Forte ansia debilitante..

Salve
Circa un mese fa, inviai un consulto (https://www.medicitalia.it/consulti/psichiatria/342526-forte-ansia-e-ipocondria.html) per quanto riguarda la sintomatologia legata alla forte ansia e ipocondria che mi assillava da diverso tempo. Inizialmente, come anche scritto nel consulto appena citato, non capivo da dove provenissero i sintomi, ed essendo abbastanza ipocondriaco, amputavo tutto alle più svariate malattie gravi.

Da lì ho cominciato un percorso terapeutico con il mio medico e una psicologa. All'inizio i sintomi non hanno fatto altro che peggiorare (tremori e tachicardia al mattino, stomaco chiuso, feci gialle, reflusso, sonno agitato, talvolta confusione, poca attenzione e di conseguenza abbassamento della memoria). Il dottore mi ha rivisto dopo diversi giorni dall'inizio della cura con 1/2 cpr sereupin e 1 cpr di xanax la sera e mi ha detto di incrementare le dosi - questo il 21 marzo - con 1 cpr di sereupin al mattino, 1/2 compressa di xanax al mattino, 1/2 dopo mangiato e 1 la sera. Se proprio non ce la facevo, mi ha prescritto anche delle siringhe di Samyr 400, di cui però sono riuscito a farne a meno.

Trascorsi dieci giorni, alle porte di Pasqua, fortunatamente i sintomi sembravano decisamente migliorare. Avevo molta voglia di fare, mi districavo con facilità tra gli impegni di tirocinante, di volontariato e di lavoro come addetto stampa presso una società sportiva (cose che prima facevo con fatica). La notte dormivo decisamente bene, i tremori erano quasi del tutto spariti, niente più tachicardia, aumento netto dell'appetito e della voglia di parlare e socializzare; in pratica riuscivo a gestire la mia ansia. Proprio quando le cose sembravano migliorare, una settimana fa ho dovuto cambiare sede del tirocinio, dovendo abbandonare dunque il luogo in cui mi ero abituato, spostandomi in una zona più lontana. Dunque da diversi giorni mi sembra essere ripiombato in quello stato di forte ansia, con gli stessi sintomi di allora.

Con l'aiuto della psicologa mi sono reso conto che tutto ciò può essere legato al passaggio dalla condizione di studente a "quasi" lavoratore. Ho paura di non farcela a trovare una posizione lavorativa adeguata e di non essere giudicato all'altezza nel posto in cui sto facendo lo stage.

Da un punto di vista riesco a stare tranquillo, perché capisco che i sintomi non sono legati a qualcosa di organico, ma all'ansia stessa. Tuttavia è davvero brutto rimanere paralizzati dall'ansia. I familiari non mi fanno mancare il supporto, tuttavia sembra non riescano a capire che non dipende da me stare in questo stato. Questa mattina, pur non dovendo recarmi al tirocinio, ho comunque avuto un risveglio con forte tachicardia: in pratica di sera i sintomi tendono a migliorare, mentre al mattino danno il peggio di sé.

Più che un consulto il mio è uno sfogo. Il web non è un posto dove fare diagnosi, ma mi farebbe piacere avere un riscontro da Voi esperti.

Grazie
Cordiali saluti
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Gentile Utente,

è plausibile che il momento di passaggio da studente a lavoratore che sta attraversando generi in lei un forte stress per la ridefinizione dell'identità e le nuove richieste che comporta.

Questo fenomeno è diffuso fra le persone nella sua stessa situazione e rappresenta di solito un malessere transiotrio, a meno che non parliamo di soggetti che soffrono di un disturbo d'ansia e/o dell'umore che peggiora in questi frangenti e, in generale, a fronte di qualunque cambiamento che sottragga al soggetto i suoi punti di riferimento.

Ha fatto bene a chiedere un aiuto professionale, ma deve avere un po' di pazienza perchè per guarire occorrono tempo e impegno.
Che tipo di percorso psicologico ha intrapreso?
Si tratta di una psicoterapia o di colloqui di sostegno?

I suoi familiari non hanno forse mai visuto in prima persona problemi come il suo e le dicono quello che a loro sembra corrispondere alla realtà, perciò eviti di confrontarsi con loro se sa che le risposte saranno queste.

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
come ha già compreso, i sintomi che descrive non sono altro che il modo con il quale il suo disagio si manifesta quindi sono segnali d'allarme di qualcosa che si sta "muovendo" dentro di lei, forse vale la pena approfondire questi aspetti all'interno dei colloqui con la Psicologa al fine di individuare strategie funzionali, cioè in grado di intercettare e soddisfare i bisogni connessi al suo vissuto.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È probabile che il suo non sia uno sfogo né una richiesta di riscontro, ma semplicemente una richiesta di rassicurazioni. Probabilmente ci scrive, cioè, sperando che comunicare con degli esperti l'aiuterà a sentirsi meno ansioso.

