Credo di soffrire di idee di riferimento e mi sento in colpa per ogni mio successo

All'eta' di quindici anni cominciai a sentirmi in colpa su tutto, mi autosabotavo in campo lavorativo, sportivo e sentimentale.
Malgrado cio' sono riuscito a conseguire due lauree ma, vi faccio un esempio, non riesco a concentrarmi sull'esame di avvocato se non a patto di pensare che l'avvocatura faccia schifo e che dovrebbe solo essere un trampolino per qualche obiettivo ulteriore... insomma se raggiungo un traguardo devo subito averne un altro in mente... pena un senso di noia dolorosissimo.
Ricordo che questo problema emerse nel 1997, quando avevo quindici anni, ma c'e' dell'altro... ho delle idee di riferimento e, a volte, dei veri deliri.
Una volta pensavo che se avessi toccato con mani sporche di liquido seminale un uovo di gallina magari lo avrei fecondato! Nonostante cio' non ho perso il contatto pieno con la realta' ma, a volte, percepisco la societa' come minacciosa, qui premetto che, alle medie e al liceo fui vittima di bullismo.
Ora mi sento in colpa per ogni mio successo e vorrei solo capire... ho chiesto al mio psichiatra di fare uno screening per la schizofrenia ma non riesco a dirgli a voce pensieri cosi' vergognosi... ora mi chiedo se, ammettendo che io abbia la schizofrenis, i farmaci antipsicotici potrebbero cancellare le conoscenze apprese in tanti anni di studio?
Ho le lauree in filosofia e giurisprudenza.
In aggiunta devo dire che mio fratello e' autistico... credevo di esserlo anche io ma non ho mai avuto problemi di socializzazione.
Dr. Fabio Maria Pasquale Tortorelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Farmacologo 1.3k 99
Gentilissimo,

I sintomi che descrivi non indicano necessariamente un quadro psicotico, ma potrebbero indicare anche un disturbo dell'umore - ad esempio di tipo bipolare.

Anche un disturbo bipolare può infatti accompagnarsi a sintomi come le "idee di riferimento", oppure di veri e propri deliri, che comunque non è detto che siano presenti nel tuo caso.

Per definizione il delirio non viene percepito in quanto tale da parte della persona, da ciò che scrivi invece sembra emergere una consapevolezza da parte tua della non plausibilità di alcuni tuoi pensieri (come la possibilità di fecondare un uovo di gallina).

Il timore di vergogna è comune e non deve frenarti dal discuterne apertamente con il tuo psichiatra.

Rispondendo al tuo dubbio sugli antipsicotici, anche qualora fossero indicati, non cancellano assolutamente le conoscenze apprese, ma possono anzi aiutare a ridurre pensieri disturbanti, preservando le tue capacità cognitive.

Un'idea per aiutarti nella comunicazione con lo psichiatra potrebbe anche essere quella di scrivere i tuoi pensieri e condividerli con lui, sebbene una visita diretta accurata è essenziale per chiarire con esattezza la natura dei tuoi sintomi.

Attualmente il tuo psichiatra ha formulato una diagnosi? Ti ha prescritto una terapia?

Cordialmente

dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Il suo psichiatra avrebbe dovuto già inquadrare la sintomatologia attuale che, dalla sua descrizione, appare molto orientabile verso un doc con pensieri psicotici.

Quindi, dovrebbe essere già in trattamento per esso, e la sua stessa domanda potrebbe essere sintomo della patologia di fondo.

Nel suo caso, qualora non abbia una diagnosi ed una terapia già indicate dal suo specialista, potrebbe essere utile una valutazione approfondita.

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Egregio, in effetti, al csm di trento, una psichiatra mi qualifico' come ciclotimico ... avevo pensato di essere affetto da doc ma lei mi disse di non farmi autodiagnosi ... mi prescrisse la quietapina ma a dosaggio basso ... per mie vicissitudini di vita non ho potuto seguire la terapia... intanto sono in cura presso un profesdionidta privato che, per ora, mi ha prescritto lo xanax, e' vero che, al mio attuale curante, non avevo detto di questi miei pendieri bizzarri e, per me, vergognosi ma glieli ho comunicati oggi ... mi rassicura il fatto che l'eventuale uso di antipsicotici, non obliterebbe le mie conoscenze apprese con tanti sacrifici. Piuttosto, che mi dice del sendo di colpa? Inoltre, quando risolvo un problema, sono pervaso davun forte sendo fi noia, come se non potessi vivere al di fuori di questa spirale!

