Come posso agire ?

Salve
ho un enorme problema con cui lotto da diverso tempo.
Ho conosciuto il mio attuale fidanzato quando avevo 19 anni (lui è più grande di me di 5 anni).
inizialmente andava tutto bene, ma nel 2018 quando ho conosciuto uno dei suoi amici le cose sono cambiate.
inizialmente non riuscivo a sopportarlo a causa del suo carattere, però con il passare del tempo ho iniziato a vederlo con occhi differenti.
C’è stato un momento in cui avrei voluto lasciare il mio ragazzo per confessargli il mio interesse ma, ho dovuto fare un passo indietro perché si è fidanzato.
non so cosa provo esattamente verso il mio ragazzo (rapporti sessuali quasi inesistenti) e per lui non è un problema ma ho paura a lasciarlo in quanto gli spezzerei il cuore.
Ma dall’altra parte vorrei dichiararmi all’altro e capire se anche lui ha un minimo interesse verso di me.
(alle frecciatine sta al gioco, si imbarazza quando mi vede, mi scrive messaggi anche di notte) solo che scoppierebbe un gran casino e l’unica a perderci probabilmente sarei io.
Sto zitta e provo a dimenticarlo o agisco perché la vita è una?
(Sono 5 anni che provo a scegliere una strada)
Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
lei dice bene: "la vita è una".
Il fare violenza a sé stessi perché ci si è impegnati troppo giovani in una relazione che forse non era idonea e comunque non ci appaga più, produce proprio gli effetti che lei verifica: disturbi gastrici, evidente sovrappeso, indifferenza al sesso e chissà quante altre conseguenze sia psicosomatiche, sia sull'umore, sulla voglia di realizzarci e di essere felici, ma anche sul comportamento, con ripercussioni indesiderabili sull'autostima.
E vengo proprio a questo nodo cruciale: il comportamento a cui lei rischia di esporsi dal momento che "non so cosa provo esattamente verso il mio ragazzo (rapporti sessuali quasi inesistenti)" e nello stesso tempo "vorrei dichiararmi all’altro".
Del suo ragazzo, che sembra rassegnato ad una sessualità piatta, le chiedo: state insieme già da otto anni, ma convivete? Quali sono i vostri progetti? Avete figli o pensate di averne? Avete attività di studio e di lavoro appaganti in cui vi supportate a vicenda?
Lei dice: "ho paura a lasciarlo in quanto gli spezzerei il cuore".
Questa attenzione alla sensibilità altrui le fa onore; ma è ben riposta? E se invece anche lui preferisse una relazione più viva, e si rassegnasse alla vostra per le stesse considerazioni?
Ma soprattutto, non vede che questa relazione è diventata insincera, ha perduto complicità e confidenza? Non si accorge che nutrendo da anni l'interesse per un altro lei ha già tradito il suo compagno nella mente, e si espone a farlo anche nei fatti?
Giustamente lei teme le conseguenze del dichiararsi all'altro: "scoppierebbe un gran casino e l’unica a perderci probabilmente sarei io".
Nei termini in cui lei vorrebbe agire, sono d'accordo. Dichiararsi all'altro mentre è ancora fidanzata vuol dire prima di tutto tradire il suo ragazzo, poi esporsi ad un rifiuto o peggio ad una strumentalizzazione: il secondo ragazzo potrebbe approfittare della sua disponibilità senza stimarla e tanto meno amarla, dato il modo in cui lei vorrebbe proporsi.
Ma forse esistono soluzioni diverse, che cercherò di prospettarle.
Dal momento che sembra legata al suo ragazzo da un affetto più fraterno che erotico/romantico, per prima cosa glielo dica francamente e gli prospetti di lasciarvi. In questo primo passaggio, parlargli dell'altro sarebbe inutile e fuorviante. Prenda semplicemente il coraggio di rientrare in possesso della sua libertà.
