Dolore spalla dx

In attesa della visita, spero, decisiva fra poco meno di un mese, mi piacerebbe avere un parere.Venti mesi fa mi sono fatta male la spalla dx: per evitare una scivolata ho fatto un movimento brusco con il braccio e dal giorno dopo sono rimasta bloccata per tre giorni a causa del fortissimo dolore. Nell’arco di dieci giorni ho ripreso tutti i movimenti, tanto che sono tornata in piscina e ho nuotato come sempre. Poi un po’ di dolore è tornato un mese e mezzo dopo, in seguito ad una nuotata senza problemi: riposo, Fans, esercizi di rinforzo della cuffia.
Dopo tre mesi mi sono arresa (dolore in abduzione, extra ed intrarotazione, elevazione) e ho fatto una risonanza, seguita da una Tac suggerita dal radiologo per approfondire la natura di una lesione interna alla testa omerale.
Visita ortopedica: sindrome periartritica della spalla dx. Attualmente non segni di instabilità. RMN e TAC sostanzialmente negative per patologie tendinee acute anche se sono presenti microcalcificazioni (rilevate dall’ortopedico guardando la TAC) in corrispondenza del sopraspinato. Si consiglia ciclo di terapia antalgica con onde d’urto.
Tra visita ed inizio della terapia, ho pensato bene di cadere in avanti atterrando sul gomito: un leggero aumento del dolore c’è stato, ma niente più all’inizio. Poi ho cominciato le sedute di onde d’urto a cui seguivano 48 ore senza dolore e poi tornava più forte di prima. Finito il primo ciclo, ho notato un cambiamento nel dolore: alzare il braccio piegato (come per bere), stare appoggiata con il braccio flesso (dolore anteriore, laterale e posteriore sotto acromion), non sono più riuscita a nuotare a dorso. Ogni volta che ho provato a farlo, sentivo una fitta e uno scatto quando il braccio entra in acqua. Sentivo un po’ di dolore anche a rana e a stile, ma erano fattibili.

Ho fatto qualche altra seduta di onde d’urto, poi sono andata dal fisiatra: sindrome da conflitto subacromiale. All’EO spalla anteposta con testa omerale in anteriorità ed elevata, ciò crea precoce conflitto in abduzione, elevazione, extra ed intrarotazione. Dolore in sede anteriore e sul trochite omerale. Ho fatto sei sedute di terapia manuale e l’unico miglioramento è stato riuscire a portare la mano dietro la schiena quasi alla stessa altezza dell’altra. Mi sono stati insegnati degli esercizi da fare a casa e che ho fatto a lungo, ma senza altri passi avanti.
In ottobre ho iniziato a fare qualche esercizio in palestra e sono andata avanti fino a marzo, ma ogni mese mi dovevo fermare per un aumento del dolore, senza avere troppi benefici con gli antinfiammatori: tolgono il dolore in più, ma quello di base resta costante.

Alla fine ho preso contatto con l’ospedale di Cattolica e ho appena fatto i raggi e rifatto la risonanza.
RMN: la cuffia dei rotatori per quanto riguarda il tendine del sovraspinato appare di spessore pressochè normale esente a lesioni focali.
Abbastanza conservato lo spazio subacromiale. Nulla da segnalare a carico dei tendini del sottoscapolare e sottospinato. Presenza di piccola calcificazione in corrispondenza delle parti molli in prossimità dell’inserzione del tendine sovraspinato.
Il tendine del capo lungo del bicipite è normoposizionato nella sua doccia omerale, morfologicamente regolare. Abbastanza conservato il trofismo dei muscoli della cuffia. Regolari i rapporti acromion claveare e glenomerale. Non patologico il versamento endoarticolare.

RX anteroposteriore, ascellare, Y di Neer: note omartrosiche, minimi aspetti degenerativo artrosici acromio claveari, iniziale sclerosi del trochite omerale, lieve riduzione di ampiezza dello spazio subacromiale. Calcificazione di un centimetro circa si proietta in prossimità del trochite omerale.

Il dolore compare in abduzione a 80-90°, in elevazione a 170°, diventa intenso in intrarotazione (mano dietro schiena) e in abduzione-extrarotazione (in zona tendine del capo lungo e soprattutto dietro la spalla sotto l’acromion), ad esempio quando sono a letto ed allungo il braccio per spegnere la luce dietro la testa o quando devo prendere qualcosa dal sedile posteriore. Ho smesso di andare a nuotare, però riesco a dormirci su quando trovo la posizione giusta, salvo poi svegliarmi dolorante o per cambiare posizione.

Tutto questo può essere causato solamente dalla calcificazione? Fino al secondo infortunio e senza sapere dell’esistenza delle microcalcificazioni, ho nuotato senza problemi e non avevo tutto questo dolore. Possibile che sia cresciuta fino ad un 1cm nel giro di neanche un mese dopo la caduta? O potrebbe esserci un’instabilità? Grazie!!

