Narcisismo

Ho 47 anni e sono sposata con tre figli. Uno di 14 e mezzo, una di 12 e l’altra di quasi 5 anni.
La mia famiglia, una famiglia presa d’esempio per molte cose, come l’unione tra me e mio marito, per la dedizione alla famiglia da parte di entrambi, per l’accordo tra noi due, che almeno apparentemente traspare all’esterno.
Mio marito un uomo tanto paziente e dedito molto al lavoro e alla famiglia, in particolare non trascura per nulla al mondo il bene dei suoi figli. Anzi troppo “amico” e poco “duro” con loro. Io gli rimprovero spesso questo.

Ma veniamo a me. Un’infanzia non proprio felice. Figlia unica che perde la madre, dopo una brutta malattia, all’età di 12 anni.
Trovo in mio marito l’uomo che ho voluto sposare a tutti i costi. Ne ero innamoratissima e ricordo il batticuore ogni volta che lo vedevo.
In me però ho sempre avvertito il bisogno di ricevere attenzioni. Questo mi faceva sentire bene e se non fossero state quelle del mio futuro fidanzato e poi marito, ma anche di altri, non mi dispiaceva.
Avevo forse un grande vuoto da colmare?.....
Ma veniamo ai fatti recenti.
Lavoro in un ente pubblico e circa due anni fa, conosco un nuovo collega, che all’inizio non mi aveva per niente colpita. Passa per il tipo piacente, dongiovanni, che sa di piacere e si crogiola in questo.
Non so come, forse da qualche suo complimento, in me scatta una sfida.
Io che fino a quel momento mi ero dedicata solo ed esclusivamente alla famiglia e al lavoro, io quasi come annullata, innesco un meccanismo di sfida con me stessa. Come se volessi cercare di riuscire ad attirare le sue attenzioni.
Lui separato con due figli, comincia a fare qualche complimento, che non mi lascia indifferente. “Tu mi fai stare bene, spero anche io per te”, “Hai un’eleganza innata”, “Quel vestitino ti sta a pennello”……La mia autostima stava riemergendo. Comincio a curare di più il mio aspetto fisico, e mi voglio lanciare.
Per farla breve è da più di un anno e mezzo che la nostra storia è iniziata. Una storia clandestina, all’inizio della quale i miei rimorsi nei confronti della mia famiglia, erano pesanti. Ma il sentirmi attratta da lui e “innamorata” mi hanno fatto abbandonare rimorsi e tutto il resto. Mi sono sentita più viva.
Il suo comportamento nei miei confronti, l’ho esaminato a distanza di tempo e con l’esperienza maturata in questo periodo della nostra relazione. Mi sono anche documentata in rete, e tanto anche.
Riesce a farti sentire la donna più fantastica che ci sia, quella che gli da emozioni e piena di qualità e pregi. Dopo, l’inferno. Inadeguata, quella che ha commesso gli errori di far trapelare la nostra storia nelle mura del nostro posto di lavoro e di conseguenza anche fuori, quella che lo assilla con le domande e diventa pesante. “Con chi eri in chat? Con chi eri al telefono?.....Perchè non mi rispondi?” Ma per lui divento assillante anche quando provo ad instaurare un discorso, quando lui non ne ha assolutamente voglia. Perché è lui che decide. Sempre.
Io che decido di mollare e poi vengo di nuovo catturata dal suo saperci fare.
Lui che non accetta il mio essere assillante, e poi che ritorna a volermi, quando io mi allontano, perché ferita dal suo modo di fare.
Lui non vuole sentirsi “costretto”. Il nostro rapporto deve essere vissuto all’insegna della leggerezza, dice lui. All’inizio dice “Tra noi solo sesso”, poi si fa scappare i “Ti voglio bene”, “Non dovrei dirtelo, ma ti adoro” e al mio “Tu sei l’amore mio” lui risponde “Anche tu”….

