Prostata, quali esami se si è a rischio?

Un test genetico ha evidenziato che corro un rischio più alto del normale per il tumore alla prostata (il laboratorio lo ha anche quantificato, avrei un rischio del 22,7% contro una media del 17,8%).

Ho 39 anni, non ho mai fumato, nessun caso in famiglia e faccio zero attività fisica. Esami di 2 mesi fa: antigene prostatico specifico 0,46 ; Psa libero 0,16 ; Rapporto lib/tot 0,35.
Zero sintomi.

Detto questo, mi servirebbero delle linee-guida per quanto riguarda gli esami di laboratorio e clinici da effettuare nel corso degli anni. Ogni quanto devo far misurare il PSA? Ci sono altri test periodici che devo/posso fare? Devo fare una visita ogni tot?

Non sono ansioso ma non voglio neanche sottovalutare il problema, avrei quindi bisogno di un ruolino di marcia da seguire fin quando la situazione è sotto controllo.

Grazie per l'aiuto.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

quale test genetico ha evidenziato che lei corre un rischio più alto del normale per il tumore alla prostata?

Cordiali saluti.

Giovanni Beretta M.D.
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dopo
Utente
Utente
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

è un test che al momento purtroppo non ci dà alcuna indicazione clinica sicura, soprattutto sulla prevenzione e quindi tranquillo se lei, come riferito, non ha nessun caso di tumore della prostata in famiglia.

Segua le indicazioni del suo urologo di riferimento.

Ancora cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore,

grazie per la risposta. I test di questo genere purtroppo sono così, non danno risposte sicure, ma solo consigli a guardare in questa o in quella direzione.

Non ho un urologo di riferimento. Il fatto stesso che abbia chiesto un consulto online anziché precipitarmi a cercare uno specialista è indicativo del mio livello di preoccupazione (vicino allo zero).

Tuttavia, se non vado errato, chiedere se un male vi sia o no in famiglia può essere per certi versi un'analisi genetica "artigianale", fatta in assenza di test genetici reali. Ora che questi test iniziano a essere diffusi, potrebbero divenire un buon complemento alla cara vecchia anamnesi familiare.

Se un test che mi dice che nella regione 8q24 io ho 2 SNP associati a un'elevata incidenza del tumore alla prostata, io la prendo un po' come se mi avessero detto che un lontano zio una volta si ammalò di questo male. E con lo stesso spirito chiedo lumi su eventuali esami da eseguire nel corso della vita (quali, con quale frequenza).

Poi magari me ne andrò a 125 anni mentre faccio kite-surfing, questo non lo so, però nel frattempo se un risultato genetico mi indica una direzione io è lì che sposto la lanterna.

In buona sostanza, me lo vuole dare un consiglio su quali test fare, o devo andare a regalare 100 Euro a uno specialista? :)

Con rispetto,
Utente 188663

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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

forse non ha capito la mia risposta precedente: al momento attuale, per il test che lei ha fatto, alla sua età, non c'è "alcuna indicazione clinica sicura da seguire o test da fare e quindi stia tranquillo!

L'unica cosa saggia ed importante è incominciare, sui 40-45 anni, a conoscere il proprio urologo di riferimento, esperto ed aggiornato, e da lui ricevere le indicazioni mirate, senza spendere soldi in altri test inutili che al momento sono, in molti casi, solo capaci di scatenare ansie e paure non "costruttive"!

Ancora un cordiale saluto.
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dopo
Utente
Utente
Caro dottore,

io la sua risposta l'avevo capita, temo piuttosto di esser stato io l'incompreso.

Il livello di ansia credo lo si misuri adeguatamente da quello che scrivo: è sotto la suola delle scarpe.

Per quanto riguarda i soldi buttati in test genetici, la ringrazio per essersi interessato alle mie finanze, come spesso fanno anche molti suoi colleghi, ma le assicuro che i miei soldi vanno a finire per lo più in scelte oculate. Mi dia uno scappellotto se dovessi comprare un biglietto del gratta&vinci, piuttosto.

Sono infine al corrente che i test che ho fatto non danno alcuna indicazione clinica "sicura", come credevo di aver chiarito nel mio precedente messaggio. Dai miei studi in psicologia ricordo molto bene la veemenza del professore nello spiegare che "correlazione non implica causalità!"

Tuttavia sono anche conscio che fra i due estremi, "clinicamente sicuro" e "completamente campato in aria", c'è un'infinità di scale di grigio, e penso che i test genetici siano più vicini alla prima che non alla seconda. Ed è per questo che persevero nell'impertinenza di chiederle un ultimo sforzo, una risposta non tanto sui problemi di prostata, per i quali ormai ho perso la speranza, ma piuttosto su un argomento forse più importante: i test genetici.

Mi sembra di capire che lei non li approvi.
E' una sua opinione o ha delle evidenze chiare circa la loro inutilità?
Inoltre, si riferisce a tutti i test genetici in generale, o solo a quelli cho ho fatto io, fuori dal suolo patrio e magari spendendo pure poco?
O ancora, leggo che scrive di test genetici fatti "alla mia età". Secondo lei c'è un'età giusta per farli?

Grazie e, come sempre, la saluto con rispetto.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

test citogenetici li indico con una certa frequenza, ad esempio in presenza di una azoospermia, in maschi anche più giovani di lei, per capire se posso o no avere delle possibilità di recupero di spermatozoi tramite un intervento chirurgico.

Impari a leggere quello che scrivo: "per il test che lei ha fatto, alla sua età,..."!

In estrema sintesi le ribadisco che quando questi test non ci permettono di dare indicazioni cliniche, utili a livello diagnostico, terapeutico o di prevenzione allora li ritengo test da utilizzare solo in un ristretto ambito di ricerca perché inutili nella normale pratica clinica, soprattutto se fatti con tempistiche errate, come il test da lei fatto, che indica forse una possibile futura patologia oncologica alla prostata che generalmente si può sviluppare verso i 50-60 anni.

In sostanza il test, fatto da lei, non cambia le indicazioni di prevenzione che normalmente si fanno per valutare l'insorgenza di un possibile problema oncologico alla prostata in qualsiasi maschio.

Ancora un cordiale saluto.
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