Sintomi post episodio psicotico/maniacale

Salve, scrivo per informazione su eventuali difficoltà cognitive a distanza di 6 mesi di un episodio psicotico/maniacale,
Mi sento completamente annullato, privo di forze mentali, privo di meccanismi di pensiero, faccio fatica anche a scrivere questo messaggio, non riesco a pensare, a parlare, a formulare frasi complesse,
Può essere che sia il processo di recupero di dell'episodio?
O rimarrò così a vita?
Magari ci sono stati danni cerebrali permanenti?

PS.
I sintomi sono stati trattati senza TSO subito in ospedalizzazione.


Un'altra domanda, il mio psichiatra mi ha detto che il mio è un disturbo bipolare indotto da sostanze probabilmente, ma che lo sapremo
Come si fa a capire se è indotto da sostanze?

Non ho capito se questa sostanza me l'ha provocato o indotto...
AIUTATEMI PER FAVORE
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Dopo la fase maniacale viene quella depressiva. Tutto qui, è quello che si sta svolgendo. A seconda di cosa usato, per quanto tempo etc vi è lentezza nella ripresa di alcune funzioni. Il problema è che parte delle persone per correggere questo usa ancora sostanze, o le stesse o diverse, e così riproduce il meccanismo.
Da sostanze o meno, il concetto è uguale. Anche dopo una mania spontanea ci può essere questo decorso.

Dr.Matteo Pacini
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Se indotto significa che non sarà cronico giusto?
Quindi la sintomatologia è normale? Tutto ciò passerà?
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Anche problemi di memoria, si ritorna a ricordare poi?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Queste domande non vanno gestite come se fossero richieste informative, l'avranno già abbondantemente rassicurata, ma il punto è che presumo che abbia anche addosso una terapia, magari con qualche effetto collaterale. Questo forse va considerato e corretto, perché a volte sono effetti collaterali e non la depressione. Tuttavia, le domande preoccupate invece non vanno sviluppate, perché altrimenti paradossalmente diventano più interferenti di prima.

Dr.Matteo Pacini
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Come terapia assumo una puntura di xeplion 100 e due compresse di resilient, può essere qualche effetto collaterale di questi due farmaci?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Certo, del primo. Ma a questo punto andrebbe capito perché prende per via iniettiva il farmaco, se per comodità o per evitare che sospenda la terapia in maniera non controllata.

Dr.Matteo Pacini
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È più pesante l'iniezione del farmaco via orale?
Dopo quanto tempo si può sospendere o scalare il farmaco?
Questi effetti collaterali sono invalidanti
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L'iniezione usata per evitare che non prendo la terapia
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
E come mai non la prende ? Perché se è necessario tenere questa cura, valida, si riducono però le opzioni, perché alcune non sono disponibili in iniezione.

Dr.Matteo Pacini
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Secondo Lei se il farmaco era da sospendere o scalare, sarebbe stato un problema che Lei non lo prendesse ?
Non ha probabilmente contezza della malattia, di come funziona, di cosa è stata forse, perché pare semplificare tutto al fatto di smettere il farmaco che previene la ricaduta.

Dr.Matteo Pacini
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No dottore, non è per il fatto che non la prendo, ma mia madre per sicurezza, in quella situazione ha riferito al medico , sicuramente per una sicurezza in più e incentivata da loro stessi che sarebbe stato meglio prenderla tramite iniezione
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Dottore,dico ,per questi effetti collaterali come ci si comporta, perché sono davvero molto invalidanti, sono molto pesanti, si dovrebbe scalare la terapia, modificare il farmaco..
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Più che altro sono molto preoccupato del fatto che questo effetti collaterali mi stanno portando ad avere problemi in tutti gli ambiti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Si, ha detto "per evitare che non prendo la terapia", quindi evidentemente ci sono motivi per ritenere che non la prenda (per esempio la non consapevolezza di malattia). Capisco, di sono degli effetti, ma la gamma di alternative per bocca è maggiore, e quindi anche la gestione degli effetti collaterali ha più opzioni.

Dr.Matteo Pacini
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Dottore, io sono più che consapevole della malattia , però la cosa che vorrei sapere è se la sintomatologia è reversibile, è stata presa questa scelta non perché non volessi prendere la terapia, ma anche per avere la certezza che aderisca bene , la cosa che vorrei sapere è, quando passano i sintomi e se sono comuni secondo voi.
E se nel decorso di un episodio maniacale/psicotico ci sono anche problemi di memoria, anche che riguardano periodi prima dell'esordio dell'episodio
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E se si recuperano i ricordi, e se è normale avere questi sintomi a distanza di 6/7 mesi dal fatto accaduto..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Ci sono impressioni di non funzionare più bene in questi periodi, fermo restando che uno può non ricordarsi che pensieri faceva durante l'episodio psicotico, visto che non li ricostruisce, e può non ricordarsi bene cosa è successo al culmine di una fase agitata e confusa.
Però, se c'è il problema che non aderisce, è esattamente quel che abbiamo detto, che tende a non prenderla, e andrebbe capito come mai lo fa. Non mi pare un argomento di poco conto.

