Crisi di coppia, psicoterapeuta e non vuole né fare psicoterapia né psicoterapia di coppia

Buongiorno,
La mia relazione è in crisi piena dopo due anni di cui alcuni mesi di convivenza.

Parlo in modo soggettivo perché non posso sapere se sono i suoi identici motivi che ci hanno condotto alla crisi.
Premetto che sono una fiera sostenitrice della psicoterapia a cui devo letteralmente ogni serenità raggiunga finora, seppure non eclatante ma considero la mia emancipazione dalla famiglia il frutto di un viaggio complessissimo, colmo di sofferenza e non scontato.
Ho un rapporto profondo con mio fratello più piccolo, di cui ho visto finalmente e orgogliosamente prendere la sua strada e adesso sto provando a godermi la mia.
A me personalmente sono pesate molto le ingerenze familiari, le mancanze di slancio di una coppia giovane, polemizzazioni e sarcasmi quando cercavo un confronto, anche se acceso perché mi sentivo mancare di rispetto e sentirmi come se non fosse in coppia ma in una comunita in cui più che integrata sono un suppellettile.
Accade anche ora che con la convivenza ci siamo apparentemente solo noi due.
Non lo vedo mai riflettere su una sua idea anche magari contraria alla mia, ma solo spostarsi da un condizionamento ad an altro.
Mi sono sentita a poco a poco spegnermi al punto da interrogarmi se ho ancora il sentimento, lui mi dice che forse sono solo stanca delle discussioni e che tornerà.
Ho cercato di spronare anche lui alla terapia, visto che è terapeuta e non ne ha mai fatta una e alla terapia di coppia, ma ora non gli sembra necessaria.
So perfettamente che ci sono problemi di svincolo ed abbiamo più di trenta anni e questa cosa dovrebbe già essere stata affrontata ma ora io in questa relazione ci sono e vorrei capire se è più opportuno insistere per un approccio terapeutico o per entrambi o solo suo oppure essere più discreta, cercare di portare avanti le altre cose della mia vita e lasciare che vada come vada.
Al momento se riparlo della mia idea che sia opportuna una terapia si sente pressato e ne esce una discussione.
Io vedo problemi grossi, lui non sente chissà quale esigenza e insiste che la terapia è solo consigliata nel suo mestiere e non obbligatoria.
Ci sono delle passività e degli approcci alla vita che mi stanno facendo soffrire tanto.
E sto mettendo in discussione un amore che era nato con una profonda dolcezza, ma già dagli inizi io mi sono spronata nonostante le delusioni precedenti ad aprirmi e manifestare sinceramente il mio amore, lui ci a messo di più a fronte anche di giochini fatti per vedere le mie reazioni e se ci tenevo.
Questo tipo di cose mi hanno sempre innervosita.
Abbiamo avuto momenti belli ma regalati come concessi rispetto ad altre cose prioritarie rispetto a noi.
A volte penso che la cosa andrebbe semplificata dicendo che l'amore sposta le montagne e mi sento rispondere che già è qui a convivere.
Ma caspita, quasi 35 anni.
mai uscito da casa e città...nemmeno per curiosità giovanile di mettersi alla prova?
Come sarebbe meglio approcciarsi a queste problematiche da compagna?
Grazie infinite.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Può chiarire esattamente quali sono i suoi motivi di insoddisfazione nella vostra relazione?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Mi associo alla domanda del collega.
Inoltre chiedo: cosa intende dicendo che il suo partner è un terapeuta ma non ha mai fatto una terapia, e sostiene che "la terapia è solo consigliata nel suo mestiere e non obbligatoria"? Che tipo di specializzazione ha?
Infine, dice che non ha bisogno di terapia e nello stesso tempo "non è mai uscito da casa e città" e "passa da un condizionamento ad un altro"?

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Buonasera Dottori,
I motivi della mia insoddisfazione sono l'attaccamento e il condizionamento a mio parere morboso con la famiglia, il suo tendere spesso ad organizzare cose però secondo il suo interesse, difficilmente si lascia andare a slanci e questo mi spiazza perché siamo una coppia giovane sia come età che come tempo di coppia. Andare a convivere l'ho vissuto come un torto che facevo a qualcuno, come lo portassi via. Mi sono resa conto che per via che i miei sono separati la sua famiglia la vedevo come detentrice di una verità assoluta della quale non mi sento mai all'altezza mentre invece ho sempre studiato,lavorato e infine mantenuta vivendo sola. Vedo pochi slanci da parte sua e io dopo una crisi avuta in estate mi rendo conto che mi sento più spenta. Lui ha finalmente preso appuntamento con un terapeuta per sé. L' indirizzo di specializzazione del mio fidanzato è sistemico se non sbaglio perciò non era obbligato ad un percorso,pur esercitando.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 184
Gentile utente,
dalle numerose carenze che lei avverte nel suo fidanzato si potrebbe pensare che questi due anni insieme siano stati più un sacrificio che un piacere.
Lei scrive: "Abbiamo avuto momenti belli ma regalati come concessi rispetto ad altre cose prioritarie rispetto a noi". Questo è tutto il positivo del bilancio. Il resto è passivo.
Provi a rileggere tutte e due le email che ci ha mandato come se fossero state scritte da un'altra donna. Quale consiglio si sentirebbe di darle?
Ci rifletta, anche per scritto, e dopo averlo fatto ci riscriva.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com