Risultato urotac doppio inginocchiamento uretere

Buon giorno, scrivo per conto di mio padre 72 anni, cardiopatico, sofferente da anni alla prostata e con varie infezioni alle vie urinarie, operato di recente per carcinoma uroteliale di alto grado alla vescica, sta attualmente facendo terapia con istillazioni.
Durate i controlli per la recidiva, il chirurgo che lo ha operato alla vescica ha riscontrato ingrossamento di un rene, ha consigliato urotac (con contrasto) che è stata eseguita con questa diagnosi:
nelle scansioni eseguite in condizioni basali, non si documentano formazioni litiasiche in sede renale ne lungo il decorso delle vie urinarie.
Reni in sede. regolari per morfologia, dimensioni e struttura, con regolare impregnazione del parenchima renale e buona differenziazione cortico-midollare.
A sinistra si segnala iniziale riduzione dello spessore del parenchima renale che appare leggermente assottigliato rispetto al controlato.
Si documentano due evidenti "Kinking" dell'uretere sinistro con inginocchiamento sia livello del suo tratto prossimale che del suo tratto distale.
Si osserva discreta dilatazione dell'uretere sinistro e delle cavità calico-pieliche omolaterali e ritardata eliminazione del MdC da parte dell'emuntorio renale sinistro rispetto al controlaterale.
A destra si apprezza regolare eliminazione del MdC, co pronta opacizzazione dell'uretere. Non si apprezzano segni di idroureteronefrosi a destra.
Vescica distesa, esente da alterazioni parietali ed endoluminali.
In via collaterale si segnalano: diverticolo duodenale di 24 mm, plurime cisti epaiche ed ernia jatale gastrica da scivolamento.
Ora il radiologo propende per una situazione congenita, il chirurgo invece dice che questa situazione possa essere stata portata dall'intervento che ha causato un callo, ma non ha ancora visto le immagini dell'urotac.
Un altro dottore amico di famiglia, specialista anche lui in urologia, ora in pensione, dice che potrebbe servire un intervento anche urgente.
Il radiologo mi ha fatto vede il doppio imbuto e lui esclude categoricamente che possa essere postuma e dovuta all'intervento, in effetti mio padre è sofferente da sempre di dolori che si irradiano al fianco e che lo costringo a frequenti minzioni, senso di mancato svuotamento etc etc..
Che tipo di intervento potrebbe essere? di correzione con uno stent o di semplice stiramento dell'uretere senza stent?
Purtroppo mio padre è continuamente soggetto ad infezioni e da quanto ho letto lo stent ad alcuni risolve dei problemi ma ne causa altri, quindi mi chiedo, nel caso fosse intervento e stent..sarebbe vita natural durante, da sostituire frequentemente?
Gradirei, se possibile, avere un parere in merito, e sapere se un eventuale intervento è di fronte a una disgnosi del genere, sia indispensabile che urgente.
Chiedo aiuto perchè ho sacrificato quasi la mia intera vita da quando mio padre ha 40 anni, per i suoi continui problemi alla prostata, vescica e purtroppo mi sembra che abbiamo brancolato nel buio per anni.
Cordiali saluti

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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
La situazione è complessa e la sua valutazione a distanza molto difficile, poiché, nonostanze i suoi sforzi, non è possibile disporre di tutti gli elementi di giudizio. ad esempio, sarebbe indispensabile sapere:
- la zona della vescica in cui è stato asportato il tumore;
- considerata questa "lunga storia" di disturbi urologici, immaginiamo che suo padre abbia eseguito negli anni numerose indagini (ecografie, urografie, alre TAC?); ebbene la (lieve) sofferenza del rene sinistro si era già evidenziata?
E' difficile pensare a degli inginocchiamenti congeniti dell'uretere, questi avvengono sempre in seguito alla presenza di una ostruzione, ma possono permanere dopo la rimozione della medesima, specie se questa ostruzione è stata di lunga durata. La recente TAC esclude la presenza di calcoli (la causa più frequente di ostruzione), pertanto si è portati a pensare a qualcosa di diverso. Le due ulteriori notizio che le abbiamo chiesto potrebbero contribuire a fare maggiore chiarezza.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
Utente
grazie dottore della celerità,
allora, la zona della vescica dovrebbe essere profonda, difatti il chirurgo ci ha detto che è proprio vicino a questo imbocco o raccordo, dove è stato resecato il tumore uroteliale, ma al momento è libera (lo ha confermato cistoscopia recente e ulteriori analisi), e per quanto concerne il meato non è completamente ostruito.
Se lei intende alla malattia, hanno fatto diversi approfondimenti per escludere eventuali recidive o segni di progressione, il chirurgo che lo ha operato parla di possibile "callo" dovuto all'operazione, e il dubbio è proprio questo, stiamo cercando di controllare le cartelle cliniche antecedenti per capire se fosse congenito, ma a quanto pare non c'è niente che possa far presumere a questo.
Il chirurgo pensa che sarebbe meglio fare una cistoscopia, con la speranza di riuscire a raggiungere l'ostruzione interessata per verificarne il passaggio, ma nel caso fosse difficile da raggiungere ha detto che si farà questo controllo chirurgicamente, entrando dalla zona del rene (credo volesse dire questo).
Dopo questo passaggio valuterà meglio, da quello che ho capito io, se ci vorrà uno stent o se cercare di correggere questa occlusione, immagino prospettando una ricostruzione.
Quello che mi chiedevo è quali sarebbero i migliori passi da affrontare, per approfondire la situazione e, nel caso si dovesse correggere, quale sarebbe il modo migliore di intervenire.

Spero di averla soddisfatta, altrimenti cercherò di procurarmi altre informazioni per far si che lei possa avere un quadro più chiaro.

Grazie mille, gentilissimo
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.3k 1.7k 17
Dunque l'ostruzione poteva essere costituita dal tumore vescicale, ora asportato. Se l'uretere fosse ancora ostruito, probabilmente il reperto della TAC sarebbe diverso e peggiore, possiamo dunque immaginare si tratti di una alterazione cronica residua. Il dubbio potebbe essere definitivamente risolto effettuando una valutazione radiologica diretta (pielografia ascendente), meglio se seguita da una valutazione endoscopica (ureteroscopia). Tutto sommato, sempre dando fede alla TAC, diremmo che questo potrebbe essere rinviato al prossimo controllo vescicale programmato. Ovviamente bisognerà che questo venga eseguito in un ambiente dove si disponga delle atterzzature e delle capacità tecniche adeguate.
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Grazie infinite dottore, la terrò aggiornato sui prossimi passi.
Grazie mille ancora
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Dimenticavo, si tratta degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria