Vi sembra corretta come definizione

La sintomatologia ha avuto il suo esordio qualche mese fa, ma era limitata alla lettura dei piccoli titoli giornalistici su due righe: succedeva che queste si fondessero, non permettendomi di distinguere le lettere del primo e del secondo rigo.
Da un mese, invece, il fenomeno si verifica anche con i grandi titoli di giornale su due righe e da una settimana il fenomeno ricorre nelle più svariate circostanze: titoli di libri, manifesti, insegne stradali! Si sovrappongono le lettere, si accavallano, quelle del rigo inferiore con quelle del rigo superiore! Tutto questo anche in visione monoculare!
L’oculista ha valutato il problema sostenendo che si tratti di “affaticamento visivo”, dal momento che l’esame organico degli occhi non ha evidenziato alcunché. Mi ha prescritto la seguente terapia: Mag2 (1 fiala al dì), Equimacula sciroppo(un misurino al dì). Per un mese. Al termine di questa terapia, mi ha indicato di fare una visita ortottica, presentando quanto ha scritto egli stesso: “riferiti disturbi di sdoppiamento saltuario da vicino”. Ma, mi chiedo, quello che avviene non è il contrario dello sdoppiamento?! Le lettere non si sdoppiano, ma si fondono! Non dovrebbe chiamarsi “sovrapposizione”? Sono stato chiarissimo nella spiegazione dei miei sintomi, ma, nella richiesta di consulenza ortottica, ha scritto, ripeto, “disturbi di sdoppiamento”. Vi sembra corretta come definizione? E’ forse anche il mio un fenomeno di diplopia?
Ho anche effettuato una visita neurologica, dove riferivo, oltre al problema visivo, dei doloretti saltuari e migranti alla testa, a dx, in zona temporo-parietale che persistono da qualche mese. Sono sopportabili, a volte trascurabili, ma ci sono. L’ obiettività neurologica è stata negativa. Mi ha poi sottoposto ad elettromiografia ed elettroneurografia: test di stimolazione ripetitiva a 3 cicli al sec. per patologie di placca negativo; test di Kugelberg per tetania latente positivo. Avendo anche evidenziato la presenza del segno di Chvostek e, conoscendo la mia anamnesi prossima e remota piuttosto bene, ha ritenuto di concludere per una “Sindrome da ipereccitabilità neuromuscolare”, in passato manifestatasi sotto altre forme. Anch’egli, indipendentemente dall’oculista, mi ha prescritto del magnesio, ma in bustine. Mi chiedo: un disturbo della vista può rientrare in tale quadro?!?
Ma soprattutto mi chiedo: dato che gli occhi “stanno bene” (conferma avuta anche da una seconda visita oculistica), non dovrebbe trattarsi, per esclusione, di un problema “centarle”, cioè inerente la corteccia visiva e l’elaborazione dell’immagine?
I medici interpellati hanno risposto di no, sebbene qui io non sappia riportarne le motivazioni.
Voi cosa ne pensate?
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Dr. Vincenzo Sidoti Neurologo 566 16 20
Si sottoponga intanto a studio del metabolismo calcico (calcemia libera e ionizzata, PTH) per escludere una ipocalcemia.

Dott Vincenzo Sidoti

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