Presentazione podalica a termine

è obbligatorio sottoporsi a cesareo programmato in caso di presentazione podalica a termine nonostante assenza di sofferenza fetale?
è accettabile che presso un ospedale mi venga richiesto di rivolgermi altrove senza prescrizione di un monitoraggio, vista la mia volontà di attendere le contrazioni con termine scaduto da tre giorni?
corrisponde al vero che in italia non si facciano più nascere naturalmente i bambini podalici?
allibita per il trattamento ricevuto, chiedo chiarimenti su come difendersi dal mancato rispetto dei nostri diritti...grazie di cuore
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Dr. Ivanoe Santoro Ginecologo, Senologo 8.5k 282 6
Gentile amica
nulla è obbligatorio in Medicina, nel rapporto fra Medico e Paziente.
Esistono soltanto dei consigli e delle informazioni, piuttosto.
La presentazione podalica, specie se per il primo figlio, è ritenuta condizione irrinunciabile all'esecuzione del taglio Cesareo e non solo in Italia. Società scientifiche internazionali hanno immesso l'indicazione "podice in primigravida" fra quelle che consentono l'esecuzione del Taglio Cesareo programmato, a termine di gravidanza.
Questa indicazione al TC nelle presentazioni podaliche si è poi, estesa anche ai figli successivi, quantomeno come consiglio, dato che, specie per
a) bambini il cui peso ecografico sia stimato superiore ai 3500 g
b) donne con pregresse distocie dinamiche (anomalie delle contrazioni uterine o dilatazione cervicale nelle passate gravidanze)
c) donne con anche minime anomalie della filiera ossea del parto (per traumi, incidenti stradali, congenite, ecc.ecc.)
d) gravidanze con fattori di rischio associati quali insufficienza placentare, anomalie volumetriche del liquido amniotico, anomalie della disposizione del cordone ombelicale fetale ecc.ecc.
il parto podalico per via vaginale è gravato da una serie aggiuntiva di rischi e di nocumento alla salute della madre e del bambino.
Tutto ciò, ovviamente, è sempre sub judice rispetto alla volontà della paziente, che esprime un consenso che può o meno tenere conto delle indicazioni o dei cosnigli del Curante, purchè sia adeguatamente compreso e ricco in tutte le sue sfaccettature nozionistiche.
In parole povere: la paziente può, comunque, decidere di seguire o meno le indicazioni del medico; è, importante, però, che l'informazione che riceva sia completa ed esaustiva, oltre che ben compresa.
Ovviamente quando la volontà della paziente travalica il consentito, in termini di indicazioni ritenute assolute dalla scienza medica, il medico può rifiutarsi di eseguire ciò che la donna richede, in quanto contrario all'etica comportamentale che vuole sempre che il sanitario si comporti secondo Scienza e coscienza.
La inviterei, quindi, a riflettere con serenità e calma riguardo la sua situazione.
Non deve assolutamente vedere il comportamento dei Colleghi come un comportamento dettato da un atteggiamento personale sfavorevole nei suoi confronti, ma piuttosto come una presa di posizione che deriva, probabilmente (non conosco a fondo il caso), da una dicotomia fra ciò che Lei desidera e ciò che la letteratura scientifica internazionale o la dottrina indicano quale risoluzione ottimale della sua specifica situazione ostetrica.
Tutto qui.
Ma se le cose stanno davvero così, la inviterei a ponderare seriamente sul consiglio che Le hanno dato. Se lo hanno fatto, credo, sia perchè ciò viene ritenuto migliore per Lei e per il Suo bambino.
Se vuole, mi richieda altre informazioni. Sarò ben felice di dargliele.
Auguri.
Dr. Ivanoe Santoro

Prof.Dr.Ivanoe Santoro
Spec.Ostetrico/Ginecologo
già Direttore f.f. UO OST/GIN Ospedale di Solofra(AV) Prof. Anatomia Umana Univ. Napoli

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