Androgeni terapia covid.

COVID-19: utili le terapie che riducono gli androgeni nel sangue

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

 

COVID-19: sembrano utili le terapie che riducono i livelli di androgeni nel sangue.

Questa segnalazione ci arriva da uno studio multicentrico, condotto da un gruppo di ricercatori italiano-svizzeri ed ora pubblicato sugli “Annals of Oncology”: la ricerca ci indicherebbe come maschi, sottoposti ad una terapia che deprime gli androgeni (acronimo inglese ADT) a causa della presenza di un carcinoma della ghiandola prostatica, risulterebbero avere un rischio quattro volte inferiore nel manifestare una infezione da Coronavirus rispetto a pazienti della stessa classe che non ricevono però tale terapia.

 

Un rischio ancora più basso si riscontrerebbe se vengono confrontati questi pazienti, affetti da cancro alla prostata e trattati con ADT, con uomini che presentano un qualsiasi altro tipo di tumore.

I dati, relativi alla Regione Veneto, una delle più colpite dalla pandemia, avrebbero messo in luce che uomini con un tumore presentavano un rischio d’infezione da CODIV-19 aumentato di 1,8 volte e con problemi clinici generalmente più severi ed importanti, rispetto a tutta la popolazione di sesso maschile.

 

In particolare poi la ricerca ha rilevato, in 5.273 maschi con cancro alla prostata e sottoposti a terapie con deprivazione androgenica, che solo quattro hanno avuto un’infezione da CODIV-19 senza alcun decesso mentre in 37.161 uomini, con carcinoma prostatico ma che non avevano ricevuto un ADT, 114 hanno sviluppato la malattia e 18 sono deceduti; ancora in 79.661 uomini con altri problemi oncologici e naturalmente non sottoposti ad alcuna deprivazione androgenica, 312 hanno avuto un’infezione da Coronavirus e 57 di loro sono deceduti.

 

Questo lavoro clinico incoraggerebbe l’uso di una terapia con ADT, naturalmente per un periodo appropriato e mirato, anche in quelle popolazioni di pazienti che presentano diversi fattori di rischio non secondari nell’avere un’infezione da CODIV-19 e in quei pazienti con già un’infezione conclamata e con sintomi importanti e gravi.

Queste indicazioni partono anche dalla considerazione che l’uso di terapie che deprimono i livelli di androgeni nel sangue hanno generalmente un’azione rapida ed effetti collaterali negativi transitori e, quando il trattamento viene interrotto, i livelli di testosterone tendono a ritornare rapidamente ai valori normali e precedenti alla terapia.

Questa ricerca fornisce quindi alcune indicazioni preliminari che potrebbero ora stimolare altri studi clinici sull'uso transitorio di ADT negli uomini con infezione da Coronavirus; si può ora anche ipotizzare che livelli di androgeni normali nel sangue possano comunque aumentare il rischio di un’infezione da CODIV-19 e questi stimolare anche una sintomatologia importante e severa.

 

Fonte: Androgen-deprivation therapies for prostate cancer and risk of infection by SARS-CoV-2: a population-based study

Data pubblicazione: 13 maggio 2020

Autore

giovanniberetta
Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1977 presso Università di Milano.
Iscritto all'Ordine dei Medici di Firenze tesserino n° 12069.

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2 commenti

#2
Dr. Giovanni Beretta
Dr. Giovanni Beretta

Gentile lettore,

quella indicata dal collega è una ricerca clinica che valuta una popolazione molto ristretta di uomini, credo 31, e trae delle conclusioni molto preliminari che generalmente poi richiedono sempre ulteriori e successive verifiche, sia cliniche che epidemiologiche; il lavoro, da me indicato, invece è una vasta e ponderosa ricerca clinica epidemiologica su migliaia di casi e con confronti statistici a volte complessi e molto specifici e arriva a conclusioni cliniche, a mio parere, più pesanti .
A lei poi, che è un attento lettore, le relative conclusioni ....

Un cordiale saluto.

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