Radioterapia per adenocarcinoma prostatico

Mio papà, 69 anni, ha terminato oggi il ciclo di radioterapia di 37 sedute alle Molinette di Torino, in seguito alla scoperta di un tumore alla prostata su un 10% di un frustolo su 8 analizzati (gleason 2+3) PSA variabile da 7,8 a 8,3. Lui ha preferito non fare la prostatectomia per timore dell'incontinenza e, dopo varie riflessioni e consulti, ha appunto optato per la radioterapia. Qualche mese fa gli sono stati molto utili e di gran conforto i consigli e le indicazioni del dott. Alongi, ed è a lui che ora soprattutto mi rivolgo.
La radioterapia non gli ha dato particolari problemi o effetti secondari, ma ho alcune domande da fare. Perché solo 37 sedute? Altri nelle stesse condizioni ne fanno 40, 43 e a lui all'inizio avevano detto 38, poi solo due giorni fa ha saputo di fermarsi a 37.
Poi, gli hanno detto di fare un PSA tra 3 mesi e di fare una nuova visita radiologica. Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo PSA? A cosa servono poi le periodiche visite radiologiche che a quanto pare dovrà fare? Io pensavo che il tutto tornasse in mano all'urologo. Mi scuso per queste domande, ma non ero presente al momento del "congedo" e mio papà non ha chiesto granché. Ringrazio il dott. Alongi e tutto lo staff, siete molto preziosi per noi utenti.
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Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Caro signore, premesso che la radioterapia per il cancro della prostata sia una forma di terapia che si esegue in più sessioni, circa le modalità della radioterapia potrà girare tutte le domande specifiche ad un collega radioterapista (meglio se colui che ha fatto proprio la terapia a suo padre).
Dopo la fine della radioterapia in teoria la visita del radioterapista non è più necessaria, è invece più opportuno che suo padre ritorni dall'urologo che lo seguirà durante i controlli trimestrali del PSA (si da per inteso che il psa dopo la radioterapia debba abbattersi a livelli vicino allo zero).
Ultima riflessione personale: la radioterapia non è scevra da effetti collaterali e credo che questi siano stati ampiamente spiegati al paziente. Nel caso di suo padre la forma di terapia consigliata da tutti gli urologi è senza altro la prostatectomia radicale.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Caro utente,
cerco di risponderle, visto che la domanda è strettamente pertinente al mio lavoro quotidiano.
37 sedute perchè la dose di prescrizione è stata dilazionata in modo da ridurre la tossicità sui tessuti sani, come retto e vescica che hanno il loro tempo di recupero del danno da raggi, e nello stesso tempo irradiare la prostata a dosi efficaci superiori a 76Gy.Il fatto di farne 37 0 39 0 40 dipende dalla dose finale e dalla dose per frazione adottata. In base inoltre al rischio(stimato con il PSA iniziale, il gleason e il T) si decide spesso la dose necessaria ad eradicare la malattia(e quindi il numero di sedute).
Indipendentemente da cosa dica il collega urologo, con il quale non sono in accordo, le visite di Radioterapi(non radiologiche!) sono visite altamente specialistiche nelle quali l'oncologo che si occupa di radioterapia, visita il paziente e visiona esami fondamentali per un corretto follow-up. Siccome, al contrario dell'intervento chirugico, il risultato non è immediato per la radioterapia, si attende il PSA a cadenza variabile sempre più dilazionata negli anni di controllo(ogni 3-4-6-9-12 mesi)per valutare una riduzione attesa o eventuali scongiurati rialzi.
Molto cordialmente
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Utente
Utente
Ci tengo a precisare che comunque non ci sono stati effetti collaterali per la radioterapia, se non un leggero aumento della necessità di urinare, ma nemmeno sempre. Grazie delle vostre risposte.
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Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Auguro al paziente la migliore risoluzione possibile perchè alla fine è quello che conta! e non aggiungo ulteriori commenti per evitare inopportune polemiche anche se esse sono state poco correttamente avviate.
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Utente
Utente
Gent. Staff di MediciItalia,
vi scrivo per aggiornarvi sulla situazione. Sono passati due mesi e mezzo dalla fine della radioterapia a cui mio papà si è sottoposto e oggi ha ritirato il primo PSA: 3,71. Sinceramente pensavo fosse più basso. E' vero che lui ha deciso di non fare la prostatectomia, ma...
La prossima settimana è fissato l'appuntamento con il radioterapista, ma molti dubbi mi assillano, per cui vorrei che qualcuno di voi mi rispondesse. Mi rivolgo soprattutto al dott. Alongi, che ci è stato di grande aiuto per le scelte che abbiamo fatto e per chiarire i nostri dubbi. Dottore, Lei che ha un'esperienza quotidiana in queste cose, cosa ne pensa di questo PSA?
Il ciclo di radioterapia era stato di 37 radiazioni con un totale di 74 gy (sul libretto rilasciato dall'ospedale è indicato 66 gy di un tipo e 8 di un altro tipo); la biopsia fatta antecedentemente aveva indicato un gleason 2+3, pSA intorno all'8 più volte, poi 1 mese dopo la biopsia 14,3.
Ho voluto riferire dati già forniti per essere più precisa possibile. Grazie per le vostre risposte.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
caro utente,
il PSA è compatibile con la presenza della prostata, che è ancora in situ.