Dr.Matteo Pacini
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Dottore, io la terapia la prendo tutti i giorni, sono consapevolissimo della mia condizione per he non è stata la prima volta purtroppo, è stata presa questa scelta ed io non sono stato preso in causa, e il mio medico quando esprimo sintomi del genere non mi dà nessuna risposta...sono completamente confuso,
Non so cosa pensare, se dipende dai farmaci, se dipende dal decorso della condizione , o se dipende da altro..
Per questo scrivo qui, lei dice che dovrei chiedere al mio medico di cambiare la terapia da iniezione a via orale?
Mi sento completamente fuori uso, non ricordo nulla, sia dell'episodio sia di cosa facevo prima dell'episodio, ho problemi di eloquio, faccio fatica a trovare le parole e mi sento completamente bloccato,...sarà davvero lo xeplion? Devo continuare questa terapia ancora per 4/5 mesi purtroppo, ma non ce la faccio più, non perché non voglio prenderla, ma perché sto davvero male, lei dice che prendere una terapia via orale sarebbe più leggero? Lei ha mai sentito di qualche vostro paziente che abbia avuto questi sintomi? Rimarranno persistenti?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Ascolti è Lei che ha scritto
"è stata presa questa scelta non perché non volessi prendere la terapia, ma anche per avere la certezza che aderisca bene"
E quindi si presume che Lei non aderisca bene, per quale motivo ?

Dr.Matteo Pacini
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È stata fatta questa scelta non so perché, mia madre non se ne intende, perché è stato pensato dai medici che i ragazzi della mia età non proseguono la terapia per il tempo stabilito, ma non è il mio caso, come me non hanno parlato dottore.
Io la terapia la prendo sempre e non voglio stopparla.
Per favore potrebbe rispoendere agli altri punti del messaggio? ho bisogno di un vostro parere.
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Il mio medico sa che prendo la terapia, mia madre presa dalla paura e si è fidata dei medici, non sa che c'è una differenza tra farmaco orale e farmaco a iniezione, quindi mi sta chiedendo cose a cui non so dare risposta, penso che sia stato per quel motivo, per comodità, per non prendere il farmaco per bocca ogni giorno.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
E allora perché scrive "per aderire meglio" ? Meglio rispetto a cosa se Lei non vuole stopparla né autogestirla ? Che bisogno c'è di migliorare l'adesione ?
Quindi Lei non si occupa delle scelte sulla sua cura, decidono gli altri ? La cosa non ha molto senso. Parla di comodità...la comodità è sua, per bocca o per iniezione, quindi se non lo sa che significa che qualcuno ha scelto così perché per Lei è più comodo ?

Dr.Matteo Pacini
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Quando è stato scelto io non ero presente, ero appena uscito dall'ospedale e non ero in condizione, nessuno mi ha tenuto in causa, ho chiesto a mia madre e mi ha detto che glie l'ha consigliato il medico come le ho già detto per paura che io non prenda la terapia, dettato non da qualche motivo ma dalla paura del medico perché ha pensato che ragazzi della mia età non prendono la terapia e quindi mi è stato dato questo...
Poi continuo a scrivere al medico i miei sintomi ma non mi dà risposte, pensa che sia il decorso della malattia , e va bene, credo a questa cosa , ma quando ho provato a domandare di cambiare farmaco non mi è stata data nessuna risposta, nemmeno quando provo a descrivere i sintomi.
In tutto ciò continuo ad essere completamente bloccato mentalmente , ho problemi di memoria e lei si è focalizzato su un punto per il quale ho dato già le mie risposte..
Vorrei sapere se cambiando il farmaco potrei avere meno sintomi di questo tipo, perché a stento mi sento vigile ...preferisco dormire che stare come sto..
Vorrei sapere anche se a distanza di 6/7 mesi questa terapia può essere scalata?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Ma il medico non la vede, non la visita ? Dopo aver messo la cura l'avrà pure rivista per giudicare gli effetti, se andava bene la cura, a parte sentire il parere di sua madre che va bene, ma direttamente con Lei...di solito si fa, anche proprio per rendersi conto di come uno vede la cura, cosa ne pensa, se ha capito a che serve etc.

