Ansia, non riesco a trovare la mia versione di ansia?!

Salve, sono un ragazzo di 23 anni e tutto pensavo nella mia vita che chiedere un supporto,ma evidentemente si cambia e si cresce, si capiscono determinate cose e altre fino allora magari perché sconosciute si sottovalutano, fin quando la tua volontà si spegne e non si riesce a riaccenderla...dopo il diploma ero incerto se intraprendere un percorso universitario o inziare per davvero a lavorare( perché nei mesi di vacanza dall'età di 15 anni lavoravo come aiuto muratore per mio zio ),visto che in quell'anno mio padre è venuto a mancare , e non mi sentivo di chiedere soldi a mio fratello o a mia madre... decisi di pagarmi l'università,ma dopo mollai perché mi pesava un po' tanto chiedere, per l'università che nemmeno mi piaceva(o almeno credevo non mi piacesse). Ho iniziato di nuovo a lavorare , e tutto oltre alla grande stanchezza andava bene...oltre al lavoro , trovavo tempo per praticare pallavolo a livello agonistico, a dedicare tempo ad amici e fidanzata, riuscivo a fare tutto senza che nulla mi pesasse...dopo due anni iniziano i primi dolori , la prima vera stanchezza... decido di cercare un lavoro piu soft , e riesco attraverso amici a trovare un lavoro all'estero ,che oltre ad essere più leggero era più retributivo. Ne parlo con mio fratello e mia madre che escludono a priori la mia proposta. Da lì iniziò qualcosa che tuttora non riesco a spiegare...dopo aver espresso rabbia repressa contro mio fratello e mia madre, ho intrapeso mesi nel quale i miei sentimenti erano rabbia ,e rancore verso la figura di mio fratello e di mia madre... ho iniziato a giocare d'azzardo in modo compulsivo(non riuscivo a smettere), come se facessi del male a loro e non a me...nonostante tutto loro riuscivano ad assecondarmi e a darmi soldi nonostante sapessero quello che facessi...con gli amici e la fidanzata sopprimevo tutto e riuscivo a stare tranquillo e felice... ho continuato a lavorare , ma iniziavo a sentire dolori al collo e alla schiena, ho cominciato ad avere sintomi di vertigini e confusione, vista offuscata, disapnea, derealizzazione ,ero sempre più nervoso, ma non ci facevo caso. Dico che a prescindere sono sempre stato ansioso, e appena morto mio padre( visto che ho sempre avuto dolori alla schiena per uno sviluppo improvviso , e posizioni nel sedersi che non erano corrette) ho cominciato a fare palestra, a fare un'alimentazione corretta, correre...poi ho perso le buone abitudini ho iniziato a fumare, nonostante mio padre sia morto a causa di un tumore ai polmoni(fumatore incallito)...sono dimagrito di 5 chili però nel giro di tre anni...ho iniziato a fumare marijuana , sempre con gli stessi amici, abbiamo trovato un equilibrio anche nel farlo, non siamo mai andati oltre due tre cannette a settimana in tre...ridiamo e ci siamo creati uno spazio dove parliamo di tutto e oltre a ridere riflettiamo...mi sono aperto con mia madre, la mia fidanzata ,mio fratello e i mie due amici più stretti. Avrei ancora tanto da scrivere , ma cosa ne pensate? Grazie
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile
Dalle sue parole si percepisce un malessere dove i contenuti hanno le sembianze di una matassa intrigata da dipanare. Sono tante le cose che emergono e che necessitano di una attenzione accurata e di una elaborazione altrettanto accurata. Lei è giovane e mi creda ne vale davvero la pena. Occorre una diagnosi, una ricostruzione degli eventi ed un lavoro mirato. Non so se ha la possibilità di poter fare una psicoterapia da un collega ma ancora meglio sarebbe un Centro, una Comunità, un Ente pubblico o privato dove trattano le dipendenze a partire da quella per il gioco d’azzardo, in quanto, nel suo caso, temo che una psicoterapia settimanale come inizio sia un pò poco e possa risultare vana.
