C'è indicazione per artroscopia?
Gentilissimi, da qualche anno soffro di un severo dolore al ginocchio sinistro.
Il dolore è tipicamente meccanico ed è insorto subito dopo un trauma (schiocco / crack in sede antero-
mediale).
Alcuni degli ortopedici interpellati hanno ipotizzato che si sia trattato di una distorsione femore-rotulea; un altro specialista ha categoricamente escluso questa possibilità e, in base alla dinamica dell'incidente, mi ha detto che probabilmente ho subito una sub-lussazione.
Sin dai primi giorni dopo l'infortunio mi è stato impossibile stare in piedi e camminare: dopo qualche mese il dolore si è cronicizzato e ormai mi fa male perennemente, anche a riposo.
La situazione è peggiorata al punto che da qualche tempo non riesco più ad eseguire movimenti normali come l'accosciarmi, l'inginocchiarmi o il piegare il ginocchio di lato (non si blocca ma riportarlo in posizione normale è dolorosissimo).
Le diagnosi che ho raccolto finora sono discordanti; i molti trattamenti ai quali mi sono sottoposta non sono stati minimamente risolutivi.
La terapia conservativa nel mio caso non è servita e l'ultimo fisioterapista al quale ho chiesto aiuto mi ha spiegato che con una sintomatologia grave come la mia non è possibile svolgere alcun esercizio: sostiene altresì che i test meniscali siano positivi.
Vorrei un Vostro parere per capire se c'è indicazione per un'artroscopia in base al referto di una risonanza in 3T che evidenzia:
Note di degenerazione al corno posteriore del menisco mediale
Menisco laterale di regolare spessore ed intensità di segnale
Ligamenti crociati normorientati, di regolare spessore ed intensità di segnale.
Ligamenti collaterali di regolare spessore ed intensità di segnale.
Sottile impegno fluido al PAPE
Corpo di Hoffa normorappresentato.
Rotula ai gradi di flessione in esame, atteggiata in modica obliquità esterna, per presumibile incongruenza
femoro\rotulea a sede intermedia; iniziali irregolarità sclerotiche a carico della limitante condrale rotulea posteriore.
Note di tendinosi quadricipitale
Modesta quota liquida intraarticolare e nel recesso retrorotuleo.
Vi sarei grata se poteste aiutarmi a capire se e cosa eventualmente potrebbe risolvere un intervento mini-invasivo come l'artroscopia, (considerata l'estrema ratio), in base al mio quadro clinico e al suddetto referto.
In alternativa - provatele tutte - dovrei rassegnarmi a soffrire a vita?
C'è altrimenti una speranza per uscire dalla spirale di feroce sofferenza che mi perseguita da anni?
Grazie in anticipo,
cordiali saluti
Il dolore è tipicamente meccanico ed è insorto subito dopo un trauma (schiocco / crack in sede antero-
mediale).
Alcuni degli ortopedici interpellati hanno ipotizzato che si sia trattato di una distorsione femore-rotulea; un altro specialista ha categoricamente escluso questa possibilità e, in base alla dinamica dell'incidente, mi ha detto che probabilmente ho subito una sub-lussazione.
Sin dai primi giorni dopo l'infortunio mi è stato impossibile stare in piedi e camminare: dopo qualche mese il dolore si è cronicizzato e ormai mi fa male perennemente, anche a riposo.
La situazione è peggiorata al punto che da qualche tempo non riesco più ad eseguire movimenti normali come l'accosciarmi, l'inginocchiarmi o il piegare il ginocchio di lato (non si blocca ma riportarlo in posizione normale è dolorosissimo).
Le diagnosi che ho raccolto finora sono discordanti; i molti trattamenti ai quali mi sono sottoposta non sono stati minimamente risolutivi.
La terapia conservativa nel mio caso non è servita e l'ultimo fisioterapista al quale ho chiesto aiuto mi ha spiegato che con una sintomatologia grave come la mia non è possibile svolgere alcun esercizio: sostiene altresì che i test meniscali siano positivi.