Dr.Matteo Pacini
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Si mi ha rivisto, ha visto solamente la mia condizione rispetto all'ospedalizzazione e ha detto che stavo bene ma questo già a luglio e a settembre, mi ha spiegato che la cura serve farla ancora per diversi mesi, e su questo non discuto, ma è indifferente al fatto che io senta queste cose , e non ha nemmeno mai pensato di cambiarla o modificarla data la mia sintomatologia
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Ospedalizzato a maggio e uscito alla fine dello stesso mese.
Vorrei sapere è normale che io adesso ho completi vuoti di memoria nel periodo anche precedente all episodio? Che io mi senta completamente bloccato mentalmente? E che non riesco nemmeno a trovare parole o a funzionare decentemente in generale? All'inizio della cura sembrava non avessi questi sintomi
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Può essere sia la fase successiva a quella agitata, sia l'insieme di questo e degli effetti dei medicinali. Ma le funzioni sono tutte a posto, solo che sono lente o inibite per effetto di una di queste due condizioni, o entrambe.
Quindi Lei mi dice che non c'è un motivo di sfiducia sul fatto che Lei la assuma la cura, non ci sono precedenti di interruzione da parte sua.

Dr.Matteo Pacini
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No dottore, non è per questo
Quindi lei dice che la sintomatologia che riguarda
La memoria,
L'attenzione
Difficoltà di pensiero
Eloquio rallentato e difficoltoso
Difficoltà a pronunciare le parole e formulare frasi complesse
Sono dovuti da questi due fattori? Anche a distanza di 6 mesi?
Non ricordo nemmeno cose successe con la mia ex ragazza nel periodo prima di quel episodio..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Si, anche perché uno dei due fattori può essere la terapia che è sempre in corso uguale.

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Dottore e secondo lei quale sarebbe la cosa migliore da fare?
È possibile che io quest'estate non ho riscontrato tanti di questi sintomi e a distanza di tempo si?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Si, perché la fase depressiva può svilupparsi dopo l'esaurimento della precedente, e questo non si sente perché si è già coperti dalla cura data in fase agitata. Dopo di che è come se la cura improvvisamente fosse pesante, mentre di solito è perché da dentro cambia la configurazione cerebrale, quindi è come una bilancia che cambia equilibrio perché su un piatto non c'è più il peso di prima, quindi l'altro diventa improvvisamente più pesante.

Dr.Matteo Pacini
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Dottore, un'altra domanda, io ho avuto un'altro episodio simile 4 anni fa, in comorbilità dell uso di cannabis, detto ciò può essere che il mio sia un disturbo bipolare puro? O può essere che è stato indotto entrambe le volte dall'uso di quella sostanza?
Per definirlo disturbo bipolare indotto da sostanza quali criteri bisogna seguire se si sa che mi è successo un'altra volta anni prima?
Questo mi vi pensare che è sia un disturbo già preesistente?

Il problema è che non ricordo i sintomi e come sono stato durante i 3 anni delle volte bene delle volte male, ma per i problemi di memoria che sto riscontrando non so nemmeno descrivere altro.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Si, non cambia il discorso della canabis, il disturbo si esprime indipendentemente, c'è un rischio a comune e una evoluzione a comune

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Quindi lei dice che c'è un disturbo bipolare puro?
Non si guarisce da ciò?
Il mio medico ha detto che è tutto da vedere.
Ho davvero paura di esserlo non voglio vivere come un disadattato..
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Utente
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Che conseguenze ha avere un disturbo di questo tipo?
Si può vivere senza farmaci con questo disturbo?
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C'è la possibilità che non sia un disturbo bipolare ma che siano episodi a se stanti?
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Causati da sensibilità alla sostanza?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Si, se l'episodio è singolo e contributo di sostanze è più probabile che non si ripeta, partendo da una forma di tipo "maniacale" che è quella sua. Però non è l'eventualità più frequente.
In più, chi ha avuto una psicosi sotto sostanze, ha una discreta tendenza a utilizzare nuovamente quelle sostanze che gli hanno dato la prima psicosi, con conseguente facilitaziione di una ricaduta.

Dr.Matteo Pacini
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Quindi anche se ci sono stati due episodi a distanza di 4 anni in concomitanza con uso di cannabis può essere che siano episodi e non il disturbo bipolare mi sta dicendo?
O questo fa pensare che ci sia un disturbo bipolare di fondo? Non ho ben capito
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Ad esempio io non sto più usando la sostanza perché sto male, e so che questo mi può portare altre conseguenze, l'ho interrotta da quando sono stato all'ospedale, in 4 anni non mi è successo più nulla e solo quando ho ripreso a fumare , dopo alcuni mesi ho avuto un'altro episodio, questo cosa le fa pensare?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Ecco, due episodi non sono già più isolati. Lei diceva di episodi isolati, qui sono due, non isolati, e a distanza di 4 anni, con il meccanismo che accennavo, quindi con elevata probabilità che fumi ancora a ce ne sia un terzo, specie senza terapia. Ma anche senza cannabis, la probabilità del terzo non è bassa, ovviamente parliamo di probabilità a 4 anni, se andiamo a 10 anni è elevata.
Nei quattro anni intervallari avrà assunto una terapia, almeno per una parte del tempo presumo.