Dopo la separazione dalla moglie lui ha avuto un’altra compagna con la quale, dopo un periodo, pare, in cui andavano d’accordo, le cose si sono messe male e lui, che prima abitava a casa di lei,(ma era una convivenza strana perché di fatto la compagna era rimasta dai suoi, e la convivenza si esauriva a qualche ora la sera e a un dopo cena che durava fino all’una, due di notte), ora ha deciso di trasferirsi in un’altra casa.
La storia con la compagna pare sia costellata, soprattutto ora da litigi e incomprensioni, varie. Lui la definisce una psicopatica, pazza, ma che con il modo di fare lo ha incastrato per tanto tempo. Non hanno nessun rapporto comunicativo, nessun interesse condiviso. Lui racconta che gli interessi di lei vengono al primo posto e che non si immedesima nei problemi e nelle esigenze del compagno. Credo che siano fatti della stessa pasta.
Vivere la situazione che vivo, non mi rende affatto serena. Perché io non riesco ad allontanarmi da lui, benché non sia soddisfatta da questo rapporto. Credo che sia un vampiro che prende le mie energie e non riesce a dare molto, anche se apparentemente sembra un tipo generoso. Credo che sia un narcisista e la sua natura narcisistica, viene fuori, solo agli occhi delle persone che hanno una relazione con lui, una relazione affettiva, intendo. Ai miei occhi di donna (innamorata?) che è pronta a tutto per lui.
Lui che non si risparmia di elencare le donne con cui ha avuto relazioni, anche durante il matrimonio; lui che chiede conferme per sentirsi ammirato, anche nel lavoro, dove occupa una buona posizione, oltre che nell’aspetto fisico; lui che dice che io sia una donna in gamba, brava nel lavoro e a casa, intelligente e valida e poi magari mi fa sentire inadeguata alla prima occasione.
La nostra storia è fatta di allontanamenti e riavvicinamenti. Quando io mi allontano perché ferita dal suo comportamento, in lui inizia la sfida per riavermi e inizia con parole e frasi ad effetto, che puntualmente mi incastrano.
Io mi sento attratta da lui non solo fisicamente, ma anche emotivamente. Ma mi rendo conto che do tanto e ricevo poco. Lui non riesce a dare molto. Si spinge anche a pronunciare parole come “ti amo”, ma quando vuole riavvicinarsi a me. Per sua natura credo che lui non provi sentimenti, ma emozioni. Il suo "Ti amo", significa a mio avviso "Ti amo in questo momento".
Il guaio è che noi lavoriamo nello stesso posto, anche se non condividiamo lo stesso ufficio. Ma se forse non ci si vedesse, potrebbe darsi che per me quei miei allontanamenti sarebbero più efficaci.
A casa vivo una situazione ansiosa come non mai. Devo nascondere il mio stato d’animo, spesso disperato, e non è facile. Prima ero propositiva in tante cose, entusiasta nel mio “gran da fare in casa” e ora mi sento senza energie e priva di motivazioni a fare qualcosa per la mia famiglia. Non faccio che sperare in un suo msg, in una sua telefonata……in una sua attenzione.
Per mio marito ora sento di provare solo un grande affetto. Lo vedo compagno nella vita di tutti i giorni e nella crescita dei figli. Ma non altro. Non sento più di amarlo. E questo mi rattrista molto.
Mio marito conosce questo mio collega, benché lui abiti in un altro paese, perché ha anche frequentato la mia casa e qualche volta ha portato i suoi figli a giocare con i miei.
Mio marito sa anche che io avevo una certa simpatia per questa persona, perché all’inizio, quando di sicuro non sapevo che la storia sarebbe finita così, io gli parlavo di lui e gli dicevo che mi piaceva ricevere, magari le sue attenzioni. Quasi come se dicendoglielo (noi ci siamo detti sempre tutto, ma in questo caso credo di aver sbagliato, perché lui, ovviamente non lo può vedere di buon grado) mi purificavo delle mie debolezze.
Insomma tra noi un alternarsi di momenti piacevoli e (solo per me) momenti di inferno.
Infatti quando lui vede che io mi lego troppo, scappa! Prende delle distanze, anche con parole che fanno male, e allora ricomincia il gioco del gatto e del topo. Oppure è altro che lo allontana da me.
Io riconosco di essere molto gelosa e anche possessiva e il mio timore è quello che lui possa vedersi con altre. Un timore fondato visto il tipo di persona che ho davanti. Non sopporto l’idea che un’altra possa averlo. Non sono gelosa della sua compagna, ma di altre donne che potrebbe frequentare. Lui mi dice che ha deciso di avere questa, chiamiamola, relazione con me, proprio da quando le cose con la sua compagna non andavano bene e che in questi ultimi tempi alcuni tipi di rapporti sono stati solo con me. Vorrei davvero credergli.