Cordialita'
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Dr. Fabio Maria Pasquale Tortorelli Psichiatra, Psicoterapeuta, Farmacologo 1.3k 99
Gentile utente,

È molto difficile potersi esprimere su ipotesi diagnostiche sulla base di un consulto scritto, attraverso la semplice descrizione di un sintomo.

Il senso di colpa potrebbe essere un sintomo che potenzialmente rientra nello spettro dei disturbi dell'umore, essendo in genere caratteristico delle fasi depressive oppure di "episodi misti" di alterazione del tono dell'umore; potrebbe però essere presente eventualmente anche in alcune forme di DOC

È necessaria una attenta valutazione psichiatrica con una visita diretta, nella quale riferisce tutti i sintomi al suo psichiatra di fiducia, per un corretto inquadramento diagnostico.

Rinnovo cari saluti

dott. Tortorelli Fabio M.P.
Psichiatra e Psicoterapeuta | Roma Policlinico |
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico igienista 45k 1.1k
Una volta comunicata la sintomatologia, il trattamento dovrebbe essere conseguente.

Omettere sintomi o non dire completamente la verità procrastina il suo periodo di terapia e può rendere il disturbo più pervasivo.

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Egregio dottore, innanzitutto voglio ringraziare Ella e i Suoi colleghi per la tempestivita' delle risposte. Apprendo con piacere che, eventuali cure con antipsicotici che il terapeuta mi volesse somministrare non lederebbero la mia memoria .... il problema di fondo.della mia patologia e' proprio il non riuscire a dire a dire "tutto" quel che mi passa per la testa per un senso di vergogna ... allora ho scritto al mio terapeuta ma, forse ho ecceduto, egli si e' dimostrato stanco .. capisco che abbia anche una certa eta' ... ma Le faccio un esempio: ho dovuto rimandare un appuntamento con Lui perche' non sa usare il pos .. da un lato, quindi, temo che il mio recente atteggiamento critico nei suoi riguardi possa essere manifestazione di una sorta di transfert ma, dall'altra, temo di essere curato con troppi scrupoli in una situazione che, per motivi familiari (ho un padre anziano e malato di cancro e un fratelli autistico, al primo ho fatto, pero', riconoscere invalidita'civile al cento per cento) non consente, per ora, complicate analisi ... insomma dopo 4 incontri mi ha prescritto dello xanax ma lui sa che, in passato, ho abusato di benzodiazepine e ssri ... e ho paura di ricadere nella dipendenza! Inoltre devo prepararmi per l'esame forense, non lo diedi all'epoca perche' mia madre mori' mentre svolgevo un tirocinio forense non retribuito. Ora veniamo al senso di colpa ... il denaro mi serve ma ho, con questo, un cattivo rapporto .. come se mi sentissi indegno di averne ... percio' avevo pensato ad una larvata schizofrenia ... saluti
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Gentilissimo, il fatto e' che riscontro un problema di comunicazione col mio curante ... io gli ho scritto dei miei pensieri che, in effetti, vanno e vengono come se la mia salute mentale andasse a fasi alterne ... Lei, giustamente, parlava di un disturbo dello spettro bipolare .. mi fu diagnosticata ciclotimia ma il curante vuole, giustamente, compiere una sua propria osservazione clinica ... per rispondere alla Sua domanda ... no, al momento, non ho una diagnosi e, percio', mi sento come un navigante senza bussola ne' coordinate ... ho detto al curante che ho un po' fretta di arrivare a diagnosi perche' vorrei quanto prima vedere la remissione di quei sintomi che mi paiono piu' seri ... comunque attendo!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
"o ... avevo pensato di essere affetto da doc ma lei mi disse di non farmi autodiagnosi ... "

E infatti la prima cosa che si nota e che se ne fa tre o quattro subito in una richiesta di consulto, il che ci dà un'idea (ma non per le diagnosi che ipotizza, per il fatto che ipotizza delle diagnosi).
Tende a usare dei termini tecnici per definire i suoi sintomi: non lo faccia, si arriva all'assurdità, cioè uno che dice di avere "delle idee di riferimento e veri e propri deliri".
Quando parla delle sue paure si esprime in maniera normale: questo aiuta, i termini psichiatrici li lasci perdere.

