Ispessimento corticale terzo diafisario prossimale tibia

Gentili Dottori,
scrivo per mio figlio di 15 anni che un 1 mese e 1/2 fa ha accusato dolori mentre giocava a pallavolo, in particolare mentre saltava. Prima l'ecografia non ha evidenziato nulla poi una radiografia e una Tac hanno ritenuto verosimile un osteoma osteoide a livello del III diafisario per il marcato ispessimento della corticale con reazione periostea contigua e con presenza di area di ipodensità di 6.mm. circa. L'ipotesi non è stata ritenuta probabile da un oncologo di altissima levatura per assenza di dolori notturni, curva del dolore in verosimile decrescita e anche a seguito delle caratteristiche delle immagine visionate dal CD della TAC evidentemente non del tutto conformi a quelle di un osteoma. Viene quindi ipotizzata una frattura da stress e viene suggerita una nuova TAC a distanza di un mese. Oggi la TAC ha rilevato nuovamente il predetto ispessimento mentre l'area di ipodensità non è più ben riconoscibile. La frattura non viene ritenuta verosimile dal Medico refertatore perché non appaiono altri elementi da trauma che invece formula diverse ipotesi (periostite o granuloma eosinofilo o, ancora una volta, osteoma osteoide). Il ragazzo dichiara evidenti miglioramenti (accusa dolori solo dopo lunghe passeggiate) ma in attesa di intraprendere un nuovo viaggio dall’apprezzatissimo (anche per le sue rare qualità umane) oncologo che ha visitato nostro figlio, abbiamo cercato il medico ortopedico che ci ha consigliato di recarci dallo specialista oncologo succitato, il quale dalle visione delle lastre ritiene che la situazione si stia invece evolvendo positivamente e che la stessa quasi dissolvenza del nidus sembri indicare un elemento di ricongiunzione delle ossa. Se da tale quadro, per quanto circoscritto alla descrizione verbale e privo delle immagini, possa essere desunto un ulteriore parere in favore di tale tesi, sicuramente contribuirebbe a restituirci quella fiducia che i segnali forniti da nostro figlio negli ultimi tempi ci stavano dando e che oggi, pur nella consapevolezza della formulazioni di ipotesi di patologie curabili, abbiamo comunque improvvisamente smarrito
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.8k 276 9
Senza vedere le immagini vecchie e nuove è impossibile esprimere pareri che siano concreti e affidabili, e quindi anche utili. Da qui non abbiamo elementi che ci consentano di tranquillizzarLa in modo da essere credibili ai Suoi occhi. Ha potuto fare molto di più il vostro ortopedico che conosce il caso e ha visto rx e TAC.
La sola cosa utile a questo punto è tornare dall' oncologo (purché ortopedico-oncologo) perché solo lui controllando le immagini e valutando le modifiche intervenute alla luce della sua esperienza (questa è l'elemento cardine) nel campo dell'oncologia ortopedica vi può tranquillizzare in modo efficace e definitivo. E' possibile che voglia controllare ancora a distanza di alcuni mesi l'evoluzione con successivi esami, ma questo sarà fonte di ancor maggiore tranquillità.
Cordiali saluti

Umberto Donati, MD

www.ortopedicoabologna.it

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Utente
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Grazie per l'interessamento, effettivamente era quello che temevo, che cioè fosse impossibile dire di più, sì l'oncologo che si sta interessando al caso di nostro figlio è altresì specializzato in medicina ortopedica.
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Se c'è qualche dottore che vuole esprimersi sugli esiti delle ulteriori indagini riguardanti il quesito collegato a questo testo, gli saremmo molto grati. L'esito della biopsia riferisce infatti un rimaneggiamento osteotrabecolare compatibile con frattura da durata. E nel caso specifico, in considerazione dell'età del paziente, potrebbe bastare un ulteriore prolungamento del riposo od potrebbe rendersi necessaria anche una terapia? Ed indicativamente quali sono i tempi in cui si potrebbe arrivare allo stadio conclusivo della guarigione della frattura?
Ringrazio anticipatamente della Vs. cortese attenzione.
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Dr. Umberto Donati Ortopedico, Chirurgo della mano, Medico legale, Perfezionato in medicine non convenzionali 7.8k 276 9
Il risultato della biopsia sembra confermare l'ipotesi della frattura da durata.
Per quanto riguarda la terapia, questa può essere decisa solo dallo specialista che segue il ragazzo e che può valutare se sia necessaria una integrazione di calcio e una correzione dell'alimentazione, oltre che il ricorso a eventuali terapie fisiche (magnetoterapia CEMP, ecc,).
I tempi di guarigione sono di difficile previsione e controlli radiografici seriati consentono di valutare se la frattira sta consolidando o se invece presenta problemi di guarigione.
E' quindi lo specialista stesso a stabilire anche i tempi e le modalità di ripresa dell'attività fisica.
Cordiali saluti
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Dott. Donati,

per permetta di ringraziarLa ancora per il suo interessamento.