Credo, comunque, di averlo inquadrato bene. Credo che sia un narcisista (perverso), che prende e non dà. Il desiderio di stare con lui, però non si frena. A letto mi ha conquistata, ma io starei con lui ore intere solo a parlare. Anche lui lo farebbe, ma di sicuro per parlare di se e delle sue cose. Sempre lui al centro dell’attenzione.
Io che cerco di trovare tutte le possibili occasioni (e non è facile vista la mia clandestinità, cercare ogni minima possibilità di poterci vedere), per poter stare insieme. Anche se magari non ho voglia di fare l’amore con lui o di soddisfarlo, lo faccio, come se in quel modo potessi inconsciamente e visceralmente tenerlo legato a me.
Lui sa della mia gelosia, anche perché oltre che farglielo capire, gliel’ho anche detto.
Mi coinvolge anche in alcune sue scelte: acquisto della macchina, scelta della nuova casa, mi ha sottoposto la bozza di contratto di affitto del nuovo appartamento, dove andrà ad abitare……. Lui dice che ci tiene a che io gli dica cosa penso in merito a molte faccende che lo riguardano...Mi ha anche chiesto di andare con lui per la firma del contratto con il proprietario della nuova casa, ma dopo il mio rifiuto perchè non facile per me raggiungerlo, per motivi legati alla mia difficile possibilità di trovare "scuse" plausibili per allontanarmi da casa, mi ha tenuta fuori da tutta la vicenda. Sua sorella, con cui ho dei contatti telefonici, e che non sa assolutamente della nostra storia, mi ha detto che si è trasferito, ma lui non mi ha reso partecipe di tutto questo, nè tanto meno mi ha riferito della sua evoluzione o involuzione della storia con la compagna.
Sono 8 giorni che non mi parla e non mi manda messaggi, pur vedendomi qui sul posto di lavoro. Il suo brusco cambiamento di umore nei miei confronti da circa 8 giorni, da quando aveva deciso di trasferirsi presso il nuovo appartamento. Ho pensato a degli scontri verbali con la compagna che lo hanno portato a questa serie di situazione. Ma il mio timore è sempre uno. Che lui in questo periodo frequenti altre donne.
Mi ha detto tantissime volte che se io non fossi sposata e non avessi soprattutto tre figli, noi di sicuro avremmo potuto vivere insieme. Non so quante volte me lo ha ripetuto, non ultima l’altra sera quando io gli ho detto che cosa ne pensasse se io lasciassi la mia famiglia per andare a vivere con lui.
Poi ad un tratto ………lo vedi distaccato, quasi io un’estranea per lui, come se non ci conoscessimo. Anzi ancor più, come se lo avessi infastidito per qualcosa, e lui indispettito, si comporta di conseguenza. Come se volesse punirmi per qualcosa. E questo riaffiora ogni qualvolta io mi avvicino di più a lui, quando forse si vede e si sente “soffocato”. Forse ha paura di ricevere troppo amore. Ha paura di sentire limitata la sua vita? Il suo distacco succede anche quando vive dei momenti di crisi con la compagna ed è come se, comportandosi in quel modo con me, vorrebbe punire lei o il genere femminile.
Non lo so. So solo che io non riesco a mollarlo. Io mi sento innamorata di lui. Non so se possa parlarsi di infatuazione a distanza di due anni.
Ma questo rapporto non mi soddisfa. Io vorrei più presenza da parte sua. Non una presenza mirata solo a riavvicinarsi quando io mi allontano (per vincere la sua sfida e, come mi ha detto lui, perché gli fa male sentirsi odiato), ma una presenza fatta anche di qualche telefonata in più, magari per sapere di me e non solo per sfogarsi dei problemi con la compagna, o per chiedermi dei consigli.
Qualche msg, per dirmi che mi pensa e che magari vorrebbe vedermi ……. Questo non lo ha fatto mai, se non per dirmi che aveva voglia di me…….
Forse il mio bisogno di attenzioni così verrebbe appagato? E proprio questo che io desidero da lui e non solo il vedersi clandestinamente per andare a letto, cosa che invece credo per lui sia la più importante.
Vorrei cercare di essere abile per ripagarlo con la stessa moneta. Fredda e calcolatrice.
Un mio collega e amico, mi ha detto che io devo impormi di vivere questa storia non con la testa ma solo con il corpo. Nel senso che a lui devo pensarci solo per andarci a letto e non per altro, perché la mia serenità la posso trovare solo nella mia famiglia.
Io ci ho provato, ma non riesco e mi sento imprigionata in questo vortice che non ha fine.
Lo so di aver scritto tanto, forse troppo, ma ne avvertivo la necessità.
Grazie infinite.