"Ora mi sento in colpa per ogni mio successo e vorrei solo capire... ho chiesto al mio psichiatra di fare uno screening per la schizofrenia ma non riesco a dirgli a voce pensieri cosi' vergognosi... "
Il che riporta allo stesso problema dell'autodiagnosi, cioè chiedere gli approfondimenti allo psichiatra. Ci pensa lui, onde evitare di far cose senza un nesso comprensibile tipo quella che ipotizza qui sopra, che esprimono solo la paura di avere la schizofrenia come idea generica di cosa grave e irrecuperabil (questo è il senso).

In passato " ho abusato di benzodiazepine e ssri ... e ho paura di ricadere nella dipendenza! ": specifichi meglio questo. Cioè, che è successo ?

Dr.Matteo Pacini
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Egregio dottore, e' vero che utilizzare termini tecnici da parte del paziente e' inutile: ci si da' un alibi per non descrivere con precisione le proprie paure perche', come dicevo, non e' semplice, per me, parlare con franchezza di una condizione mentale (qulasiasi essa sia) che reputo vergognosa! Il termine ciclotimia non lo uso casualmente perche' tale disturbo mi fu diagnosticato da una psichiatra dopo che, una tantum, riuscii un po' ad aprirmi e a descrivere alcuni aspetti del mio problema ... avevo non fatto un'autodiagnosi ma podto un quesito alla stessa poiche' certi pensieri tendono in ne a ripetersi ma lei escluse il doc ... parlo', invece, di ciclotimia e mi prescrisse quietapina ... quanto all'abuso di farmaci ... beh ... e' semplice ... ci si automedica e che mi e' accaduto? Ero arrivato ad assumere 120mg di paroxetina die e fino a 180 gtt di diazepam in una sola somministrazione. Ora ho smesso da quasi due anni ma Le dico, egregio, che l'astinenza e' stata tale che non l'auguro nenche al mio peggior nemico. Ora sono perplesso oerche' il mio curante, dopo quattro incontri, mi prescrive xanax ... un saluto!
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Egregio, tra tutti, Ella e'colui che mi ha dato la risposta piu' empatica ... Lei non sa quanto questo mi consoli: e' da poco che ho preso contatto con la Comunita' psichiatrica! Sia detto, a scanso equivoci, che cio' non sminuisce in alcun modo l'operato dei suoi garbati colleghi del sito! Ad es.: il dott. Pacini che non tollera che io nomini malattie mentali cosi' alla leggera ... lui ha ragione ma, come dissi al mio curante, c' e' paziente e paziente: un paziente con un elevato livello d'istruzione andra', per necessita', a leggere il Dsm V, un altro, invece, si appiattira' esclusivamente sui propri sintomi e non guardera' oltre il proprio naso ... mi e' stato addirittura rimproverato di aver fatto autodiagnosi ... ma questo non e' vero .. si confonde, non da parte Sua, la richiesta di aiuto con la presunzione ... io avevo pensato alla schizofrenia perche', a me sembra, una sorta di contenitore ... una sorta di riassunto di molte patologie mentali ... sono stato frainteso? E sia pure, sopportero' anche questo, a me, comunque, interessa funzionare e diminuire la mia sofferenza ... ho una storia familiare complicata ... mio fratello e' autistico, l'ho assistito fino all'anno scorso quando ha cominciato a convivere con una donna che, a me, e a ai suoi familiari sembra paranoica (ogni cosa che non le riesce e' dovuta al sabotaggio di familiari e amici che io so essere persone oneste e perbene) ... si' non sono io il malato, forse, ma e' indubbio che l'ambiente familiare condizioni fortemente la percezione di noi stessi ..
Quanto al senso di colpa ... che mi aggredi', per la prima volta, nel 1997, quando avevo quindici anni, beh ... non sono mai riuscito a spiegarlo del tutto! Ci sono altre cose che vorrei dirLe ma sarebbe meglio una presa in carico diretta da parte Sua ... Lei e' a Roma e io aTrento .. Roma la conosco bene perche' vi ho conseguito le mie lauree ... insomma vedremo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Se Lei non chiarisce che parla di diagnosi fatte e non si sue supposizioni, chiaramente mette chi legge su una falsa pista.

