Indicazioni della terapia di profilassi e chirurgica nella ipertrofia tonsillare dei bambini

A mio figlio di 5 anni, circa 2 anni fa, gli erano state riscontrate tonsille ipertrofiche di 2-3 non in stato di flogosi e ipertrofia adenoidea di 3 grado con spazio respiratorio sufficiente... fosse nasali ampie e setto nasale in asse; terapia Doricum ORL 1-2 gocce 2 volte/die per 15 giorni al mese nel periodo ottobre-marzo.

4 mesi dopo abbiamo nuovamente sottoposto il bimbo a visita non legata a episodi acuti, con le seguenti conclusioni adenoidi ostruenti il 50%, tonsille di 2 grado" e terapia profilattica lavaggi nasali con soluzione ipertonica 2 volte/die per 14 gg (restanti gg soluz.
fisiologica), Zhekort spry nasale 1 puff per narice la sera per 12 gg al mese per 3 mesi; Doricum gocce nasali 4/5 gocce per narice per 10 gg se muco giallo verdastro.

Confinando nei lavaggi nasali, in questi anni abbiamo evitato la somministrazione di tali farmaci ed il bimbo non ha mai accusato problemi significativi, sino ad 1 mese fa quando ha contratto una sindrome parainfluenzale risoltasi in pochi giorni, con gola infiammata e piccole placche alle tonsille scomparse dopo un paio di giorni.
La terapia si è limitata a lavaggi nasali con soluzione fisiologica e ipertonica (tampone Covid-19 negativo).

Nonostante la scomparsa del raffreddore (e i polmoni liberi) , il bimbo ha continuato ad avere il naso apparentemente intasato, con voce nasale e costante russamento rumoroso durante la notte.

Abbiamo proseguito i lavaggi nasali e sottoposto il bimbo a visita otorinolaringoiatrica con le seguenti conclusioni: otoscopia nei limiti, tonsille di 4 grado e adenoidi attorno al 60% - terapia Bentelan 1 mg 1 cp/die per 5 giorni poi 0.5 mg 1 cp/die per 5 giorni.
Già dal 2 giorno di terapia il bimbo ha smesso di russare, per poi riprendere dopo la fine della terapia, seppure in modo minore.

A fine terapia, lo specialista ha constatato un leggera riduzione del volume tonsillare, prescrivendo lavaggi nasali e un controllo a marzo 2022, prospettando la possibilità di un intervento di riduzione tonsillare.

Tutto ciò detto le 3 visite sono state eseguite da medici diversi sarei interessato ad ulteriori pareri, in particolare sull’utilità di terapie farmacologiche di profilassi (ed eventualmente quali) e sulla riduzione tonsillare.
Inoltre, quanto è ragionevole aspettare prima che il bimbo smetta di russare?
Il medico ci ha detto che dopo episodi acuti, il rigonfiamento tonsillare può essere importante e necessitare di diverso tempo per regredire.

Né io né la mamma siamo per somministrare farmaci se non davvero necessari e vorremmo considerare interventi chirurgici solo come extrema ratio.
Ma il bimbo continua a russare costantemente (e a parlare con voce nasale) e siamo preoccupati che non respiri bene e possa avere apnee notturne (anche se la respirazione notturna non sembra avere pause evidenti).