Vorrei aggiungere anche due righe che in un momento di tristezza ho buttato giù qualche tempo fa:


Dall’inizio ha usato termini e frasi d’effetto. Frasi con contenuti importanti, troppo importanti. Questo già avrebbe dovuto suggerirmi qualcosa. Poi la mia disponibilità, la mia verità, il mio voler esserci. Il suo allontanarsi, il suo sparire. Il porre sempre una barriera di fronte ad una mia concessione. per poi tornare docile a carino. Quasi romantico. E io incapace di manifestare il mio fastidio per i suoi silenzi, il suo allontanarsi. E io incapace di capire che mi stavo già mettendo nei suoi panni senza essermi preoccupata ancora dei miei. I PIU' IMPORTANTI. Sapevo di non star bene in quello stato di cose. Poi il mio agire indispettito, quasi a voler manipolare. Per avere una reazione per capire di essere qualcosa di speciale. E lui che gentilmente mi chiede di non essere ostile perché ” lui è fatto così “. E io a capire il senso di questo. Capire e accogliere, sempre. Perché lui è gentile. Si. Troppo. Tanto quanto è duro con i suoi silenzi. E il mio dolore aumenta. Il mio senso di rabbia aumenta. Ma soffocato tutto dalle sue frasi d’effetto: “per me sei importante”, “io sto bene con te, spero anche tu con me”, "sei stupenda", "sei unica", "grazie perchè ci sei"..... lui sempre più sicuro di avermi vicina. Io che ritorno ad essere accogliente. E il suo volermi a tutti i costi. E poi basta. Le settimane scorrono senza sentire il suo desiderio di volermi vicina. Poi di nuovo, improvvisamente, un ritorno e siamo “noi” per pochi istanti. Poi ancora il vuoto. E poi ancora il ritorno. Un’intimità a intermittenza che mi sfinisce e che non posso vivere. Che mi fa male. Un sentimento che non può che perdere di significato in questo accendi e spegni. Ma che rappresenta la sua incapacità di sentire e la sua attitudine a palettare quello che dovrebbe essere la gioia della vita: un sentimento per qualcuno. Che forse quindi non c’è un sentimento. Sicuramente non c’è. E’ bramosia, è narcisismo, è ricerca di affermazione, è insicurezza. Forse tutto questo insieme. Allora? Io non posso alimentare la mia dipendenza. Si. Perchè forse è una dipendenza. Credere che sia amore è la trappola. Sentire il desiderio nella distanza è la trappola. Credere che le parole corrispondano al suo sentimento è la trappola. E non riesci più a vedere se le azioni poi corrispondono alle parole. No. Le azioni non ci sono. E allora? Vuoi ancora aspettare? Si. Vuoi ancora esserci ? Si. Vuoi ancora credere ? No. Ma aspetti. E’ lui crede di poter fare. E io lo lascio fare. Fino ai miei eclatanti rifiuti di questa relazione non-relazione, di questa amicizia camuffata da relazione, camuffata da amicizia. E poi i suoi ritorni con l’istinto di volermi a tutti i costi per poi scappare di nuovo. Il suo dimostrare a sé stesso che tutto è perfetto. Perché l’alibi perfetto è sempre latente: “io non riesco a coinvolgermi, tu hai la tua famiglia, io i miei problemi.......” certo, così è più facile dire “te lo avevo detto!”. E poi ancora il cercarmi, il suo bisogno di farsi sentire desiderato e chiedere le mie attenzioni, i suoi messaggi un pò romantici e un pò seduttivi quasi a voler significare “le provo tutte”. E ancora i miei rifiuti. Per non sentirmi condizionata, occupata, colonizzata dal pensiero di lui. Per riuscire a non sentirlo un investimento troppo esclusivo. Ma anche i miei messaggi gentili per provocarlo e i suoi silenzi per provocarmi. E ora? L’ ennesimo distaccarsi da me. E io? La mia indifferenza ? Ci riuscirò ? E’ un manipolatore! Lui non lo sa. Io ora si.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Avevo forse un grande vuoto da colmare?.....
>>>

Eh, potrebbe decisamente essere una possibilità. Che da sola però non basta a definire tutto il quadro. Non siamo esseri inerti, passivi al punto da non avere alcun potere di cambiare il modo in cui siamo, se non ci piace.