Una diagnosi di ciclotimia non esclude assolutamente gli aspetti che invece sembrano apparire nella richiesta di consulto. E che la portano, ribadisco, a fare supposizioni a trecentosessanta gradi. A maggio ragione, se una diagnosi è stata fatta come tale, non dovrebbe essere oggetto di rimuginazione, mentre invece è equiparata a tutto il resto.
Invece Lei si irrita e assume questo atteggiamento polemico insultando gli altri con l'accusa di non empatia, che è uno dei modi per denigrare professionalmente chi le risponde evidentemente non per il gusto di andarle contro (ma Lei suppone questo).

Dr.Matteo Pacini
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Egregio dottor Pacini, "onus probandi incumbit illi cui adfirmat", mi dimostri dove e quando io avrei scritto un enunciato del seguente tenore: "Lei dottor X e' empatico mentre il dottor Pacini non lo e' o lo e' meno di Lei (il che e' opinabile)" ... addirittura Ella e' tanto empatico da entrare nella mia mente e capire cosa io supponga! Al contrario ho fatto rilevare come il Suo approccio sia rigoroso e che Lei, giustamrnte, non ammette che si parli alla leggera di psicopatie, oggettivamente, gravi e ho fatto rilevare, credo, e se non lo avessi fatto lo faccio ora, che Lei ha ragione! Tornando all'argomento del consulto, si' e' vero, mi fu diagnosticata una "tristezza cronica" e "CICLOTIMIA" ho riferito tutto questo al curante che, tra l'altro, conosce anche personalmente la professionista che mi fece questa diagnosi ma lui vuole prendersi del tempo e colloquaiare con me.. per questo dico che una diagnosi non c'e' a tutt'oggi! Quanto alle benzodiazepine e agli SSRI... mi piacerebbe sapere il Suo parere in proposito visto che il mio curante minimizza la capacita' di queste sostanze di dare dipendenza ma io non nascondo di averne fatto un uso largamente improprio! Spero che l'equivoco sia chiarito e di poter ricevere risposta in tempi brevi (compatibilmente coi Suoi impegni). Un Caro Saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
A parte i sofismi, è ciò che ha affermato, non come enunciato, come sintesi del suo discorso. Uno è più empatico, quindi l'altro meno. Ma, dal senso che dà al termine "empatico", mi sat aanche bene, perché il senso è appunto comprendere come la persona sente e ragiona, NON accogliere il contenuto del suo ragionamento e del suo sentire. Altrimenti significa simpatia, o semplicemente supporto. Se uno delirasse, essere empatico non significa confortarlo della fondatezza di ciò che dice. Se uno si lamenta che gli altri gli rovinano la vita, essere empatici può significare ad esempio capire che ha un problema di personalità, e doverlo quindi completamente avversare su un piano di contenuto, cosa che prevedibilmente lo farà infuriare.
Lei riferisce delle cose, io individuo alcuni aspetti del suo modo di esporre, che sono segni di un esame psichico. L'autodiagnosi a 360 gradi è un segno (ovviamente chi la fa dentro ci mette anche cose giuste, ma insieme a tutto il resto).

Circa le medicine, l'uso improprio riguarda la dose per gli ssri, ma per le benzodiazepine in cosa consiste ?

Riguardo alla diagnosi: ancora noto che è diffusa l'idea che per capire le cose mentali si debba parlare, parlare, parlare. Anche osservare. Non è questione di comunicazione la diagnosi, ma di individuazione di fatti (che possono anche consistere in passi di un colloquio, certamente). Quindi d'accordo che l'osservazione possa essere utile a definire una diagnosi, però quindi al momento non c'è mai stata una terapia per eventuale ciclotimia, solo antidepressivi.

