Terapia per dismissione dello xanax

Buongiorno egregi dottori,
Sono una ragazza di 28 anni e da sempre combatto contro l’ansia.
Sono stata seguita da uno psichiatra e psicoterapeuta, ora in pensione, con cui ho fatto 3 anni di terapia cognitivo comportamentale.
Adesso ho cambiato da poco psichiatra e ho iniziato una psicanalisi junghiana.


Dal primo psichiatra, e da vari medici incontrati nel corso della vita, la diagnosi fatta (anche tramite test di Roscharch e altri) è di ansia generalizzata con attacchi di panico (ultimamente pochi per fortuna), disturbo borderline di personalità e ciclotimia (quest’ultima diagnosi secondo il nuovo psichiatra è molto labile e lui tende ad attribuire i miei sbalzi d’umore all’ansia e alla mia sensibilità allo stress).


Vengo al dunque.
Fin dal primo attacco di panico (a 12 anni) sono stata messa dal medico di base sotto benzodiazepine e nel corso delle vita ne ho provate tante (ansiolin, en, rivotril, e la mia croce e delizia attuale, lo xanax), sempre prescritte da medici ovviamente a periodi alterni nella vita (ma i periodi in cui non ho assunto ansiolitici sono stati davvero pochi).


Entrambi gli psichiatri sono d’accordo che non sia possibile darmi antidepressivi in quanto sono troppo su di giri, infatti ho provato l’efexor e la sertralina ma mi hanno dato ansia e attacchi di panico.
Ho provato anche es citalopram, Dropaxin e brintellix ma non sono mai arrivata al dosaggio terapeutico, per ansia crescente e paura di effetti collaterali.
Ho preso il Gabapentin ma l’ho dismesso dopo una settimana in quanto mi ha creato edema su tutto il corpo.


Alla fine ho mantenuto solo lo xanax, prescritto dal vecchio psichiatra alla dose di 5 gocce 3 volte al giorno.
Ad oggi, a un anno da quella prescrizione, sono arrivata a prendere 20 gocce la mattina, 20
il pomeriggio, 35 la sera e 15 prima di dormire.
Il
dosaggio è stabile e non lo aumento, ma sono davvero stanca di dipendere da quella boccetta.

Dopo due tentativi di scalaggio falliti (fatti con schema dello psichiatra), oggi mi ha prescritto la seguente terapia:
- Lyrica 25mg al mattino
- Lyrica 25mg al pomeriggio
- xanax 40 gocce alle 22.30
- quetiapina 25mg al momento di coricarsi, in quanto da un anno soffro di insonnia e risvegli precoci, sono spesso stanca e facendo un lavoro intellettuale per me essere lucida e concentrata è fondamentale.


Lo psichiatra mi ha detto che con questa terapia tra non molto potrò togliere anche lo xanax serale.

Io ho molta paura a iniziare farmaci nuovi, per gli effetti collaterali e per paura di passare da una dipendenza a un’altra, anche se lo psichiatra mi ha detto che questi farmaci non sono come le benzo e non danno quel tipo di dipendenza.


A questo punto vi chiedo: cosa ne pensate della terapia?
È curativa rispetto al GAD o agisce solo come palliativo dell’ansia come per le benzo?

Quali aspetti collaterali devo aspettarmi da questi dosaggi?
Lo psichiatra ha detto solo sonnolenza ma io sono spaventata dagli effetti sul peso soprattutto.


Grazie mille!!
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
" e lui tende ad attribuire i miei sbalzi d’umore all’ansia e alla mia sensibilità allo stress".

E' quasi una tautologia, è come dire che è predisposta ad averli, dove stress significa niente di particolare, le sollecitazioni dell'ambiente. Ma non è una questione causale, altrimenti, che uno ha gli sbalzi perché viene sollecitato, in questo caso allora è un fraintendimento, perché è il contrario.

Antidepressivi e l'esser su di giri non ha niente a che vedere con ansia e attacchi di panico, a meno che Lei non avverta questo, ma da fuori si veda invece ben altro, di natura impulsiva e agitata (che non vuol dire ansiosa). Comunque alla fine li ha provati (5) gli antidepressivi...
Lei ha una diagnosi incentrata sull'umore ma ragiona sull'ansia, il che non stupisce perché soggettivamente può essere questa la parte che percepisce.
Però manca una vera e propria cura per il blocco centrale (ciclotimia-borderline, che di solito detta così equivale a dire disturbo bipolare attenuato).


