Citomegalovirus
Salve, sono incinta a 33+5. Sono in una situazione particolare poiché ho da poco scoperto di aver contratto il citomegalovirus in una fase presumibilmente intermedia della gravidanza. Vi spiego meglio: u.m. 7/01. Il 7 marzo le analisi del citomegalovirus risultavano con igg positive (64, 2) e igm negative. Per cui la ginecologa non si è particolarmente allarmata, perché sicuramente avevo contratto il citomegalovirus prima della gravidanza, per cui ero immune. Poi il 9/ 08 hp effettuato nuovamente il test e le igm sempre negative e le igg positive a 439,4. Così la ginecologa mi ha immediatamente prescrito um test avidità delle igg che ho ritirato oggi con il risultato di un'avidita alta, pari al 67%. Ora non riesco a contattare la mia ginecologa e sono in uno stato confusionale e di agitazione perché leggo pareri discordanti sul mio caso, visto che può sembrare un,,'infezione secondaria ma beccata in un periodo gestazionale precoce. Potreste darmi qualche dritta? Anche solo per rassicurarmi un po', oramai in questa fase della gravidanza è poco probabile che possa far qualcosa, però vorrei almeno avere un po' di chiarezza. Grazie mille anticipatamente per le risposte. Cordiali saluti
[#1]
Medico Chirurgo
Gentile Signora,
comprendo la sua apprensione e pertanto le rispondo.
L'approccio dell'Infettivologia alla infezione da CMV è cambiato radicalmente per i motivi che le spiego:
- Il virus appartiene alla famiglia delle Herpetoviridae e pertanto non si può escludere che anche in presenza di IgG esso si riattivi durante la gravidanza.
- Studi epidemiologici effettuati hanno dimostrato che la barriera placentare è abbastanza efficace nell'impedire l'infezione fetale, anche in corso di transitoria viremia.
-Sempre da studi epidemiologici si è visto che l'infezione, anche se avviene nelle prime settimane nelle quali è più facile che passi al prodotto del concepimento, nella maggior parte dei casi non si manifesta con danni al medesimo. La mamma partorisce dunque un bambino sano in oltre il 95% dei casi.
-Le tecniche ecografiche oggi disponibili permettono di monitorare accuratamente la morfologia embrio - fetale.
-Quand'anche si scoprisse una infezione da CMV nelle prime fasi della gestazione non è possibile fare nulla per curarla.
E' questo il motivo per cui alcuni ginecologi non richiedono più il test.
Venendo al suo caso:
- l'Avidity avrebbe dovuta essere richiesta al primo dosaggio, quello a circa tre mesi. Se l'Avidità fosse stata anche allora del 67%, in assenza di IgM, si sarebbe potuto concludere che l'infezione era stata contratta prima del concepimento con ottima certezza.
Tuttavia dalla mia esperienza di Infettivologia pluriennale le posso dire che è davvero difficile che in due o tre mesi, parlando di prima infezione, le IgM scompaiano completamente.
In genere si assiste ad una diminuzione del loro titolo ma lo stesso resta basso o si colloca in zona "grigia", il che allerta il clinico.
Lei da quanto riferisce NON aveva IgM! E questo è rassicurante.
In quanto alla impennata del titolo IgG nel secondo prelievo vi possono essere diversi fattori che vanno considerati:
-il laboratorio che non sia lo stesso del primo prelievo (valori di riferimento differenti).
-una riattivazione della infezione con innalzamento delle IgG specifiche
-Un contatto con il CMV, diffusissimo, con effetto booster.
Poichè l'avidità è altissima, sempre che sia stata eseguita accuratamente, si pone un dilemma infettivologico: se lei avesse avuto una riattivazione o un contatto occasionale col CMV avendo prodotto IgG "fresche" queste sarebbero state poco avide. C'è qualcosa che sfugge ad una interpretazione "matematica" come sempre accade in Infettivologia.
Dopo essermi dilungato per cercare di rendere fruibile anche a chi non conosca l'Infettivologia o la conosca a settori, vengo alle conclusioni.
Io ripeterei sia il dosaggio delle IgG anti CMV che l'avidity prediligendo il primo laboratorio, quello di marzo.