Dr.Matteo Pacini
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Egregio, come le ho scritto, prendevo fino a 180 gtt di diazepam, tranquirit, in una somministrazione singola! E' vero che ci ero arrivato per gradi ma ero al punto che il mio corpo era talmente assuefatto che, ormai, ad un certo punto, non mi facevano piu' effetto! Le prendevo solo per non sentire l'astinenza ...
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Egregio dottor Pacini, ci fu una diagnosi di ciclotimia e devo riconoscere che la curante che mi diede la quietapina fece un buon atto medico poiche' dopo quindici giorni circa di assunzione della medesima taluni pensieri cominciarono a parermi, quantomeno, implausibili. Ora, tra la diagnosi di ciclotimia, e la situazione attuale vi e'questo: a mio fratello e'stato diagnosticato l'autismo ... ho preso contatto col mio attuale curante proprio perche' preoccupato dal fatto che l'autismo ha una base genetica ... dunque, riassumendo: si', cura per la ciclotimia ci fu na breve, ci furono degli effetti positivi ma io interruppi la cura per vicissitudini di vita ... quando ho voluto riprendere la cura il mio terapeuta, alla luce di queste risultanze diagnostiche relative a un mio parente di secondo grado, pur ritenendo assente l'autismo, nel mio caso, ha voluto riservarsi un certo lasso di tempo per fare una sua diagnosi ...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
A che dose fu presa la quetiapina ? 15 giorni di terapia presumo a dosi non elevate, potrebbe aver avuto un effetto ma su un qualcosa che dopo 15 gg era risolto. Ma se l'effetto fu buono, poi invece si tornò all'antidepressivo ?
Il fatto che abbia abusato di quei farmaci in effetti è coerente con una diagnosi di ciclotimia, il che non esclude che però, come accade tipicamente in quella diagnosi, ci siano aspetti combinati (a volte panico, a volte doc, ets).

Dr.Matteo Pacini
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Egregio, in effetti, la psichiatra mi prescrisse la quietapina ma gli anti depressivi e gli ansiolitici li prendevo gia' e a quelle dosi di cui Le parlavo, dunque la stessa, forse, non ritenne opportuno di sospendermeli perche' mi avrebbe creato astinenza! Comunque non ebbe toni allarmistici a proposito del mio sovradosaggio e, questo, mi stupi'! La quietapina era prescritta a dosaggio di 75 mg la mattina e 75 mg la sera, commisi, pero', lo ammetto, l'errore di alzarmi un po' la dose da solo .... notai comunque, come le dicevo, un certo miglioramento, le mie idee bizzarre cominciarono a divenirmi meno credibili ... Il mio attuale terapeuta,, pero', ritiene la quietapina piu' un sedativo che uno stabilizzatore dell'umore ... ma sul foglietto illustrativo lessi che e'indicata per il disturbo bipolare ... a meta' giugno lo vedro' ma Lui, ormai, sa di certi miei problemi di ideazione bizzarra perche' glieli ho comunicati per iscritto. Lei, sopra, menzionava il doc ... pensa ad una comorbilita'? Un caro saluto!
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Egregio dottor Pacini, in effetti, il mio primo contatto con le benzodiazepine avvenne nel 2004 proprio per gravi attacchi di panico! Mi rivosi, pero', al medico di famiglia di allora che non era psichiatra ma ostetrico - ginecologo: cominciai con l'etizolam!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
"non ritenne opportuno di sospendermeli perche' mi avrebbe creato astinenza"

Ovvio, così di botto. Ma mica si fa così infatti..... anche perché aggiungere un farmaco per la ciclotimia con un sovradosaggio di antidepressivi non ha molto senso, come strategia. In questo caso, dato il tempo di 15 giorni, non è chiaro cosa abbia fatto, magari tamponare l'eccesso di agitazione dato dalle altre medicine.

Dr.Matteo Pacini
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Egregio dottore, credo di aver capito: io descrissi alla dottoressa questo eccesso di attivita' mentale dicendole che era come se mi si "accendesse il cervello" (un overthinking che cominciava poco dopo il risveglio e durava e, tuttora, dura fino a sera inoltrata) la psichiatra disse proprio che questo era effetto dei farmaci ... pero', a parte questo, mi pare che vi sia un nesso causale tra l'assunzione di quuetapina e una considerazione piu'serena di certi pensieri che io definisco deliranti perche' non condivisibili dagli altri perche' bizzarri ... non sara' che, comunque, l'antipsicotico fece il suo mestiere? Vorrei aggiungere che il mio attuale terapeuta ha afgermato che non dara', per ora, ssri proprio perche' pensa che potrebbero sovraeccitarmi. Per onesta' e completezza devo, inoltre, specificare che il terapeuta, pur escludendo al momento disturbi dello spettro autistico, dice che vuole osservarmi per almeno 6 mesi, dice che, per vicissitudini familiari da me a lui rivelate (ho un fratello autistico e un padre che, per venti anni, non si e' interessato di noi) sono cresciuto un po' storto .. come fossi borderline (abbiamo usato questo termine in senso colloquiale e non tecnico). Lui ha detto che si avvarra' di uno stabilzzatore dell'umore. Si prende, giustamente, il suo tempo .. e' un clinico esperto e nel quale ripongo grande fiducia!
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