Calcolo uretere prevescicale 8mm

Buon pomeriggio,
ho 40 anni e nel settembre 2011 fui colpito da forti dolori a fianco ed addome sinistro. Recatomi in ospedale, fui sottoposto a terapia antidolorifica ed eco da cui riscontrarono "...reni calico-pielectasici. Bilateralmente, più a sinistra, piccole immagini iperecogene con tenue cono d'ombra posteriore. Vescica a pareti ispessite."
Da allora piu nessun episodio degno di nota, fino a quest'estate quando ho accusato 4 episodi di colica (1 a maggio, 1 a metà luglio - la più forte, 1 ad inizio agosto ed 1 ad inizio settembre), caratterizzati da dolori/fitte localizzati sempre a sinistra: dietro in corrispondenza del rene e nella parte bassa dell'addome.
Preciso che tutti i 4 episodi sono stati risolti "domesticamente" e soltanto gli ultimi 2 (peraltro neanche i più forti) con la somministrazione di una fiala di Voltaren.
In realtà, solo adesso, in seguito ai riscontri di ulteriore eco ed uro-tac a cui mi sono sottoposto, posso definire tali episodi, a ragion veduta, coliche.
In particolare, la ECO dell'addome a cui mi sono sottoposto a fine luglio, ha riscontrato, tra l'altro: "...reni di dimensioni nei limiti, indice di differenziazione cortico-midollare bilateralmente conservato ed ecoarchitettura parenchimale omogenea. Cisti 1/3 superiore del rene sinistro, di circa 20 mm. Assenza di ectasia calico-pielica. La vescica appare distesa, a pareti regolari e senza formazioni vegetanti endolume..."
L'URO-TAC con mezzo di contrasto, a cui mi sono sottoposto il 16/09, ha riscontrato: "A sinistra al tratto prevescicale dell'uretere, evidenza di nucleo litiasico subcentimetrico (8mm) concomitanza moderata dilatazione a monte, con ritardata ma presente eliminazione di MDC.
Non evidenza di alterazioni della fase parenchimografica bilateralmente con regolare fase urografica a destra. Vescica distesa e senza evidenza di lesioni".
Preciso che dall'ultima colica (inizio settembre ed abbastanza leggera) ad oggi, così come negli intervalli di tempo trascorsi fra quelle precedenti, ho solo avvertito, ed avverto, ogni tanto leggeri, solo a volte un po' più petsistenti, fastidi.
Il medico a cui mi sono rivolto (specialista di medicina interna) oltre a prescrivermi eco e, di recente uro-tac, mi ha anzitutto prescritto di bere 3/4 litri di acqua al giorno (cosa che da agosto sto ad oggi regolarmente facendo) e, da ultimo, in seguito all'esito dell'uro-tac, sostiene che, data la collocazione prevescicale del calcolo, ci sarebbero buone possibilità che vada in vescica e si sciolga e/o venga espulso, e che, pertanto, per il momento sarebbe opportuno solo ripetere tale esame fra 1 mese, al fine di verificare se, e dove, si è spostato il calcolo.
Dunque, le mie domande:
1) è opportuna questa valutazione "di attesa", anche in virtù dei referti (che ho testualmente riportato) di eco ed uro-tac?
2) quali sarebbero gli eventuali rischi di tale valutazione?
3) c'è o non c'è dilatazione del rene?

Ringrazio cordialmente per l'attenzione che rivolgerete al mio cas
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Gentile Signore,
considerata la presentazone dei disturbi e la cadenza distanziata delle coliche è presumibile che il calcolo si trovi in quella posizione già da parecchio tempo. Il tratto terminale dell'uretere è purtroppo fisilogicamente il più stretto dell'alta via urinaria, il passaggio di un calcolo di 8 mm (la misurazione della TAC è l'unica affidabile) è statisticamente abbastanza difficile, specie in un maschio. Inoltre le possibilità di espulsione si riducono progressivamente man mano che passa il tempo, poiché il calcolo tende a crearsi una "nicchia" che, se da una parte consente il passaggio dell'urina e l'assenza di coliche, dall'altra rende sempre più improbabile ogni ulteriore movimento. Inoltre, èstato ampiamente dimostrato che i calcoli non vengono espulsi perché una cascata di urina li spinge da tergo, ma piittosto solo perché le pareti dlel'uretere si rendono compiacenti. Pertanto, la moderna urologia rifugge dal prescrivere i tanto antiquati quanto pericolosi "colpi d'acqua", quanto piuttosto tende a prescrivere farmaci che aumentino la compiacenza dell'uretere. Si tratta della nota "terapia espulsiva" basata sull'accoppiamento tra un farmaco della classe degli "alfa-litici" (comunemente utilizzati nei disturbi prostatici) e del cortisone. Le consigliamo a tale riguardo la lettura di questo nostro articolo, dove il problema viene trattato in dettaglio:

