Ansia successi altrui

Vorrei chiedervi un parere riguardo ad alcune mie sensazioni tanto fastidiose che mi fanno stare parecchio male. Partirei col fare un esempio (realmente accaduto). Io e la mia fidanzata ci siamo laureati assieme ed entrambi a Settembre abbiamo iniziato a cercare lavoro. Il caso ha voluto che quasi contemporaneamente avessimo ricevuto due offerte molto interessanti. Effettuti i colloqui siamo rimasti in attesa delle rispettive risposte. A lei hanno risposto affermativamente ed io non ho ricevuto nessuna risposta.

Nello stesso momento nel quale lei mi ha informato che andrà a lavorare mentre io dovrò ancora cercare dentro di me ho provato dolore, che mi ha portato a piangere e a disperarmi. Non voglio assolutamente il male della mia fidanzata, ma sapere che a lei è andato bene e a me no mi da uno sconforto profondo. La cosa che non capisco è il perchè del mio stato.... La ricerca del lavoro che dovrò affrontare in solitudine e non potendo condividere le delusioni che comporterà non fa altro che aumentare il mio dolore...

Grazie per le evenutali risposte.
[#1]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Utente,
perché pensa che dovrà affrontare in solitudine la prosecuzione della ricerca di lavoro o che non potrà condividere eventuali delusioni con la sua compagna?
Ritiene che per la sua ragazza sarebbe stato lo stesso nel caso in cui le parti fossero state invertite?

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
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[#2]
Dr.ssa Michela Rizzo Pinna Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile utente,
avete sempre fatto tutto insieme? studio, laurea e ricerca del lavoro?
non è che deve elaborare e correttamente accettare la sua autonomia che lei invece chiama "solitudine"?

la delusione per il colloquio di lavoro andato male è normale. così come è normale sentirsi sconfortato perchè la persona con la quale si è fatto un percorso insieme abbia intrapreso un nuovo cammino.
non si faccia confonderè però da questi sentimenti e rifletta sull'importanza che può avere per la vostra coppia, oltre che per Lei (che scrive), questa forzata autonomia.

Anthony De Mello scrive che una coppia va raffigurata correttamente come un "8" e non come un cerchio, perchè il cerchio diviso i due non crea che due mezzi cerchi, mentre un otto è formato da due cerchi che hanno una piena e assoluta identità anche da soli.

La invito, se è questo il Suo caso, a cercare di far sì che il suo mezzo cerchio si trasformi in un cerchio. sarà un vantaggio per Lei e per voi.

Buona fortuna per tutto!

Dr.ssa Michela Rizzo Pinna
Psicologo Psicoterapeuta
Cognitivo Comportamentale

[#3]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Dr. Paola Scalco

Quello che mi fa paura è il modo con il quale io mi posso rapportare con lei ora. Se io non sono soddisfatto di quello che ho (parlando solo lavorativamente) non riesco a condividere tutto con lei. Come se dovessi essere io a bilanciare le sue "fortune" non so se mi sono riuscito a spiegare.

Dr. Michela Rizzo Pinna

No, non abbiamo fatto tutto insieme, ci siamo conosciuti proprio al termine degli studi, e la ricerca del lavoro è stata proprio la prima cosa che abbiamo condiviso.

In generale credo di capire che il mio dolore sta nel fatto che prima eravamo accumunati da stessi desideri, e stessi problemi. Ora che uno dei due ha risolto tutto come ci deve comportare?
[#4]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Difficilmente nella vita di coppia ci si trova sempre al "medesimo punto" con il partner, ognuno di noi vive a modo suo la stessa esperienza attribuendole significati propri e fare confronti risulta spesso inutile, se non impossibile.
Certo, soprattutto di questi tempi, trovare lavoro è molto importante, ma non credo che la sua compagna così abbia "risolto tutto": è sì un traguardo, ma anche un punto di partenza per una nuova fase di vita.
Se ho ben capito, la vostra coppia è piuttosto recente: a parte la ricerca di lavoro, quali altri progetti di vita comune avete?
Un/a compagno/a dovrebbe essere nostro alleato e non nostro avversario......è così anche per Lei?
[#5]
Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2011 al 2011
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentilissimo,

L'idea che lei ha del vostro rapporto potrebbe essere descritta graficamente come un essere mostruoso, con quattro gambe, quattro braccia, due bocche e quattro orecchie... Tanto per rendere l'idea.

E' l'illusione di simbiosi tipica dell'innamoramento, quando si dà vita a una coppia fusionale, in cui tutto viene messo in comune e ciascuno dei due partners sente l'altro come colui/colei che gli/le permetterà di realizzare i propri desideri e soddisfare i propri bisogni, colmando nel contempo tutte le proprie mancanze ed insicurezze.

Se la coppia resta unita nel tempo però, come nel vostro caso, si imbatte prima o poi nel momento della disillusione. Accadono cioè eventi, come quello che lei racconta, che mostrano come sia stato idealistico, illusorio, tutto quello che ha preceduto questo momento: queste constatazioni in genere danno vita al primo grande momento di crisi della coppia.

