Scarsi risultati dopo 3 anni di terapia psicologica, devo cambiare?

Buongiorno, sono un uomo di 31 anni, da 3 in psicoterapia (2-4 volte al mese).

Dopo tutto il tempo passato non riscontro risultati significativi dalla psicoterapia e non so se abbia senso cambiare, tenuto conto dell’investimento fatto con l’attuale psicologo

Brevemente: circa 4 anni fa ho lasciato la ragazza con cui stavo insieme da 10 anni.
La relazione era diventata malsana ma non me ne rendevo conto, finchè un giorno ho aperto gli occhi e sono esploso, azzerando la mia vita (amici, lavoro, casa).

La relazione aveva molte caratteristiche da dipendenza affettiva, in cui ero io dipendente da lei.

Inizialmente è stato liberatorio, ma poche settimane dopo sono iniziati i problemi, peggiorati poi dal lockdown 2020.

Dopo pochi mesi sono andato da uno psichiatra e da uno psicologo: ansia elevatissima, frequente dissociazione, sbalzi d’umore, terrore dell’abbandono/rifiuto e molto altro.
Mi ha prescritto prima Depakin, poi Lamictal.
Presi per meno di un mese perché mi facevano stare peggio.


Con lo psicologo ho ripercorso tutti i maltrattamenti emotivi dell’infanzia, con madre depressa/anaffettiva/vittimista/manipolatoria e padre subordinato a lei e incapace di imporsi.
Mi hanno cresciuto con le pretese da figlio perfetto, ricatti e senza mai farmi scegliere nulla della mia vita.

Sono riuscito a superare il peggio e ricostruire qualcosa della mia vita (nel frattempo ero rimasto solo), altri aspetti sono peggiorati.


I problemi ci sono ancora ma sono dentro ad una scatola.
Procuro 1000 impegni e sport che faccio per stare con le persone e non soffocare nel vuoto/solitudine (con conseguente ansia) e non sentirmi miserabile.

Applico sempre lo stesso schema relazionale, in cui con molta fatica (diffidenza e senso inadeguatezza) mi lego a qualcuno e ne divento dipendente.

Poi mi rendo conto di essermi legato alla persona sbagliata, specialmente se donna, anche in amicizia.
Quindi chiudo (nei casi peggiori) o ridimensiono il rapporto ma al prezzo di ansia incontrollata, abbandono ecc
Vivo male anche con persone normali a cui sono legato, basta che percepisca un allontanamento, anche immaginario, per mandarmi in crisi.

Non riesco più nemmeno a tentare di instaurare una relazione romantica con una donna, da quanto mi sento vulnerabile.
Oltre al fatto che mi sono attratto solo dalle donne sbagliate.


In più faccio estrema fatica a fare cose da solo, ho bisogno di sentire sempre la vicinanza (non fisica) di qualcuno.
Se c'è sono un carro armato, altrimenti ho cicli di profonda demotivazione/apatia.
Anche sul lavoro non va bene, sebbene nonostante tutto abbia fatto carriera (sono diventato dirigente), alterno giorni di produzione nulla con giorni di iper-produttività, che compensa, ma non so quanto potrò andare lontano

Ci sarebbe moltissimo altro da dire ma già così il quadro mi sembra pessimo.
Se 3 anni fa vedevo tutto nero e irrisolvibile, ora è uguale con 3 anni di fallimenti sulle spalle.
E non riesco più a sopportare la situazione.


Grazie!
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

tutto quanto scritto qui lo ha detto, con la stessa spietata chiarezza, al suo Psicologo (che auspichiamo sia anche psicoterapeuta per potere curare)?

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dottoressa, grazie della risposta rapidissima.
si, quasi tutto: l'argomento della mia precedente relazione non ha mai voluto affrontarlo, solo qualche accenno.
Sul non vedere risultati, secondo lui ho fatto fatto progressi. E' vero, mi sono presentato a lui in uno stato pietoso, con le prime sedute che erano discorsi insensati, tant'è che mi chiese se pensassi al suicidio (no). Oggi ho una vita migliore, però prima che tutto ciò cominciasse vivevo serenamente (apparentemente). Non so ancora perché io un giorno sia "impazzito", buttato tutto all'aria, quasi a morire per rinascere in una persona molto diversa. Ho nella memoria proprio un taglio netto.
Mi fa lavorare sulla costruzione di relazioni profonde, lo sto facendo, ma la qualità della mia vita è eccessivamente legata a come va ciascuna di queste relazioni. Se le cose vanno male...
Mi suggerisce di farmi prescrivere dei farmaci per superare questi momenti di ansia estrema ma non sono d'accordo. Se faccio una corsa ho lo stesso risultato di una dose di Lexotan o simili, sto meglio ma non risolvo nulla. Infine, non mi interessa se soffro oggi ma se dovesse rimanere così per sempre.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

noi ci troviamo tra la Sua autovalutazione, e la valutazione che del Suo percorso ne dà il Suo Psicoterapeuta, con una certa divaricazione tale le due.
Ed inoltre ci manca la diagnosi, il motivo per cui ha assunto "..prima Depakin, poi Lamictal..". La diagnosi è importante per capire:
- sia il tipo di psicoterapia (approccio teorico) più opportuna,
- sia per prevedere se sarà realisticamente possibile risolvere, oppure se si tratta di un disturbo destinato ad alti e bassi.

Riguardo ai farmaci, fa piacere se "una corsa ho lo stesso risultato di una dose di Lexotan o simili",
è indispensabile però che Lei la corsa .. la faccia realmente.

Le raccomandiamo di far leggere questo scambio al Suo Psicoterapeuta, che ha sicuramente maggiori informazioni di noi considerato che la segue da anni e che è in contatto con lo Psichiatra.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa,
non ho una diagnosi psichiatrica "specifica", i farmaci mi sono stati prescritti come stabilizzanti d'umore nell'attesa di cominciare e avere i primi risultati della psicoterapia.
Li ho presi per poco tempo perché ho riscontrato effetti collaterali con il primo (Depakin) e un peggioramento con il secondo (Lamictal).

Il tempo trascorso tra le varie prove (1/2 mesi) e la riduzione delle limitazioni covid sono state sufficienti perché non ne sentissi più l'esigenza, così ho smesso, in accordo con lo psicoterapeuta. Non stavo comunque bene, ma ero mentalmente molto più lucido.
Lo psichiatra aveva escluso problemi quali depressione o disturbo bipolare e mi aveva indirizzato allo psicoterapeuta con il quale sono in cura. All'epoca collaboravano.

Dalla parte dello psicoterapeuta non ho una diagnosi. Mi ha solo detto che esclude disturbi della personalità anche se vede vari tratti di uno o più modelli, che ha preferito non dirmi.
Lui è specializzato in EMDR, ma non so quale tipo di terapia stia seguendo con me. Dovrei saperlo?

Alla prossima seduta ne parlerò con lo psicoterapeuta.
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
"Alla prossima seduta ne parlerò con lo psicoterapeuta."
Benissimo.

dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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