Ansia e complesso di inferiorità

Ai gentilissimi interessati,

sono una ragazza di ventun'anni.
Ultimamente ho la sensazione di essere molto sola, nonostante io possa contare su, anche se pochi, amici.
Io sono sempre stata per i "pochi ma buoni", ho cambiato molte amicizie negli ultimi anni, non ho mai accusato il problema di non avere un gruppo di amici con cui uscire, mentre ultimamente mi rendo conto che le vecchie amicizie si sono tutte perse via e non sono riuscita a ricostruirne delle nuove con l'inizio dell'università, se non un paio.
Di conseguenza mi trovo spesso a passare i weekend in casa, e altrettanto spesso noto che sono io a chiedere ai miei amici di uscire.


Quest'ultima situazione la percepisco soprattutto con un amico, al quale tengo molto, ma con cui non noto una grande reciprocità, è come se uscisse con me solo perché e quando non ha nulla di meglio da fare.
È anche con lui che quando usciamo mi chiudo spesso in me stessa, nonostante io sia una persona ricca di interessi e spunti su cui intavolare conversazioni.
Dunque ci sono silenzi, e tante cose che vorrei dire non le dico, non so esattamente perché, ma è come se mi bloccassi.
Ma tendo sempre a imputare a me stessa una colpa per queste situazioni spiacevoli che si vengono a creare.


Molte volte penso che se non scrivessi io a nessuno, nessuno comunque mi cercherebbe.
È come se non riuscissi a instaurare rapporti reciproci e duraturi con nessuno.
Non riesco a "cozzare" con le persone.


Non ho mai parlato con nessuno di questa situazione, perché non vorrei che aprirmi e confidare queste mie paure non faccia altro che allontanare le persone.


Inoltre aggiungo che ho fissato un appuntamento con una psicologa per un supporto presso un consultorio.


Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185

Gentile utente,

in tutti i casi come il suo (tendenziale riserbo e atteggiamento ambivalente tra il desiderio di compagnia e il rimanere silenziosa quando poi è in compagnia) suggerirei di coltivare hobby e interessi culturali e/o sportivi che comportino la frequentazione con altri su temi specifici: circoli del cinema, gite in montagna, visite organizzate a musei o luoghi d'interesse artistico, paesaggistico etc.

Questo permette di incontrare molte persone, di parlare di argomenti specifici o di ascoltare gli altri, senza esporre il proprio riserbo o le proprie aspettative a forzature o a delusioni.
Quest'ultimo punto, in particolare, riguarda il fatto che per una persona della sua età è naturale cercare non solo conversazioni piacevoli, ma eventuali partner, individui attraenti da conoscere anche in vista di rapporti diversi dall'amicizia.

Mi sembra significativo il fatto che quando lei esce con l'amico di cui ci scrive si chiuda in sé stessa, alimentando ben poco l'amicizia e forse rendendo noiosa l'uscita; ma è anche peggiore il fatto di pensare "è come se uscisse con me solo perché e quando non ha nulla di meglio da fare".
Gli amici, quando sono realmente tali, si vedono quando hanno qualcosa da dirsi e stanno bene anche in silenzio. E' sicura che si tratti di amicizia, da entrambe le parti? Non è piuttosto un tentativo di relazione abortito per timidezza, indisponibilità, attrazione scarsa?

Buona l'idea di cercare un supporto psicologico. Non dimentichi che esistono anche incontri psicologici di gruppo, alcuni proprio sul tema della solitudine.

Auguri.

Guarda il video: 3 domande sull'ansia

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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