E' un passaggio fondamentale per trasformare il sentimento provato nella fase dell'innamoramento a quello più maturo dell'amore.

Superare brillantemente questa crisi è determinante per il futuro di un rapporto: musi lunghi, conflitti, sensazione di essere stati traditi nelle proprie aspettative possono compromettere definitivamente il legame, peggiorandone per sempre la qualità.

Questo è invece il momento di rinegoziare il primo patto di coppia stabilito tra voi, cioè tutte le norme implicite ed esplicite che hanno fin qui regolato il vostro rapporto. Dovete ora imparare ad essere solidali, ad avere fiducia l'uno nell'altro, ma ciascuno con la sua esperienza di vita e con desideri di autorealizzazione propri.

In genere, quando mi capitano pazienti con il suo problema (vede che non è l'unico?) faccio leggere questi versi del poeta mistico Kahlil Gibran: spero possano dare qualche ispirazione anche a lei...

Voi siete nati insieme, e insieme starete per sempre.
Voi sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni.
Sì, insieme anche nella tacita memoria di Dio.
Ma vi siano spazi nella vostra unione,
e fate che i celesti venti danzino tra voi.

Amatevi reciprocamente, ma non fate dell’amore un laccio:
Lasciate piuttosto che vi sia un mare in moto tra le sponde delle vostre anime.
Riempa ognuno la coppa dell’altro, ma non bevete da una coppa sola.
Scambiatevi il pane, ma non mangiate dalla stessa pagnotta.
Cantate e danzate e siate gioiosi insieme, ma che ognuno di voi resti solo,
così come le corde di un liuto son sole benchè vibrino della stessa musica.

Datevi il cuore, ma l’uno non sia in custodia dell’altro.
Poichè solo la mano della Vita può contenere entrambi i cuori.
E restate uniti, benchè non troppo vicini insieme,
poichè le colonne del tempio restano tra loro distanti,
e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.

Kahlil Gibran

Saluti cordiali.
[#6]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Pur avendo 27 anni entrambi viviamo con i nostri genitori (per ovvi motivi economici) e sarebbe un progetto quello di andare a vivere assieme. altre cose in comune non ne abbiamo...

Io mi sento si suo alleato, voglio il suo bene e che sia felice, ma in questi momenti provo una sensazione di odio/amore. Amore per il fatto che lei e sempre lei e non ha fatto niente di male per offuscare il mio amore, odio perchè vedendola mi ricordo il fatto che io non riesco a trovare il mio lavoro e quindi a realizzarmi. Questa "mia" mancanza sento che potrebbe allontanarmi da lei.
[#7]
Dr.ssa Michela Rizzo Pinna Psicologo, Psicoterapeuta 23
Gentile utente,
ho riletto adesso il consulto che aveva chiesto mesi fa e mi rendo conto che in Lei ritorna la tematica del "sentirsi solo ad affrontare i momenti difficili"!

Rifletta su quanto questa "solitudine percepita" la faccia veramente sentire fragile e in difficoltà, e valuti l'eventualità di farsi supportare da uno psicologo per imparare ad essere e sentirsi "più forte".

Buona giornata.
[#8]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Ho pensato molto alle vostre parole, e vi ringrazio, ed ho fatto anche mente locale. Quello che non riesco a provare è la felicità per LEI. O meglio, non provo felicità per la sua felicità se io non sono sereno.

Cercando di evitare giri di parole, sento che provo fastidio se la sua felicità supera la mia... felicità che si riconduce però ad eventi al di fuori della nostra vita di coppia. Non ho paura di affrontare la vita da solo, ho sbagliato a scriverlo, molto volte ho abbattuto problemi da solo senza problemi, e anche la ricerca del lavoro non mi preoccupa. E' proprio vedere e toccare con mano la sua fortuna che mi fa star male, e ,come il cane che si morde la coda, questo mio dolore vorrei non averlo. Mi chiedo quindi se sto mettendo in discussione uno dei cardini dell'amore: provare piacere per la felicità dell'altro.
[#9]
Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Ha provato anche a domandarsi il perché di questa "competizione"?
Quali potrebbero essere secondo Lei le convinzioni alla base di questo suo fastidio?

Ripropongo la mia domanda iniziale: come sarebbe la situazione se le parti fossero invertite? Quali stati d'animo provereste sia Lei, sia la sua compagna?

Che condivisa progettualità vi ha spinto a pensare di andare a vivere insieme se, come dice, non avete molto in comune?
[#10]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Ha provato anche a domandarsi il perché di questa "competizione"? Certo, il perchè è insito nel mio modo di essere, mi piace primeggiare in tutto e purtroppo anche in cose che non posso controllare.

come sarebbe la situazione se le parti fossero invertite?
Diciamo che la sua tristezza sarebbe molto minore della mia ed avrebbe anche un pò di felicità perchè le cose mi sono andate bene. Io soffrirei nel vederla triste ma in modo molto minore di come sto adesso.

Che condivisa progettualità vi ha spinto a pensare di andare a vivere insieme se, come dice, non avete molto in comune?
Non abbiamo molto in comune nella vita e nelle cose che facciamo, ma nel carattere nei gusti e nel modo di essere siamo uguali.
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