Dr.Matteo Pacini
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Ho assunto una terapia, per un po' dopo l'episodio con stabilizzatori e antipsicotici, quindi è molto probabile che ci sia un terzo episodio? Anche senza usare cannabis?
Non può essere che sono stato causati da l'uso di quest'ultimo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Esiste concretamente una probabilità, anche senza usare cannabis, si. Ovviamente è inutile fare previsioni, qui il problema è sapere che è così e assumere una cura che copra dalle ricadute, prima di trovarsi senza cura e a riassumere cannabis anche se si era detto di no, cosa che capita spesso.
Se si è disposti a curarsi senza fretta, si può trovare uno schema soddisfacente magari, perché si hanno tutte le opzioni; se invece si tende (consapevolmente o meno) a sospendere le cure per motivi x o y, è chiaro che il medico indicherà preferibilmente le cure iniettive, e quelle anche che danno garanzie migliori, ovvero spesso quelle che però hanno anche determinati effetti collaterali, specie a dosi piene.
Nella mia esperienza, curarsi bene per un primo periodo anche con alcuni effetti collaterali è spesso un compromesso ragionevole. Dopo, ovviamente il fatto di essere affidabili nell'assunzione e di trattare la terapia come uno strumento e non come una imposizione o un inutile prolungamento aiuta a poter avere le cure meglio tollerabili o a verificare se è possibile stare su dosi più basse.

Dr.Matteo Pacini
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Una cura a vita? Chiedo perché vorrei provare a fare dei concorsi, quindi mi sta dicendo che dovrò stare con la paura a vita? Che mi risucceda? Il mio medico ha detto che non dovrò fare iniezioni a vita e che tra pochi mesi farò una diminuzione della terapia penso fino a stopparla
Può essere che la diagnosi sia diversa e che possono essere stati causati solamente dall'uso?
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E mi ha detto che senza l'uso non si sarebbe probabilmente verificato
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Perché paura ? Avere una malattia che può manifestarsi con ricadute non impedisce a nessuno di fare la propria vita se c'è una cura che protegge. Mi sembrano ragionamenti prematuri, ancora ci sono problemi legati al fatto che (almeno gli altri pensano) non sia affidabile nel prendere le cure e nel rimanere astinente dalla cannabis, quindi prima ragioni su questo col suo medico, poi il resto verrà da sé.
Se non ha ricadute e ha una cura con meno effetti collaterali non vedo niente che le vieti di intraprendere il suo percorso professionale o di vita.

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E secondo lei perché il medico mi ha detto che non dovrò fare le iniezioni per molto e che verrà scalata la terapia? Può essere che ci sia un altra possibilità di diagnosi?
È che il secondo episodio come il primo sia stato scatenato da una sensibilità alla sostanza?
O dopo due episodi diversi l'uno dall'altro ci sia solo predisposizione e che passi completamente la cosa senza dover fare terapia a vita?
Il mio medico ha detto che dopo 10/12 mesi dovrei scalare l'iniezione
Il problema è che vorrei provare un concorso nelle forze dell'ordine e ho paura che con questo non potrò farlo..
Tenendo conto della situazione generale che vi ho descritto ci può essere un'altra possibile spiegazione?
Adesso sento davvero come se non riuscissi nemmeno a parlare
Non faccio altro che dormire perché questa situazione mi sta compromettendo tutto, mi sento un automa, e non ricordo nulla sia dell'episodio che di tutto, mi sento completamente perso. È normale secondo lei?
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Dottore attendo una sua risposta..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Si, perché no ?... dopo un po' si può scalare la dose perché la fase è spenta e giustamente il medico lo programma. Non vedo perché dovremmo cercare spiegazioni avendole già e perfettamente note.
Sta ripetendo dei sintomi come se non riuscisse a farsi una ragione che sono i sintomi della sua situazione e dei due tipi di fattori che le ho detto. Questi sono i sintomi sia della fase depressiva che in parte della terapia che è stata data in una fase precedente e che ora pesa di più. Il medico è cauto perché si rischia di produrre poi delle situazioni di recidiva appena l'umore migliora, e con una terapia minimizzata.

