Operazine emoroidi metodo ferguson

Gentili specialisti. Sono stata sottoposta ad un'operazione per rimuovere emorroidi di IV grado giovedì scorso. Con il chirurgo era stato concordato di utilizzare il metodo Longo, ma durante l'intervento, lo specialista ha dovuto cambiare rotta ed eseguire il metodo Ferguson a causa della grandezza del problema. Dimessa il pomeriggio di venerdì, mi era stato detto che avrei dovuto espellere il tampone tramite le feci il prima possibile. Non riuscivo ad andare in bagno, pur passando ore ed ore a spingere, il risultato era che domenica il tampone era fuoriuscito di qualche mm e così lo ho tirato via (era enorme e intriso di sangue e muco, rigidissimo), ma niente feci. Lunedì mattina vado alla visita di controllo (con altro chirurgo), che mi fa un'esplorazione manuale interna, mi dice che è tutto ok ma che devo assolutamente andare di corpo, così torno a casa e forse, a seguito dell'inserimento delle dita da parte del medico, affronto con fatica immane la prima evacuazione, tra dolori, sangue, caccio fuori un tappo di feci durissime. Chiedo il vostro aiuto perché mi sembra assurdo che in una settimana io sia andata di corpo solamente una volta nonostante io segua una dieta principalmente liquida fatta eccezione di verdure lesse e frutta cotta, beva 2 litri di acqua e assuma (sotto indicazione del chirurgo) Laevolac tre volte al giorno e olio di vaselina da una settimana. Il dolore è tanto, ma non mi frena per cui, dove sto sbagliando? Leggo ovunque di persone che affrontano questo intervento ed evacuano anche 5 volte al dì, perché io non ho stimolo e le feci non si "ammorbidiscono"? Io insisto ogni giorno provando a spingere ma dopo un paio di ore devo accantonare perché comunque il sangue è tanto e ho poi il timore di far peggio. Non posso neanche parlare col chirurgo che mi ha operata, non ci sono riuscita neanche durante il ricovero. Mi sento sola perché le persone che ho sentito hanno avuto anzi, il problema opposto. C'è qualche norma o accorgimento che potrei adottare? Sto sbagliando qualcosa? Non posso di certo entrare col dito e intervenire manualmente.
Vi scrivo comunque la mia terapia per sicurezza:
Buscopan, 15 gocce di Contramal 3 volte al dì, Toradol tre volte al dì, Laevolac tre volte al giorno, olio di vaselina a digiuno.
Un cordiale saluto.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Non è nostra abbitudine modificare terapie e commentare quello che viene consigliato
Le scrivo come personalmente mi comporto: preferisco rimuovere alla dimissione il tampone e non aspettare che questo venga espulso con la defecazione
Questa potrebbe avvenire anche con ritardo,vista l'abitudine di alcuni colleghi di far eseguire clisteri preoperatori.
Consiglio sempre una rapida ripresa di una normale alimentazione con eventuale aggiunta di fibre e solo in rari casi consiglio lassativi evitando, sempre, il lattulosio ritenendolo "irritante" per le ferite anocutanee.
Le consiglio vivamente di evitare manovre manuali e di consultare al più presto un Colonproctologo.

Dr.Giuseppe D'Oriano Docente Scuola Speciale A.C.O.I. di Coloproctologia. Chirurgo Colonproctologo.
www.drgiuseppedoriano.blogspot.com

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Utente
Utente
Buonasera Dottore, la ringrazio innanzitutto per la celere risposta. Capisco perfettamente l'impossibilità di modificare una terapia, ,i dubbi sull'alimentazione sono tanti visto che purtroppo, non ho modo di confrontarmi col mio chirurgo che sul foglio di dimissione ha semplicemente scritto "si consiglia un vitto leggero". La paura di sbagliare come immaginerà è tanta visto il dolore, e la scelta di cibo "lassativo" è dettata dalla suddetta, non avendo al momento molta percezione ed essendo perplessa del mancato effetto di tre lassativi al giorno. Non ho alcuno stimolo e anche se sento "un tappo" non potrei affermare mai con certezza che siano feci essendo la parte interessata molto provata. Il dilemma che spero possiate sciogliere è: faccio bene o male a insistere nella spinta nonostante non senta alcuno stimolo? Visto che spinte violente quando si soffre di emorroidi non sono indicate, funziona così anche in un post operatorio? Io provo a sedermi sul water per 15 minuti ogni paio d'ore a spingere in maniera disumana ma niente. Non vorrei arrecare danni non necessari visto che sento i punti tirare. Ripeto, il dolore non mi interessa, ma non voglio peggiorare una situazione già delicata. Nell'attesa di un'eventuale risposta, per quanto possa valere ci tengo a sottolineare che sono d'accordo col Dottor D'Oriano quando afferma di preferire l'eliminazione del tampone al momento della dimissione, mi sembra veramente inutile e doloroso lasciarlo lì per farlo gestire indipendentemente dal paziente a casa.
I miei più cordiali saluti
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Inutile e dannoso, anche in condizioni normali, spingere in assenza di un vero stimolo.
Utile una visita di controllo.

