Una terapia cognitivo-comportamentale

Buonasera a tutti.

Premetto che vi scrivo in preda all'ennesimo attacco di sconforto, di demoralizzazione, di ansia.

Ho 30 anni.

Vi riporto in breve la mia storia: i miei problemi iniziano 4 anni fa, quando nel giro di pochi mesi mi ritrovai senza il lavoro (che amavo), scaricato dalla mia fidanzata dopo quasi 3 anni di relazione, e allettato in un ospedale dopo un incidente stradale piuttosto serio avvenuto subito dopo la rottura con la mia ex.

La mia degenza, sia in ospedale che a casa, è stata terribile. Non facevo altro che starmene a letto, potendo solamente guardare la TV. E' stato orribile, ho cominciato a farmi domande sul futuro, su me stesso, sulla vita e sulla morte, innescando una spirale distruttiva per i miei nervi. Ho cominciato a soffrire d'ansia, ad avere problemi nel ragionare, e di lì a qualche settimana ho notato un'insolita difficoltà nell'eseguire calcoli o articolare discorsi con la stessa facilità di prima. Ho trovato la mia ottima memoria indebolita ed in generale mi sembra di essere costantemente brillo, come se qualcosa mi impedisse di sentire gli stimoli esterni.

Molto tempo dopo (troppo, sicuramente), sono andato dal mio medico, anche perché in questo periodo l'ipocondria ha fatto capolino, tanto che mi sono ritrovato, in passato, a passare intere giornate a piangere come un disperato perché convintissimo di avere determinate patologie. Ho fatto parecchi esami, sono andato da un neurologo per scongiurare l'eventualità di una neuropatologia e fortunatamente tutto è risultato negativo (figurarsi che mi sono messo a piangere nell'apparecchio della risonanza magnetica, riuscivo solo a pensare "tra poco meno di mezz'ora mi diranno che ho un tumore").

Mi sono rivolto poi ad uno psicoterapeuta, che mi ha tenuto in cura per 8 mesi, dapprima con Xanax e Zoloft e poi con una terapia cognitivo-comportamentale. Nonostante questo, ad oggi mi porto ancora addosso quella sensazione di semi-coscienza, e non ce la faccio veramente più. Sono al limite della disperazione, tutti i medici non fanno altro che ripetermi che sto bene ma io continuo a sentirmi appannato, non totalmente lucido, sono una copia sbiadita di ciò che ero. Sento che sto impazzendo, ma nessuno sembra darmi un briciolo di credito, e in questo mare di incertezza provo una quantità di stress indicibile.

Ma cosa mi succede? E' depersonalizzazione? Derealizzazione? Pseudo-demenza depressiva? Il mio vecchio psicologo ha definito queste ipotesi "possibili" ma, nell'arco del nostro percorso, si è solamente limitato a tranquillizzarmi dicendo che con il tempo sarebbe passato tutto. Beh, non è così, non per ora.

Non mi aspetto una diagnosi, questo no, ma vi chiedo per piacere di non darmi risposte di rito perché farei fatica a sopportarne altre. Qui tutti mi dicono che sto bene, che sono lo stesso, a me sembro solamente uno povero scemo ad una manciata di centimetri dalla pazzia.

Scusate lo sfogo, ma ho un disperato bisogno di risposte.

Buona serata e auguri.
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

non le diremo che tutto va bene, che è quello di prima e che ogni cosa passerà, in primo luogo perché non la conosciamo e quindi non possiamo avere idea di come fosse prima dell'incidente e di quale sia la sua situazione attuale

I sintomi che riferisce possono appartenere tutti a un quadro di natura ansioso-ossessiva che necessita di una terapia adeguata, se lei sta male come ha raccontato - e non abbiamo motivo per non credere che sia vero.

Immagino che la visita neurologica abbia consentito di escludere la presenza di disturbi della sfera cognitiva: ha effettuato anche test neuropsicologici per valutare il suo funzionamento da questo punto di vista?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Utente,
concordo pienamente con le osservazioni della Collega, d'altro canto lei si è focalizzato sulla ricerca di una presunta patologia fisica per questo non riceve conferme dei suoi timori.
Lo psichiatra che le ha prescritto la terapia farmacologica è lo stesso specialista che l'ha seguita nella psicoterapia?
Cosa è emerso dalle sedute? Il percorso terapeutico è stato interrotto?

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Buonasera dottoresse Campione e Massaro.

Sì, ho eseguito i test, che non hanno rilevato alterazioni di nessun tipo. Questo posso dirlo con certzza, non appen a recupererò i miei vecchi appunti relativi alle sedute le dirò nome e cognome dei testi specifici.

Dottoressa Campione: sì, il medico è il medesimo, che mi ha tenuto in cura per diminuire l'ansia e gli attacchi di panico, nonché una propensione ai pensieri compulsivi. Gli attacchi di panico sono effettivamente spariti, e per un po' anche ansia e pensieri compulsivi hanno fatto lo stesso, ma il fatto che io non riesca tuttora a ragionare lucidamente mi rende impossibile il non pormi domande.

Cosa dovrei fare? E' necessario un atto di fiducia da parte mia? Dovrei continuare a vivere come se fossi lucido? Come se niente fosse?

Mi riesce difficile, per non dire impossibile, ad oggi.

Quali altri test posso fare? In rete ho letto che disfunzioni renali o epatiche possono, in alcuni casi, portare deficit cognitivi. So che rasento il ridicolo, ma dovrei approfondire in questo senso?



[#4]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
L'eliminazione e la riduzione dei sintomi sono solo l'aspetto più superficiale del processo di cambiamento che per essere stabile e duraturo dovrebbe concretizzarsi nella possibilità di entrare in contatto con la propria esperienza/vissuto al fine di sperimentare nella relazione terapeutica un approccio con se stessi che si riveli funzionale e orientato alla realizzazione del proprio benessere.
Nella replica precedente le avevo chiesto:
"Cosa è emerso dalle sedute? Il percorso terapeutico è stato interrotto?"
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"continuo a sentirmi appannato"
"Cosa dovrei fare? E' necessario un atto di fiducia da parte mia? Dovrei continuare a vivere come se fossi lucido? Come se niente fosse?"

Le sensazioni di scarsa lucidità e di testa "appannata" (ma anche confusa, gonfia, vuota, leggera) dipendono spesso dall'ansia e questo accade specialmente nei soggetti ossessivi, che vorrebbero avere e mantenere il controllo su tutta la realtà, dentro e fuori di loro.

Ovviamente non possiamo sapere se non ci sia dell'altro, ma può sempre chiedere dal vivo un altro parere specialistico neurologico per tranquillizzarsi.

Quando assumeva lo Zoloft aveva questa sensazione di scarsa lucidità?
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