Rottura profilattico durante rapporto mercenario

Gentili Dottori,

in seguito ad un periodo difficile della mia vita, in cui fra le altre cose per tanto tempo non ho avuto eiaculazioni (ne ho parlato recentemente anche qui nel consulto #441845: https://www.medicitalia.it/consulti/andrologia/441845-astinenza-sessuale.html), ho deciso - imprudentemente - di ricorrere al sesso mercenario, non avendo io adesso una partner stabile.
Ho avuto 3 rapporti mercenari, tutti con prostitute sudamericane.

Durante l'ultimo rapporto è avvenuto un fatto che mi crea molta ansia:
durante una fase piuttosto concitata dell'atto sessuale, mentre io ero sdraiato con la donna sopra di me, ho avvertito un repentino cambiamento di sensibilità del mio pene, allora l'ho estratto dalla vagina dopo qualche secondo (pochi, una decina al massimo) ed ho constatato la rottura del profilattico: il glande era completamente scoperto.

Il giorno dopo ne ho parlato col mio medico di base, con cui ho un rapporto molto schietto: il medico mi ha suggerito di stare tranquillo e di fare solo dei controlli del sangue, che mi avrebbe prescritto lui stesso, a 40 gg ed a 100 gg dal fatto.

Le mie domande sono:
1) è proprio vero che per il momento non posso fare altro se non aspettare 40 gg (e poi 100 gg) per le analisi ematiche?
2) so che non è semplice, ma a quanto potrebbe ammontare (alto - medio - basso - ecc.) il rischio di un contagio da HIV o HCV in seguito ad un fatto come quello che ho descritto, cioè rapporto penetrativo vaginale con perdita di protezione profilattica per circa 10 secondi, con partner ad elevata promiscuità, senza apparenti lesioni o microlesioni del glande?

Vi ringrazio fin d'ora per il tempo che vorrete gentilmente dedicarmi.
M.
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Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Gentile utente,
Il rischio di contagio per HIV e patite B e C esiste.
Il rischio di HIV per un rapporto con una persona chiaramente sieropositiva ammonta a lo 0,0 82%, percentuale che si moltiplica in caso di ulteriori rapporti
La tempistica di esposizione a seguito della rottura del preservativo non rappresenta un rischio minore o maggiore: diciamo che rischio esiste a prescindere.
Nel suo caso lei non può intraprendere nemmeno una terapia post esposizione poiché la stessa si può effettuare al massimo 72 ore dopo l'evento.
Le cose da fare sono il testo di quarta generazione per HIV antigene anticorpo, e i test per l'epatite B e C oltre all'indispensabile visita venereologica, la quale avrà il compito di escludere tutte le altre malattie sessualmente trasmissibili non reperibili in ambito sierologico e validare i test compiuti.

Carissimi saluti
Per ulteriori informazioni può scegliere nel nostro sito www.venereologo.it

Dr.Luigi Laino Dermovenereologo, Tricologo
Direttore Istituto Dermatologico Latuapelle
www.latuapelle.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
innanzitutto grazie per la pronta e chiara risposta.
Avrei alcune ulteriori domande, se non le dispiace.

Lei scrive: "Il rischio di HIV per un rapporto con una persona chiaramente sieropositiva ammonta a lo 0,0 82%, percentuale che si moltiplica in caso di ulteriori rapporti."
Parla di rapporti protetti oppure non protetti? Non mi è chiaro...
La percentuale che lei ha indicato sta a significare che dopo un solo rapporto (protetto o non protetto aspetto che me lo specifichi) con un partner HIV-positivo il rischio di contrarre il virus ammonta a circa 8 casi su 10000, cioè 82 su 100000? Ho ben capito?

Ed ancora, vorrei specificare quello che non ho detto chiaramente prima: sono ancora entro le 72 ore di cui lei parla, pertanto teoricamente potrei effettuare la terapia post-esposizione cui lei fa cenno. Mi potrebbe gentilmente indicare di che si tratta? Il mio medico non me ne ha parlato e non ho la possibilità di consultare de visu un venereologo prima della prossima settimana, quando sarebbe sì troppo tardi.

Ed infine (forse lei mi ha già risposto, ma temo di non aver ben capito): la letteratura medica riporta statistiche di contagi virali a seguito di un rapporto vaginale protetto, come il mio, in cui però la protezione a un certo punto è mancata a causa della lacerazione della barriera?

Grazie nuovamente per l'attenzione che vorrà concedermi.
M.
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Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Gentile utente,
Mi scusi ma ho letto solo ora tutte queste repliche: lei ha comunque capito perfettamente tutto ciò che le ho scritto.
Pertanto se non ha novità, non aggiungo nulla a quanto le ho apposto.
Carissimi saluti.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore,
si figuri, non si preoccupi.
D'intesa con il mio medico di base, farò il test per gli anticorpi ant-HIV e anti-HCV il 12 dicembre prossimo e successivamente dopo altri 60 gg.
La terrò aggiornata, se vuole.
Di nuovo, saluti.
M.
[#5]
Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Ottimo

cari saluti
[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Laino,

mi fa piacere tenerla informata sulla situazione.

Ho fatto le analisi del sangue il giorno 15/12 (quindi a 33 gg dall'evento a rischio, avvenuto il 12/11), come le avevo anticipato. Trascrivo di seguito il referto, che vorrei lei mi aiutasse a comprendere meglio:

ANTICORPI ANTI HCV (Chemiluminescenza)
Esiti: 0,05 i
Valori di riferimento: i < 0,8 assenti ; 0,8 < i < 1,0 indeterminati ; i > 1,0 presenti.

VIRUS IMMUNODEFICIENZA ACQUISITA [HIV 1-2]
(Chemiluminescenza CLIA - immunodosagggio di IV generazione per il rilevamento degli anticorpi anti-HIV1, anti-HIV2 e antigene P24)

Antigene P24
Esiti: 0,298 S/CO
Valori di riferimento: < 1,0 non reattivo; > 1,0 reattivo

Anticorpi Ab HIV1-2
Esiti: 0,289 S/CO
Valori di riferimento: < 1,0 non reattivo; > 1,0 reattivo

HIV Ab/Ag
Esiti: NON REATTIVO

Premettendo che so che i test vanno ripetuti a 90 gg (per l'AIDS) e a 180 gg (per l'epatite C) dall'evento a rischio affinchè vi sia la certezza del riscontro sierologico, vorrei chiedere:

mi sembra di aver capito in maniera chiara che al momento non sono emersi gli anticorpi anti-HCV e questa credo sia già una buona notizia,
ma come vanno invece correttamente interpretati i numeri relativi all'HIV?

Che significato hanno realmente quel 0,298 e quel 0,289?

Perchè l'esito è "non reattivo" anche se quei valori non sono zero (dipende forse dalla metodologia impiegata dal laboratorio?)?

L'immunodosaggio di IV generazione a chemiluminescenza CLIA è una metodologia valida ed affidabile? (Suppongo di sì.)

"Non reattivo" è sinonimo di "sieronegativo"?

Sulla base delle analisi eseguite ci sono i presupposti per poter trascorrere il Natale con più tranquillità e serenità rispetto all'ultimo mese?

Mi scuso per le tante e forse banali domande e ringrazio sentitamente in anticipo per l'attenzione prestata ed il tempo dedicatomi.

Cordiali saluti.
M.
[#7]
Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Non reattivo significa negativo.
Per il resto direi che le posso stare sereno.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Grazie nuovamente e sinceri auguri di buone festività natalizie, Dr. Laino.
M.
[#9]
Dr. Luigi Laino Dermatologo 22k 464 367
Prego e saluti
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