Tamoxifene presodopo 5 ore del solito orario

Buongiorno, mia moglie ieri ha preso la pastiglia di tamoxifene 5 ore dopo del solito orario, cosa comporta ciò per la terapia in atto? Leggevo che ci può essere una tolleranza di tre ore. Mia moglie si sta curando per un carcinoma duttale infiltrante G1 con queste caratteristiche:Carcinoma duttale infiltrante G1,classificato come T1N0M0. Il referto riporta anche i seguenti valori: recettori per estrogeni 100%, recettori per progesterone 100%, Ki 67:5%, negatività immunoistochimica per P63 e CK 19, C-erbB-2:0 nessuna marcata o marcata di membrana in meno del 10% delle cellule tumorali. Il senologo ha consigliato un intervento conservativo (Quadrantectomia ) che è stato fatto il 14 giugno a Bergamo. Durante l'intervento è stato tolto il linfonodo sentinella che è risultato negativo, evitando l'asportazione degli altri linfonodi. E' stata inoltre eseguita la IORT. Dopo l'esame istologico, l'oncologo ci ha spiegato che la dimensione effettiva del tumore era di 7 mm, T1bN0M0 con modesta componente di carcinoma in situ di tipo cribriforme < al 25%.L'oncologo ha consigliato il completamento della R.T. con altre 13 sedute (già fatte in luglio) e la cura ormonale per 5 anni con Tamoxifene (senza Enantone) in via precauzionale, dal momento che secondo lui il tumore era ad uno stato inizialissimo. L'oncologo ci ha anche spiegato che non vi è invasione linfatica e vascolare ed i margini di resezione sono largamente indenni. Sò che per un tumore al seno ci può essere sempre una imprevedibilità di una probabile recidiva, ma con un quadro di cui sopra a parte il fatto che il tumore è infiltrante si può essere come dice il dottor Catania Cautamente ottimisti? Leggendo qualche vostra risposta a volte parlate di un'eventuale ciclo di chemio per una maggiore copertura, può essere anche il caso di mia moglie? In attesa di una vostra risposta distinti saluti.
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
State tranquilli, tanto ormai è andata così, ma non succede proprio nulla.

La chemioterapia dà una maggiore copertura quando serve una maggiore copertura.

Nel suo caso aggiunge molto poco e quindi la opzione terapeutica proposta è condivisibile.

https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/940-tumore-del-seno-dopo-la-chirurgia-cosa-fare.html



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Utente
Utente
Buongiorno, intanto volevo ringraziarla per la rapida risposta al quesito da me posto, e poi se possibile volevo farle qualche altra domanda. Ho letto il Link da lei suggerito, è molto chiaro e di facile comprensione. In sintesi ho capito che la probabilità che la malattia si possa riaffacciare è legata a fattori clinici e biologici, in base a questi l'oncologo dopo aver visitato la paziente e visionato l'esame istologico, potrà disporre di tutti i dati per definire il livello di rischio di ripresa di malattia, proponendo un trattamento in base al livello di rischio con Ormonoterapia o Chemioterapia. Adesso se non ho capito male l'Ormonoterapia ha lo scopo di ridurre drasticamente la produzione di estrogeni o di impedirne l'utilizzo da parte di ipotetiche cellule tumorali residue e viene proposta quando vi è un basso livello di rischio (come nel caso di mia moglie?) Nel caso in cui il livello di rischio di ripresa di malattia sia invece moderato/elevato si propone un trattamento precauzionale basato su chemioterapia. Il fatto che a mia moglie non è stato proposto l'interruzione del ciclo mediante iniezioni sottocutanee di agonisti LH-RH non cambia niente in merito alla produzione di estrogeni? Mia moglie prende il Tamoxifene da tre mesi ed intanto il ciclo è regolare e non sta avvertendo gli effetti indesiderati, probabile che si manifesteranno in seguito? Adesso la saluto sperando in una sua risposta.

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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Non è detto affatto che gli effetti indesiderati si debbano manifestare.

Sulla persistenza del ciclo ovviamente ne dovete discutere con calma con l'oncologo.
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Utente
Utente
Buongiorno, in attesa della visita di controllo con l'oncologo che ha proposto la cura a mia moglie;chiedo scusa se insisto sull'argomento dell'utilità degli agonisti LH-RH, perchè a questo punto mi sorge un dubbio, cioè: Per una efficacia della terapia ormonale con Tamoxifene è necessario che gli estrogeni siano completamente annullati, oppure non cambia molto sull'efficacia della terapia? Nel proporre solo Tamoxifene l'oncologo ha detto che vorrebbe garantire una qualità di vita migliore.
Forse con l'andare del tempo il Tamoxifene riesce ad anticipare la menopausa? Distinti saluti
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Utente
Utente
Buongiorno, volevo porle delle domande in merito all'evolversi della situazione, di cui mia moglie è interessata. Dal dal 8 luglio 2012 è in cura con Tamoxifene da 20mg per la diagnosi che ho elencato nella prima richiesta di consulto del 15 ottobre. Nel precedente consulto avevo detto che non si erano manifestati effetti collaterali al Tamoxifene, ma al controllo ginecologico del 18 ottobre dall'eco transvaginale emerge che l'ovaio sinistro (il destro già tolto nel 1998) è 73 mm, il ginecologo ha detto che voleva effettuare un controllo dopo il ciclo che puntualmente è arrivato il 28 ottobre. In data 1 novembre dal''ecografia emerge che l'ovaio si era ridotto a 43 mm. Il ginecologo ha preparato una relazione da portare all'oncologo di riferimento, in quanto secondo lui il tamoxifene può aver determinato quanto sopra citato, perchè secondo lui anche se infrequente può succedere. Nella relazione c'è anche scritto che l'ovaio è policistico Adesso siamo in attesa del confronto con l'oncologo che avverrà a giorni. In attesa del confronto con l'oncologo secondo la vostra esperienza come potrà evolversi la situazione? Le verrà cambiato farmaco? Oppure si aspetterà ancora un mese per vedere se l'ovaio ritorna ad ingrossarsi?
In attesa di risposta distinti saluti
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.3k 1.2k 61
Le ho rsposto sull'altro consulto