Oligomenorrea, parlodel e clomid

Chiedo, se possibile, un parere su questa situazione.
Da sempre soffro di oligomenorrea (anche cicli di 60 giorni), ma mai me ne sono occupata particolarmente in quanto ritenevo (in seguito ad una visita effettuata alcuni anni fa) che il problema fosse legato ad una situazione di iperprolattinemia per la quale non mi erano stati posti particolari problemi.
Avendo deciso di pensare ad avere un bambino, decido di effettuare una visita di controllo a dicembre: con l'ecografia e il pap test, tutto risulta a posto.
Eseguo un dosaggio ormonale al 21 giorno del ciclo (4 gennaio): prolattina 66, 52 (ruferimento: 6-30); progesterone 1.15. valori della tiroide nella norma.
Torno dalla dottoressa che mi prescrive parlodel: mezza compressa al mattino, 1 compressa alla sera.
nonostante questo il ciclo non si regolarizza, ed io incomincio a tremare. Ripeto gli esami sempre al 21 giorno del ciclo il 30 marzo.
risultati: prolattina 1.58, progesterone 0.73.
torno dalla dottoressa, che mi abbassa la dose di parlodel (1 compressa alla sera) e mi dice che, quando arriverà il ciclo (ad oggi, ancora nulla) dovrò assumere clomid.
Essendo sempre restia ad assumere medicinali, ma al contempo già disperata perchè temo di non poter avere bambini, e quindi intenzionata a prendere il farmaco, chiedo un consiglio.
Ringraziando anticipatamente per la risposta, porgo cordiali saluti.
Silvia

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Perfezionato in medicine non convenzionali attivo dal 2006 al 2009
Perfezionato in medicine non convenzionali
Bisogna sempre andare all'origine del problema, pensare di risolvere i problemi, soprattutto prendendo ormoni, non è corretto, prima si deve fare una attenta diagnosi, poi prescrivere la terapia, anche perchè i farmaci ormonali hanno effetti colaterali e poi non risolvono il problema. Lei ha una alterazione dell'HPA, Hypothalamic Pituitary Adrenal axis nelle sue funzioni, e della PNEI, psiconeuroendocrinoimmunologia, vanno attentamente studiate le funzionalità ghiandolari, soprattutto la tiroide, ovaio, corpo luteo, ipofisi, epifisi, surrenali. Non come produzione ormonale, ma come funzionalità della ghiandola stessa, la domanda è funziona poco, tanto, è squilibrata. Anche se lei dice che i suoi esami tiroidei sono "normali", sarebbe opportuno che li indicasse, ogni spostamento verso il basso o l'alto, pur rimanendo nel range, possono risultare molto significativo ed indirizzare il ragionamneto diagnostico. Purtroppo in medicina convenzionale, non esistono esami che possono rilevare questo, ma in medicina quantica e biologica, ho a disposizione esami strumentali che possono indicare questi parametri. In studio in breve tempo, una/due ore, si riesce a arrivare a stabili un quadro esatto, ma non solo si ha la possibilità di evidenziare quelle che sono le infiammazioni persistenti e asintomatiche, che possono provocare uno squilibrio dell'HPA e PNEI. Pertanto va sempre diagnosticato quale agente patogeno è interessato. Questo è molto importante anche in previsione di una gravidanza, perchè questi potrebbero aver creato problemi, impedendo un corretto svolgimento della produzione degli ovuli, del loro attecchimento, della loro progressione verso una gravidanza tranquilla. Uno studio approfondito con questi intenti, può evitare problemi futuri irrisolvibili altrimenti. Ogni disturbo va sempre abnalizzato attentamente, lo so che in altre maniere si fa prima, ma la persona che mi interpella, ha tutto il diritto di ricevere informazioni corrette su quello che sta accadendo dentro il suo organismo, pertanto bisogna avere ogni sistema possibile per poterlo attuare.
saluti