Esofagite e bendaggio gastrico

Spettabile Dottore, avrei bisogno di un consiglio circa un problema che mi affligge da diverso tempo, circa tre mesi.
Quattro anni fa, ho deciso di sottopormi ad un intervento per l’impianto di un bendaggio gastrico che mi permettesse di perdere chili, che con ogni sorta di diete e medicinali non ero mai riuscita a togliere se non per brevi periodi. I chilogrammi accumulati erano proprio troppi (avevo raggiunto la quota 136kg). L’intervento a parte problemi derivanti da una emorragia causati dall’introduzione del trocar che hanno dovuto far variare l’intervento da laparoscopia a laparotomia, posso dire che è perfettamente riuscito e a distanza di quattro anni e con la calibratura a 3cc e senza troppa compliance da parte mia, mi ha portato a perdere circa 40 kg. Mi sono promessa di riuscire a perderne almeno altri 20 per potermi ritenere pienamente soddisfatta. Se non che da qualche mese ho iniziato ad accusare forti dolori addominali e bruciore intenso notturno e rigurgiti amari, accompagnato, quando il bruciore e il dolore si fa intenso, da un dolore alla base del collo sul lato destro. Su consiglio del chirurgo bariatrico ho effettuato una esofago gastro-duodenoscopia la cui diagnosi è stata :Esofagite di grado A sec. Los Angeles in esiti di bendaggio gastrico.
Il medico curante mi ha prescritto inizialmente il pariet 20 ma avevo un ulteriore disturbo, ovvero durante il sonno mi svegliavo con forti accessi di tosse causati da rigurgiti acidi. Ha aggiunto al pariet 20 da prendere al mattino a digiuno anche una bustina di Riopan gel la sera prima di sdraiarmi. Questa terapia protratta per circa tre mesi mi ha dato notevole sollievo, ma da circa un mese il medico curante ha consigliato di interrompere con il Pariet 20. Purtroppo non riesco a smettere perché se durante il primo o il secondo giorno non ho fastidi al terzo giorno inizia una certa pesantezza all’altezza dello sterno per poi continuare con rigurgiti di cibo non digerito e infine di succhi acidi e poi amari, fino a che tutti i fastidiosi disturbi si ripresentano. Vorrei sapere se protrarre per così tanto la terapia con il Pariet porta conseguenze, inoltre per quanto tempo ancora dovrò continuare visto che i sintomi appena smetto si ripresentano, e il solo Riopan gel non mi da nessun sollievo. Devo dire che in 4 anni che mi è stato inserito il band, non ho mai avuto alcun problema gastrico se non negli ultimi 3-4 mesi. Spero che l’esofagite non sia una diretta conseguenza del bendaggio e che ci sia una cura risolutiva a questo fastidioso disturbo. La ringrazio di qualsiasi consiglio vorrà darmi.
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 662 233
In caso di sintomatologia persistente alla sospensione del farmaco, è indicata la terapia ininterrotta, indipendentemente dalla presenza o meno del bendaggio.Auguri!

Dottor Andrea Favara

http://www.andreafavara.it

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio sinceramente per la pronta risposta, ma ho da chiarire per poter stare più tranquilla: è normale che una esofagite non abbia miglioramenti dopo quasi 4 mesi di cure? L’utilizzo del farmaco può continuare ad oltranza per tanto tempo e se si, per quanto è consigliato? Piuttosto, devo preoccuparmi se dopo così tanto tempo non ho alcun giovamento? Secondo il mio medico curante sarebbe tempo di interrompere il Pariet e conoscendolo per essere molto restio nel prescrivere farmaci per lunghi periodi , mi aspetto che la prossima volta che gli richiedo la prescrizione lui si rifiuti. Perciò è il caso che mi rivolga ad uno specialista, visto che lei mi consiglia di proseguire la terapia? A lungo termine se i farmaci non mi daranno risoluzione al disturbo, a quali conseguenze andrei incontro? Su un manuale medico ho addirittura trovato descritto la patologia l’Esofago Barret, e la descrizione mi ha un po’ impressionata avendo io una famigliarità a patologie tumorali e a ulcere gastro-duodenali(mio nonno , una zia e due zii da entrambi i rami famigliari). Probabilmente lei penserà che sia la solita ipocondriaca, ma il disturbo è reale e a volte limita lo svolgimento sia del mio lavoro che della mia vita quotidiana e sociale. Non è solitamente mia abitudine preoccuparmi più di tanto, soprattutto per il fatto che di solito dopo aver esposto un disturbo, il medico curante mi fa la prescrizione di una terapia e il tutto si risolve in breve o lungo tempo, ma è la prima volta che mi accade che nonostante i sintomi siano rimasti invariati e sono sotto controllo solo con i farmaci, il medico curante insiste nel dire basta alla terapia. Perciò io mi chiedo: e poi?
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Dr. Andrea Favara Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo generale 26.6k 662 233
Comprendo i suoi dubbi. Una visita gastroenterologica permettera' di risolverli credo. Auguri!
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