Provi a cercare qualcuno di questi centri, in Italia ce ne sono molti, dove effettuano anche percorsi brevi. Le servirà intanto per uscire dalle solite dinamiche di casa sua e inoltre potrà dare una bella sferzata a sintomi che stanno cronicizzando.
Cerchi su Internet e vedrà che troverà senz’altro qualcuno di questi Centri utili per lei, oppure si rechi a un SeRD e chieda loro di fornirle informazioni in merito. Non aspetti oltre, merita il meglio dalla vita, non rimanga tropp a lungo nel peggio.
Cari auguri

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta e auguri. Le spiego meglio la mia situazione... perché ho riassunto un po' di cose e le ho sviluppate in modo un po' confusionario...la situazione era stabile, sia a livello fisico che a livello psichico...fino alla "non" partenza... da lì mi è mancata la figura di mio padre, il suo essere fermo nelle decisioni e il suo sapere sempre prendere la scelta giusta...Quando mio padre morì, mi son dovuto fare forza, mia madre stava sempre giù, mio fratello altrettanto... da lì palestra, alimentazione e tutto che mi facesse stare con il sorriso...non ho mai mostrato dolore e ho sempre fatto tutto per non far pesare il dolore che tenevo dentro. Il mio modo di aiutare mio fratello e mia madre era quello di non mostrare dolore e aiutarli sorridendo mentre il cuore piangeva...quando ho visto entrambi andare contro la mia scelta non ho esitato a mostrare rabbia verso di loro, ma era un tenermi sempre e comunque tutto dentro...giocando d'azzardo sinceramente non so cosa volevo dimostrare... quando lo stress è diventato alto mi sono fermato... e ho capito che stavo facendo una serie di cazzate che non rispecchiavano quello in cui ho sempre creduto io... in quel punto della mia "storia" mi sono fermato e non mi sono più rivisto... avevo preso un abitudine a stare teso e arrabbiato che nonostante io ci provassi non riuscivo più a placare , a essere tranquillo qualsiasi cosa facessi... il primo sintomo fu disapnea , a lavoro non facevo altro che tirare su il petto e non riuscire a respirare a pieno ,dopo le prime vertigini , le prime confusioni mentali, offuscamento della vista, dolori cervicali insopportabili, e le prime scariche di adrenalina( dei non veri e propri attacchi di panico, perché mi ero informato su Internet e prima che mi venissero avevo capito che fossero quel meccanismo di attacco e fuga che avevo letto su Internet). Mai andato all'ospedale , durante queste scariche di adrenalina riuscivo a mettermi sdraiato o a far finta di "nulla" sfociando,se proprio non riuscivo, in un pianto liberatorio. Ho pianto tanto davanti mia madre , mio fratello e le persone più strette dicendo loro sempre quello che il cuore mi diceva di dire in quel momento. Ho raggiunto l'apice, quando non riuscivo ad uscire se non con la mia ragazza, perché sapevo che con lei potevo piangere e aprirmi... tutto questo continuando a lavorare... facevo le cose per forza, ma le facevo perché mi sentivo che era la strada giusta, ho abbandonato il gioco... perché i sintomi si intensificavano dentro le sala giochi( l'ho preso come un segnale che il mio corpo mi stavo inviando), fumo marijuana solo quando mi va, e ultimamente ho detto spesso di no ai miei amici, e loro pur di starmi accanto decidono che dobbiamo fare altro... ho iniziato a fare esercizi di respirazione e meditazione da autodidatta, a letto... ogni settimana faccio la partita di calcetto tra amici, e tutto sembra andare meglio... ma non so... ogni tanto mi infilo in pensieri che mi bloccano... la cervicale sta sicuramente facendo il suo lavoro confondendomi ulteriormente... riesco a fare quasi tutto, ma non a pieno , non riesco più a fare tutto con quella sicurezza, tranquillità, forza e voglia che avevo , e che mi faceva sentire davvero vivo...però adesso riesco a farle le cose, mi pesa un po', però sfogandomi ho capito che non siamo macchine, che forse essere debole e