Vorrei un Vostro parere per capire se c'è indicazione per un'artroscopia in base al referto di una risonanza in 3T che evidenzia:
Note di degenerazione al corno posteriore del menisco mediale
Menisco laterale di regolare spessore ed intensità di segnale
Ligamenti crociati normorientati, di regolare spessore ed intensità di segnale.
Ligamenti collaterali di regolare spessore ed intensità di segnale.
Sottile impegno fluido al PAPE
Corpo di Hoffa normorappresentato.
Rotula ai gradi di flessione in esame, atteggiata in modica obliquità esterna, per presumibile incongruenza
femoro\rotulea a sede intermedia; iniziali irregolarità sclerotiche a carico della limitante condrale rotulea posteriore.
Note di tendinosi quadricipitale
Modesta quota liquida intraarticolare e nel recesso retrorotuleo.
Vi sarei grata se poteste aiutarmi a capire se e cosa eventualmente potrebbe risolvere un intervento mini-invasivo come l'artroscopia, (considerata l'estrema ratio), in base al mio quadro clinico e al suddetto referto.
In alternativa - provatele tutte - dovrei rassegnarmi a soffrire a vita?
C'è altrimenti una speranza per uscire dalla spirale di feroce sofferenza che mi perseguita da anni?
Grazie in anticipo,
cordiali saluti
Salve, l'artoscopia, nel suo caso diagnostica (che significa in parole povere che non riuscendo a fare diagnosi con gli esami strumentali) è l'ultima spiaggia. Ma di certo se ce ne fosse necessità non la escluderei.
Ma bisogna visitarla e bisogna visionare le immagini della risonzanza, non leggere solo il referto, correlandolo quindi alla clinica.
Quali trattamenti conservativi ha già effettuato?
Ma bisogna visitarla e bisogna visionare le immagini della risonzanza, non leggere solo il referto, correlandolo quindi alla clinica.
Quali trattamenti conservativi ha già effettuato?
Dr Angelo Presta
Utente
Gentilissimo,
soprattutto nei primi tempi subito dopo l'infortunio, dietro indicazione dei vari ortopedici consultati, dopo un mese di immobilismo e stampelle in attesa di un intervento di meniscectomia che un primario ortopedico ha deciso poi, inspiegabilmente, di non praticarmi più, mi sono sottoposta invano a cicli di Laser, Tecar e Magnetoterapia; ho fatto per mesi cure a base di farmaci anti-infiammatori e anti-dolorifici. Ho fatto anche delle intramuscolari di Clody perché la seconda risonanza aveva evidenziato la presenza di un edema. Sono seguite le infiltrazioni di acido ialuronico e la medicina rigenerativa con cellule staminali, che non hanno sortito alcun effetto.
Nessuno dei molti ortopedici che mi hanno visitata mi ha consigliato di fare della fisioterapia (per es. il rinforzo muscolare o gli esercizi isometrici). Di mia spontanea iniziativa ho consultato un paio di fisioterapisti che - come le dicevo - si sono dichiarati impotenti. Il primo mi ha fatto ripetere un secondo ciclo di Tecar, mi ha praticato fibrolisi e mi ha assegnato esercizi di stretching e posture yogiche, nell'eseguire le quali ho avvertito per la prima volta un blocco articolare dolorosissimo: da quel momento - se possibile - il dolore al ginocchio si è esacerbato ancora di più e ho ripreso la via crucis di visite mediche.
Purtroppo la maggior parte degli specialisti che ho consultato fino a qualche settimana fa sostiene che io non ho abbia alcun problema articolare: ma in base al referto della quarta risonanza non mi sembra che sia così. Mi corregga se sbaglio.
Da anni provo a gestire il dolore da sola e, fino a quando ho potuto, ho cercato di mantenere un minimo di tono muscolare; non potendo più caricare neppure per qualche ora sul ginocchio, ho provato a usare la cyclette e praticare nuoto. Purtroppo ho l'impressione che muovermi induca comunque un peggioramento della sintomatologia.