>>> Il suo "Ti amo", significa a mio avviso "Ti amo in questo momento".
>>

Sono d'accordo, potrebbe essere così. Il che però non è necessariamente una cosa negativa. Dipende da quello che si cerca.

Riguardo alla valutazione conclusiva che ha fatto di quest'uomo, inquadrandolo come narcisista e manipolatore, ho paura di doverla deludere. Credo infatti che dovrebbe guardare prima in se stessa, perché spesso sono le vittime che fanno i carnefici. Non viceversa.

Quest'uomo ha fatto il proprio interesse, certo, ma lo ha potuto fare perché dall'altra parte ha trovato una donna con varie lacune da colmare. Non è stata costretta con la forza.

Solo che lei, come spesso accade nelle storie clandestine che durano più di un certo tot, sta confondendo un amore occasionale con qualcosa di più che vorrebbe, che le manca, ma che quest'uomo probabilmente non le darà mai.

Legga quest'articolo:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5346-narcisista-o-donnaiolo.html

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio infinitamente per la Sua risposta.
Quello che mi porta a pensare che lui possa essere un narcisista è l'alternarsi dei suoi atteggiamenti nei miei confronti. A volte carino e a volte distaccato, come se neanche mi conoscesse. Anzi come se mi conosce e mi vuole punire per qualcosa.
Mi tiene lontana dalle sue cose, nelle quali fino a poco prima mi ha coinvolta. Mi fa sentire inadeguata, attribuendomi responsabilità, che magari sono da condividere.
Il suo estremo bisogno di sentirsi ammirato, in tutto. Nell'aspetto fisico e nel lavoro, ad es.
Il fatto di portarmi quasi all'esasperazione con i suoi silenzi, che non so cosa mi vogliono far capire.
Secondo me lui non si immedesima assolutamente nei miei sentimenti, in quello che io provo e in quello che i suoi comportamenti suscitano in me.
Magari non si ricorda neanche il motivo del nostro allontanarsi. Anzi del suo allontanarsi.
Cosa mi consiglia di fare?
Io come ho scritto non voglio mollare questa storia, anche se nei confronti della mia famiglia e nei miei stessi confronti so di comportarmi di sicuro male. Ma cosa mi resta?Accettare questo suo modo di fare? Anche perchè quando provo a parlare per dirgli che così io sto male lui comincia a dirmi che divento assillante, pesante......e ripetitiva.
Vorrei provare ad allentare questa dipendenza, ma non riesco. Non riesco ad accettare che lui possa essere di altre.
[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Quello che mi porta a pensare che lui possa essere un narcisista è l'alternarsi dei suoi atteggiamenti nei miei confronti. A volte carino e a volte distaccato, come se neanche mi conoscesse. Anzi come se mi conosce e mi vuole punire per qualcosa
>>>

Provi a mettersi nei suoi panni: se quest'uomo ha un'alta autostima, è piacente e trova donne disponibili a frequentarlo, per quale motivo dovrebbe rinunciarvi? Non è stata costretta con la forza.

Quando qualcuno si lascia usare, non può incolpare chi lo ha usato.

La sua dipendenza affettiva appare molto più consistente dell'egocentrismo dell'uomo in questione. Che può esserci, ma che non basta per bollarlo di narcisista.

Se si sente delusa e dispiaciuta dal modo altalenante in cui è trattata, è perché lei sta confondendo una storiella clandestina con qualcosa che a lei manca fortemente, ma che nessuna storiella clandestina potrà mai darle. A meno che non si trasformi in qualcosa di più consistente e impegnativo, cosa però che quest'uomo non vuole assolutamente. E gliene ha già dati tutti i segnali. Il suo trattarla a volte con indifferenza o fastidio significa proprio questo: vengo a letto con te, mi piaci molto, ma tutto si ferma qui. Non ho intenzione di impegnarmi.

>>> Cosa mi consiglia di fare?
>>>

Di smettere di rimandare ciò che ha rimandato finora: accettare di dover cambiare i lati di lei che la rendono così vulnerabile. Con l'aiuto di un professionista, se necessario e se non riesce da sola.
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