https://www.medicitalia.it/minforma/urologia/1194-coliche-renali-trattare-i-sintomi-o-risolvere-il-problema.html

Nel suo caso, considerata l'assenza di sintomi, può valere la pena di fare un tentativo con questa terapia per una decina di giorni al massimo. Se non si ottiene un risultato e la presenza del calcolo è confermata da una ulteriore ecografia, non è il caso di attendere oltre e si debbono porre indicazioni alla rimozione per via endoscopica. Si tratta comunque di un intervento di modesto impegno, perlopiù eseguito in ospedalizzazione diurna ed in anestesia periferica. Il mantenere troppo a lungo il calcolo in quella sede moltiplica i rischi di insorgenza di complicazioni anche di grave entità.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dottore,

anzitutto La ringrazio per la esauriente risposta.

Vorrei, poi, porLe al riguardo alcuni quesiti.

1)Come è possibile che l'ECO (effettuata a fine luglio) non evidenzia nè la presenza di alcun calcolo, nè tantomeno alcuna dilatazione del rene, mentre l'URO-TAC (effettuata il 16/09) fa l'esatto contrario?
2) Cosa significa "...(evidenza di nucleo litiasico subcentimetrico (8mm) ) concomitanza moderata dilatazione a monte, con ritardata ma presente eliminazione di MDC.
Non evidenza di alterazioni della fase parenchimografica bilateralmente..." come da referto URO-TAC?
3)La dilatazione del rene, quondi c'è o non c'è? E, se c'è, è fissa?
4)Non ritiene opportuno prendere in considerazione anche l'ESWL?

La ringrazio vivamente per le delucidazioni che saprà fornirmi.
[#3]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.4k 1.7k 18
Gentile Signore,
l'ecografia è molto sensibile nell'individuare la presenza di calcoli all'interno del rene e dilatazione delle cavità interne del rene. Non è molto precisa nel valutare le dimensioni dei calcoli, che generalmente vengono sovrastimate almeno del 20%. Purtroppo l'ecografia non riesce ad evidenziare calcoli in transito tra rene e vescica lungo quasi tutta la lunghezza dell'uretere, tranne il primissimo tratto e l'ultimo allo sbocco in vescica. Talora si sospetta la presenza di un calcolo in uretere quando, pur non individuandolo, l'ecografia rivela una dilatazione più o meno cospicua dell'alta via urinaria. Oggi la TAC, eseguita anche senza mezzo di contrasto, è in grado di chiarire tutte le situazioni oltre ogni possibile dubbio. Nel suo caso, la TAC evdenzia un calcolo di 8 mm che causa una modestra ostruzione con lieve dilatazione e rallentamento nello scarico dell'urina (la sua TAC è stata eseguita con il mezzo di contrasto, ovvero MDC) ma senza sofferenza renale (non evidenza di alterazioni ...). La dilatazione è portata dunque dalla presenza di calcolo. Dopo che questo sarà stato risolto, la dilatazione si ridurrà graduamente, probabilmente fino a scomparire.
Il trattamento con le onde d'urto (ESWL) di un calcolo in uretere è possibile (posto che il calcolo possa essere chiaramente "visto" con i sistemi di puntamento) ma i risultati sono perlopiù incostanti e poco soddisfacenti. Questo è tantopiù vero per calcoli fermi da molto tempo nello stesso punto, ormai annidatisi in un cuscino di mucosa infiammata. Un tentativo di trattamento si potrebbe anche pensare, facendo molto conto sulla fortuna, dipende anche molto dal suo desiderio / necessità di risolvere in un tempo accettabile.

Saluti