Rapporto psicoterapeuta e neuropsichiatra

A mio figlio di 16 anni è stato diagnosticato un doc e a febbraio scorso ha cominciato una terapia tcc ma poi a maggio non aveva risultati e non e più andato e abbiamo cominciato una terapia farmacologica di supporto a giugno.

A settembre abbiamo cominciato con un altro terapeuta di altro orientamento, (psicodinamico) io sono un po' scettica ma consigliata da diverse persone che è molto brava ha cominciato con mio figlio questo nuovo percorso in quanto lei è esperta con gli adolescenti.

Io sono dell'avviso che è necessaria una stretta collaborazione tra neuropsichiatra e psicoterapeuta, per aiutare al meglio mio figlio, penso che che sola la psicoterapeuta che è una professionista possa dare il quadro della situazione alla neuropsichiatra che si è comunque resa disponibile ai contatti, ma la terapeuta ha risposto che al momento non è necessario, ha bisogno solo della famiglia ed il ragazzo, quindi cio' che mi chiedo da genitore è se non sarebbe giusto che si parlassero?

Anche perchè a volte penso che mio mio figlio non dica sempre la verità o per vergogna o perchè non accetta il farmaco che poi prende.

Nell'ultima visita con la neuropsichiatra dopo un aumento di farmaco ha detto di sentirsi benissimo, ma poi a casa continua, a secondo delle giornate, a essere lento nel vestirsi, a essere perfezionista con la sua persona.

Pertanto penso che solo il parere professionale della terapeuta possa chiarire la situazione reale alla neuropsichiatra.

Sono molto angosciata
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
La collaborazione fra diversi professionisti può essere fruttuosa oppure no, dipende dal caso e soprattutto dal loro modo di lavorare. Alcuni terapeuti possono essere meno propensi a collaborare per ragioni teoriche, convinzioni personali o di altro genere.

Tuttavia posso dirle per esperienza che nei casi di ossessioni in bambini e adolescenti il ruolo della famiglia è centrale, fondamentale. Quindi occorrerà vedere quanto la terapeuta sarà in grado di utilizzare voi familiari per aiutare il ragazzo. E soprattutto, dal mio punto di vista di terapeuta strategico, quali indicazioni darà a voi per interagire con il ragazzo, quindi cosa fare, e soprattutto cosa non fare.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
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Grazie per la sua celere risposta.. quindi non devo insistere nel creare questo rapporto
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Esatto. Si affidi ai professionisti che la stanno seguendo e fra un po' di tempo tiri le somme e veda se i risultati ottenuti giustificano il continuare. Altrimenti ci potrà ripensare.
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