Dtc condilomi

Buongiorno Cari Dottori, Vi scrivo per richiedere semplicemente un parere. Sto curando da oltre 3 mesi ormai piccoli condilomi presenti in zona genitale. L'urologo di fiducia mi ha consigliato la diatermocoagulazione come terapia. So che le recidive per questo problema sono piuttosto frequenti ma un dubbio mi assale: prima di procedere alla DTC non sarebbe quanto meno opportuno procedere ad un "esame" che rilevi tutti i condilomi presenti? (ho letto frequentemente di peniscopia o test dell'acido acetico). Pur avendo totale fiducia nel Medico da cui sono in cura, sono abbastanza scettico che il problema si possa risolvere bruciando solo i condilomi più evidenti, visibili ad occhio nudo.
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Dr. Gaetano Bandieramonte Chirurgo generale, Oncologo, Ginecologo 3
Gent.mo utente, poichè esistono condilomi di tipo "clinico" ossia visibili ad occhio nudo e condilomi di tipo "sub-clinico" ossia visibili sotto ingrandimento peniscopico e dopo applicazione di acido acetico in soluzione 5%, condivido la sua opinione sull'opportunità di una peniscopia. Infatti, una valutazione della possibile coesistenza di entrambe le forme citate potrebbe essere di aiuto per un trattamento mirato e per ridurre le recidive. A tale scopo sarebbe inoltre opportuno il controllo partner.

Dr. Gaetano Bandieramonte,
Oncologia, Chirurgia Laser, Chirurgia Oncologica

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno, Vi riscrivo di nuovo in quanto il problema purtroppo persiste. Ho fatto l'ultima DTC (penso sia la decima) venerdì 11 e già dopo 2 giorni si vedevano alcuni condilomi iniziare a fiorire. A questo punto non so se continuare con ripetute bruciature (anche molto dispendiose a livello economico) oppure rivolgermi a qualche altro Specialista e provare una terapia differente visti i risultati quasi nulli ottenuti finora. Voi cosa mi consigliereste? Inoltre, è necessario qualche particolare accorgimento dopo la DTC? (esempio usare guanti per il lavaggio, applicare qualche pomata specifica, evitare sport). L'Urologo da cui sono in cura continua a ripetermi che non c'è nessuna correlazione con le recidive ma a questo punto, dopo mesi, pur ribadendo la fiducia nel suo operato vorrei anche sentire qualche parere diverso. Vi ringrazio anticipatamente per la disponibilità.
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Dr. Gaetano Bandieramonte Chirurgo generale, Oncologo, Ginecologo 3
Data la circostanza descritta, ritengo possa trattarsi o di una ridotta difesa immunitaria con conseguente scarsa risposta al trattamento, o di trattamento incompleto.
Nella prima ipotesi consiglio di chiedere al suo medico di famiglia gli accertamenti riguardanti il profilo immunitario. Aggiungo e ripeto che anche il controllo partner ha importanza.
Nella seconda ipotesi sarebbe opportuno un trattamento "combinato" fisico e farmacologico.
Per la parte fisica è preferibile l'impiego di un microscopio operatorio per consentire il rilievo della componente di malattia non visibile ad occhio nudo, associato ad una strumentazione chirurgica più precisa (quale ad esempio il laser) per eliminare le minime manifestazioni che comportano le recidive.
Per la parte farmacologica sarebbe opportuno, a scopo complementare, utilizzare un immunostimolante o un inibitore della proliferazione di cellule contenenti il virus.
Infine quale lavaggio post-trattamenti consiglio una soluzione antisettica (ad esempio betadine) seguita da gel lubrificanti.
Cordiali saluti
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