Vivo nella fobia

Buonasera.
Purtroppo la mia vita ha dovuto assistere ad un periodo difficile, che tutti vorrebbero non vivere mai.
La diagnosi di tumore.
Io mio era un tumore del Testicolo che nel 2019 ha distrutto tutta mia vita, fatta di progetti, sogni, impegni.
Per curarmi ho dovuto affrontare 3 cicli di chemioterapia.
Proprio in questo periodo, il 25 marzo 2019 iniziavo la chemioterapia.
La chemioterapia funzionò con una remissione della malattia che mi ha portato oggi al 4 anno di follow-up.
Ma il tumore non colpisce solo il corpo ma anche l'anima.
Ho sempre avuto paura di avere una recidiva di malattia.
Questa paura mi ha portato a fare un percorso di psicoterapia.
Ma per problemi economici ho dovuto terminare 1 anno fà.
La paura però non è solo confinata alla recidiva del k testicolo ma anche di altre neoplasie.
Come leucemia e linfoma, che potrebbe essere causata dal trattamento chemioterapico oppure dalle radiazioni che ogni 6 mesi mi portano a fare tac.
Tumori ad altri distretti, colon, Polmone.
Sento i sintomi, mi allerto, ho timore di morire.
Ogni volta ho una malattia diversa, infatti mi prendono in giro, chiedendomi che malattia della settimana ho questa volta.
Finisco con una e ricomincia un altra.
Poi passa una e dopo un po riprende quella di prima, e così via.
Mi domando ma perché temo la leucemia se ho avuto un tumore del Testicolo?
Che cosa c'entra?
Ma poi chemio, radiazioni ecc... c'è la fanno entrare.
Non lavoro e non faccio più nulla nella vita.
Ho tanta paura ogni volta dei tumori e non mi la riesco a far passare e intanto sono 4 anni che non vivo più o non riesco più a riprendere la mia vita.
I sintomi poi li sento tutti reali.
Come posso arginare il problema?
Come riesco a trovare un ancora di salvataggio a questa situazione?
Come poter non avere paure.
Tanti ragazzi con la mia stessa malattia affermano che stanno bene e che sono tornati alla loro vita.
Ma io non ci riesco affatto, mai, sempre ogni volta una paura e intanto... un altro anno se ne va!
[#1]
Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

mi dispiace profondamente per quello che le è capitato.
La malattia, soprattutto quando sopraggiunge in maniera inaspettata, in giovane età, può essere vissuta come una violenza che squarcia la vita, un attentato non solo al corpo, ma anche all'anima che dentro vi ci abita; ai progetti, ai sogni, come lei ha purtroppo rilevato.
Immagino che lei, anche in virtù di ciò, si sia sentito esposto ad una penosa angoscia di morte, che ora la segue come un'ombra senza darle tregua. Ed è tale angoscia di morte probabilmente ad indurla a vivere nella fobia, ad attendersi un'altra malattia, a rappresentarsela.

Questo è il lato paradossale della sofferenza e dell'angoscia, le quali possono da un lato lacerare, dall'altro diventare dei luoghi abitabili, come forse lo sono diventate per lei, proprio per permetterle di eludere un altro inquietante e inatteso incontro con la malattia e con il dolore. Un incontro che potrebbe violentemente e nuovamente, sottrarla da quella parvenza di normalità alla quale sta faticosamente cercando di aderire e lasciarlo sprofondare ancora nell'inquietudine.
Quindi questa fobia così invivibile, si palesa come una protezione essenziale, probabilmente.

Cerchi di essere buono e indulgente con sé stesso. Sappia accogliersi, comprendersi, aspettarsi.
Riprenda il percorso psicoterapeutico che aveva lasciato; se non ha possibilità economiche può rivolgersi ai consultori familiari, ai centri salute mentale, o richiedere il bonus di psicoterapia gratuita, o ancora, cercare una psicoterapia low cost, anche in rete. Ci sono diverse possibilità.
E' così che potrà riuscire, con pazienza, impegno e amore, ad arginare il problema.
Pian piano riuscirà probabilmente a riacquisire la fiducia nella vita, pur nella consapevolezza che siamo tutti esposti al dolore, alla morte e alla malattia. E' questo il lato oscuro dell'esistenza, che lei purtroppo ha conosciuto troppo presto e troppo brutalmente. Ci sono però anche molti lati luminosi; lasci che la luce dell'esistenza possa ancora penetrare in una vita come la sua che ha conosciuto il buio.

Riuscirà anche ad acquisire fiducia in sé stesso, nel proprio corpo, che ha probabilmente vissuto come un corpo straniero abitato da un intruso: il tumore; un altro da sé.
Con l'ausilio di un percorso psicologico o psicoterapeutico inoltre, potrà elaborare e simbolizzare quest'incontro con la malattia che è rimasto a lungo impensabile e indicibile. Troverà un modo per pensarlo e un modo per narrarlo, anche a sé stesso, rendendolo più tollerabile e magari dandogli anche un senso, o trasformandolo in una possibilità per arricchire ed espandere il proprio sé e la propria vita.
E' questo forse il regalo più bello che può farsi: riuscire ancora a scommettere sulla vita, nonostante essa si sia rivelata così spaventosa e dolorosa.
Riuscire, passando attraverso il contatto con la morte e la sofferenza, a recuperare una rinnovata ed inedita capacità di vivere.
Riuscire, dopo aver conosciuto la bruttezza della vita, a coglierne ancora la bellezza.
A sorprendersi, a meravigliarsi ancora, a dispetto di tutto.

Le auguro di riuscire a farlo e sicuramente, con l'aiuto di uno specialista che saprà accoglierlo e aiutarlo a riscrivere questo dolore, con sensibilità e umanità, potrà trarre la ricchezza da esso.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

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