fragili può servire a superare dolori, che le persone che ti amano ti ameranno per quello che sei e se sono veri amici ti aiuteranno sempre e comunque. Mi sono ancora dilungato, ma siccome a volte ritorno a pensare che non riuscirò più a essere tranquillo come una volta, volevo sapere , se sono sulla strada giusta?! A tra l'altro ovviamente il mio medico curante mi aveva prescritto un ansiolitico per 10 giorni, 5 goccr la mattina e 5 la sera, della classe delle benzodiazepine... l'effetto fu positivo, e mi faceva stare tranquillo, non mi creava sonnolenza,ma sentivo che dovevo liberare tante cose che avevo dentro... finito i 10 giorni non ne ho preso più e ho accantonato l'idea di prenderne altre dosi( anche perché a quanto ho capito la dose era bassa)...tutto questo mesi prima che avessi i miei momenti più bassi, e mi aprissi veramente con le persone care, e accadesse tutto il resto. Oggi tutti in famiglia , ho pianto perché mi mancava la presenza di mio padre, però sono andato fuori e ho fatto finta di nulla... secondo me ( stupido dirlo visto che si parla di me, e meglio di me non ci dovrebbe essere nessuno che può conoscermi meglio) tutto parte dalla mancata elaborazione e dal dolore inespresso del periodo della morte di mio padre... ma sono un po' confuso, e fare tutto sto lavoro di introspezione mi stanca tanto... sono ritornato a fare un'alimentazione sana , ma tutto è molto più difficile , tutto pesa, perché mentre lavoro o faccio qualsiasi cosa , penso sempre a come riuscire a non essere più ansioso, a come liberarmi dal dolore di mio padre, anche se nascosto per troppo tempo non lo reputo nemmeno un dolore cosi grande, anche se non riesco ad andarlo a trovare al cimitero... il mio problema è fisico e psichico, e sto cercando di sistemare entrambe le cose, anche se è davvero dura, adesso vedo tanti spiragli di luce. Ecco la domanda iniziale, che tipo di ansia è la mia?? Nel senso perseverando su ciò che sto facendo, riuscirò a renderla via via meno pesante, riuscirò via via a ridurre e a eliminare le paure insensate , riuscirò ad amare la vita come ho sempre fatto?? Magari con occhi diversi , con prospettive diverse, magari soffrendo ancora per molto, ma voglio ritornare ad amare la vita.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Intanto la ringraziamo per il suo racconto, nel quale emerge una grande voglia di vivere. Non l’ha persa, è solo nascosta dietro alla lotta che deve fare ogni giorno per sopravvivere.
Complimenti per tutto quello che sta facendo, compresa la meditazione! Provi peró ad abbandonarsi di più alla vita anziché soltanto condurla e controllarla, faccia un viaggio con la sua ragazza, ci sono luoghi meravigliosi e magici dove rigenerare mente e corpo che pochi conoscono come Civita di Bagnoregio nel Lazio, un paese costruito sul tufo che fra qualche anno potrebbe non esistere più a causa della corrosione, oppure Bagno Vignoni in Toscana, una località dalle atmosfere surreali dove l’acqua calda rigenera pelle, muscoli e ossa, ma anche Rapolano Terme, oppure la Scarzuola in Umbria dove architetture alla Gaudí celano messaggi e simboli esoterici e sono circondate da boschi impenetrabili e natura selvaggia, ma anche Trani in Puglia con l’affascinante Cattedrale di San Nicola Pellegrino affacciata sul mare. Ho citato solo alcune località italiane e fuori dalla sua regione che è stupenda, solo per farle cambiare aria. Poi cerchi davvero un centro dove fanno percorsi brevi, anche se ha smesso al momento di giocare le può essere utile per completare tutte le elaborazioni rimaste in sospeso e si faccia aiutare un po’. Oppure faccia qualche colloquio con una collega, non perché a lei manchino intelligenza a capacità ma perché il carico è molto grande. Provi a pensare che tutto è possibile e veda la parte di bicchiere mezzo pieno e tutto il buono che è riuscito a fare e non dimentichi un po’ di movimento che rigenera mente e spirito.
