Post-prostatectomia radicale: interpretazione PSA, terapia e prognosi.
Buongiorno Dottori,
scrivo per chiedere un parere sulla situazione clinica di mio padre (66 anni) dopo prostatectomia radicale.
Dati pre-operatori:
- PSA pre-diagnosi giugno 2025: ~10 ng/ml
- RM multiparametrica: lesioni bilaterali (PIRADS 5 e 4)
- Biopsia prostatica: adenocarcinoma acinare Gleason 3+4 (pattern 4 ~10%), esteso e bilaterale
- PET-PSMA (agosto 2025): negativa per metastasi linfonodali e ossee
Intervento: Prostatectomia radicale robotica il 15/10/2025 senza nerve sparing e senza linfadenectomia
Istologico post-operatorio (consegnato a ~2 mesi da intervento):
Adenocarcinoma acinare multicentrico
Gleason 3+4=7 con pattern 4 al 30%
Estensione extracapsulare (EPE) presente
Invasione perineurale presente
Invasione linfovascolare presente
Margini chirurgici positivi (R1 non focale) a livello apicale e posteriore
Vescichette seminali negative
Stadio: pT3a Nx R1 non focale
PSA post-operatorio presentato contestualmentea consegna istologico: 1, 53 ng/ml (non azzerato)
È stata indicata:
PET-PSMA con priorità breve
Prima valutazione radioterapica
I quesiti principali sono:
- Il PSA a 1, 53 ng/ml a distanza di circa 2 mesi dall’intervento è più suggestivo di residuo locale/loco-regionale o di malattia sistemica iniziale?
- In presenza di EPE, R1 non focale e invasione linfovascolare, qual è l’approccio più condiviso: radioterapia precoce ormonoterapia anche in assenza di evidenza PET?
- L’assenza di valutazione linfonodale (Nx) come incide sulla strategia terapeutica e prognostica?
La richiesta di consulto nasce dall’enorme paura che questi risultati stanno infondendo in noi e in mio padre, soprattutto considerando quanto sia complesso, nel concreto, riuscire a ottenere gli esami necessari in tempistiche accettabili.
Al momento ci viene indicato quali esami fare, ma dobbiamo poi provvedere autonomamente alla loro esecuzione, e questa sensazione di essere un po’ abbandonati nel percorso aumenta molto l’ansia e il bisogno di chiarezza.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà fornire un parere o indicazioni utili sul corretto iter da seguire.
Cordiali saluti.
scrivo per chiedere un parere sulla situazione clinica di mio padre (66 anni) dopo prostatectomia radicale.
Dati pre-operatori:
- PSA pre-diagnosi giugno 2025: ~10 ng/ml
- RM multiparametrica: lesioni bilaterali (PIRADS 5 e 4)
- Biopsia prostatica: adenocarcinoma acinare Gleason 3+4 (pattern 4 ~10%), esteso e bilaterale
- PET-PSMA (agosto 2025): negativa per metastasi linfonodali e ossee
Intervento: Prostatectomia radicale robotica il 15/10/2025 senza nerve sparing e senza linfadenectomia
Istologico post-operatorio (consegnato a ~2 mesi da intervento):
Adenocarcinoma acinare multicentrico
Gleason 3+4=7 con pattern 4 al 30%
Estensione extracapsulare (EPE) presente
Invasione perineurale presente
Invasione linfovascolare presente
Margini chirurgici positivi (R1 non focale) a livello apicale e posteriore
Vescichette seminali negative
Stadio: pT3a Nx R1 non focale
PSA post-operatorio presentato contestualmentea consegna istologico: 1, 53 ng/ml (non azzerato)
È stata indicata:
PET-PSMA con priorità breve
Prima valutazione radioterapica
I quesiti principali sono:
- Il PSA a 1, 53 ng/ml a distanza di circa 2 mesi dall’intervento è più suggestivo di residuo locale/loco-regionale o di malattia sistemica iniziale?
- In presenza di EPE, R1 non focale e invasione linfovascolare, qual è l’approccio più condiviso: radioterapia precoce ormonoterapia anche in assenza di evidenza PET?
- L’assenza di valutazione linfonodale (Nx) come incide sulla strategia terapeutica e prognostica?
La richiesta di consulto nasce dall’enorme paura che questi risultati stanno infondendo in noi e in mio padre, soprattutto considerando quanto sia complesso, nel concreto, riuscire a ottenere gli esami necessari in tempistiche accettabili.
Al momento ci viene indicato quali esami fare, ma dobbiamo poi provvedere autonomamente alla loro esecuzione, e questa sensazione di essere un po’ abbandonati nel percorso aumenta molto l’ansia e il bisogno di chiarezza.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà fornire un parere o indicazioni utili sul corretto iter da seguire.
Cordiali saluti.
- - In presenza di EPE, R1 non focale e invasione linfovascolare, qual è l’approccio più condiviso: radioterapia precoce ormonoterapia anche in assenza di evidenza PET? -
Sostanzialmente diremmo proprio di sì, questo provvedimento è da prendere con sollecitudine. Da valutare con il radioterapista se sia così indispensabile ripetere la PET, se i tempi d’attesa fossero troppo lunghi.
Sostanzialmente diremmo proprio di sì, questo provvedimento è da prendere con sollecitudine. Da valutare con il radioterapista se sia così indispensabile ripetere la PET, se i tempi d’attesa fossero troppo lunghi.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1 visite dal 20/12/2025.
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