Ureaplasma resistente uomo

Sintomi di uretrite con notevole fastidio durante la minzione, problemi di completo svuotamento della vescica e secrezione abbondante (scolo) prima bianco gialla e poi anche rosa. Urinocultura negativa. Effettuato esame del tampone del secreto da cui risulta infezione da ureaplasma. Immediatamente trattata con BASSADO ( 2 pastiglie per 10 giorni). Un certo miglioramento, con diminuzione della secrezione e del fatidio durante la minzione ma tutti i sintomi comunque persistenti. Nuovo ciclo antibiotico con CIPROXIN, 1 pastiglia al giorno prima per 6 giorni proseguito poi per ulteriori 6 giorni. Completa scomparsa della secrezione, lo svuotamento della vescica è completo, persiste un modesto fastidio durante la minzione (come punturine di spilli) che però scompare quando la minzione è abbondante (per esempio al risveglio di mattina o in seguito ad abbondanti bevute di acqua). DOMANDA: sono guarito? E' inutile fare urinocultura in quanto negativa anche in precedenza e come si fa il tampone se la secrezione e' inesistente? Vorrei avere con la mia compagna rapporti sessuali non protetti in quanto, a seguito operazione di prostatectomia radicale nel 2007, ho una certa difficolta' ad indossare il preservativo, con il rischio di perdere il "momento magico" in cui ho un' erezione sufficiente per la penetrazione. Ovviamente non vorrei contagiare la mia compagna che risulta senza problemi.
Ho fatto l'operazione di prostatectomia radicale a Stoccarda, con una tecnica transuretrale. Presumo quindi di avere all'interno dell'uretra una cicatrice che potrebbe essere il luogo da dove è piu' difficile eradicare gli eventuali batteri annidati. Premetto che e' una mia personale teoria in quanto il mio medico si e' limitato a consigliarmi rapporti protetti, sorridendo al problema che le ho esposto ma che per me e' molto importante.
Come faccio ad avere la sicurezza di essere guarito e di non provocare contagio?
Grazie per l'aiuto!!!
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 5.9k 128 126
Deve ripetere esame urine ed urinocoltura se non recente e tampone uretrale anche in assenza di sintomatologia.

P.S.: esprimo i miei dubbi sulla esecuzione di una prostatectomia "radicale" (che in genere si esegue per patologie maligne della prostata) eseguita per via transuretrale.

Cordiali saluti
Gino Scalese

[#2]
dopo
Utente
Utente
Riguardo ai suoi ragionevoli dubbi: ho avuto diagnosi di adenocarcinoma prostatico e ho sostenuto l'intervento con il sistema TURP. La prostatectomia e' davvero radicale in base a una tecnica endoscopica sviluppata presso il Karl Olga Krankenhaus di Stuttgart dal Dr. Matthias A. Reuter. Ha già fatto più di 1000 interventi e tutte le statistiche post operatorie sono eguali a quelle relative all'operazione effettuata con il sistema tradizionale.
Se interessato ad approfondire sono in grado di darle privatamente tutte le informazioni. Consulti anche:
http://www.Reuter-Klinik.de
Eliminate le possibili conseguenze di incontinenza parziale o totale e di parziale o totale impotenza.
Puo' contattare il dr. Reuter al suo stidio in Stuttgart
0049 711 960405.
Grazie per l'aiuto. Non capisco però come l'urinocultura possa darmi conferme di guarigione quando e' stata completamente negativa in presenza di sintomi conclamati.
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Dr. Gino Alessandro Scalese Urologo, Andrologo 5.9k 128 126
Gentile utente,
esistono numerose tecniche messe a punto per la diagnosi e cura del Carcinoma della prostata e conosco bene quella messa a punto dal Professor Reuter (che è un luminare della urologia ed in particolare della endoscopia), ma ad oggi non si può affermare che sia una tecnica valida per questo tipo di intervento perchè servono numerosi anni di follow-up (cioè il seguire la evoluzione dei pazienti nel tempo) prima di affermarne la utilità; ad oggi tale tecnica non è accettata dalla comunità urologica; di certo non si può parlare di "prostatectomia radicale" perchè per definizione essa prevede la asportazione anche dei linfonodi otturatori che con questa tecnica è impossibile; inoltre non si ha la possibilità di conoscere la integrità dei margini di resezione, non si può fare una stadiazione patologica corretta sull'intero organo ecc., ma io mi fermerei qui se no si entra troppo nello specifico utilizzando termini troppo tecnici e credo non sia il caso.
Ritornando al problema relativo al consulto: l'esecuzione degli esami serve essenzialmente ad escludere infezioni asintomatiche che possono pur essere subentrate rispetto all'esame precedente e darle qualche garanzia in più sulle possibilità infettive che comunque sono insite in qualsiasi rapporto sessuale.
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