Fibromialgia sondaggio medicitalia.

La fibromialgia è una malattia sconosciuta?

La fibromialgia in Italia colpisce tra il 2% e il 4% della popolazione, quasi 2 milioni di persone, in prevalenza quella femminile. Si tratta di una malattia invalidante in quanto caratterizzata da un dolore cronico diffuso in tutto il corpo che, spesso, condiziona anche gli stati dell’umore peggiorando la qualità della vita di chi ne soffre.

In occasione della Giornata Mondiale della Fibromialgia, che ricorre il 12 maggio di ogni anno, abbiamo elaborato i risultati di un sondaggio anonimo realizzato negli scorsi mesi per capire quanto gli utenti di Medicitalia conoscono questa malattia.

Quanto conosci la fibromialgia?

Su 1107 persone che hanno risposto al sondaggio il 90% ha saputo definire correttamente la fibromialgia come “una malattia reumatica cronica” e quasi l’80% sa che si tratta di una patologia che colpisce soprattutto le donne.

Sondaggio: quanto conosci la fibromialgia?

Sondaggio: quanto conosci la fibromialgia?

I sintomi della fibromialgia sono molteplici, tra quelli indicati nel sondaggio sono risultati i più conosciuti:

  • Dolore diffuso in tutto il corpo (29%)
  • Stanchezza (19.5%)
  • Rigidità muscolare (17.7%)
  • Depressione, ansia e disturbi dell’umore (15.1%)
  • Formicolio e aumento della sensibilità sulla pelle (12.5%)

Meno noti, invece, il vaginismo e nausea e vomito, indicati entrambi solo dal 3% degli utenti.

Sondaggio: quali sono i sintomi della fibromialgia?

Sondaggio: quali sono i sintomi della fibromialgia?

Come si effettua la diagnosi e come si cura la fibromialgia?

Risulta, invece, meno conosciuta la modalità con cui viene diagnosticata la fibromialgia: quasi il 30% degli utenti non sa cosa siano i tender points e i triggers points. Circa il 50% ha saputo definire i tender points come “punti dolenti alla pressione localizzati in parti ben individuate del corpo” e quasi il 25% li ha, invece, confusi con i trigger points, ossia “aree estremamente dolorose localizzate in uno o più muscoli”. La giusta individuazione di questi punti e aree è, infatti, alla base dell’anamnesi che viene fatta per la diagnosi della malattia che prosegue poi con altre indagini strumentali ed esami mirati a confermare la fibromialgia.

Nonostante questo, resta comunque alta la percentuale di utenti che conoscono le possibilità terapeutiche per questa patologia: più del 75% delle risposte, infatti, dichiara che, per curare la fibromialgia, è necessario un approccio multidisciplinare che include interventi farmacologici e non.

Per approfondire:Tender points e trigger points: facciamo chiarezza

Fibromialgia: quando sarà riconosciuta come vera e propria malattia?

Da questi dati emerge che la fibromialgia non è affatto una malattia così sconosciuta, ma nonostante questo non è ancora riconosciuta a livello ministeriale e le persone che ne sono affette non hanno diritto a esenzioni e solo in pochi casi riescono a ottenere l’invalidità civile.

A ottobre 2021 si è tenuta un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro della Sanità affinché si valuti l’inserimento della fibromialgia nei livelli essenziali di assistenza (LEA) da parte del Servizio Sanitario Nazionale: in questo modo i pazienti fibromialgici potrebbero finalmente godere del regime di esenzione per le prestazioni ambulatoriali.

Si tratterebbe di un’importante conquista per coloro che si devono fare carico di tutti gli accertamenti necessari per confermare la diagnosi che, spesso, arriva dopo anni. In queste fasi i pazienti, affetti da sofferenza fisica e psichica, subiscono anche gli aspetti indiretti della malattia: secondo l’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica (AISF), il 50% dei pazienti gravi perde il lavoro, a volte dopo aver subito cambi di mansione e mobbing poiché, anziché essere riconosciuti come fragili e vulnerabili, vengono invece considerati solo sfaticati o ipocondriaci. Il riconoscimento di un codice di esenzione come “malattia cronica invalidante” potrebbe, pertanto, contribuire all’accettazione sociale del malato fibromialgico.

Molto è stato fatto finora per arrivare a questo punto, primo fra tutti il recente emendamento nella legge di bilancio che prevede lo stanziamento di un fondo di 5 milioni di euro destinati alla ricerca e alla cura della fibromialgia. Questo potrebbe accelerare il processo di inserimento della fibromialgia nei LEA con l’approvazione del DDL 229, disegno di legge ad oggi ancora fermo in Senato.

Fonti:

Data pubblicazione: 12 maggio 2022

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Fibromialgia

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