Feste e distanza da casa: ansia o tristezza?

Salve buongiorno.

Ieri mi è successa una cosa che mi ha "riattivato" i disturbi.
Praticamente, questo mi capita anche da un po' di tempo, quando vado alle feste, inizia un forte disagio, una mescolanza tra forte tristezza e tensione interiore.
Mi capita anche se mi allontano da casa per qualsiasi motivo per troppo tempo.
Io, da quello che so, questi disturbi vengono attribuiti alla sfera ansiosa, ma, il problema, è che le feste mi fanno stare proprio male a livello di umore, mi sento particolarmente triste.
Cosa può essere questa mescolanza di sintomi? Io essendo ossessivo vorrei una risposta definitiva a questa domanda, ma non riesco a trovare risposte perchè non so neanche io cosa provo, quello che mi sento di dire è che si tratta di una mescolanza di tristezza e tensione interiore
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
" Io essendo ossessivo vorrei una risposta definitiva a questa domanda, ma non riesco a trovare risposte...."
e, aggiungerei, menomale, per così dire. Perché anche ammesso che ne trovi, diventano mariale per produrci ossessioni nuove.
Quindi ben venga l'assenza di risposte, che è un ottimo modo per lasciar perdere domande a fondo cieco.

Noto che diversi suoi consulti hanno lo stesso connotato, ovvero di focalizzare un problema ponendosi domande con questa modalità, che paradossalmente non le permettono di avere una visione neanche completa della situazione, ma prendono due o tre dettagli e vogliono una risposta su quelli e solo su quelli.

Per il resto, se non specifica diagnosi e cura, a parte l'ossessività, non si può dire molto altro.

Dr.Matteo Pacini
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La mia diagnosi è di depressione e ossessività.
Il trattamento attuale:
40mg di fluoxetina, 1200mg di litio carbonato, 75mg di clomipramina, 2mg di trilafon, 250mg di valproato che ora sono stati rimossi e devo prendere mirapexin da 0.18mg per la componente "anedonica" della depressione.
Ora, dot. , io ho capito che le ossessioni per non alimentarle bisogna NON RISPONDERLE, non attuare le Compulsioni ed evitare di ruminare. Però, questo problema delle "uscite" che mi aumentano i sintomi sia depressivi sia ansiosi mi manda nel pallone, perchè ieri ho sofferto tanto. Per esempio, a Pasqua di quest'anno mi è capitato di avere una crisi di pianto( furono modificati anche dei dosaggi di alcuni farmaci), però, in generale, quando c'è una festa sto molto male, un misto tra tristezza e tensione.
Oltre a questo si aggiunge il fatto che penso di non riuscire più a provare il piacere di una festa come le altre persone nonostante abbia appena 22 anni.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
"Però,"

Se ci mette il però, è come invalidare tutto quanto premesso nei fatti. Non è che non trovi logico e interessante o impellente sviluppare l'argomento, è che così peggiora il problema.

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Dot. Sostanzialmente ho paura di riprovare queste sensazioni(perchè io le riproverò) nelle feste di natale. È un problema che bisogna risolvere, non una cosa inventata.
Vorrei poter capire che cos'è quella sensazione sgradevole per controbatterla con farmaci appropriati. Vorrei solo essere aiutato nel capire cosa diavolo ho, che diavolo di fenomeno è, perchè soffro tanto e sono stanco di soffrire peggio di un cane.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
"È un problema che bisogna risolvere, non una cosa inventata."

Avere un'ossessione su una cosa reale non significa dove coltivare l'ossessione.

Lei ha una diagnosi che non comprende solo questo, e che forse non conosce bene, perché mi dice depressione e doc, però c'è una terapia con due stabilizzatori d'umore, vorrà forse dire qualcosa rispetto al fatto che ogni tanto ha questi bruschi cambi d'umore ad una festa, dove si presume sia andato quando era d'umore buono. Ma mi pare più che altro che ci debba ragionare il medico per capire se ha senso provare qualcosa per evitare questi momenti, oppure no. Non che ci debba ragionare per capire un qualcosa che le spieghi, perché anziché spiegarle finisce per "illustrarle", e ciò significa pensarsi addosso all'infinito.

Dr.Matteo Pacini
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Allora, sinceramente non so il motivo del doppio stabilizzatore. Non rientro nei disturbi bipolari tipo 1,2 e nemmeno ciclotimia. Però, il mio medico mi ha detto che dovevo fare il doppio stabilizzatore e io mi son fidato.
Ora, vorrei capire cosa diavolo è questo fenomeno, cioè sentirsi così male quando vado alle feste?
possono essere fenomeni ansiosi? Depressivi? Entrambi( che è la cosa che io penso sia perchè sento sia tristezza ,come se fosse morto qualcuno, sia tensione).
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Ho contattato il mio specialista e non mi ha dato una risposta netta: diciamo che si ipotizza un miscuglio di cose, tra cui ansia sociale e quel fenomeno che si chiama Christmas Blue.
Ma esiste proprio un qualcosa di specifico che descrivere questo fenomeno? Cioè sentirsi molto triste e teso alle feste?( Feste di qualsiasi tipo, compleanni etc...)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Bene, così adesso ha un altro termine per alimentare questo pensiero, come se avesse aggiunto qualche conclusione. E infatti è qui a riproporlo, come se questo spazio potesse servire da ping pong. Visto che si rende conto della natura delle sue domande si renderà conto che è esattamente preda del meccanismo per cui, dopo essersene reso conto (forse), va avanti invece pretendendo che la soluzione stia in una risposta, e andandole a cercare per poi occuparsi delle risposte date, che ovviamente aprono altre domande anziché chiuderle.

