L'obesità
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’obesità è una malattia e come tale, in quanto dannosa se non pericolosa per la salute, va trattata. In questo articolo vediamo quali sono le caratteristiche e quali sono gli approcci terapeutici.
Diffusione e classificazione dell'obesità
Innanzi tutto è fondamentale chiarire la differenza tra un leggero sovrappeso e un’obesità vera e propria. Il sovrappeso si affronta con soluzioni semplici e pratiche, mentre l'obesità deve essere curata seriamente.
L'eccesso di grasso è alla base dell’obesità: questo si concentra nell’organismo quando si rompe l’equilibrio tra l’energia assorbita con il cibo e quella consumata per le attività vitali.
Per questo, la diffusione dell’obesità nelle razze umane non è casuale e ciò può fornire informazioni sull’impatto dell’ambiente nella sua patogenesi.
Infatti, essa è:
- rarissima nelle popolazioni primitive, ma la sua incidenza aumenta rapidamente nelle fasi di modernizzazione;
- la prevalenza dell’obesità è differente nelle diverse classi sociali.
Quali sono le tipologie di obesità?
Nel tempo l’obesità è stata classificata in vari modi:
- armonica e disarmonica,
- stenica e flaccida,
- statica e dinamica,
- ginoide e androide.
Obesità ginoide e androide
Attualmente, gran parte di queste classificazioni ha perduto importanza sul piano fisiopatologico e mantiene un valore descrittivo, anche se resta clinicamente valida la distinzione di obesità ginoide e androide.
Questa distinzione dipende dalla localizzazione del grasso:
- se è concentrato al di sotto del punto vita cingendo i fianchi, le cosce ed i glutei si parla di obesità ginoide;
- se il tessuto adiposo è localizzato sull’addome, il tronco, il dorso e la zona sottoscapolare, allora si tratta di obesità androide.
La forma ginoide è di solito meno aggressiva, perché predomina il mite grasso sottocutaneo, che si limita a fare la parte di deposito energetico, un po’ troppo carico.
Nella tipologia androide, invece, il grasso viscerale può farla da padrone, perché molto attivo ed aggressivo.
Inutile dire che è proprio quest’ultimo il nemico giurato del paziente obeso, perché la sua azione può sfociare in pesanti danni per l’organismo che ne riducono l'aspettativa di vita:
- aumento dei trigliceridi,
- aumento dei livelli di colesterolo (cattivo) LDL,
- riduzione dei livelli di colesterolo (buono) HDL,
- predisposizione al diabete di tipo 2,
- rischi elevati per malattie cardiovascolari (ipertensione, infarto, ictus).
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Cause dell'obesità
Per anni sono state valutate tutte le possibili cause della malattia, evidenziando non solo quelle genetiche, ma anche sociali, culturali e psicologiche.
Le cause favorenti l'obesità sono determinate dai seguenti fattori:
- fattori genetici (alterazione della termogenesi, alterazione del controllo dell’appetito, deficit dei meccanismi ossidativi dei grassi);
- fattori congeniti (influenza di fattori nutrizionali od endocrini che agiscono durante la vita intrauterina, come la malattia diabetica o l’obesità materna);
- fattori psicologici
- fattori acquisiti o ambientali.
In riferimento a quest'ultimo fattore di rischio possiamo indicare:
- errate abitudini alimentari,
- sedentarietà,
- esistenza di altre malattie intercorrenti, come ipotiroidismo, insulinoma, ovaio policistico, lesioni del Sistema Nervoso Centrale,
- farmaci oressigeni, come gli ansiolitici,
- antidepressivi ed antistaminici assunti per lunghi periodi.
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Come curare l'obesità?
L’obesità è il risultato di un rapporto positivo tra introito calorico e dispendio energetico. Pertanto, per perdere peso, l’approccio terapeutico fondamentale deve mirare a due obiettivi principali:
- la restrizione dell’introito calorico
- l'aumento del consumo di energia.
Per la riduzione dell'assorbimento di energia nei soggetti obesi si adottano le seguenti terapie:
- dietetica (costituisce l’intervento terapeutico fondamentale con regimi alimentari ipocalorici naturali, bilanciati e strettamente personalizzati);
- farmacologica (sostanze che riducono l’assorbimento intestinale di nutrienti e anoressanti, utilizzate in pazienti con obesità medio-gravi refrattari al trattamento dietetico e con patologie associate);
- chirurgica (inducendo malassorbimento per riduzione della superficie intestinale assorbente o precoce senso di sazietà per riduzione del volume gastrico);
- psicologico-comportamentale (conferisce al paziente obeso la capacità di controllo del suo problema di eccessiva alimentazione intervenendo sui problemi psichici che lo determinano).
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Per l’aumento della spesa energetica, l’utilità dell’attività fisica non è solo dovuta al dispendio di energie ma anche al miglioramento dell’utilizzazione muscolare dei carboidrati.
Inoltre, fare esercizio fisico associato ad una dieta ipocalorica permette un risparmio di massa proteica.