Chiarimenti su diagnosi: discinesia esofagea

Ho difficoltà a deglutire da 3 anni.
Ho fatto videofluoroscopia, gastroscopia e visite dall’otorino.
Ciò che era stato rilevato era reflusso, spasmi discinetici e ernia da scivolamento.

Ho fatto diverse terapie, senza risolvere il problema della deglutizione, che solo delle volte andava leggermente meglio.

Ho ripetuto dunque la gastroscopia con biopsie.
Aspetto ancora esito biopsie.
Questo è il referto:

ESOFAGO: REGOLARE PER CALIBRO E LUNGHEZZA MS DISCINETICO, MUCOSA INDENNE E CARDIAS IN SEDE E CONTINENTE.

FONDO E CORPO: PLICHE APPIANABILI ALL'INSUFFLAZIONE E MUCOSA INDENNE.
LAGO MUCOSO CHIARO.

ANGULUS: MUCOSA INDENNE
ANTRO:MUCOSA INDENNE E PILORO PERVIO ED IN ASSE DUODENO:BULBO E SECONDO DUODENO INDENNI
CONCLUSIONE: DISCINESIA ESOFAGEA, TEST RAPIDO PER RICERCA H.
P
NEGATIVO

Io ho chiesto al mio medico, visto che ho difficoltà a deglutire e mi sento spesso soffocare se questa discinesia esofagea, è pericolosa.
Lui ritiene sia esclusivamente un fattore ansioso e nervoso, che possa mangiare serenamente e che debba stare più tranquilla.
Mi ero rasserenata, ma leggendo su internet questa discinesia pare essere una patologia da approfondire e trattare con farmaci, addirittura in alcuni casi con interventi.

Uscita dalla visita ero serena ma adesso sono molto preoccupata.
Ho paura di non poter mangiare più normalmente.
Come mai il mio Gastrointerologo dice sia solo ansia, avendomi persino consigliato di andare da uno psichiatra e su internet è un problema fisico?
Per favore ho bisogno di capire.
Non ce la faccio più con questa caccia a lupo, faccio controlli da 3 anni senza capirci niente
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
La discinesia esofagea è una alterazione della motilità dell'esofago che comporta i sintomi che riferisce. In questo panorama si inseriscono diversi tipi di diagnosi alle quali conseguono diversi approcci terapeutici.
Considerando le informazioni che fornisce riguardo le indagini strumentali praticate la condizione esposta sembra inquadrabile in "spasmi esofagei diffusi" e non prevede un trattamento chirurgico in prima istanza (come invece altre alterazioni), ma un approccio farmacologico. I farmaci utilizzati dal gastroenterologo sono in alcune circostanze procinetici, in altre calcioantagonisti o altri ancora e soltanto l'ottenimento di una risposta adeguata (con riduzione dei sintomi) conferma l'efficacia.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

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Utente
Utente
Grazie dottore per la risposta. Le spiego: Io prima facevo terapia con levobren e valpinax, ho dovuto interrompere perché il levobren ha causato assenza di ciclo, e non ho fatto preso più nulla perché il mio Gastrointerologo ha voluto fare gastroscopia per avere un quadro più chiaro e a detta sua rendermi più serena .
Io non sono affatto più serena, perché il quadro è sempre quello, e lui mi ha detto che non servono farmaci ma che io stia serena e faccia terapia psicologica, quando lei invece mi sta dicendo che è un problema della moralità esofagea e non mentale. Ma soprattutto, dovrò prendere farmaci a vita? Cioè io ho sempre avuto nel corso della mia vita difficoltà a deglutire, ma comunque mangiavo. Solo negli ultimi 3 anni è diventato praticamente impossibile. Significa che io senza farmaci non posso mangiare? Non capisco perché il mio Gastrointerologo mi abbia assicurato parlandomi di ansia quando la mia è una patologia.
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Per fare un po' chiarezza nei limiti di una consultazione online il quadro esposto è quello di un disordine motorio, quindi di tipo funzionale. Vuol dire che l'organo (esofago) funziona male, ma non c'è una lesione della struttura.
L'ansia è un sintomo, non una patologia, e si accompagna a diverse condizioni amplificando o sostenendo gli altri sintomi.
Riepilogando:
è corretto inquadrare l'ansia e ricorrere a un approccio terapeutico (psicoterapia) che possa disinnescare il circolo vizioso che si realizza tra psiche e corpo;
sul versante somatico è utile cercare di migliorare la coordinazione funzionale dell'esofago; poiché un procinetico classico ha determinato problemi, si può ricorrere a fitoterapici (composti con zenzero) per avere una buona risposta. Sorvolo sul fatto che l'associazione levobren + valpinax non è ottimale.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

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Utente
Utente
Grazie dottore per la spiegazione. Dunque anche non avendo più problemi di somatizzazione il disturbo dell esofago rimarrebbe.
Volevo fare altre domande a riguardo se non è un disturbo:
Questa disfunzione è pericolosa? Si può soffocare? Perché da i sintomi che ho pare che io non possa nutrirmi come gli altri.
E dovrò prendere farmaci a vita per coordinare la motilità?
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
Quando ho scritto "disinnescare il circolo vizioso che si realizza tra psiche e corpo" intendevo ribadire che il miglioramento che si può ottenere intervenendo su uno dei due campi si riflette anche sull'altro portando a un attenuazione progressiva della sintomatologia e a una qualità di vita migliore.
In merito ai tempi di assunzione di farmaci, è più probabile che vada incontro a fasi di necessità alternate a periodi di non necessaria assunzione farmacologica anziché a una terapia monotona standard come per altre patologie.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

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Utente
Utente
C’è la possibilità che i sintomi regrediscono del tutto? Magari con un periodo migliore?
Perché questo periodo per me è molto stressante e non ho solo problemi di deglutizione, ma di ansia e depressione.
Ad ogni modo grazie per le risposte dottore. Spero riuscirò a tirarmene fuori e poter mangiare come chiunque altro, perché sono sottopeso e non ho più fame e questa cosa mi preoccupa parecchio. Le auguro una buona giornata
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Dr. Alessandro Scuotto Gastroenterologo, Perfezionato in medicine non convenzionali, Dietologo 6.7k 204 65
La situazione ansia/depressione potrà essere inquadrata correttamente dallo specialista psichiatra, come le ha suggerito il gastroenterologo, e l'adeguata terapia la condurrà a un "periodo migliore" con possibile remissione dei sintomi.

Alessandro Scuotto, MD, PhD.

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Utente
Utente
Dottore mi scusi se continuo a disturbarla, ho risentito il mio Gastrointerologo per avere chiarimenti e ha confermato ciò che lei mi ha detto. Ho avuto però l’informazione che non sono state fatte biopsie in quanto il medico non ha ritenuto necessario farlo. Io però volevo escludere L’esofagite eosinofila, in quanto era quello che più mi spaventava, tanto che avevo volutamente richiesto le biopsie. Ma lui so sostiene che non trovando residui eosinofili, abbài dato per scontato che la difficolta a deglutire dipende dalla discinesia. Lei crede che abbia fatto bene? O che andava comunque fatta là biopsie? Ora sono un po’ spaventata perché l’unica ragione della gastroscopia era proprio escludere acalassia e esofagite eosinofila, ma ho paura che non siano stati fatti i controlli che servivano.