Dr.Matteo Pacini
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No è che vorrei sapere magari se c'è una possibile situazione diversa differente da quella pensata , magari sono stati due episodi a se stanti? Può essere? Può essere che non sia un disturbo bipolare?
Dottore ma io non mi sento depresso mi sento completamente stupido..e non mi capaciterei di avere nel caso un disturbo cronico, per questo le ho chiesto, ci può essere una possibile diagnosi o situazione differente da un disturbo bipolare?
E quanti mesi bisognano passare per tornare ad essere normalmente funzionante?
PS: prima prendevo una terapia più pesante, ma da tempo prendo solo litio resilient e lo xeplion come le ho già detto
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Dottore, mi scuso per la mia ripetitività, quindi non ci può essere una diagnosi differente?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Sta ripetendo pari pari le stesse cose, come se non leggesse le risposte.
Il succo insomma è che non vuole avere nessuna diagnosi e pensare che può smettere la cura perché l'episodio è finito.
Ahimé, temo sia così ed è questo il motivo per cui non riesce a prender parte attiva alla cura, costringendo anche gli altri ad adottare forse soluzioni che poi Lei stesso vive come imposizioni.

E' tutta un'insistenza per dire che è un episodio che si è chiuso. Il secondo anche. Non è una richiesta di parere, è che vuole insistere per farsi dire che è così, si ponga il problema del perché vuole insistere: a tutti piacerebbe che una malattia finisca il giorno dopo, ma o si regola per quello che ha, oppure si regola per una cosa che non ha, e fa male i conti.

Dr.Matteo Pacini
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Volevo semplicemente sapere se c'era una possibilità di diagnosi differente, non voglio che la mia malattia finisca il giorno dopo ma vorrei capire se c'è la possibilità che non sia cronica come malattia e se con un trattamento a lungo termine ovvero anni per quello che mi hanno detto possa guarire, dato che sono consapevole che il disturbo bipolare è una condizione cronica recidivante...e il mio è stato definito verbalmente un disturbo bipolare indotto.
Sto seguendo le indicazioni del mio medico sono in cura da 7 mesi e sto facendo tutto quello che c'è da fare.
Purtroppo per me è difficile gestire i sintomi dato che il mio dottore non sta nemmeno pensando di cambiare qualcosa, non ELIMINARE la cura dottore.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Ma se abbiamo già descritto le situazioni, perché considerare importante se c'è una diagnosi differente (cosa che già abbiamo discusso) ? L'unico motivo è che sta cercando di capire la malattia finisce qui e con essa il trattamento (e infatti è quello che ha scritto nella risposta), ovvero quello che avevo detto prima.
Sta facendo quel che c'è da fare, il medico ha detto che la cura potrà essere ridotta per venire incontro al cambiamento della fase.

"Il mio medico ha detto che dopo 10/12 mesi dovrei scalare l'iniezione"

Ora, rispetto al fatto che hanno timore che non assuma la cura, secondo me è forse perché non accetta discorsi sul fatto che la cosa vada curata così ? Potrebbe essere.

Dr.Matteo Pacini
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Assolutamente no, vorrei capire se questa cosa una volta trattata per il tempo per cui deve essere trattata può essere che io possa vivere senza farmaci, un giorno
E se la diagnosi di disturbo indotto o puro è differente a livello di prognosi, non voglio eliminare la cura perché sono consapevoli che sto male Dottore. E ne ho bisogno, non voglio togliere la cura , erano solamente dubbi i miei.
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Sono stato senza cura per tanto tempo e le cose andavano meglio, purtroppo l'ultimo episodio ovvero il secondo è successo esclusivamente per l'uso di cannabis sproporzionato e stress vario sennò probabilmente come ha detto il medico non sarebbe proprio capitato....per questo mi è venuto il dubbio e ho chiesto se questo può fare capire che il disturbo sia transitorio e non cronico.
Poi a prescindere le cure verranno fatte per il tempo che serve ...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Appunto, le considerazioni sono queste. Stavo bene, se non fosse stato perché ho riusato cannabis e mettiamoci anche lo "stress" che chiunque si attribuisce anziché identificarlo come il risultato di qualcosa che si sta muovendo magari, e non come generica e fantasmatica causa di qualunque cosa. Tra l'altro, questo termine serve come discolpa, e siccome qui nessuno incolpa nessuno, è su un piano che non c'entra.
Allora le piace coltivare l'idea che è una cosa transitoria. E per far questo piega a questo significato una serie di cose che non significa niente: stava bene prima della ricaduta (ovvio), la cannabis è rientrata pesantemente ma praticamente secondo Lei non è un comportamento già anomalo, è normale, è comprensibile che chi ha avuto una psicosi poi la riusi come se niente fosse quindi secondo il suo punto di vista, e non indice di qualcosa che non quadra.
Le considerazioni le abbiamo fatte, è che Lei sta cercando di far affermare agli altri che è un disturbo che finirà qui. Non mi sembra che consideri in maniera logica il decorso e l'automatismo dei fattori che può anche definire scatenanti, ma che comunque emergono per una loro tendenza spontanea (uso di cannabis).

