Come gestire difficoltà universitarie e di vita e a quale professionista conviene rivolgersi
Buongiorno,
scrivo perché da mesi vivo una condizione di blocco profondo.
Ho 20 anni e negli ultimi mesi mi sono fermato completamente: sonno irregolare, ritiro sociale, impossibilità di prendere decisioni.
Passo intere giornate tra momenti di ansia e paura costante verso il futuro.
Fino a poco tempo fa ero uno studente modello di ingegneria gestionale.
Studiavo in modo compulsivo, senza vivere, con un approccio basato solo sulla performance: memorizzare, dare l’esame, liberarmi e ricominciare.
Questo metodo, che uso dal liceo, mi ha portato ad eccellere ma anche a depersonalizzarmi.
Quando, qualche mese fa, la tensione interna è diventata troppo alta, ho smesso di funzionare.
È come se il mio cervello si fosse spento.
A casa la situazione è complicata: ho una sorella che richiede continue attenzioni, una madre ansiosa e un padre che lavora duramente in un’attività familiare.
Sono sempre stato io quello forte, quello che non dà problemi.
Quando sto male sento che questo destabilizza tutti, e ciò peggiora il mio senso di colpa.
Mio padre soffre nel vedermi bloccato e, pur volendomi bene, tende a interpretare tutto come un problema di volontà o decisione e mi impone di trovare una soluzione immediata: riprendere l’università, anche se non so quale percorso sia davvero adatto a me (per lui non si sceglie necessariamente ciò che piace), o lavorare nel negozio di famiglia, anche se sento che non sarebbe una scelta coerente con ciò che sto cercando: una mia strada.
Ho sempre avuto una mente molto emotiva: comprendo il mondo tramite immagini, musica, sensazioni.
Ho passioni forti per gli animali, i grandi modellini LEGO, la natura, la famiglia, i film. Sono bravo ad apprendere per stimoli diversi, meno nel ragionamento autonomo.
Ho difficoltà ad ascoltare in aula e ho sempre studiato il doppio per questo, ottenendo sempre il massimo.
Ho scelto la precedente facoltà il giorno prima dell’inizio dei corsi, all ultimo.
Il problema è che qualsiasi scelta ora mi paralizza.
Ho paura che studiare mi riporti nell’ansia ossessiva di prima; ho paura che lavorare mi chiuda in una vita che non sento mia; ho paura del giudizio dei coetanei che stanno andando avanti; ho paura di rimanere indietro e di non trovare mai una strada adatta a me.
La verità è che finora non ho mai scelto nulla per me stesso.
Tutte le scelte che ho fatto sono state condizionate dalla paura, dal senso di dovere, dal bisogno rendere orgoglioso mio padre.
Vorrei capire quale sia il problema reale:
Mi sento come se fossi rimasto indietro mentre la vita degli altri va avanti, e ora non so da dove ripartire.
Chiedo un parere su come muovermi: come ritrovare la mia identità, come fare una scelta senza esserne terrorizzato, come gestire il peso emotivo familiare e come capire quale strada possa davvero essere sostenibile per me. Sono seguito da uno psichiatra da 2 mesi ma non riesco a trovare una via d uscita
Grazie in anticipo
scrivo perché da mesi vivo una condizione di blocco profondo.
Ho 20 anni e negli ultimi mesi mi sono fermato completamente: sonno irregolare, ritiro sociale, impossibilità di prendere decisioni.
Passo intere giornate tra momenti di ansia e paura costante verso il futuro.
Fino a poco tempo fa ero uno studente modello di ingegneria gestionale.
Studiavo in modo compulsivo, senza vivere, con un approccio basato solo sulla performance: memorizzare, dare l’esame, liberarmi e ricominciare.
Questo metodo, che uso dal liceo, mi ha portato ad eccellere ma anche a depersonalizzarmi.
Quando, qualche mese fa, la tensione interna è diventata troppo alta, ho smesso di funzionare.
È come se il mio cervello si fosse spento.
A casa la situazione è complicata: ho una sorella che richiede continue attenzioni, una madre ansiosa e un padre che lavora duramente in un’attività familiare.
Sono sempre stato io quello forte, quello che non dà problemi.
Quando sto male sento che questo destabilizza tutti, e ciò peggiora il mio senso di colpa.
Mio padre soffre nel vedermi bloccato e, pur volendomi bene, tende a interpretare tutto come un problema di volontà o decisione e mi impone di trovare una soluzione immediata: riprendere l’università, anche se non so quale percorso sia davvero adatto a me (per lui non si sceglie necessariamente ciò che piace), o lavorare nel negozio di famiglia, anche se sento che non sarebbe una scelta coerente con ciò che sto cercando: una mia strada.
Ho sempre avuto una mente molto emotiva: comprendo il mondo tramite immagini, musica, sensazioni.
Ho passioni forti per gli animali, i grandi modellini LEGO, la natura, la famiglia, i film. Sono bravo ad apprendere per stimoli diversi, meno nel ragionamento autonomo.