Invece, se fosse così dovrebbe tener presente che dal punto di vista di una terapia come la breve strategica mettere in atto questo tipo di richieste alimenta il problema. Ossia, più cede al bisogno di farsi rassicurare, più sta facendo crescere la sua ansia.

Che tipo di lavoro sta facendo con la psicologa, qual è l'approccio che segue? Ha ricevuto compiti da mettere in atto fra una seduta e l'altra?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori
grazie innanzitutto per le celeri risposte.
Per quanto riguarda la terapia che sto seguendo, per ora sono alla quarta seduta. Non saprei definirla. Nel senso che per ora credo siamo ancora all'inizio. La dottoressa mi sta facendo effettuare dei compiti, tipo avere un diario in cui alla sera scrivo i sintomi che ho provato durante il giorno o provo in quel momento, fare una lista di pregi e difetti dal mio punto di vista e da quello di familiari e amici, provare a ricordare momenti positivi prima di dormire.

Inoltre, visto il mio altruismo spropositato, tendo a caricarmi di responsabilità e compiti di cui non sono sicuro di portare a termine, per cui tendo a dire sempre di sì per non deludere gli altri. Per cui la dottoressa mi ha suggerito di dire "non posso" nel caso in cui non me la sentissi di accettare un incarico. In pratica vorrebbe orientarmi verso un sano egoismo, che tutto sommato penso non mi farebbe male, perchè mi ritengo troppo generoso in talune situazioni, pur di non deludere e farmi giudicare male dagli altri.

Concordo con lei dott. Santonocito, quando mi dice che la mia è più una richiesta di rassicurazioni. In effetti quando ho questi momenti di ansia tendo a confidarmi con i miei familiari e la mia fidanzata o a chiamare il mio dottore. Oppure leggere forum su internet su ansia e così via. E questo più che placarla l'ansia, me ne rendo conto, me la fa rimanere inalterata o aumentare. Nel periodo in cui stavo meglio e riuscivo a tenere l'ansia sotto controllo, invece, tutto ciò non accadeva.
[#5]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
A grandi linee i punti toccati nel suo trattamento sembrerebbero adatti ai problemi che elenca. Soprattutto la raccomandazione di non cedere alle richieste altrui.

D'altra parte andrebbero bloccate, da un punto di vista strategico, tutte le tentate soluzioni che la portano a sfogarsi, lamentarsi e chiedere appoggio dagli altri, perché è altamente probabile che stiano mantenendo in vita il problema.

Uscire dall'ansia significa diventare più indipendenti, non più dipendenti.

[#6]
dopo
Utente
Utente
In effetti lo sfogarmi con qualcuno mi fa sentire più "leggero", ma mi rendo conto che non ha nessun effetto nel placare l'ansia. Dovrei cercare di usare tutta la mia razionalità nei momenti di forte crisi. Il tutto dipende da me, ne sono consapevole.

La terapia che sto seguendo dovrebbe essere del tipo cognitivo-comportamentale giusto? Di solito quante sedute occorronno prima che essa possa dare i primi risultati?
Grazie
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Non solo sfogarsi non ha nessun effetto, ma alla lunga esacerba il problema. Sul momento si sente meglio, ma la volta successiva sarà un pochino più in ansia della volta precedente perché avrà evitato una volta di più la sua paura: quella di non farcela da solo.

La razionalità non c'entra, si tratta solo di seguire delle istruzioni e comportarsi in un modo anziché in altri, ma deve essere "convinto" a farlo dallo specialista. È una funzione fondamentale del terapeuta in caso di problemi d'ansia e mancanza di autostima.

La terapia che sta seguendo non posso sapere quale sia, la cosa migliore è che lo chieda direttamente alla dottoressa. Alcuni colleghi utilizzano tecniche prese a prestito da altri approcci, la tecnica del diario che sembra esserle stata assegnata è di derivazione cognitivo-comportamentale, ma una tecnica non basta a definire un approccio.

Legga qui per documentarsi:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
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https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
credo che chiudendo il pc e discutendo dei pro ed eventuali contro del suo percorso di cura, potrebbe sicuramente trovare la strada giusta sia per non fare confusione, che per fare diventare un momento di crisi del percorso, una risorsa.

Le allego una lettura


https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2915-ansia-panico-disturbi-sessuali-internet-si-o-meglio-di-no.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#9]
dopo
Utente
Utente
Seppur in ritardo, ringrazio tutti Voi per le cortesi risposte e i suggerimenti.
Saluti
Ansia

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