Cordiali saluti
[#1]
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64 118
La sua è una richiesta molto ben articolata e dettagliata. Ciò nonostante, a noi consulenti on line non arrivano informazioni più specifiche come quelle della visita medica e la valutazione delle indagini iconografiche (RDX, TC, RM, ecc) che possano chiarirci le idee e orientarci per una ipotesi diagnostica.
Ritengo, a questo punto, che sia utile per lei leggere questi articoli:
1. La periartrite è ancora attuale come diagnosi? ( https://www.medicitalia.it/blog/ortopedia/3203-la-periartrite-di-spalla-e-ancora-attuale-come-diagnosi.html )
2. La tendinite calcifica della spalla ( https://www.medicitalia.it/minforma/ortopedia/1648-la-tendinite-calcifica-della-spalla.html )
Dopo che li avrà letti, se ha bisogno di ulteriori chiarimenti ce lo comunicherà attraverso i soliti sistemi.
AUguri

Dr. Luigi Grosso - Ortopedico Master Spalla Gomito Polso Mano
Busto Arsizio (VA) - Rapallo (GE) - Napoli
www.luigigrosso.net

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta!! Cerco di essere il più dettagliata possibile proprio per riuscire a dare più elementi per risolvere il “mistero” e spero veramente di arrivare ad una soluzione andando a Cattolica. Lo so che è impossibile fare ipotesi basandosi solo su un racconto, per quanto dettagliato.
In questi lunghi mesi ho letto di tutto, compresi i suoi due articoli. So che la diagnosi di periartrite è superata ed era un termine che oggi comprende una miriade di patologie, ma all’epoca della visita ci poteva stare perchè la situazione era molto sfumata: poteva essere tutto o niente. Poi la caduta ha cambiato le carte in tavola...
Per quanto riguarda la tendinite calcifica, non mi ricordo che se le due microcalcificazioni erano semplicemente lungo il tendine, ma di sicuro so che questa è all’inserzione. Ho letto che c’è una differenza: la tendinite calcifica si forma su un tendine sano, mentre una calcificazione all’inserzione si forma perchè il tendine è già danneggiato e che una causa potrebbe essere il conflitto. E’ così?
Ho capito che dovrò aspettare ancora un po’ per una soluzione.. Grazie!! Se vuole, le farò sapere cosa mi dicono a Cattolica.

Cordiali saluti.
[#3]
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64 118
Ottime le sue conclusioni, aspetto ulteriori dettagli.
Auguri
[#4]
dopo
Utente
Utente
Ieri sono andata alla visita a Cattolica e sono rimasta delusa: non pretendevo un’artroscopia in ambulatorio, ma almeno qualche test per valutare anche l’instabilità, il tendine del CLB, le slap lesion, il conflitto. Non mi sembra che portino via molto tempo.. Invece si è limitato ai soli test per valutare la cuffia: intra ed extrarotazione contro resistenza, Jobe, lift off, Yochum. Aveva guardato subito risonanza e radiografie, quindi sapeva già della presenza della calcificazione. Non è riuscito a dare una spiegazione alla fitta con scatto perchè la calcificazione non dovrebbe essere la responsabile, conclusione..perchè non sono stata a casa?
Non facendo abbastanza male la spalla, soprattutto non di notte, e avendo un rom completo, mi ha sconsigliato l’intervento perchè vede più rischi che benefici. Mi ha detto quello che sapevo già e i dubbi restano.
Dopo le trascrivo il referto, ma vorrei un suo parere sul mio grande dubbio: ho sempre nuotato senza dolore pur avendo, senza saperlo, delle microcalcificazioni. Poi sono caduta sul gomito, ho iniziato le onde d’urto per queste microcalcificazioni e sono tornata in piscina nell’arco di 40 giorni. Da quel momento non riesco più a nuotare senza dolore e la causa dovrebbe essere questa calcificazione di 1cm: si è formata mentre facevo le onde d’urto? Mi sembra assurdo.

Ecco il referto: non evidenti linee di frattura o lesioni tendinee della cuffia alla rmn e alle radiografie prodotte. Si segnala deposito calcifico cronico del sottospinato e del sovraspinato di tipo 1 di gartner.
La clinica è quasi silente, con dolore vas: 7 solo in rotazione esterna.
Jobe negativo e rom completo. Si è sottoposta a onde d’urto con scarso beneficio.
Pr: esercizi per i depressori della testa dell’omero e la retroposizione delle spalle, esercizi di bilanciamento dei rotatori omerali in acqua due volte a settimana. Se dolore persistente si delucida sulla possibilità di artroscopia per la rimozione della calcificazione e la sutura della cuffia.
In caso di dolore notturno contramal 15 gocce sublinguali al bisogno
In caso di dolore acuto si suggerisce lavaggio ecoguidato

Sinceramente spero che non mi ricapiti mai più quel dolore acuto perchè è stato impressionante. Per quanto riguarda gli esercizi, cosa cambia farli in acqua o a secco?
Al momento ho la forte tentazione di lasciar perdere tutto, abbandonare il nuoto, limitarmi ai movimenti che non causano dolore e smettere di cercare risposte.

