprassedere con loro chiedendo sempre un passo a me.

Ho fatto capire a mio marito che lui con il suo comportamento non mette dei limiti e che sta solo generando odio facendo così e continui litigi tra di noi, ma non cambia mai molto.

Ora io sono stanca e sto valutando una separazione, perché la nostra serenità familiare non viene tutelata, nemmeno ora che abbiamo un bimbo piccolo.

Ma a questo punto, vorrei qualche punto di vista esterno, per cercare di salvare la nostra famiglia.

Non voglio cambiare i suoi genitori, perché non lo faranno e io non li rispetto più, ma vorrei che mio marito imparasse a tutelarci e a dire la sua quando serve, anche a costo di discutere per porre dei limiti.

Grazie di cuore a chiunque vorrà darmi una sua opinione professionale.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Nella nostra vita riusciamo quasi sempre a trovare un punto d'incontro, ma non quando si tratta della sua famiglia.

La regola è che, in coppia, ognuno dei due dovrebbe gestirsi in proprio i rapporti con la famiglia di origine. Se il suo compagno è remissivo con la sua, non deve per forza diventare un problema anche suo (di lei che ci scrive), cioè un problema di entrambi, della coppia. Lasci che se la sbrighi per conto suo.

I suoi suoceri non aiutano? E lei faccia lo stesso e li ignori. E cerchi aiuto in altro modo.

Il suo compagno vuole andare a trovarli? E lei ci vada solo quando ne ha voglia.

Vogliono intromettersi? E lei metta paletti.

Insomma, separarsi "per colpa" dei suoceri significherebbe rinunciare, abdicare al suo diritto di felicità di coppia, se per il resto le cose fra voi vanno bene. Ripeto, se lui ha un problema con i suoi, non permetta che diventi problema di entrambi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie per la risposta Dr. Santonocito.
Mi trova d'accordo sul fatto che debba gestire lui i problemi con la sua famiglia e che non dovrebbero diventare problemi miei.
Non pretendo un aiuto da loro (anche perché dovrebbe essere fatto volontariamente, non costretti), ma cosa fare se poi si discute?
Se io dico al mio compagno che non desidero andare, iniziamo a litigare e mi risponde che non può cambiare due persone 60enni, e di adattarmi io in pratica.
Se metto i paletti mi risponde che gli stessi paletti verranno messi alla famiglia, ma non lo trovo corretto se da parte dei miei genitori c'è aiuto continuo e calorosità. Non so come uscire da questo circolo di discussioni, senza ripicche insensate o senza dover poi fare cose che non mi sento di fare. Non so più come preservare la nostra serenità familiare (mia, sua e soprattutto del nostro bimbo) e anche la mia serenità personale (mi sento molto in difficoltà e stanca per queste discussioni insensate).
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
In tal caso delle due l'una: o lei è troppo remissiva e si sta lasciando costringere a entrare nella realtà che il suo compagno le sta spingendo addosso ("loro non cambieranno, quindi devi cambiare tu"); oppure viceversa è lui che dovrebbe essere più morbido e scegliere, semmai, fra la vostra felicità di coppia e quella del quieto vivere con i suoi.

Situazione non facile, mi rendo conto. Ma se è lei che se ne sta lamentando, qui con noi, tenderei a ipotizzare come più verosimile la prima ipotesi.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Sul fatto che io sia stata remissiva in diverse occasioni non ci sono dubbi e non perché lo sia di carattere, anzi, ma perché tengo a lui e speravo di dare un esempio a loro e che cambiassero. Ma ciò che è certo è anche che il mio compagno si fa andare bene tutto pur di non discutere e io sono stanca. Da quando sono diventata mamma so che per mio figlio farei di tutto per vederlo sereno, incluso mettere da parte il mio ego o i capricci. E per questo non sono più disposta ad andare incontro a chi non attua lo stesso comportamento per vedere felici i propri figli.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Lo posso comprendere, e dalla regola che rammentavo all'inizio segue logicamente che l'interesse della coppia e della famiglia acquisita viene necessariamente prima di quello delle famiglie d'origine. Può sembrare brutto ma è così.

Quindi apparentemente e in primo luogo questo dovrebbe essere il suo compagno ad accettarlo.

Ma se non ci riuscisse per mancanza di voglia o capacità e lei si rassegnasse a rinunciare all'integrità della vostra famiglia, si avrebbe il paradosso dove lei starebbe comunque mettendo l'interesse (e la sopravvivenza) della vostra famiglia <dopo> quello della famiglia di origine di lui.

Quindi, ripeto, non si possono dare suggerimenti in astratto che non tengano conto delle reali motivazioni di ciascuno. Per comprendere le quali potreste richiedere dei consulti a uno psicologo, insieme o anche lei individualmente, se lui non fosse disposto a partecipare.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottore, innanzitutto mi aiuta sapere che non sto sbagliando nel pensare che la famiglia acquisita debba essere tutelata, anche a costo di dover cambiare qualche equilibrio nella famiglia d'origine. Per me è stato naturale farlo con la mia famiglia e mi hanno aiutata a tutelare il mio nuovo nucleo, per il mio compagno risulta più difficile. Ma ci deve lavorare lui su questo, non devo di certo continuare ad adattarmi io mettendo da parte il nostro precario equilibrio.
Personalmente sto già valutando di richiedere un aiuto ad uno psicologo, se vorrà farlo anche lui con me ne sarò ben felice.
La ringrazio ancora molto!
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Prego, faccio a entrambi e al vostro bambino molti auguri.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com