Le diagnosi non richiedono i test

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Buongiorno dottore, la ringrazio per l’esaustiva e completa risposta.

La diagnosi è quella che le ho detto, io ho sempre avuto un po’ l’impressione di essere presa poco sul serio dai medici, nel senso, sono sempre stata vista solo’ come una ansiosa. Ho letto molto sul disturbo borderline e mi ritrovo in ogni singolo sintomo’, soprattutto terrore di abbandono, ansia e vuoto interiore, nonostante la mia vita sia oggettivamente piena e normale (l’unica parte in cui mi rivedo meno è quella delle dipendenze e dell’abuso di sostanze, ma forse la dipendenza da xanax rientra in quello) però tutti i medici mi hanno sempre definita come un’ansiosa e solo in maniera anche abbastanza velata dopo qualche mia insistenza, il mio ex psichiatra ha parlato di disturbo borderline, mentre la ciclotimia era conclamata. Io soffro di sbalzi d’umore frequenti che per fortuna non condizionano la mia vita perché li nascondo e li gestisco, ma non mi fanno vivere al 100%, come una ragazza oggettivamente sana e che ha tutto’ potrebbe vivere. Ultimamente poi l’ansia si manifesta con forti sintomi di derealizzazione e depersonalizzazione (che si risolvono quando passa lo stato d’ansia e l’essere su di giri con o senza xanax), mentre fino all’anno scorso, prima dell’episodio di depressione maggiore che ho avuto da cui sono uscita semplicemente cambiando lavoro, lasciando il fidanzato e dormendo un mese, di manifestata con somatizzazioni fisiche e ipocondria, adesso sparite.
Forse sono talmente abituata a mascherare come sto davvero (in adolescenza quando stavo male con panico, mi nascondevo perché se no mia mamma mi sgridava). I problemi psicologici legati alla mia infanzia sono stati con successo sviscerati con la psicoterapia e ora con la psicanalisi sto affrontando la me di ora, che è pienamente cosciente dei suoi problemi e vuole risolverli. In primis, togliere la dipendenza da xanax, in secundis sistemare’ il cervello, non so come spiegarlo, io le cose psicologiche’ le ho capite, mi capisco e mi ascolto, conosco i miei limiti adesso ecc ma sento il bisogno di un supporto anche psichiatrico e farmacologico.
Avevo anche richiesto degli stabilizzatori al vecchio psichiatra e l’ho detto anche a questo nuovo psichiatra ma entrambi me li hanno negati, definendo la mia situazione troppo poco grave per ricorrere a farmaci così impegnativi e c’è il rischio che gli effetti collaterali (ad esempio del litio) superino i benefici. Mi hanno sempre detto che nella mia condizione bastavano le benzo (da cui ora dipendo e mi voglio liberare) io speravo nella prescrizione di un SSRI (intorno ai 20 anni avevo preso la paroxetina per 6 mesi per un'ossessione che avevo avuto (fare la pipì continuamente) e aveva avuto grande successo senza effetti collaterali), ma appunto il nuovo psichiatra mi ha dato la cura di cui sopra.
Non ho ancora avuto il coraggio di non prendere lo xanax al posto del pregabalin. Appena avrò qualche giorno col mio ragazzo proverò a sostituire e vedo come va, al massimo sentirò un altro parere.

La ringrazio ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
La visione del disturbo da dentro produce alcuni falsamenti sistematici. Per esempio vivere gli eventi come causa e non come conseguenza, e interpretare le fasi come un prodotto dei fattori esterni, anziché automatiche.
L'autodefinizione dei sintomi non andrebbe fatta, va bene che lo psichiatra valuta lui alla fine, però vedo che ha la tendenza a considerarli ognuno a sé e soprattuto anche alcune divisioni non sensate, tipo: se ha la ciclotimia, allora non la depressione, sono cose diverse. Rispetto a tutto ciò comunque ripeto, la terapia è minima.

Dr.Matteo Pacini
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