Cordiali saluti
[#5]
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64 118
Sinceramente non posso esprimere un mio parere molto preciso poiché non ho possibilità di visitarla ma ritengo che se i colleghi di Cattolica hanno deciso così evidentemente avranno avuto i loro validi motivi. Quello che mi pare di aver compreso è che hanno escluso l'intervento chirurgico ma questo non significa che lei debba sottoporsi ad un trattamento medico magari anche combinato localmente con tecnica di lavaggio delle calcificazioni (resta da stabilire dopo un' accurata visita).
La consulenza a Cattolica ha escluso un complesso intervento chirurgico ma la sua patologia va comunque tenuta sotto controllo da uno specialista più vicino a casa sua.
Auguri
[#6]
dopo
Utente
Utente
Resto sempre poco convinta.. all'epoca della prima visita da una dottoressa "non famosa" ricordo tutta una serie di test che mi ha fatto essendo la prima volta che mi vedeva. Magari la conclusione sarebbe stata la stessa, ma con una maggiore soddisfazione da parte mia.
L'intervento non è stato escluso, posso anche decidere di farlo e mi mette in lista, ma lui non lo farebbe perchè i rischi potrebbero essere maggiori dei benefici visto che non fa male abbastanza da osare. In più mi ha spiegato che sarebbe in anestesia generale, quindi il consiglio è di pensarci bene. Il lavaggio è solo in caso di dolore acuto e spero vivamente che non mi ricapiti: una volta nella vita è più che sufficiente come esperienza.
Per adesso sono delusa perchè speravo di trovare finalmente una soluzione dopo 21 mesi di tormenti e tentativi, invece non ho risolto un bel niente e sono molto tentata da lasciar perdere tutto.
Quale sarebbe il vantaggio degli esercizi in acqua invece che "a secco"? Ma non so se seguirò il consiglio.. Grazie!!

Cordiali saluti
[#7]
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64 118
Leggo un certo "pessimismo" ... spero di sbagliarmi.
Gli esercizi in "acqua" si svolgono in assenza di gravità e quindi più morbidi e fluidi rispetto a quelli a "secco" dove la gravità e la tensione aumentano lo stress mescolare e la percezione del dolore.
Auguri
[#8]
dopo
Utente
Utente
Non si sbaglia: in questo momento prevale il pessimismo, poi può anche darsi che ritrovi il lume della ragione fra un po' di tempo. Se sono poco convinta, tanto vale che lasci perdere.
Ultima domanda, anche se sono consapevole che la risposta sia difficile: in linea generale dopo quanti mesi potrei sperare di vedere un miglioramento? Tre, quattro, sei...?
Grazie e buon fine settimana!!
[#9]
Dr. Luigi Grosso Chirurgo generale, Chirurgo oncologo, Ortopedico, Algologo 2.4k 64 118
Grazie per il "fine settimana"...
Difficile dirlo (come aveva previsto) poichè il tutto dipende da diversi fattori che solo il suo medico può conoscere.
Di nuovo auguri.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Si figuri, era il minimo che potessi fare...
Non ho ancora deciso cosa fare e prometto che ci penserò bene. Il problema è che, prima di farmi male la spalla, avevo appena risolto dopo mesi di esercizi un altro infortunio "lungo". Negli ultimi due mesi sono stati operati entrambi i miei genitori, tra due giorni è in arrivo il referto istologico, poi ci sono altri problemi da indagare: per tutti questi motivi ho reagito male (primo fra tutti la delusione per una visita attesa con tanta fiducia da mesi e molto frettolosa in cui ci si è fermati a ciò che già sapevo senza controllare il resto) e in questo momento non sono abbastanza serena per capire se ho la voglia, la forza e il tempo di affrontare altri mesi di esercizi senza avere la certezza di risolvere.
Un passo alla volta...se vuole, le farò sapere cosa decido e, se scelgo di provare, come va.
Grazie per gli auguri perchè ne ho veramente bisogno adesso.
Cordiali saluti
[#11]
dopo
Utente
Utente
Buonasera, dopo lunghe riflessioni in balia degli eventi, ho deciso di provare con questi esercizi in acqua perchè, in questi due mesi e mezzo, l’unico cambiamento è stato in negativo. Ora devo trovare la posizione esatta per dormire sul lato interessato, altrimenti c’è un punto che non dà tregua.
Ho cominciato martedì e oggi ho avuto la seconda sessione: la terapista è sempre più perplessa perchè gli esercizi per i depressori dell’omero sono in controsenso con la forza dell’acqua che spinge verso l’alto, i movimenti li faccio correttamente e completamente, esercizi ne ho sempre fatti e la muscolatura è buona. Esercizi per il gran dorsale li potrei fare anche a casa e gratis, quindi non crede che otterremo chissà cosa, ma per un po’ ci proviamo. Mi darò un tempo massimo di 3-4 mesi da concedere al tentativo, poi è inutile che continui a sprecare tempo e soldi anche perchè potrei ritrovarmi in un momento molto delicato.