In caso di conferma di un titolo elevato con avidity alta o altissima, in assenza di alterazioni morfologiche del feto alla Ecografia porterei avanti la gravidanza nella certezza di partorire un feto sano.
Ulteriore possibilità è quella, che va considerata con il Ginecologo, di effettuare una amiocentesi per verificare la presenza di CMV nell'amnios.
Ma questo esame quand'anche ci dicesse che il virus ha superato la barriera placentare aumenterebbe l'angoscia, che in gravidanza fa sempre male, e non offrirebbe terapie.
Dunque carissima signora si tanquillizzino lei e la Ginecologa che la segue.
Sono certo che le sue ansie spariranno appena le metteranno vicino suo figlio vivo e vitale.
Scusi la prolissità ma era necessaria.
Carissimi saluti.
Dr. Caldarola.
comprendo la sua apprensione e pertanto le rispondo.
L'approccio dell'Infettivologia alla infezione da CMV è cambiato radicalmente per i motivi che le spiego:
- Il virus appartiene alla famiglia delle Herpetoviridae e pertanto non si può escludere che anche in presenza di IgG esso si riattivi durante la gravidanza.
- Studi epidemiologici effettuati hanno dimostrato che la barriera placentare è abbastanza efficace nell'impedire l'infezione fetale, anche in corso di transitoria viremia.
-Sempre da studi epidemiologici si è visto che l'infezione, anche se avviene nelle prime settimane nelle quali è più facile che passi al prodotto del concepimento, nella maggior parte dei casi non si manifesta con danni al medesimo. La mamma partorisce dunque un bambino sano in oltre il 95% dei casi.
-Le tecniche ecografiche oggi disponibili permettono di monitorare accuratamente la morfologia embrio - fetale.
-Quand'anche si scoprisse una infezione da CMV nelle prime fasi della gestazione non è possibile fare nulla per curarla.
E' questo il motivo per cui alcuni ginecologi non richiedono più il test.
Venendo al suo caso:
- l'Avidity avrebbe dovuta essere richiesta al primo dosaggio, quello a circa tre mesi. Se l'Avidità fosse stata anche allora del 67%, in assenza di IgM, si sarebbe potuto concludere che l'infezione era stata contratta prima del concepimento con ottima certezza.
Tuttavia dalla mia esperienza di Infettivologia pluriennale le posso dire che è davvero difficile che in due o tre mesi, parlando di prima infezione, le IgM scompaiano completamente.
In genere si assiste ad una diminuzione del loro titolo ma lo stesso resta basso o si colloca in zona "grigia", il che allerta il clinico.
Lei da quanto riferisce NON aveva IgM! E questo è rassicurante.
In quanto alla impennata del titolo IgG nel secondo prelievo vi possono essere diversi fattori che vanno considerati:
-il laboratorio che non sia lo stesso del primo prelievo (valori di riferimento differenti).
-una riattivazione della infezione con innalzamento delle IgG specifiche
-Un contatto con il CMV, diffusissimo, con effetto booster.
Poichè l'avidità è altissima, sempre che sia stata eseguita accuratamente, si pone un dilemma infettivologico: se lei avesse avuto una riattivazione o un contatto occasionale col CMV avendo prodotto IgG "fresche" queste sarebbero state poco avide. C'è qualcosa che sfugge ad una interpretazione "matematica" come sempre accade in Infettivologia.
Dopo essermi dilungato per cercare di rendere fruibile anche a chi non conosca l'Infettivologia o la conosca a settori, vengo alle conclusioni.
Io ripeterei sia il dosaggio delle IgG anti CMV che l'avidity prediligendo il primo laboratorio, quello di marzo.
In caso di conferma di un titolo elevato con avidity alta o altissima, in assenza di alterazioni morfologiche del feto alla Ecografia porterei avanti la gravidanza nella certezza di partorire un feto sano.
Ulteriore possibilità è quella, che va considerata con il Ginecologo, di effettuare una amiocentesi per verificare la presenza di CMV nell'amnios.
Ma questo esame quand'anche ci dicesse che il virus ha superato la barriera placentare aumenterebbe l'angoscia, che in gravidanza fa sempre male, e non offrirebbe terapie.
