Senso di estraneità al mondo

Buonasera a tutti, sono una ragazza che da 2 anni soffre di disturbo d’ansia con una forte componente ossessiva.

Sono stata in cura con brintellix, ora scalato, per un anno e sto continuando la terapia psicologica.

In questi anni ho recuperato la mia vita: quando è scattato il disturbo, in seguito ad un trauma, non riuscivo più ad alzarmi dal letto, ho dovuto letteralmente re imparare a fare tutto ma ad oggi la mia vita è normale (guido, viaggio, ho una vita sociale, lavoro e faccio sport).

Il mio DAG verte soprattutto su una fortissima cardiofobia e paura di svenire e morire improvvisamente.

Sotto questo punto di vista non mi sento guarita totalmente perché riconosco di avere ancora tanti dubbi, pensieri e di non riuscire a mettermi l’anima in pace.

Il sintomo che, in particolare, mantiene attiva questa fobia è uno stato di distacco dalla realtà che fatico anche a descrivere: a volte è come se la mia percezione della realtà fosse totalmente alterata.
Sono perfettamente cosciente ma è come se sentissi il mio corpo distaccato, il campo visivo si restringe e tutto mi sembra lontano, ovattato e nebuloso, le luci mi danno fastidio e non riesco a concentrarmi sulla situazione che sto vivendo nell’insieme.
È una sintomatologia che non identificherei con la derealizzazione che ho provato spesso nei picchi di ansia.
Compare in situazioni che, di base mi preoccupano, soprattutto in seguito allo sport e dove riconosco di attuare più controllo.
Ho fatto analisi del sangue, mille controlli cardiologici, controllo vista, mi manca solo la TAC all’encefalo (lo psichiatra che mi seguiva, che è anche neurologo, sostiene non ce ne sia bisogno).

Potrebbe essere un sintomo residuo dell’ansia e del mio ipercontrollo?
Io ho davvero paura quando lo vivo mi sento come se il mondo si potesse spegnere all’improvviso a volte dico che mi sento attaccata alla vita con un filo sottile.
Non è la classica sensazione di svenimento con vertigini, ronzio orecchie ecc.
È proprio come se ci fosse un difetto di collegamento tra me e la realtà.

Questa sensazione mi fa sentire spaventata e non riesco a fare progetti futuri perché mi fa sentire in pericolo costante.
Il fatto che sia rimasta nonostante la terapia, il miglioramento della mia vita, la consapevolezza acquisita aumenta notevolmente la mia convinzione che si tratti di qualcosa di organico e, soprattutto, mi fa sentire frustrata e abbattuta.

La mia domanda è, è mai capito ad altri pazienti di lamentare sintomi simili ai miei?
Esiste un termine specifico o sono affetta da una patologia misteriosa, rarissima e incurabile?
(La mia testa matta mi suggerisce questo).

Grazie di cuore
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.2k 1k 63
Il fatto che una terapia sia stata fatta solo per un anno espone a ricadute sintomatologia he importanti.

La vortioxetina non avrebbe indicazione per il suo disturbo per cui questi sintomi potevano essere ancora presenti in corso di trattamento

La questione va rivista e trattata in modo appropriato

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
dopo
Attivo dal 2024 al 2024
Ex utente
Buongiorno Dottore,
Sì, in effetti la sintomatologia c’era anche in corso di trattamento seppur con meno intensità e frequenza ma, soprattutto, era più accettata da me e comportava meno rimuginino.

Al di là della terapia farmacologica, mi sa dire se è una sintomatologia residua del disturbo d’ansia o se può essere spia di patologie organiche? È una sensazione comune per i pazienti che soffrono di ansia?