Panico da convivenza

Ho 34 anni e un problema con la convivenza.
In passato ho sofferto di attacchi di panico da separazione dai miei genitori.
Da circa 3 anni stavo bene,ma sabato mi sono trasferito nella casa nuova con la mia fidanzata (con cui andavo tranquillamente in ferie) e da due notti non dormo come mi succedeva quando stavo male.
Infatti,mi sono tornate le paure da separazione ("e se sto male e non ci sono i miei?"; "la mia ragazza sarà in grado di aiutarmi,così minuta com'è?") e vorrei superare la cosa senza dover tornare in cura psicologica e psichiatrica,ma facendo affidamento sulle mie forze.
So di poterlo fare,ma temo che il protrarsi di una situazione del genere potrebbe darmi problemi nel rapporto con la donna che amo e la sua famiglia.
Per favore,datemi un consiglio.
[#1]
Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile utente, spesso, è proprio il tentativo di farcela con le proprie forze che rischia di peggiorare il problema.
perche?
perchè si mettono in atto soluzioni poco adeguate e, soprattutto, si da il tempo al problema di ingigantirsi
non cada in questa trappola, nè parli con uno specialista.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
Dr.ssa Michela Rizzo Pinna Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile Utente,
spesso il panico si manifesta come frutto di una tensione contrapposta tra voglia di autonomia da un lato e desiderio di dipendenza e protezione dall'altro.
ci dice che non soffriva più di attacchi da circa tra anni. sicuramente tutti i grandi cambiamenti della nostra vita (ad es.convivenza), positivi o negativi che siano, ci sottopongono a stress e quindi ci rendono più vulnerabili.

mi pare di capire che lei ha già seguito con successo una terapia sia psicologica che psichiatrica che le hanno permesso di stare bene per tre anni. ma dal panico non si guarisce completamente, nel senso che si impara bene a riconoscerlo e a gestirlo qualora si dovesse ripresentare tanto da non farsi più spaventare nè cogliere di sorpresa.

Ci dice "So di poterlo fare...", riferendosi alla sua capacità di superare questo momento di difficoltà da solo, bene! Usi quanto appreso in terapia e si fidi di sè e inoltre le chiedo: - ne ha mai parlato con la sua ragazza? perchè teme di perderla?-.

Cordialmente

Dr.ssa Michela Rizzo Pinna
Psicologo Psicoterapeuta
Cognitivo Comportamentale

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie a entrambi.
Ne ho parlato con la mia ragazza, è al corrente dei miei trascorsi e mi ha aiutato in alcune occasioni a superare momenti di tensione dovuti a semi-ricadute.
Temo di perderla se dovessi dirle che non riesco a sopportare la convivenza e che ho bisogno di tornare in terapia per affrontarla.
Io so di poter affrontare questa prova da solo, credo che la precedente terapia me ne abbia dato la capacità, sono riuscito ad affrontare un viaggio a Roma senza supporto psicologico e quindi penso di essere in grado di superare anche questa cosa con pazienza e senza ingigantire la questione.
Ma perché non riesco a staccarmi dai miei genitori? perché nonostante la mia voglia di indipendenza, il solo trasferirmi di 2 (!!!) km, mi provoca tutto questo?
Si attenuerà con l'abitudine al nuovo ambiente?
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Una possibile spiegazione, presente in molte persone con le Sue problematiche, l'ha ben descritta la Collega Rizzo Pinna, ovvero l'oscillazione tra la libertà e il controllo.

In tal senso dovrebbe aver raggiunto, grazie alla terapia, un equilibrio. Però non è detto che -di fronte a cambiamenti così importanti come cominciare una convivenza (cioè gli eventi "stressanti")- questo equilibrio non possa venir meno, almeno fino ad un nuovo equilibrio.

In fondo sono passati due giorni... :)

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Michela Rizzo Pinna Psicologo, Psicoterapeuta 23
Salve,
dunque teme che la sua ragazza si arrabbi perchè Lei vorrebbe tornare in terapia?

Se ne sente il bisogno, invece, le consiglio di non esitare a ricontattare il suo terapeuta. evidentemente c'è ancora qualche elemento che non ha pienamente affrontato e superato.

Ci faccia sapere!
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie ancora a tutti.
Proverò ad attendere ancora qualche giorno per vedere se la situazione migliori, eventualmente proporrò alla mia fidanzata di tornare in terapia (lei non ha fiducia negli psicologi ed è convinta che io possa farcela da solo, questo sicuramente mi dà forza).

Grazie a tutti dei consigli, vi farò sapere.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Sono contento di farvi sapere che, dopo una settimana di convivenza, le ansie, le paure e la depressione derivante stanno iniziando a scemare, anche se ci sono momenti bui che richiedono molti sforzi per essere superati.
Ho anche parlato con la mia fidanzata dell'eventualità di riprendere la terapia farmacologica e le sedute psicologiche di supporto e ha approvato la possibilità, anche se a malincuore.
In ogni caso, a parte il momento del ritorno a casa, negli altri momenti in casa mi sento un po' meglio.
Grazie a tutti per l'aiuto e i consigli, vi devo molto.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Come non detto,il mio umore è crollato in pausa pranzo...
Oggi sono proprio giù,infatti ho ricontattato la mia psicologa e il mio psichiatra per un consiglio...
Spero di superarla in fretta...
[#9]
dopo
Utente
Utente
Mi sono reso conto che da solo non riesco a trovare una via d'uscita a questa situazione.
Ho parlato con la mia fidanzata e quindi richiamato la psicologa e anche lo psichiatra.
Tornerò in terapia e probabilmente ricomincerò anche ad assumere i farmaci che già prendevo.
Non voglio perdere quello che ho raggiunto e soprattutto non voglio perdere la mia ragazza e rovinarle la vita.
Vi ringrazio per il sostegno e i consigli che mi avete dato.
[#10]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

i risultati raggiunti con la psicoterapia non sono perduti; probabilmente, come abbiamo ipotizzato sopra, è proprio la sua organizzazione di personalità che funziona in questa maniera (oscillando tra libertà e protezione) e pertanto dovrebbe ridiscuterne col terapeuta.

Eventualmente, ci faccia sapere dopo l'incontro, se vuole.
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