Certo, non rientra nei disturbi bipolari di asse I, e quindi rientra in quali ? Se non rientra in generale, che bisogno c'è di specificare i sottotipi in cui non rientra ?

Una volta che abbiamo stabillito che chi soffre di sbalzi d'umore può avere sbalzi d'umore, cosa dovremmo aver concluso ?

Dr.Matteo Pacini
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Diciamo che il problema è che non riesco a definire cosa mi accade a livello psicologico. Il fatto che non riesco a capire cosa mi succede, mi manda in ansia perchè penso che non sapendo come mi sento soffrirò a vita.
Quindi, per evitare ulteriore sofferenza, è meglio se la questione la lascio in "sospeso"? Devo aspettare che passi da solo questa cosa delle feste, magari con terapie farmacologiche, senza ragionarci?
Però dopo ho paura che se non ci ragiono, la mia sofferenza sarà infinita.

Per quanto riguarda la bipolarità, non sono bipolare, non ho mai avuto episodi ipo/maniacali e sinceramente non so bene perchè facevo due stabilizzatori( in realtà sembra che sia più per una cosa ansiosa, prima prendevo gabapentin e poi valproato).
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Dot. Ho elaborato una strategia e ne ho parlato con il mio psichiatra.
Praticamente io non riesco a capire se i sentimenti che si scatenano quando vado alle feste siano di tristezza o di ansia(io penso entrambe). Quindi, ora non mi metto più a riflettere sulla questione perchè farei solo ragionamenti infiniti nell'ostinarmi a capire le mie emozioni andando in contro alla spirale ossessiva.
Ora, proverò a prendere un farmaco al bisogno che mi prescrisse il mio psichiatra per vedere come rispondo, ossia qualche goccia di surmontil( prendendolo se i disturbi psicologici, quando vado alle feste, si fanno troppo pesanti per vedere che succede).

Questo è il piano, però, ho paura che se non analizzo la situazione, non riuscirò MAI a capire cosa mi turba e rimarrei con il disturbo per SEMPRE.
Cosa ne pensate?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Questa è una folle autogestione. Non è una strategia. Deve riferirsi al suo psichiatra, non fare assolutamente cose del genere, prive di qulasiasi senso.

Se le analizza, le ossessioni, ci capirà meno di prima.

Dr.Matteo Pacini
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Dot. Ma ne ho parlato con lo psichiatra. Lui mi prescrisse questo farmaco al bisogno nel caso in cui ci sia un'ansia forte. Non è un auto prescrizione, ha capito male. Perchè prive di senso? Questa cosa me lo disse lo psichiatra in passato di prendere questo farmaco al bisogno in un momento di forte ansia.

Ecco, quindi ha senso non analizzare le ossessioni per evitare di alimentarle. Quindi, in pratica, devo evitare di sforzarmi di capire a tutti i costi che emozione provo in quelle occasioni, giusto? Ho capito bene?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Io glielo richiederei.
No, non può evitare di chiedersi niente. Può curarle le ossessioni, o sperare che non siano alimentate. Discuterle significa alimentarle, quindi c'è da sperare di non trovare agganci per discuterle, e ahimé è invece facile che andando a chiedere in giro qualcuno ti dia un aggancio, o si legga qualcosa che dà un input.

Dr.Matteo Pacini
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Dot. Lui me lo prescrisse tempo fa al bisogno e mi ha detto che con la terapia che sto facendo non ci sono interazioni.

Quindi evitare di discuterne, giusto?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Perlomeno sapere che discuterne non porta a niente. Evitarlo, se uno è ossessionato, non può. Si spera che non trovi un appiglio per poterlo fare.

Dr.Matteo Pacini
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Dot. Nel caso in cui io non riuscissi ad esprimere le mie sensazioni(alessitimia), voi clinici riuscite a capire lo stesso cosa affligge il paziente? Nel mio caso, ansia o depressione?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Una domanda ossessiva, che non significa niente clinicamente. Se uno è definito alessitimico, significa che non riesce a esprimere le proprie emozioni, la domanda che si pone Lei è un arrovellamento ossessivo che perde un pezzo di informazione. Più domande si fa e più perde i pezzi di quel che si sa già.

Dr.Matteo Pacini
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Vorrei solo sapere se lo psichiatra è in grado di decifrare le emozioni che non si riescono ad esprimere.
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Per favore, almeno questa rassicurazione. Il clinico può capire che cosa ha il paziente anche se è alessitimico?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Diabetologo, Medico delle dipendenze 47.1k 1k
Non so se capisce la forza che hanno le ossessioni. Lei percepisce la non risposta come una porta chiusa e bussa ancora più forte. Sa come quando uno apre la porta e dietro c'è il muro, ecco se le dessi una risposta (che sarebbe priva di senso peraltro) poi avrebbe di fronte una bella porta aperta su un muro.

Dr.Matteo Pacini
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Capisco. Quindi non devo avere risposta a questa domanda. Però, ora mi sorge un dubbio: se non riesco ad "esprimere" le mie sensazioni, come fa il clinico a orientarsi per la prossima visita?
Se mi chiedesse: "come stai?" E io rispondo: "non lo so, sono alessitimico" che si fa, ci si guarda in faccia per tutta la durata della visita senza una risposta per via di questa cosa del non rispondere alle ossessioni?
Tengo a precisare che è una visita a distanza, quindi non può "leggere" il linguaggio del corpo. Lui mi ha detto che la cosa importante è come le si dice le cose più che il contenuto in sé( non ho capito fino in fondo cosa volesse dire, ma va bene così, non mi faccio troppe domande)
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