Dr.Matteo Pacini
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Dottore per quanto riguarda il fatto che io abbia riniziato a usare cannabis e che io abbia sbagliato su questo non si discute, è così ho sbagliato pensando erroneamente che non sarebbe più capitato, dato che non mi era stata fatta una bozza di diagnosi e che si era pensato che fosse stato un episodio isolato.
Per quanto riguarda il fatto che magari vorrei che il mio non fosse un disturbo cronico penso sia normale per chiunque, dato che il mio medico comunque ha detto che non è sicura come diagnosi e che questo si vedrà, per questo ho insistito nel chiederle se ci poteva essere una sorta di possibilità che questo non sia un disturbo bipolare puro. Solo per questo.
Erano passati quattro anni e i medici che mi avevano visitato non mi avevano detto ancora che poteva trattarsi di questo ma per lo più trattavano il mio stato di ansia e una sorta di depressione...
Mi dispiace che si pone così, sono solo un ragazzo che vorrebbe capire e che è traumatizzato dalla situazione in cui è tutto qui, mi dispiace ancora se sono stato ripetitivo e ho cercato parole di conforto.
Ho capito che questi sintomi che sto riscontrando sono sia per la situazione del disturbo che possibili effetti collaterali dei farmaci, e ho capito che la situazione vuole tempo per migliorare..spero che si risolva presto..La cosa certa è che non farò più uso e che mi curerò fino a quando servirà.
Volevo capire solo se c'era una minima possibilità che questo fosse transitorio dato lo spiraglio che mi ha lasciato il mio medico...mi dispiace se si è posto in questo modo..sono spaventato e completamente perso..questo può essere comprensibile?,
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Ma io stesso le ho detto che chiunque vorrebbe che le cose finissero subito e fossero episodiche. Ma va tenuto conto del fatto che anche il consumo di cannabis è un sintomo eccitatorio, a meno che si voglia dare per scontato che uno si vada a cercare le ricadute, episodio isolato o meno: comunque per non farne venire un secondo è logico pensare di non riusare cannabis, per cui se uno lo fa forse non è un errore, ma qualcosa di diverso.

Dr.Matteo Pacini
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Ovvero dottore?
Si sono stato un incosciente e sicuramente questa mi è servita da lezione e sicuramente non ne farò più uso questo è poco ma sicuro, sono stato incosciente una volta ma sicuramente non riaccadrà.
La cosa che spero e che con le cure e tutto quello che c'è da fare starò meglio e che questa agonia di sintomi passi presto..
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Quindi per lei è una cosa certa che si tratta di un disturbo cronico recidivante.
Non capisco perché il medico non l'abbia definita così, e che è ancora tutto da vedere magari con il tempo e se ricapita di nuovo..non lo so..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Che è recidivante è cosa certa non per me, ma per Lei che me lo ha riportato.
"Non capisco perché l'abbia definita così" è veramente sorprendente come osservazione. Quindi neanche le cose ovvie, una cosa recidivata viene definita recidivante, ma per Lei la definizione è misteriosa...
E' ancora da vedere se capita di nuovo: quello è un modo di vedere le cose che può essere applicato ogni volta. Ci sono persone che alla centesima ricaduta ragionano così, anzi ancora più rigidamente, e non vogliono sentire parlare di malattia recidivante.
Se vuole la versione che ha sbagliato nel ritoccare la cannabis e che tutto si limita a questo, non saprei come spiegarle che non è quella supportata dai dati a nostra disposizione (anche al primo episodio, e ora siamo al secondo). Tutto da vedere se poi il ritoccare la cannabis sia stato un comportamento che non ha a che vedere con la ricaduta stessa, oppure invece sì, è un sintomo di fase eccitata iniziale.
Come dicevo, Lei non si sta probabilmente rendendo conto che è esattamente questo il tipo di atteggiamento che fa alzare ogni allarme circa il rischio di ricaduta, prolungare i periodi di terapia senza variazioni per timore che poi non si riescano a gestire in autonomia le variazioni, e scegliere la modalità iniettiva per assicurare che la persona non smetta la cura. Una persona che ha la sua visione delle cose con elevata probabilità la smette, perché se uno pensa quel che ha detto e ribadito qui, è ovvio che non ritiene di aver bisogno di una cura preventiva. Prevenzione = recidivante.