Buona fortuna e ci faccia sapere
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Utente
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Grazie, proverò , proverò e proverò e non smetterò di farlo, l'ho promesso a me stesso , anche se a volte cerca di farmi ricredere. Ho letto il suo messaggio tante volte, le sue parole mi sanno di qualcuno che vuole davvero aiutarmi. Non so, sono speciali. Seguirò i suoi consigli, se le fa piacere , scriverò e le farò sapere. Complimenti per la sua professionalità e la sua umanità. Ancora grazie , le farò sapere.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Grazie a lei, ci farà molto piacere avere sue notizie. Vede...la sua voglia di vivere è lì integra e intatta e lei merita di sentire l’odore del caffè, di vedere il colore dei fiori, di percepire la gioia della scoperta.
Bravo, bravissimo, è sulla buona strada.
Mille auguri
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Rieccomi... l'ansia è finita e sto bene. Sto scherzando, non è arrivato ancora il momento. Volevo scrivere per aggiornarvi sulla mia situazione. Tutti i sintomi si sono davvero ridotti... ma ho notato, che nonostante tutto il bene che sono riuscito a fare, non riesco a fare tutto con tranquillità, anzi mi sembra peggio... dico mi sembra perché i miglioramenti li vedo, però il problema del ME ansioso sa qual è?? Che nonostante i miglioramenti , noto che ogni volta che sono un po' più sulla corda, penso che va peggio che tutto peggiorerà. Ho iniziato a lasciarmi andare, ieri ho fatto da "modello" al mio barbiere, in una località bella come Cefalù . Una bella esperienza , rovinata ovviamente dall'ansia. Finito il taglio dei capelli i giudici dovevano valutare, 15 minuti fermo con questi individui che mi fissavano. Ho resistito tanto, la testa mi stava cadendo a terra , e il collo tesissimo mi faceva venire tipo delle scosse in testa. Finito sono uscito, una giornata di lavoro sarebbe stata meno faticosa. Ero distrutto e un pizzico soddisfatto. Tornato a casa decisi di raccontare ad un amico la giornata, e gli chiesi se conosceva qualche psicologo. Si voglio andare, perché principalmente, anche se i sintomi sono molto più sopportabili, sono rari i momenti in cui non riesco a pensare alla mia amica ansia. Un'amica con cui spesso litigo. Ho prenotato con gli amici un viaggio a marzo , a Cracovia. Una nuova sfida. Ma vorrei arrivare a Marzo con la serenità giusta per fare un viaggio che faccia parte del percorso terapeutico , così da poter magari vedere i cambiamenti decisivi che mi mancano. Parenti, amici, la ragazza possono aiutarti, ma non è quello l'unico aiuto che mi serve... sento che mi serve qualcosa che solo uno psicologo mi può dare. E siccome anche questo sta diventando un pensiero fisso, lo voglio far diventare realtà. Questo è uno dei pochi pensieri utili che faccio, e lo voglio esaudire. La mia vita è impegnativa,ma non fa schifo.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Grazie per la sua testimonianza
dalle sue parole si comprende molto bene che la sua ansia altro non è che energia intrappolata. Ed è proprio quando lei incomincia a stare meglio che come un fiume in piena appare di nuovo.
Sta intraprendendo il percorso giusto, si affidi con fiducia ad una collega e consideri l'ansia un risorsa per conoscere meglio se stesso, vedrà che le diventerà più amica.
E naturalmente buon viaggio a Cracovia
Ansia

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