Taenia solium

Salve, vi scrivo per mia madre. A Marzo ha avuto degli episodi di diarrea per qualche tempo, a cui non ha dato peso dato che in quel periodo era diffuso nella nostra zona un virus intestinale che portava nausea e diarrea. Tuttavia gli episodi si sono verificati molto spesso e prolungati per parecchio tempo, aggiungendo anche un aumento di appetito ma non un dimagrimento (anzi, al contrario io direi che il peso è aumentato), finché lunedì non ha trovato nella biancheria intima un segmento biancastro. Recatasi dal medico, le ha detto che si trattava di tenia/ verme solitario e le ha prescritto yomesan da prendere la mattina dopo: tutte e 4 le pastiglie da masticare o da sciogliere in acqua, bevendo poi del succo di frutta alla pesca. E' andata in bagno 3 volte nello stesso giorno espellendo ogni volta molti segmenti, anche arricciati. Poiché il medico non aveva avvisato di cercare la testa tra le feci, mia madre si è solo preoccupata di osservarle, senza nemmeno pensare di prenderne un campione per farlo analizzare. Il giorno dopo non ha preso medicine, è andata in bagno 2-3 volte senza riscontrare tracce di proglottidi. Il giorno seguente invece, andando in bagno per la 3a volta, ha trovato un altro pezzo aggrovigliato bianco. Lo ha prelevato e messo in un contenitore per le feci, prelevando anche un campione di feci e mettendolo in un altro barattolo. Ha portato il tutto ad analizzare. Oggi i risultati: esame parassitologico delle feci positivo, tenia solium. Il medico di base le ha consigliato di ripetere la cura fra 15 giorni e ha detto a mio padre di fare la stessa cura con yomesan poichè sospetta che anche lui abbai potuto contrarla. Avendo letto molte cose su internet riguardo a questa tipologia di tenia, sono molto preoccupata, per questo vi chiedo:
-Perché i segmenti si sono ripresentati dopo quasi due giorni?
-E' stato un errore non prendere altre dosi del medicinale dopo il dosaggio descritto?
-Il fatto che l'esame sia risultato positivo, dopo aver fatto la cura, significa che la tenia non è stata del tutto eliminata?
-Che probabilità ci sono che la tenia si sia evoluta in cisticercosi?
-E poi vi chiedo, io, mio padre e mio fratello abbiamo potuto contrarre la stessa tenia o la cisticercosi?
-Il fatto che mio padre abbia usato, nel periodo in cui non sapevamo ancora niente di tutto ciò, lo stesso asciugamano da bidet di mia madre, che conseguenze può avere?
-Come ci si può togliere il dubbio della cisticercosi?
Confidando nelle vostre risposte, vi ringrazio in anticipo.
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Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Oltre ai medicinali vengono impiegati, in associazione, lassativi, per favorire eliminazione del verme e delle uova.

L'infestazione è legata non al contatto fra persone ma all'ingestione di carni infestate.

La cisticercosi va dimostrata con esami diagnostici di ambito radiologico.

Ne deve pertanto parlare con dovizia di particolari con il suo curante.

Primario di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva - Ospedale "Mater Dei" - Bari
www.enterologia.it
www.transnasale.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
innanzitutto la ringrazio per la celere risposta.
Oggi mia madre ha avuto modo di consultarsi con la biologa che ha effettuato gli esami delle sue feci, e le ha comunicato che quel pezzo bianco che aveva trovato e portato ad analizzare in un barattolo separato, era lo scolice.
Ora io le chiedo:
-Questo significa che la tenia è stato completamente debellata?
-Se è così come mai il secondo campione di feci, prelevato il mattino dopo aver trovato lo scolice, è risultato anch'esso positivo all'esame parassitologico?
Mi scuso per i miei tanti dubbi, ma come si comprende, sento il bisogno di certezze, essendo preoccupata.
Ringrazio ancora nell'attesa di una sua risposta.
[#3]
Dr. Francesco Quatraro Gastroenterologo, Colonproctologo 28.8k 519 41
Cara giovanissima,
nel sottolinearle quanto le ho già risposto, la informo che
l'espulsione dello scolice, in genere, è la prova del l'eliminazione del parassita.
È ovvio che le altre proglottidi costituiscano positività dell'esame.

Si faccia guidare dal suo curante.