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Senta dottore, io non sono né uno psicologo né uno psichiatra e magari l'uso dei termini non è appropriato o comunque non capisco proprio perché non mi è stato mai spiegata la vera natura del disturbo, come le ho già detto , ovviamente appunto è a mio discapito se riutilizzassi la sostanza e sicuramente non ricapiterà, sto cercando solo di capire dato che a mia ignoranza le cose sono diverse dalla diagnosi fatta dal medico a quella che secondo voi è, sono qui per capire tutto qui.
È tutto un mistero per me perché come le ho già detto sono in completa confusione e paura.
Il mio medico non si è voluto sbilanciare più di tanto dicendomi è un disturbo bipolare indotto e che sapremo se lo è solamente in un secondo momento, quindi questo mi fa pensare che le opzioni sono due non solo una.
Per questo ho chiesto consulto. Io non ho nessun altro tipo di informazione, e quello che mi è stato detto al primo episodio anche dalla mia psicologa è che quell'episodio sia stato dovuto esclusivamente da quest'ultimo ecc...non capisco il suo accanimento sul mio errare...non sono un medico e questo è tutto quello che so..ho usato il termine recidivante perché è quello che ho trovato su Internet.

Voglio capire perché se lei è così certo che sia così il mio medico non si è esposto e ha detto che non è sicuro al 100% che è cosi.
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Non penso assolutamente di non volere una cura preventiva, io seguo il mio medico e come ho già detto più volte non eliminerò la terapia ma mi curerò per tutto il tempo che serve, ero qui per capire se con la diagnosi che mi ha fatto il medico si poteva pensare ad un disturbo transitorio e non cronico....parlo da persona completamente ignorante.. sulla base del fatto come le ho già detto che il medico ha aperto la probabilità che non sia FORSE un disturbo bipolare vero e proprio..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Lei continua a insistere su una cosa mai detta e cioè che io sia "così certo". Le ho detto che può essere tutto, se vuole un parere sulla base delle mie conoscenze, è un parere ovviamente di probabilità sulle caratteristiche di un caso, e non una diagnosi.
Non mi pare che in questo ci sia niente di diverso: non sono sicuro al 100% io, non lo è il suo medico e non lo è nessuno.
Su nessuna cosa.
Qui parliamo di dati pubblicati ed esperienza, condivisa e personale.
Il medico ha aperto che sia FORSE un disturbo bipolare, e se non è quello è qualcosa per cui sta agendo tenendo ben conto che è qualcosa di comunque lungo, in cui non mira a togliere ma a ridurre la cura eventualmente dopo un po', e non vedo per che motivo se non perché si temono recidive.
Non vedo neanche di preciso cosa cambi nella procedura. Che nel tempo le cure si possano ridurre vale anche se uno fosse certo al 100% di una diagnosi di psicosi bipolare, o qualsiasi altra psicosi. Il punto è che in tutto ciò, Lei non sembra invece condividere non si sa bene cosa, ma insiste che pul essere stato un episodio, anzi forse due (quindi episodio isolato NO), e quindi DUE episodi isolati secondo Lei. L'implicazione di tutto questo è ben evidente: che possa cessare le cure e non sia necessaria una cura preventiva. A me tutta questa insistenza in questa unica direzione mi pare poco costruttivo.

Sia chiaro che qui non si fa diagnosi ma dei commenti. Quindi non varrebbe comunque a stabilire una definizione diagnostica. Ma questo è quello che si può dire, e su questo tema personalmente ho prodotto dati (studi), per cui ne ho un'idea non generica.

