Il valore dell'herceptest è ininfluente riguardo al tipo
Gentile Dottore,
gradirei gentilmente un consulto per la mia situazione.
Ho 33 anni e a metà luglio di quest'anno mi è stata asportata in anestesia locale quella che il medico definì una semplice cisti. Dopo un mese di attesa l'esame istologico rivelò, purtroppo, un carcinoma papillare prevalentemente endocistico di 1,7 cm nel QII a ridosso del solco mammario con focolai di microinvasione (pT1mic/G1G2).
Da un primo esame istologico (agosto 2014) i fattori prognostici predittivi immunoistochimici furono i seguenti:
RE 95% positivo, RPg negativo, Mib1 20% positivo, HercepTest positivo (2+).
Una revisione di ALTRI vetrini bianchi dello stesso blocchetto (settembre 2014) ha confermato questi dati tranne uno e cioè l'Her-2/neu, risultato negativo (0).
I primi di ottobre mi è stata effettuata una quadrantectomia e l'asportazione di 3 linfonodi sentinella ascellari (risultati indenni da metastasi). Tra le altre cose, dall'esame istologico di quanto asportato era presente un frammento di parenchima mammario sede di focolaio di carcinoma papillare incapsulato (grado nucleare 2) di 7 mm "diviso a metà" (lo aveva lasciato il medico nel primo assurdo intervento).
Il consulto multidisciplinare ha proposto una terapia endocrina con Enantone 11.25 mg da fare ogni tre mesi e Tamoxifene per 5 anni, oltre alla radioterapia ipofrazionata (nessuna chemioterapia).
Mi è stato detto che per i tumori in situ e microinfiltranti (come il mio) il valore dell'HercepTest è ininfluente riguardo al tipo di terapia prescritta. Lei è d'accordo?
Infine, visto che il carcinoma era nel QII a ridosso del solco mammario, perché l'iniezione della linfoscinitigrafia è stata praticata nella zona inferiore esterna (lato ascella) della mammella e non vicino al tumore? E non era il caso di esaminare anche i linfonodi intramammari?
Siccome sono abbastanza in ansia potrebbe darmi il suo parere al riguardo?
Grazie anticipate.
Cordiali Saluti,
Manuela
gradirei gentilmente un consulto per la mia situazione.
Ho 33 anni e a metà luglio di quest'anno mi è stata asportata in anestesia locale quella che il medico definì una semplice cisti. Dopo un mese di attesa l'esame istologico rivelò, purtroppo, un carcinoma papillare prevalentemente endocistico di 1,7 cm nel QII a ridosso del solco mammario con focolai di microinvasione (pT1mic/G1G2).
Da un primo esame istologico (agosto 2014) i fattori prognostici predittivi immunoistochimici furono i seguenti:
RE 95% positivo, RPg negativo, Mib1 20% positivo, HercepTest positivo (2+).
Una revisione di ALTRI vetrini bianchi dello stesso blocchetto (settembre 2014) ha confermato questi dati tranne uno e cioè l'Her-2/neu, risultato negativo (0).
I primi di ottobre mi è stata effettuata una quadrantectomia e l'asportazione di 3 linfonodi sentinella ascellari (risultati indenni da metastasi). Tra le altre cose, dall'esame istologico di quanto asportato era presente un frammento di parenchima mammario sede di focolaio di carcinoma papillare incapsulato (grado nucleare 2) di 7 mm "diviso a metà" (lo aveva lasciato il medico nel primo assurdo intervento).
Il consulto multidisciplinare ha proposto una terapia endocrina con Enantone 11.25 mg da fare ogni tre mesi e Tamoxifene per 5 anni, oltre alla radioterapia ipofrazionata (nessuna chemioterapia).
Mi è stato detto che per i tumori in situ e microinfiltranti (come il mio) il valore dell'HercepTest è ininfluente riguardo al tipo di terapia prescritta. Lei è d'accordo?
Infine, visto che il carcinoma era nel QII a ridosso del solco mammario, perché l'iniezione della linfoscinitigrafia è stata praticata nella zona inferiore esterna (lato ascella) della mammella e non vicino al tumore? E non era il caso di esaminare anche i linfonodi intramammari?
Siccome sono abbastanza in ansia potrebbe darmi il suo parere al riguardo?
Grazie anticipate.
Cordiali Saluti,
Manuela
[#1]
Credo, anche se comprensibile, che abbia con la sua ansia dentro di sé scatenata una tempesta in un bicchiere d'acqua.
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/940-tumore-del-seno-dopo-la-chirurgia-cosa-fare.html
Perché i fattori predittivi che allega sono in gran parte FAVOREVOLI e suggeriscono un cauto OTTIMISMO.
La terapia allegata mi sembra adeguata alla relativa scarsa aggressività della neoplasia.
Tanti saluti
https://www.medicitalia.it/minforma/senologia/940-tumore-del-seno-dopo-la-chirurgia-cosa-fare.html
Perché i fattori predittivi che allega sono in gran parte FAVOREVOLI e suggeriscono un cauto OTTIMISMO.
La terapia allegata mi sembra adeguata alla relativa scarsa aggressività della neoplasia.
Tanti saluti
[#2]
Utente
Gent.mo Dott. Catania,
grazie per la tempestiva risposta.
Chiedevo anche "visto che il carcinoma era nel QII a ridosso del solco mammario, perché l'iniezione della linfoscinitigrafia è stata praticata nella zona inferiore esterna (lato ascella) della mammella e non vicino al tumore? E non era il caso di esaminare anche i linfonodi intramammari?"
Potrebbe gentilmente darmi un suo parere al riguardo.
Cordiali Saluti,
Manuela
grazie per la tempestiva risposta.
Chiedevo anche "visto che il carcinoma era nel QII a ridosso del solco mammario, perché l'iniezione della linfoscinitigrafia è stata praticata nella zona inferiore esterna (lato ascella) della mammella e non vicino al tumore? E non era il caso di esaminare anche i linfonodi intramammari?"
Potrebbe gentilmente darmi un suo parere al riguardo.
Cordiali Saluti,
Manuela
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.7k visite dal 07/11/2014.
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