Ho lasciato il mio primo lavoro per un’opportunità migliore ma mi sento depressa

Buongiorno Dottori,
sono una ragazza che ha appena lasciato il suo primo lavoro per sceglierne un altro (o meglio, stessa professione ma luogo diverso e titolari diversi) che mi possa dare opportunità migliori ma nonostante questo mi sento fortemente depressa perché mi sono molto affezionata alla mia datrice di lavoro, al luogo di lavoro che è stato la mia Scuola, e al suo bambino, perché lo portava spesso con sé e si è creato un rapporto affettivo, come se io fossi la sua madrina.

Ho avuto una proposta migliore da un’altra parte, sono molto felice per questo, ma non abbastanza perché ho lasciato il mio vecchio lavoro.

Questo nuovo lavoro mi serve: ho delle spese importanti da affrontare, non sono più una ragazzina che sta imparando un mestiere, anzi sono una ragazza in carriera, ed è questo il momento in cui io devo spingere di più.

Ho paura di non vedere più il bambino, la mia ex datrice di lavoro che è stata la mia insegnate, mi ha spiegato davvero la mia professione e le sono davvero grata.
Ci sono momenti di razionalità in cui mi dico che, se ci si vuole bene, i rapporti si mantengono nel tempo.
Ne ho anche parlato visto che addirittura mi escono le lacrime da giorni, e sono stata tranquillizzata e super compresa da lei, che, felice per me, non mi ha trattenuta ma solo incoraggiata e rasserenata per la mia paura di non poter vedere più il bambino.
Mi ha detto che la porta sarà sempre aperta e che ogni volta che voglio io potrò andarci.

Non riesco a capire davvero perché io non riesca a godermi questa cosa bella che mi è capitata, la sto vivendo malissimo, non riesco a mangiare bene, ho lo stomaco chiuso e momenti di ansia in cui me ne vado nel pallone.

Come posso gestire questo malessere?

Tra un mese lascerò definitivamente, ora sono nel periodo di preavviso, ma so bene che questa è la giusta decisione, professionalmente parlando.
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Buon pomeriggio,


Proviamo a capire più chiaramente cosa rappresentino per lei questa donna e questo bambino, e sarà più chiaro cosa percepisce di aver perso e cosa fare. Cosa le viene in mente?

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dopo
Utente
Utente
Buon pomeriggio Dottore,
grazie per la risposta.

Lei è stata la mia insegnante, mi ha insegnato davvero la mia professione, a 360 gradi. Ho iniziato subito dopo la Laurea, non sapevo nulla ovviamente, ho lavorato sodo e studiato come a una pazza, sono competente grazie a tutte queste basi che ho avuto, e mi sono abilitata qualche mese fa. Le sono davvero grata.
Nel frattempo si è creato un rapporto di stima e affetto, lei sapeva di poter contare su di me, parlavamo anche di fatti personali, non la definisco amica nel vero senso della parola perché, nonostante la confidenza, comunque io le ho sempre portato il rispetto che si dà a un proprio superiore.
Il bambino per me è molto importante, è come se fosse un mio nipotino, siamo molto legati, vorrei vederlo crescere e vorrei esserci sempre per lui, voglio continuare a vederlo. È ovvio che lo vedo spesso grazie al fatto che venga con sua mamma a lavoro a volte.
Ho tanta paura e non so perché, dato che continuo a dirmi, per darmi forza, che il bambino posso comunque vederlo e che i rapporti possiamo mantenerli nel tempo.
Non mi sto godendo questa soddisfazione professionale che avrebbe dovuto rendermi felicissima.
Inoltre ho sempre immaginato la mia vita così com’era, anche in futuro. Non so se mi spiego. Nonostante tutto, io stavo bene così com’ero, nonostante sapessi anche che così non ci sarebbero state possibilità di avanzare. A volte però desideravo fortemente una crescita professionale che ora è arrivata da un’altra parte.
Non so davvero cosa pensare.
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Vediamola da questo punto di vista: se sta percependo la perdita è perché non riesce a percepirli come "sicuri", ovvero la lontananza pensa glieli farà perdere; dice dunque che non sente sicuri la propria insegnante, ovvero non sente sicure le sue basi, competenze, la stima ed il rispetto per lei, ed il suo bambino, ovvero non sente sicure le possibilità di vederlo crescere ed esserci per lui. Mi sono basato su quel che le è venuto in mente per associazione

Pensa possa essere corretto per ciò che prova in questo momento? Qualcosa l'ha portata a dubitare?

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Utente
Utente
Temo che questo distacco possa, inevitabilmente, impedire di vederci.
Ho paura di questo. Ma sono sicura delle mie competenze, di ciò che ho imparato, di ciò che farò. So di essere brava nel mio lavoro, lo dico però umilmente, non con Saccenza.
Sono sicura del bene che io provo per loro, e del fatto che io voglia esserci per il bambino e vederlo crescere.
Inoltre, nonostante sapessi da sempre che lí non avrei mai avuto opportunità di crescita, ormai avevo creato la mia routine, ci stavo bene, sebbene ci siano stati molti momenti in cui ho pensato di voler di più dal mio lavoro. Sono sempre stata determinata, stavolta mi sento debole
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Sta riportando una situazione recente, la sua reazione può essere dovuta ad un distacco difficile perché ci teneva davvero e nulla più, oppure la cosa ha toccato il profondo per qualche ragione. Provi a dare tempo al tempo, ed a seconda di quel che le rimarrà potrà agire di conseguenza; lo dico perché immagino sarebbe banale dirle di provvedere a mantenere i contatti come può, per cui non avrebbe avuto bisogno di certo di chiedere a degli Psicologi!

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Utente
Utente
Dottore io credo di stare male sì per il distacco ma anche per qualche incertezza e paura che mi portò dentro e che magari non riesco a capire.
Cerco di ascoltarmi , ma se rifletto emergono ansie e dubbi continui su quello che sarà il mio futuro.
Addirittura già penso a come poter incastrare i miei orari di lavoro con i miei figli (che ancora non ho per mia volontà).
Tra due anni mi sposo, insieme al mio fidanzato sto ristrutturando casa quindi può essere che le cose siano anche un po’ collegate? Non lo so.
Ho paura di crescere, ho paura di invecchiare, ho paura di non vivere più questi momenti che in futuro inevitabilmente non ci saranno.
Ho paura di non passare abbastanza tempo con mia mamma dentro la mia attuale casa in cui vivo con i miei.
Ho paura di cosa NON c’è dopo la morte.
Ho prenotato un appuntamento per iniziare psicoterapia.
Ad oggi la situazione non è migliorata, come potete intuire è addirittura peggiorata. Ho continui momenti di panico in cui l’unica cosa che vorrei fare è urlare, e dentro di me lo faccio. Mi fa male la testa e mi sento le gambe tremanti.
Spero di superare tutto questo perché mi sto spaventando
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Dr. Alessio Fogliamanzillo Psicologo 372 4
Sembra allora che la cosa abbia toccato il profondo, in base a quanto dice direi il suo desiderio di avere lei stessa dei figli, di essere una madre, di dover lasciare sua madre, magari anche altro

La terapia psicologica è il percorso giusto, non rinunci all'idea di stare meglio e col dovuto impegno capirà cosa le sta succedendo

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