Quanto precede, considerato anche che il bimbo è affetto da malattia di Pompe ad esordio tardivo sinora del tutto asintomatica con CPK nella norma.
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.7k 215
Gentile Utente, il diverso grado di ostruzione riscontrato da diversi specialisti può essere effettivamente legato al cambiamento dimensionale a seguito della terapia, ma anche al fatto che si tratta di un riscontro clinico, cioè "occhiometrico", passibile di diverse valutazioni.
Il russare notturno e l’apnea ostruttiva nel sonno rappresentano un conflitto tra la lingua e le strutture molli del faringe, in particolare palato molle, ugola, e, specie nei bambini, tonsille e adenoidi. Il russare è dovuto al fatto che l’aria inspirata (in questi casi per lo più attraverso la bocca, e non il naso come sarebbe auspicabile), trova uno stretto passaggio in cui viene accelerata. Le strutture molli che circondano appunto questo passaggio, entrano in vibrazione originano il caratteristico e sgradevole rumore del russamento. L'apnea si verifica quando il passaggio si occlude del tutto. Al senso di soffocamento segue di solito un brusco e angoscioso risveglio.
Nel sonno il bambino é scosso da movimenti bruschi, scalcia, agita la resta, lo si trova scoperto o girato testa-piedi, riferisce incubi o comunque nel sonno parla , piange, chiama e cerca la sicurezza del lettone. Quando lo "conquista" il suo sonno agitato rende impossibile quello dei genitori.
Un primo orientamento diagnostico in tal senso si ottiene con semplici domande ai famigliari: nel sonno il bambino russa abitualmente o ha comunque un respiro rumoroso? arresta il suo respiro anche per una decina di secondi almeno? riferisce bruschi risvegli notturni? riferisce brutti sogni? si agita e rigira molto nel letto? cerca il lettone?, al mattino si alza stanco? di giorno é stanco e sonnolento? In caso di risposte positive il quadro va approfondito per la conferma diagnostica e per la scelta della più adeguata terapia.
La diagnosi più sicura si ottiene con la Polisonnografia o con il Monitoraggio Cardiorespiratorio (il più impiegato), un esame che comporta l’applicazione di sensori che registrano vari parametri durante la notte: numero e gravità delle apnee, tempo di russa mento, attività cardiaca ecc. Non è facilissimo da effettuarsi nel pubblico, ma ormai, privatamente, a domicilio, ha una costo relativamente abbordabile, attorno ai 160 euro. Può essere richiesta a cura del medico che la prende in cura, (neurologo, pneumologo, ma anche dentista esperto in problemi del son
Le terapie proponibili nel bambino sono tradizionalmente due: l’adenotonsillectomia se l’ORL la ritiene indicata per la presenza di ipertrofia adenotonsillare ostruente , e, più raramente, l’applicazione dell’apparecchio di CPAP, cioè di una ventilazione notturna continua con un apposito apparecchio che , attraverso una mascherina, introduce aria a pressione positiva nelle vie aeree, impedendo che si affloscino e collassino, e impedendo così l’apnea ostruttiva.
Desidero però aggiungere, come dentista, che si può anche intervenire applicando dei dispositivi intraorali simili agli apparecchi ortodontici. Questo tipo di terapia , impiegata specialmente nell'adulto, è stata recentemente proposta, con adeguati adattamenti, anche in età pediatrica e anche precocemente: a 2 anni e mezzo , di solito, è già possibile, e non costituisce alcun disagio per il bambino , che prende l’apparecchio come fosse un ciuccio. Anzi, a volte l’apparecchio sostituisce il ciuccio, ma soddisfa comunque il desiderio di oralità del bambino, con grande piacere della mamma.
Le Linee Guida italiane sull’appropriatezza dell’intervento di Adenotonsillectomia hanno introdotto la raccomandazione a considerare eventuali problemi ortognatodontici prima di procedere all’intervento. L'importante è che i dentista cui dovesse rivolgersi abbia esperienza nel trattamento ortodontico di bambini anche molto piccoli, perchè è usuale che l'inizio del trattamento, anche se ritenuto necessario, venga rimandato.
Può essere utile avere qualche notizia in più su questi argomenti visitando il mio sito internet (lo legge nella mia firma) alla pagina Patologie trattate- Patologie respiratorie " e Russare notturno e Apnee nel Sonno", e leggendo gli articoli linkati qui sotto. Eventualmente, se si riconosce nella problematica illustrata, mi faccia sapere.
Cordiali saluti ed auguri

https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/1400-adenotonsillectomia-bambino.html
https://www.medicitalia.it/minforma/medicina-del-sonno/2440-calci-testate-capriole-e-agitazione-nel-sonno-il-bambino-cavallo.html
https://www.medicitalia.it/minforma/gnatologia-clinica/983-problemi-naso-volte-causa-sta-bocca.html

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

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Utente
Utente
Grazie dottore per i suoi preziosi suggerimenti.
Nel frattempo, come prospettato dal medico ORL, le tonsille si sono ulteriormente ridotte di volume e, di conseguenza, anche il russamento e molto diminuito (il bimbo respira bene).
Resta tuttavia in piedi il mio interrogativo circa l’indicazione di terapie profilattiche come quelle che ci furono prescritte dai primi due ORL che visitarono mio figlio in condizioni non patologiche (all’età di 3 anni).
Rinnovo quindi a Lei e agli specialisti che vorranno interessarsi al caso la domanda sull’utilità di assumere nel periodo autunnale/invernale farmaci a base di steroidi e antibiotici, come terapia di profilassi, al fine di contenere l’ipertrofia ghiandolare.
Cordialità
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.7k 215
Se il mio consiglio non le piace o se gli articoli che le ho linkati non la convincono, credo che la soluzione migliore sia di affidarsi ai Colleghi Otorinolaringoiatri che hanno visto il bambino (dopo averne consultati 3 , può cercarne un quarto) o che comunque possono avvalersi dell'esame diretto del caso, cosa che via rete è impossibile, così come anche è impossibile considerare via rete la sua situazione ortodontica, nell'ipotesi che sia alla base del problema respiratorio e tonsillare.
Cordiali saluti ed auguri.

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

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Utente
Utente
Gentile Dottore,
il Suo consiglio mi piace e gli articoli che mi ha suggerito mi convincono e nondimeno non danno risposta alla mia domanda, che - a mio modesto avviso - può essere riscontrata anche in assenza di esame obiettivo e che, pertanto, ripropongo di seguito sperando che Lei od altri medici possano dirmi qualcosa al riguardo:
E' utile assumere nel periodo autunnale/invernale farmaci a base di steroidi e/o antibiotici, come terapia di profilassi - in assenza quindi di disturbi acuti - al fine di contenere l’ipertrofia ghiandolare (tonsille e adenoidi) in età pediatrica?
Grazie ancora
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