Timore di essere lesbica

Buongiorno Medicitalia, sono una ragazza di 25 anni e scrivo perchè da 7 mesi sono attanagliata dall'ansia per un dubbio riguardo al mio orientamento sessuale che mi rende molto nervosa, di malumore e mi riempie di angoscia.
Tutto è iniziato quando, parlando di rapporti affettivi con il genere maschile durante una seduta con la mia psicoterapeuta, ho avvertito una nota stonata nel pronunciare la parola "ragazzo".
Da lì, è scattato il pensiero "se non ti senti a tuo agio nel parlare di un fidanzato, è perchè sei lesbica" e le conseguenti angosce.
Ciò che riesco ad avvertire è che, nonostante io abbia 25 anni, mi sento molto piccola per considerarmi all'interno di una relazione affettiva con un uomo; non ho mai avuto esperienze nè approcci sostanziali (tantomeno legati alla sfera sessuale) con i ragazzi, mi sono sempre sentita e tuttora mi sento inadeguata, non meritevole di attenzioni, sicuramente non in grado di piacere.
Ho fatto tanto lavoro su me stessa, con la mia psicoterapeuta, e sono arrivata a mettermi di fronte alla mia convinzione di essere un peso per gli altri ed ai miei continui tentativi di soddisfare le aspettative degli altri, per potermi permettere la mia "dose" di amore ed attenzioni.
Il giudizio di mio padre è quello che temo di più, con lui non faccio che sentirmi inadeguata e non riesco ad alzare lo sguardo e guardarlo negli occhi per paura di essere presuntuosa nel farlo.
Temo che questo spieghi molto bene la mia diffidenza ed il mio senso di inadeguatezza nei confronti del genere maschile, per non parlare delle prime cotte in epoca adolescenziale che mi hanno donato solo giudizi negativi su di me e sul mio aspetto fisico.
Ho sempre pensato di volere un ragazzo al mio fianco, ma mi rendo conto che dal genere maschile non chiedo altro che sguardo di approvazione sulla mia bellezza.
Come se mi bastasse avere ammirazione e basta.
So che tutto questo si spiega con avvenimenti ed episodi, anche risalenti all'infanzia, legati al rapporto con i miei genitori, ed è proprio questo che mi spaventa.
Se essere eterosessuale fosse solo un modo di compiacere i miei, perchè non accetterebbero mai una figlia lesbica?
Non so più definire cosa io provi realmente, molte volte nel tempo (senza sviluppare pensieri ossessivi) ho considerato alcune ragazze molto belle, e molte volte mi è capitato di non provare attrazione per uomini oggettivamente belli.
Mi chiedo se le mie cotte (mai evolute in approcci reali, sempre e solo vissute nell'immaginazione) fossero una totale finzione, provo molta paura perchè non riconosco più nulla di me stessa, sto mettendo in dubbio tutto: dai miei studi al mio orientamento sessuale.
So che dovrei lasciar parlare il mio corpo, ma il solo pensiero mi paralizza.
Non voglio scoprire di essere lesbica.
Grazie per l'attenzione
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Hai già posto la stessa domanda pochi mesi fa e ti è stato suggerito dal collega di rivolgerti a un terapeuta. Ora dici di averci "lavorato molto" con la tua terapeuta. Non so se tre mesi si possano definire "molto", perché dipende da come ci avreste lavorato.

Tuttavia giudicando da quello che dici ti resta ancora "molto" lavoro da fare. Perciò parlane con la tua terapeuta oppure chiedi un secondo parere. Perché non mi pare che abbia fato alcun progresso dall'altra volta.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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[#2]
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Utente
Utente
Gentile dr. Santonocito,
grazie per la risposta. Quando scrivo di averci lavorato molto intendo dire che sono in terapia da Febbraio 2022 ed ho fatto diversi progressi: ho acquisito dei pensieri che, prima della terapia, non sarei stata in grado di formulare. Come ben sa, riuscire a trasformare i pensieri in convinzioni positive non è lavoro facile ed immediato. Soprattutto, poi, ho acquisito capacità di analizzare cosa le mie ossessioni e le mie convinzioni negative nascondono in sottofondo. Quello che riesco a percepire è che il mio timore sull'omosessualità riguarda la paura di deludere e la mia tendenza a fare/scegliere ciò che mi permette di essere accettata dagli altri. Talvolta faccio fatica a percepire cosa davvero piace a me stessa. Quando formulo questa considerazione, vado nel panico, pensando di essere lesbica e di aver sempre finto con i ragazzi. Non so quanto fondo di verità ci sia in questo, ed è per questo che vado in panico.
Continuo a parlarne con la mia terapeuta, scrivo qui per avere un secondo parere in maniera rapida, forse una rassicurazione che, mi rendo conto, non può essere fornita da voi.
Ringrazio ancora se vorrà replicare
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> ho acquisito capacità di analizzare cosa le mie ossessioni e le mie convinzioni negative nascondono in sottofondo

Questo non è assolutamente un requisito, nella cura delle ossessioni. Se di ossessioni si tratta.

Ogni cura efficace delle ossessioni dovrebbe consistere nel ridurne la potenza, senza riguardo sulla loro presunta origine.

Anzi, a una mente ossessiva, più le si dà materiale da "analizzare", più si apre il campo a nuove ossessioni. È un classico, già visto molte volte: parecchi pazienti fanno forme di terapia dove li si invita ad analizzare e pensare alle proprie ossessioni, con il risultato di farli ossessionare ancora di più.

>>> la mia tendenza a fare/scegliere ciò che mi permette di essere accettata dagli altri. Talvolta faccio fatica a percepire cosa davvero piace a me stessa

Questa è certamente un'area sulla quale lavorare. Ma a mio avviso togliere di mezzo o ridurre l'aspetto ossessivo potrebbe essere prioritario, perché finché si vive nel dubbio non si è sicuri di nulla. Neanche di ciò che si vuole.

E da questo punto di vista non mi pare che le cose si stiano sbloccando.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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[#4]
dopo
Utente
Utente
Come si potrebbe eliminare l'aspetto ossessivo, se non ignorando il contenuto (l'omosessualità) e badando a cosa raccontano di noi i pensieri? Come le ho già detto, ho una mentalità molto analitica, cerco di scoprire la ragione dietro ad ogni cosa. Questo è credo uno dei tanti risvolti della mia mania di controllo.
Dato questo lato di me, ho sempre creduto di dover accettare di vivere con un minimo di incertezza che la vita offre.
Grazie per la risposta e grazie se vorrà continuare a rispondermi
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ossessività e bisogno di controllo, quando sono apparentemente patologici come nel suo caso, si possono risolvere attraverso l'aiuto psicoterapeutico adatto (e/o con l'ausilio di farmaci).

Non possiamo dare indicazioni terapeutiche da qui, deve parlarne con la sua terapeuta. Il mio consiglio è però che chieda un secondo parere a un terapeuta di diverso orientamento, come il comportamentale o lo strategico.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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