Al contrario della chirurgia, che azzera subito il PSA(di solito, non sempre), la RT invece, mantenendo in sede l'organo, necessita di almeno un anno per raggiungere il NADIR, cioè il valore più basso, che non necessariamente sarà zero. Quindi a due mesi dal trattamento, il suo PSA, è assolutamente un valore che si contestualizza con il quadro clinico. Deve capire che la Radioterapia effettua una azione di danno irreversibile selettivo delle cellule neoplastiche che provoca talora morte immediata, altre volte quiescenza o modifiche che porteranno alla morte cellulare in fasi successive. Quindi ci vuole tempo per ottenere il calo drammatico minimale del PSA.
A distanza di 3 mesi le consiglio un monitoraggio dei valori di PSA. SOlo se ci fossero aumenti consecutivi(almeno 3) o solo in caso di un aumento di +2 dal nadir, ci dovremmo preoccupare.
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dopo
Utente
Utente
Ringrazio tantissimo il dott. Alongi. Avrei ancora una domanda: è normale che dopo 2 mesi e mezzo dalla fine della radioterapia mio papà abbia ancora talvolta dei fastidi, bruciori a volte per tutta la giornata, disturbi comunque diversi da quelli, lievi, che lamentava mentre faceva il trattamento radioterapico? Grazie per la risposta.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Caro utente,
esistono 2 modalità di tossicità da raggi. Quella acuta che si estrinseca entro i 90 giorni dall'inizio del trattamento e quella tardiva che si sviluppa dopo questa data. Qualla acuta di solito si stempera in alcune settimane ma talora può manifestare effetti sfumati che si sovrappongono a quelli che diverrano i tardivi. Ne parli comunque con l'oncologo radioterapista che la segue. Ci sono dei farmaci di supporto adeguati e delle iniziative teraputiche mirate a ridurre questi disturbi, sia in fase acuta, che tardiva.
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Utente
Utente
Mi rifaccio viva per aggiornarvi sulla situazione e per chiedere un nuovo parere, soprattutto al dott. Alongi, che ci è già stato di grande aiuto nelle passate risposte.
Riassumo il caso di mio papà: 69 anni, diagnosi di adenocarcinoma prostatico con gleason 2+3 con PSA intorno all'8 (un picco di 14 prima dell'inizio della radioterapia); scelta di non effettuare prostatectomia per timore di incontinenza. 37 sedute di radioterapia tot.74 Gy, conclusa nel marzo scorso. Dopo 2 mesi e mezzo PSA: 3,71. Ora dopo 4 mesi il nuovo PSA è 2,55.
Domande: il PSA non cala troppo lentamente? Non dovrebbe dimezzarsi in 2 mesi, come ho letto in qualche pubblicazione su Internet? Il nadir di solito su quali valori si colloca? sento parlare di valori intorno allo 0 già dopo la fine della cura, perché nel nostro caso il PSA è così "pigro" a calare? Dott. Alongi, nella sua casistica ha già visto situazioni simili alla nostra?
Ringraziando per le risposte, mi scuso per le ripetitività delle domande, ma la visita dal nostro radioterapista è fissata per la prossima settimana e mi sento un po' in ansia. Saluti
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Utente
Utente
Aggiungo un aggiornamento: stasera, io non c'ero, mio papà è stato dall'urologo. La visita tutto bene. Anche il PSA dice che va bene; gli ha spiegato che sarebbe sceso a 0 solo nel caso in cui lui avesse effettuato prima della RX un ciclo di farmaci (?) usati solo nel caso di tumore aggressivo. Ma lui prima di cominciare la radioterapia ha fatto 2 mesi di Casodex, poi sospeso a Febbraio con l'inizio della RX. Io sono sempre più dubbiosa. Grazie per la vostre risposte.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissima signora,
relativamente al caso di suo padre vorrei tranquillizzarla. Il PSA è segno dell'attività di produzione del marcatore sia dalle cellule tumorali che da quelle normali. Di solito la RT non azzera di colpo la popolazione tumorale ma la porta ad un graduale stato di quiescenza che in seguito darà la morte cellulare. Solo una piccola quota viene uccisa subito dal danno diretto da raggi. Ne consegue che il PSA non si azzera di colpo ma continua a diminuire gradatamente fino a valori "ideali" intorno ad 1. L'azzeramento totale si ha di solito immediatamente solo con la terapia ormonale e non corrisponde all'assenza di tumore ma più che altro alla sua quiescenza, prechè viene meno l'apporto "nutrizionale" del testosterone alle cellule prostatiche, che quindi bloccano la replicazione.
Un recente studio pubblicato all'ASTRO(American society Teraputic radiology and Oncology) di quest'anno, a Boston, al quale ho partecipato e per il quale ho tardato a risponderle, riferisce che, se entro 2 anni non viene raggiunto il NADIR <=a 1,5ng/ML, è verosimile che ci sia una popolazione resistente ed è correlato ad un maggiore rischio di ripresa di malattia locale o a distanza.
Non mi sembra ancora il caso di suo padre. E' necessario un follow-up molto più lungo o un aumento ripido(+2 dal nadir)per ritenere fallimentare la terapia effettuata.
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