Per il mio lavoro e per la mia indole, fino a qualche anno fa prima dell'infortunio, non stavo ferma o seduta un attimo. Camminavo da mane a sera.
Appena mi rimetto in piedi, carico sul ginocchio e cammino, mi arrivano fitte lancinanti o la sensazione di essere punta, che ci sia un uncino o comunque attrito, nel punto in cui ho avvertito dolore durante il trauma. In quel momento mi sembrò come se qualcosa si fosse spaccato. Mio malgrado ho dovuto avviare una pratica per il riconoscimento dell'invalidità civile: mi sento impotente ma soprattutto incompresa, condannata. Non capisco perché si possa intervenire in casi ben più gravi del mio in modo risolutivo e io al contrario debba, in giovane età, essere lasciata alla mercé di un dolore cronico così invalidante, diventare un peso per gli altri e ammalarmi di depressione perché costretta a vivere come chi è costretto a stare su una sedia a rotelle.
soprattutto nei primi tempi subito dopo l'infortunio, dietro indicazione dei vari ortopedici consultati, dopo un mese di immobilismo e stampelle in attesa di un intervento di meniscectomia che un primario ortopedico ha deciso poi, inspiegabilmente, di non praticarmi più, mi sono sottoposta invano a cicli di Laser, Tecar e Magnetoterapia; ho fatto per mesi cure a base di farmaci anti-infiammatori e anti-dolorifici. Ho fatto anche delle intramuscolari di Clody perché la seconda risonanza aveva evidenziato la presenza di un edema. Sono seguite le infiltrazioni di acido ialuronico e la medicina rigenerativa con cellule staminali, che non hanno sortito alcun effetto.
Nessuno dei molti ortopedici che mi hanno visitata mi ha consigliato di fare della fisioterapia (per es. il rinforzo muscolare o gli esercizi isometrici). Di mia spontanea iniziativa ho consultato un paio di fisioterapisti che - come le dicevo - si sono dichiarati impotenti. Il primo mi ha fatto ripetere un secondo ciclo di Tecar, mi ha praticato fibrolisi e mi ha assegnato esercizi di stretching e posture yogiche, nell'eseguire le quali ho avvertito per la prima volta un blocco articolare dolorosissimo: da quel momento - se possibile - il dolore al ginocchio si è esacerbato ancora di più e ho ripreso la via crucis di visite mediche.
Purtroppo la maggior parte degli specialisti che ho consultato fino a qualche settimana fa sostiene che io non ho abbia alcun problema articolare: ma in base al referto della quarta risonanza non mi sembra che sia così. Mi corregga se sbaglio.
Da anni provo a gestire il dolore da sola e, fino a quando ho potuto, ho cercato di mantenere un minimo di tono muscolare; non potendo più caricare neppure per qualche ora sul ginocchio, ho provato a usare la cyclette e praticare nuoto. Purtroppo ho l'impressione che muovermi induca comunque un peggioramento della sintomatologia.
Per il mio lavoro e per la mia indole, fino a qualche anno fa prima dell'infortunio, non stavo ferma o seduta un attimo. Camminavo da mane a sera.
Appena mi rimetto in piedi, carico sul ginocchio e cammino, mi arrivano fitte lancinanti o la sensazione di essere punta, che ci sia un uncino o comunque attrito, nel punto in cui ho avvertito dolore durante il trauma. In quel momento mi sembrò come se qualcosa si fosse spaccato. Mio malgrado ho dovuto avviare una pratica per il riconoscimento dell'invalidità civile: mi sento impotente ma soprattutto incompresa, condannata. Non capisco perché si possa intervenire in casi ben più gravi del mio in modo risolutivo e io al contrario debba, in giovane età, essere lasciata alla mercé di un dolore cronico così invalidante, diventare un peso per gli altri e ammalarmi di depressione perché costretta a vivere come chi è costretto a stare su una sedia a rotelle.