Cordiali saluti
[#12]
dopo
Utente
Utente
Sono nei pasticci e non so cosa fare. Il tentativo degli esercizi in acqua è già fallito perchè non posso avere più dolore del solito dal giovedì al martedì: con la novità che si estende sul lato esterno del braccio verso il gomito, cosa che mi è successa solo due anni quando è cominciata tutta la storia. Inutile insistere andando ad infiammare il tendine.. Inoltre due settimane fa ho evitato una scivolata aggrappandomi ovviamente con il braccio dx e sono alcuni giorni che si è accentuato anche il dolore in zona CLB.
A questo punto l’unica soluzione sarebbe l’intervento e, se non ci fossero stati altri problemi, mi sarei fatta mettere in lista già a giugno e l’attesa di un anno non mi spaventerebbe così tanto. Non esagero con i tempi di attesa perchè ho controllato proprio ieri e devono cominciare a chiamare le persone in lista da settembre 2012. Se fosse domani ci andrei di corsa..
Il problema più grosso è che mio padre ha un tumore (la certezza è arrivata una settimana dopo la visita a Cattolica) e ho già visto che può stare male nell’arco di poche ore: come faccio a programmare un intervento fra un anno? Potrebbe andare tutto bene fino ad agosto, anche se dubito che andrà così, e poi succedere l’imprevisto: a quel punto avrei aspettato un anno per niente illudendomi ancora una volta di essere vicina alla soluzione. Oppure potrebbe succedere qualcosa mentre ho il braccio immobilizzato e non poter essere di alcun aiuto. Ci vorrebbe la sfera di cristallo per decidere cosa fare: che consiglio mi può dare? Grazie..
Cordiali saluti
[#13]
dopo
Utente
Utente
Prima di tutto, buona domenica. Probabilmente a giugno sarò operata: in questi mesi ho cercato di ragionare con più lucidità e mi sono chiarita le idee su cosa fare, anche alla luce del terzo trauma subito che non ha di certo migliorato la situazione.. Ero su una discesa scivolosa e l’unica mossa possibile per evitare la caduta è stata di afferrare la ringhiera che, ovviamente, era alla mia destra. Purtroppo io ho continuato a scivolare ancora un po’ e il braccio è rimasto indietro con conseguente “tirata”. Questo incidente ha comportato un notevole aumento del dolore lungo il CLB, con tanto di scatti e fitte nella stessa zona, come se il tendine uscisse e rientrasse, quando faccio movimenti anche banali. Questo non capita quando faccio gli stessi movimenti tenendo un dito sul tendine. In più ho cominciato ad avere dolore notturno, ma non quando mi metto sulla spalla dx: in pratica mi fa male quando dormo sulla spalla sana!!

Di solito non dovrebbe fare male stare sulla spalla interessata?
E’ possibile che tutto questo sia legato solamente alla calcificazione del sovraspinato e del sottospinato?
Come spesso ripetete di fare nei consulti, ho posto queste domande allo specialista pochi giorni fa quando mi ha rivisto, ma non ho ricevuto risposte, per questo le faccio a lei anche se ha lo svantaggio di non poter testate la spalla.

Ecco il referto:
“Lamenta persistenza del dolore nonostante le terapie. Dolore a irradiazione tendinea. Il rom è completo. I testi di cuffia, Jobe e Gerber, sono dolorosi.
Per la clinica e le immagini disponibili si concerta artroscopia chirurgica, delucidando la paziente sui rischi e sulle garanzie dell’intervento. Si ripete esame rx.”
Mi ha fatto fare le radiografie in loco in modo da vederle subito: calcificazioni invariate ad un anno dall’ultima radiografia.

E’ vero che con l’artroscopia si dà prima un’occhiata a tutte le strutture, poi si procede alle riparazioni?
Mi spiego meglio: nel mio caso sappiamo che ci sono delle calcificazioni. Si va a rimuoverle direttamente e basta oppure si controlla tutto per escludere altre lesioni? Grazie..

Cordiali saluti.