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Utente
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Buonasera Dottori, vi contatto in preda al più totale sconforto e avrei bisogno di una delucidazione. Al tatto sentivo che c'era qualcosa che non andava e così ho preso uno specchio e mi sono trovata davanti un' orribile scena: cinque gavoccioli di pelle intorno all'ano di cui uno di mezzo cm che esce fuori dalle natiche sia quando sono in piedi che sdraiata. Quando ho fatto la visita di controllo non mi ero ancora guardata e riferendo cosa sentivo al tatto mi è stato risposto: devi cercare di non pensarci. Aggiungendo che sarebbe rimasto così. Premetto che anche quando ho chiesto la prassi dell'intervento non mi è stato risposto nulla o quando i punti sono caduti al quarto giorno tutto è rimasto campato sul vago. Non smetto di piangere e necessito di sapere come muovermi, non ho più intenzione di rivolgermi a questa persona. Le mie domande pertanto sono due: a distanza di quanto dall'intervento (avvenuto due settimane fa), per permettere una visuale oggettiva, posso rivolgermi ad altro specialista? E, presupponendo che io debba andare da un colon proctologo ( correggetemi se sbaglio) devo farmi fare un'impegnativa dal medico e affidarmi al caso, o avete qualche direzione da fornirmi? Grazie a chiunque avrà la cortesia di aiutarmi.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Per una valutazione del suo problema è utile e necessaria una visita Coloproctologica, anche subito.
Si prenoti munito di impegnativa per visita Colonproctologica
Cordiali saluti.
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Utente
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Perdonatemi se abuso della vostra pazienza
.Io sono di Roma, escludendo il San Camillo c'e una struttura che avete da consigliarmi alla quale potrei rivolgermi o uno specialista in particolare?
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
Noi non facciamo preferenze.
L'importante è che sia un Colonproctologo.
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Utente
Utente
Gentili Dottori eccomi di nuovoqui in attesa di vedere un po' di luce dopo un mese di post operatorio. Continuo a mantenere un'alimentazione leggera accompagnata da molta verdura e frutta cotta e assunzione di fibre e nonostante ciò l'evacuazione rimane inconsistente a seguito di spinte degne di un parto. Il chirurgo che mi ha operata mi ha vista il ventinove dello scorso mese e, a parte constatare una infezione nella zona dell' interno della natica destra che ha detto che cicatrizzerà da sola, sembrava soddisfatto. La sua perplessità riguardava appunto la defecazione , visto che a sua detta, ho una soglia del dolore particolarmente alta, così la sua idea era insistere con i lassativi ma alla mia obiezione sul fatto che comunque erano tre settimae di abuso di Laevolac e olio di Vaselina e io non volevo che il mio organismo si abituasse, mi ha menzionato l'uso del dilatatore ma senza spiegarmi molto. Sono andata in farmacia e ho comprato sia il Dilatan plus che il Dilatan nella speranza che le istruzioni fossero un po' più cristalline ma purtroppo non è così. Sono nove giorni che uso il 18, lo tengo in acqua con ghiaccio per 15 minuti e lo inserisco alla sera per una decina di minuti. Avrò anche una soglia del dolore alta ma la sofferenza si fa sentire ma non mi lamenterei se almeno ne traessi un minimo beneficio. La mia domanda è: dopo quanti giorni si deve passare alla misura più grande? E faccio bene ad utilizzarlo freddo o sarebbe meglio caldo? Perdonate i quesiti ma sia il chirurgo che il mio medico di base sono in ferie e io non ho davvero più denaro per altri colloqui. Un sentito ringraziamento per l'attenzione.
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Dr. Giuseppe D'Oriano Chirurgo oncologo, Colonproctologo, Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo d'urgenza 12.6k 361 4
La stenosi anale è sempre possibile negli interventi di emorroidectomia.Non conosco la sua situazione locale,ma di solito sono necessari 3/4 giorni per passare alla misura successiva, applicando sempre la misura più piccola per qualche minuto prima della maggiore. Ai miei pazienti consiglio di riscaldare i dilatatori.
Utile una valutazione diretta del suo problema per per escludere un possibile coinvolgimento, nella difficoltà alla evacuazione, di un eventuale prolasso rettale Interno.
Cordiali saluti.