Il problema della risonzanza è dei consulti in questa sede e che il semplice referto dice poco. La risonanza che ha postato è fondamentalmente una risonanza "nella norma", ma non ci si può fermare a leggere il referto. Nella mia pratica clinica il referto lo leggo, al massimo, dopo aver visionato le immagini.
Lei dov'è che ha male precisamente?
Riguardo all'intervenire chirurgicamente è molto relativo, perché almeno un'idea quando si entra nel ginocchio in artroscopia si deve avere, perché rimane pur sempre un intervento chirurgico. E con ciò non dico che nel forte sospetto che sia qualcosa di intrarticolare la causa del problema, e con la diagnostica tutta negativa, arrivati ad un certo punto si debba entrare con una telecamera e darci uno sguardo. Ma solo allora. E purtroppo non avendola mai vista e non avendo visto tanto meno la sua risonanza così non posso essere più di tanto utile.
Quando lei parla che in casi più gravi del suo si agisce, deve tener conto che lei non ha una diagnosi e nessuno le darebbe certezza che fare un intervento in artroscopia (che vuol dire tutto e niente) possa essere risolutivo.
E no, a 45 anni, per quanto sia frustrante la sua situazione, non si deve aspettare si cronicizzi il dolore o perdere la speranza, quindi anche se ne ha girati un po', cerchi un bravo chirurgo del ginocchio.
Mi dispiace ma purtroppo in questa sede e in questa modalità non posso esserle più di tanto d'aiuto.
Lei dov'è che ha male precisamente?
Riguardo all'intervenire chirurgicamente è molto relativo, perché almeno un'idea quando si entra nel ginocchio in artroscopia si deve avere, perché rimane pur sempre un intervento chirurgico. E con ciò non dico che nel forte sospetto che sia qualcosa di intrarticolare la causa del problema, e con la diagnostica tutta negativa, arrivati ad un certo punto si debba entrare con una telecamera e darci uno sguardo. Ma solo allora. E purtroppo non avendola mai vista e non avendo visto tanto meno la sua risonanza così non posso essere più di tanto utile.
Quando lei parla che in casi più gravi del suo si agisce, deve tener conto che lei non ha una diagnosi e nessuno le darebbe certezza che fare un intervento in artroscopia (che vuol dire tutto e niente) possa essere risolutivo.
E no, a 45 anni, per quanto sia frustrante la sua situazione, non si deve aspettare si cronicizzi il dolore o perdere la speranza, quindi anche se ne ha girati un po', cerchi un bravo chirurgo del ginocchio.
Mi dispiace ma purtroppo in questa sede e in questa modalità non posso esserle più di tanto d'aiuto.
Dr Angelo Presta
Utente
Buon pomeriggio Dottore,
La ringrazio per la celere risposta.
Mi fa male nel compartimento mediale del ginocchio sx, dove ho sentito lo schiocco iniziale. Credo si dica in sede antero-mediale, sotto la rotula, verso l'interno.
Mi pizzica, mi punge. Camminare è una tortura. Come comprenderà, per quanto io mi sforzi di superare il panico ogni volta che devo muovermi e fare qualsiasi cosa, reagisco e vado avanti mossa soltanto da una strenua volontà. Per il dolore che avverto, dovrei restare seduta: s'immagini di dover condurre una vita normale sapendo che la più banale delle attività (persino spostarsi da una stanza all'altra) sarà foriero di una sofferenza paralizzante che non si può evitare o lenire in alcun modo. A causa di ciò, vivo in un costante stato di ansia e di raccapriccio perché so che dopo pochi passi, ogni volta che mi rimetterò in piedi, sarò vessata da queste fitte estremamente dolorose. Il fatto poi che le immagini delle varie indagini diagnostiche non mostrino danni articolari o altre lesioni gravi rende la mia condizione ancora più agghiacciante, poiché io non ho alcuna possibilità di rendere comprensibile ai medici l'entità del mio dolore e l'impossibilità di condurre un'esistenza degna di questo nome, permanendo in questo stato di prostrazione. Mi permetto di chiederle un parere rispetto alla risposta recapitatami stamane dal penultimo ortopedico consultato. Gli ho mostrato l'ultima risonanza fatta (in 3T), per chiedergli se confermasse che il mio ginocchio non presenta patologie ortopediche. Mi ha risposto: "il referto esclude lesioni articolari, confermando sia più di pertinenza fisiatrica che non ortopedica". Lei è d'accordo che i problemi evidenziati dalla RM postata nel mio primo messaggio siano da sottoporre all'attenzione di un fisiatra? Ne ho già consultati due che si sono limitati a prescrivermi degli integratori. In particolare non mi è chiaro, in base alla mia sintomatologia, come e su quale parte del mio ginocchio un fisiatra potrebbe intervenire.
