Ansia - daparox

Buongiorno dottori,
sono un ragazzo di 28 anni e vi scrivo per chiedervi un parere. 4 anni fa ho iniziato una cura contro un forte disturbo di ansia, attacchi di panico e conseguente depressione. Ho affiancato ad una cura psicologica cognitivo-comportamentale una farmacologica con daparox e xanax. Lo psichiatra mi fece assumere daparox per 15 gocce al giorno, facendomi iniziare con 1 e aumentandolo di 1 goccia ogni 3 giorni per ridurre gli effetti collaterali; l’ho assunto per un anno, scalandolo molto lentamente alla fine. Agli inizi presi anche xanax, in compresse a rilascio prolungato da 1mg per i primi 2mesi e poi da 0,50, poi a scalare gradualmente fino ad eliminarlo. Dopo questa cura sono stato e sto ancora bene, sono riuscito a laurearmi a pieni voti e poi sono riuscito a vincere una borsa di studio con altri ragazzi che mi ha permesso di fare una cosa da sempre desiderata prima, avere un’esperienza all’estero (sono stato 3 mesi a Londra, da luglio a ottobre). Diciamo che già prima stavo pensando ad un trasferimento lì data la situazione lavorativa qui. Sono rimasto davvero contento di questa esperienza e mi sono trovato bene, ho conosciuto tante persone ed ero felice lì anche perché ero sempre occupato e notavo i miei miglioramenti anche nell’inglese, tanto che non sarei voluto tornare. Il problema si è presentato un mese fa, al mio ritorno. Sarei voluto partire subito e ho anche prenotato l’aereo per risalire dopo un mesetto, ma dopo la prenotazione ho avuto ansia molto forte, che mi accompagnava durante tutto il giorno e mi faceva dormire malissimo e alla fine fui costretto a rinunciare. Credo probabilmente sia stata la paura di dover affrontare il trasferimento, l’impatto iniziale che ho già avuto la prima volta e poi tutto il resto da solo, trovare casa, lavoro, perché comunque è una cosa che non ho mai fatto prima d’ora da solo e questo mi angosciava e agitava. Mi sono rivolto anche ai miei medici, ho fatto una seduta dallo psicologo ma ho l’impressione che con le sedute non riuscirò a risolvere il problema. Ho contattato anche lo psichiatra, che mi ha consigliato di riprendere il daparox in modo da sbloccare questa situazione di indecisione, anche perché lui sostiene che non assumendolo potrei rimanere in questa situazione di stallo che non porta a nulla. Io non mi sono mostrato favorevole a questa cosa, anche se mi sto rendendo conto che effettivamente il tempo passa e i miei giorni sono davvero frustranti anche perché non faccio altro che rimanere a casa a fare quelle poche cose oltretutto di una noia mortale, anche nel fine settimana ormai si fanno sempre le stesse cose. Durante il giorno mi sento giù anche perché sono ambizioso e vorrei far decollare la mia vita, la mia indipendenza e invece sono bloccato qui, costretto ad essere infelice e penso continuamente a Londra dove avevo finalmente una vita tutta mia. Gentili dottori, voi cosa mi consigliate di fare? Sono confuso. Grazie mille in anticipo per i vostri preziosi suggerim
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La cura del panico è sostanzialmente farmacologica per quanto riguarda le fasi attive. Si può associare una psicoterapia che però non previene gli attacchi.

Quindi lo psichiatra le ha giustamente indicato di riprendere il daparox, che mi sembra la soluzione più logica.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore,
volevo innanzitutto ringraziarvi per la tempestiva risposta.
In fondo credo anche io che lo psichiatra che mi sta seguendo abbia ragione, il fatto è che mi ritroverò a prendere questo farmaco quando tutto sommato sto bene, non mi sento particolarmente depresso e provo paura solo nel momento in cui mi trovo ad affrontare la situazione. Secondo voi, dopo che il farmaco sia entrato a regime, sarà sicuramente efficace nel riuscire a superare il problema? cioè ho paura che se non sarà utile nel raggiungere l'obiettivo non ne sarà valsa la pena, considerando anche che lo psichiatra mi ha detto che dovremo arrivare di nuovo alle 15 gocce quindi immagino che la cura non sarà breve, e considerando anche gli effetti collaterali come il notevole aumento di peso corporeo. Avrei tanto desiderato superare tutto da solo, ho un carattere forte nonostante sia molto ansioso e per questo non mi spiego perchè reagisca così ad alcune situazioni particolari. Non riesco a capire se sono io che sbaglio in qualcosa o c'è qualcosa all'esterno che mi provoca questo squilibrio di serotonina. Eppure mi ritrovo così e ho paura che anche in futuro per situazioni particolari sarò costretto ad utilizzarlo, non capisco se sono io che dovrei migliorare qualcosa di me stesso in modo da non averne più bisogno o è qualcosa che non dipende da me. Vedo le altre persone viaggiare tranquillamente e poi vedo me che non riesco a farlo e mi chiedo sempre il perchè, se sia colpa mia o meno. Secondo voi, dovrei accettare questo mio limite e non intraprendere questa strada che però desidero davvero tanto oppure insistere? Inoltre, mi risulta difficile comunicare questa mia decisione alle persone più care che mi circondano, sono sicuro che loro mi sosterranno sempre ma non voglio che loro possano leggere questa mia decisione di riprendere il medicinale come una mia debolezza o un mio capriccio per poter risolvere il problema velocemente quando poi non ce ne sia un reale bisogno perchè loro mi vedono bene! Potreste aiutarmi a capire questi vari punti che vi ho esposto e anche come dovrei comportarmi con le persone a me care? Vi ringrazio davvero per la vostra disponibilità e professionalità. Buona domenica
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Sta ragionando come se la cura non dovesse risolvere la situazione, il che è assurdo visto che è una cura già sperimentata.
Il rischio delle ricadute è proprio che la persona "dimentichi" o diventi "cieca" al semplice fatto che curandosi si può eliminare il limite imposto dal disturbo.
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