Può darsi che il suo ragazzo abbia un risveglio di sentimenti e cerchi di riconquistarla; valuti la nuova situazione. Può darsi che si dimostri sollevato e accetti con riconoscenza la propria libertà. Può darsi che pianga o che si ribelli, anche violentemente, ma senza capire che la vostra relazione era spenta. In ogni caso, lei entrerà in possesso di nuovi strumenti di valutazione e soprattutto sarà una giovane donna libera che dispone di sé con una nuova consapevolezza, qualunque decisione poi voglia prendere.
Mi è capitato più volte di vedere che il coraggio della separazione sia nato da una decisione a proprio vantaggio: l'iscrizione all'università o ad una palestra; un cambiamento di lavoro; l'inizio di una dieta che giova alla salute e all'aspetto, ma soprattutto ci dà una prova della nostra capacità di volerci bene.
Proceda per gradi, ma avendo in mente un obiettivo a favore suo e anche del suo ragazzo, che non merita questo amore insincero, sempre a rischio di abbandono e di tradimento.
Coraggio, e ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa per la risposta.
Non conviviamo ma stiamo cercando casa, data la stabilità lavorativa recente da entrambe le parti. Lui vorrebbe dei figli in un futuro breve, ma io attualmente no.
È un ragazzo molto sensibile, bisognoso di protezione e di una guida in quanto fragile emotivamente (forse derivante dal fatto che i genitori lo ovattano troppo). Se dovessi lasciarlo oltre che a spezzargli il cuore potrei esporlo a depressione (cosa che è già successa in passato e fortunatamente risolta con terapia) o peggio. Mi sento in trappola e attualmente mi aggrappo alla speranza che dall’altra parte ci sia l’altra persona che mi salvi
Concetto sbagliatissimo ne sono assolutamente consapevole
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
meno male che è consapevole di sbagliare!
Partiamo dalla fine: lei sogna che un altro la salvi. In che modo? Portandola via sul suo cavallo bianco, voi due soli per sempre nel mondo delle fate?
Se l'altro lasciasse la propria fidanzata e venisse meno alla fiducia dell'amico, le due più probabili conseguenze sarebbero la perdita di stima da parte sua e un dolore ancora più cocente del suo ragazzo, tradito nell'amore e nell'amicizia. Per non parlare dei sentimenti della ragazza dell'uomo che lei vede come un improbabile salvatore,
Premesso che sull'inganno difficilmente si costruisce qualcosa di valido, andiamo a ciò che la sta torturando da anni: "Mi sento in trappola". Questo è il vero dato di fatto.
Lei si è creata una specie di oasi nella fantasia con questo amore impossibile alimentato dalle battute, gli sguardi, i messaggini notturni. E se questo rifugio mentale da dodicenne fosse falso, e la verità nuda e cruda stesse nel fatto che passando dall'adolescenza alla giovinezza si è accorta di non amare più il suo ragazzo?
Ne parla come se fosse l'infermiera di un incurabile: "molto sensibile, bisognoso di protezione e di una guida in quanto fragile emotivamente" (un uomo di 32 anni?) e nello stesso tempo lo considera viziato; "i genitori lo ovattano troppo".
Non certo l'uomo che si vorrebbe come padre dei propri figli e come proprio sostegno nella vita.
La spaventano però la sua passata depressione (ma è stato curato ed è anche cresciuto, da allora) e il pensiero che potrebbe succedere anche "di peggio".
Cosa esattamente? La morte per crepacuore? Il suicidio?
Due eventualità che segnalano malattia fisica o mentale. E lei su queste basi vorrebbe costruire il suo futuro?
A me sembra, tra l'altro, che se i genitori hanno ovattato quest'uomo, anche lei ha contribuito a non lasciarlo crescere. Non gli va nemmeno di far bene l'amore, alla sua età?
Le ripeto, si dia un progetto a vantaggio di sé stessa e cominci a seguirlo. Potrebbero essere anche i colloqui con uno psicologo, che la aiuterebbe a capire quante paure nascoste ci siano dietro questa inopportuna cura verso un uomo che non è il suo bambino malato, ma il suo futuro marito.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com