La ringrazio per la celere risposta.
Mi fa male nel compartimento mediale del ginocchio sx, dove ho sentito lo schiocco iniziale. Credo si dica in sede antero-mediale, sotto la rotula, verso l'interno.
Mi pizzica, mi punge. Camminare è una tortura. Come comprenderà, per quanto io mi sforzi di superare il panico ogni volta che devo muovermi e fare qualsiasi cosa, reagisco e vado avanti mossa soltanto da una strenua volontà. Per il dolore che avverto, dovrei restare seduta: s'immagini di dover condurre una vita normale sapendo che la più banale delle attività (persino spostarsi da una stanza all'altra) sarà foriero di una sofferenza paralizzante che non si può evitare o lenire in alcun modo. A causa di ciò, vivo in un costante stato di ansia e di raccapriccio perché so che dopo pochi passi, ogni volta che mi rimetterò in piedi, sarò vessata da queste fitte estremamente dolorose. Il fatto poi che le immagini delle varie indagini diagnostiche non mostrino danni articolari o altre lesioni gravi rende la mia condizione ancora più agghiacciante, poiché io non ho alcuna possibilità di rendere comprensibile ai medici l'entità del mio dolore e l'impossibilità di condurre un'esistenza degna di questo nome, permanendo in questo stato di prostrazione. Mi permetto di chiederle un parere rispetto alla risposta recapitatami stamane dal penultimo ortopedico consultato. Gli ho mostrato l'ultima risonanza fatta (in 3T), per chiedergli se confermasse che il mio ginocchio non presenta patologie ortopediche. Mi ha risposto: "il referto esclude lesioni articolari, confermando sia più di pertinenza fisiatrica che non ortopedica". Lei è d'accordo che i problemi evidenziati dalla RM postata nel mio primo messaggio siano da sottoporre all'attenzione di un fisiatra? Ne ho già consultati due che si sono limitati a prescrivermi degli integratori. In particolare non mi è chiaro, in base alla mia sintomatologia, come e su quale parte del mio ginocchio un fisiatra potrebbe intervenire.
Io non son d'accordo su nulla finché non vedo le immagini della risonanza, non mi posso basare su un referto.
Il fisiatra le stabilisce un percorso terapeutico sulla base di quello che lui pensa possa essere la diagnosi.
Guardi, provi a mandarmi un'email (la troverà dal mio profilo) così da inviarmi il contenuto della risonzanza. Non farò diagnosi senza averla visitata, ma almeno da vedere quanto la risonanza sia pulita e sapere quello di cui parliamo.
Il fisiatra le stabilisce un percorso terapeutico sulla base di quello che lui pensa possa essere la diagnosi.
Guardi, provi a mandarmi un'email (la troverà dal mio profilo) così da inviarmi il contenuto della risonzanza. Non farò diagnosi senza averla visitata, ma almeno da vedere quanto la risonanza sia pulita e sapere quello di cui parliamo.
Dr Angelo Presta
Utente
Grazie infinite Dottore.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 341 visite dal 06/07/2025.
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