Dunque carissima signora si tanquillizzino lei e la Ginecologa che la segue.
Sono certo che le sue ansie spariranno appena le metteranno vicino suo figlio vivo e vitale.
Scusi la prolissità ma era necessaria.
Carissimi saluti.
Dr. Caldarola.
[#2]
Utente
Salve dottore, Innanzitutto le porgo i miei più sentiti ringraziamenti per la sua imminente e soddisfacente risposta al mio caso. È stato certamente un sollievo per me leggere le sue parole in quanto era più o meno quello che ero riuscita a dedurre io leggendo e documentandomi su questo virus. L'unico dilemma che mi pongo è quello relativo al fatto che avendo fatto gli esami a marzo, ossia circa tre mesi di gestazione, ed avendo riscontrato un IGM negativo e un igg 64, lei ritiene che io abbia potuto prenderlo a inizio gravidanza? Inoltre mi pongo un altro problema, ossia con una percentuale di avidita così alta in questo periodo, ovvero al 67% secondo lei a quando più o meno si fa risalire la Reinfezione/ infezione da citomegalovirus? In che mese gestazionale potrei collocarla?
Purtroppo Dagli esami effettuati nemmeno la mia ginecologa riesce a capire bene cosa sia successo, ed è per questo che ha chiesto una consulenza altrove, che effettueremo tra un po' di tempo; ma io nel frattempo visto il mio stato avanzato gestazionale ( il 7 settembre entrerò al nono mese) vorrei venirne a capo da sola anche per sentirmi più tranquilla e non protrarre ulteriormente questa ansia. Mi scuso se l'ho disturbata nuovamente e la ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità.
Sentiti saluti.
Purtroppo Dagli esami effettuati nemmeno la mia ginecologa riesce a capire bene cosa sia successo, ed è per questo che ha chiesto una consulenza altrove, che effettueremo tra un po' di tempo; ma io nel frattempo visto il mio stato avanzato gestazionale ( il 7 settembre entrerò al nono mese) vorrei venirne a capo da sola anche per sentirmi più tranquilla e non protrarre ulteriormente questa ansia. Mi scuso se l'ho disturbata nuovamente e la ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità.
Sentiti saluti.
[#3]
Medico Chirurgo
Cara Signora,
le datazioni sono sempre difficili in Infettivologia.
Io, se le devo essere sincero, la inviterei a ripetere l'esame presso il "primo" laboratorio.
Il nocciolo del problema è che se si fosse ammalata a inizio gestazione non avrebbero potuto mancare le IgM al primo esame. Anche a basso titolo o a valori borderline.
Dopo molti mesi lei si ritrova sempre senza IgM ma con un titolo molto alto di IgG assai avide.
Il che collide sia con l'ipotesi di una riattivazione che con quella di una reazione booster. In entrambi i casi l'avidity non avrebbe dovuto superare il 30%.
Ripetere il prelievo è semplice e indolore: fossi in lei lo farei.
Ne parli con la Collega Ginecologa e se vorrà mi faccia pure sapere.
Più di questo a tergo di un monitor non è dato di fare.
Un caro saluto e stia tranquilla.
Dr. Caldarola.
le datazioni sono sempre difficili in Infettivologia.
Io, se le devo essere sincero, la inviterei a ripetere l'esame presso il "primo" laboratorio.
Il nocciolo del problema è che se si fosse ammalata a inizio gestazione non avrebbero potuto mancare le IgM al primo esame. Anche a basso titolo o a valori borderline.
Dopo molti mesi lei si ritrova sempre senza IgM ma con un titolo molto alto di IgG assai avide.
Il che collide sia con l'ipotesi di una riattivazione che con quella di una reazione booster. In entrambi i casi l'avidity non avrebbe dovuto superare il 30%.
Ripetere il prelievo è semplice e indolore: fossi in lei lo farei.
Ne parli con la Collega Ginecologa e se vorrà mi faccia pure sapere.
Più di questo a tergo di un monitor non è dato di fare.
Un caro saluto e stia tranquilla.
Dr. Caldarola.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 21.4k visite dal 31/08/2018.
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