Dr.Matteo Pacini
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Dottore so benissimo che qui non si fanno diagnosi, ma commenti e discussioni
IO NON HO NESSUNA INTENZIONE di sospendere la terapia e di non seguire una cura preventiva, e che è qualcosa di lungo l'avevo intuito e mi ha risposto esaustivamente. Volevo capire come le ho già chiesto, se c'è la possibilità, date le informazioni che le ho dato, che io un giorno possa vivere senza l'utilizzo di farmaci?, dato che comunque il motivo principale del mio consulto è lo stato in cui mi trovo adesso, e con i sintomi che vi ho descritto..dato che a detta sua probabilmente sono anche i farmaci che hanno questi effetti collaterali (con ciò non voglio dire che ho intenzione di interrompere i farmaci o non seguire una terapia preventiva) ma se ha avuto esperienze di questo tipo e se una volta curate per un lasso di tempo lungo,(mesi?anni?) c'è la possibilità che io arriverò a non prenderli più...questo era il mio dubbio.
Che poi ho usato la cannabis per diverso mesi prima dell'episodio è stata una scelta incosciente e sicuramente mi asterrò come ho fatto per tutti e 4 gli anni tranne l'ultimo periodo come le ho già detto.(Motivo per cui sono molto pentito perché la situazione in cui sono è veramente pessima)non si discute su ciò...non sono predisposto nemmeno lontanamente alla ricaduta all'uso, perché sì ho sbagliato ma sicuramente non sbaglierò un ulteriore volta.
Ci tenevo a precisare che il medico che mi ha seguito la prima volta non è il medico che mi sta seguendo ora, quindi la decisione di darmi la terapia iniettiva non è stata dettata da esperienza passata ma come le ho già detto per una paura avuta data la mia età e da qualcosa che ha solamente pensato lui con mia madre mentre io ero all'ospedale..quindi non c'è nemmeno l'1% di probabilità che io possa riprendere l'uso o interrompere la terapia...perché VOGLIO CURARMI e uscirne il prima possibile.
Parlerò con il medico per un eventuale cambio di terapia da iniettiva a orale per cercare di fare fronte alla sintomatologia.
Quindi la scienza dice che dopo il secondo episodio con comorbità (che non c'entra tanto per quello che dice) dell'utilizzo di cannabis è molto probabile che si tratti di una condizione di predisposizione e non di occasionalità e sensibilità alla sostanza.
Bene la ringrazio e mi dispiace del fatto che io sia stato ripetitivo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
" è stata una scelta incosciente e sicuramente mi asterrò come ho fatto per tutti e 4 gli anni tranne l'ultimo periodo come le ho già detto"

Affermazione gratuita. Come fa a sapere che si asterrà, non si prevede il futuro. Per quel che ne sappiamo, avendo già questa intenzione è ritornato ad usarla. Vogliamo pensare che sia stato un caso ? Io farei qualche riflessione diversa invece sul meccanismo che ha portato a questo, non relativo all'aver sbagliato, aver sgarrato, incoscienza o cose del genere.

Va bene, ottimo che non abbia intenzioni di non seguire le indicazioni del medico. Abbiamo chiarito a sufficienza. Poi se durerà, quanto, etc questo riguarda una pura previsione astratta del futuro che, ripeto, non condiziona le scelte. Se uno ha il 20% di probabilità di non avere più ricadute o lo 0% non cambia, a meno che non si voglia viaggiare sull'idea di farle avere alla maggioranza e poi se ne riparla, sarebbe un'assurdità statistica e operativa.

Dr.Matteo Pacini
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So per certo di non voler più farne uso perché mi conosco , solo per quello.
Non voglio passare questo calvario un ulteriore volta e farò di tutto pur di non farlo risuccedere, sperando che non riaccada più .
Quindi i deficit cognitivi sono dovuti da quei due fattori? C'è la possibilità che le cose non ritornino come prima?
Non riesco a capire se è depressione o altro , forse per i farmaci che sto prendendo non sento depressione? E i deficit sono dovuti dalla ripresa?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Quindi dopo 4 anni di non uso evidentemente intenzionale è tornato a farne uso per distrazione, dobbiamo pensare questo. Semplicemente io suggerisco di non metterla sul piano morale, se davvero vuole "conoscersi", ragioni sui fatti. I fatti non sono determinati da quello che uno vorrebbe in un determinato momento, così e basta. Siccome abbiamo a disposizione una storia, ed è la sua, la usi per capire. Inutile fare tabula rasa e ripartire da zero come se non ci fossero elementi da tenere in considerazione.

Abbiamo già detto del resto.

Dr.Matteo Pacini
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Dottore , io non ho problemi di dipendenza da questo punto di vista , perché ho smesso in tronco entrambe le volte, la mia unica dipendenza sono le sigarette non ho bisogno di dire cose tanto per.
Sta ribadendo la stessa cosa anche lei, la sostanza non è stata usata per distrazione ma per convinzione che le cose fossero passate dato che non conoscevo la malattia e quindi l'ho rifatto dopo anni...ma dopo un secondo episodio sono più che sicuro di non voler più usare nulla.
Io avrei voluto un parere più sul piano dei sintomi specifici che parlare del fatto che lei insinua che io possa ricaderci... sicuramente non posso predire il futuro...ma un minimo mi conosco sotto questo aspetto. Poi ovviamente, non ci si conosce mai abbastanza questo è vero
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47k 1k
Io non ho parlato di dipendenza e non alludevo alla dipendenza, le ho detto. Alludo al fatto che il ritorno ai comportamenti a rischio può indicare una nuova fase euforica in crescendo.

Dr.Matteo Pacini
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