Ho difficoltà ad ascoltare in aula e ho sempre studiato il doppio per questo, ottenendo sempre il massimo.
Ho scelto la precedente facoltà il giorno prima dell’inizio dei corsi, all ultimo.
Il problema è che qualsiasi scelta ora mi paralizza.
Ho paura che studiare mi riporti nell’ansia ossessiva di prima; ho paura che lavorare mi chiuda in una vita che non sento mia; ho paura del giudizio dei coetanei che stanno andando avanti; ho paura di rimanere indietro e di non trovare mai una strada adatta a me.
La verità è che finora non ho mai scelto nulla per me stesso.
Tutte le scelte che ho fatto sono state condizionate dalla paura, dal senso di dovere, dal bisogno rendere orgoglioso mio padre.
Vorrei capire quale sia il problema reale:
Mi sento come se fossi rimasto indietro mentre la vita degli altri va avanti, e ora non so da dove ripartire.
Chiedo un parere su come muovermi: come ritrovare la mia identità, come fare una scelta senza esserne terrorizzato, come gestire il peso emotivo familiare e come capire quale strada possa davvero essere sostenibile per me. Sono seguito da uno psichiatra da 2 mesi ma non riesco a trovare una via d uscita
Grazie in anticipo
La situazione descritta suggerisce una crisi personale complessa, probabilmente derivante da un accumulo di stress, perfezionismo e una profonda disconnessione dai propri desideri autentici.
Le manifestazioni sono indicative di un disagio significativo.
Le possibili cause potrebbero essere multiple e sovrapposte.
La perdita di interesse, il ritiro sociale e i cambiamenti nel sonno sono sintomi comuni di depressione, l'ansia per il futuro, il perfezionismo e la paura del giudizio sono molto presenti.
La difficoltà a scegliere, la sensazione di non sapere chi si è e cosa si vuole sono tipiche di una fase di transizione difficile, accentuata dalla pressione familiare e dalla sensazione di aver seguito finora percorsi imposti.
E' utile una visita specialistica per un approfondimento diagnostico ed un trattamento conseguente.
Le manifestazioni sono indicative di un disagio significativo.
Le possibili cause potrebbero essere multiple e sovrapposte.
La perdita di interesse, il ritiro sociale e i cambiamenti nel sonno sono sintomi comuni di depressione, l'ansia per il futuro, il perfezionismo e la paura del giudizio sono molto presenti.
La difficoltà a scegliere, la sensazione di non sapere chi si è e cosa si vuole sono tipiche di una fase di transizione difficile, accentuata dalla pressione familiare e dalla sensazione di aver seguito finora percorsi imposti.
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Risposta creata con il supporto di Medicitalia.AI
Utente
La ringrazio per il riscontro, valuterò di farmi controllare.
Non essendo mai stato bravo in altro, ne tantomeno di bell aspetto, ho fatto per tutta la vita dei risultati scolastici il mio motivo di sentirmi socialmente accettabile. Ora che mi sono dovuto necessariamente fermare ed i miei amici vanno avanti, non riesco più a mostrarmi in pubblico e a malapena riesco ad incontrare questi amici. La realtà è che inizierei a farmi divorare subito da qualsiasi altro corso se ciò significasse ripristinare la mia persona. Ma è sbagliato pensare che è il mio andamento accademico determini il livello dell’autostima.
È una situazione estremamente complessa perché gioco da avversario a me stesso: voglio tornare ad avere uno status e rompere l immobilità solo per non dovermi sentire in difetto, contemporaneamente non so in cosa sono realmente portato e cosa potrebbe appassionarmi perché studio tutto con lo scopo di una buona performance.
Ad oggi, dopo giorni passati a scorrere i programmi di tutte le facoltà inutilmente, sento solo che più sto fermo più marcisco e mi allontano dalla possibilità di tornare ad uscire di casa.
Non essendo mai stato bravo in altro, ne tantomeno di bell aspetto, ho fatto per tutta la vita dei risultati scolastici il mio motivo di sentirmi socialmente accettabile. Ora che mi sono dovuto necessariamente fermare ed i miei amici vanno avanti, non riesco più a mostrarmi in pubblico e a malapena riesco ad incontrare questi amici. La realtà è che inizierei a farmi divorare subito da qualsiasi altro corso se ciò significasse ripristinare la mia persona. Ma è sbagliato pensare che è il mio andamento accademico determini il livello dell’autostima.
È una situazione estremamente complessa perché gioco da avversario a me stesso: voglio tornare ad avere uno status e rompere l immobilità solo per non dovermi sentire in difetto, contemporaneamente non so in cosa sono realmente portato e cosa potrebbe appassionarmi perché studio tutto con lo scopo di una buona performance.
Ad oggi, dopo giorni passati a scorrere i programmi di tutte le facoltà inutilmente, sento solo che più sto fermo più marcisco e mi allontano dalla possibilità di tornare ad uscire di casa.
Utente
In merito alla mia precedente risposta, lei crede di potermi aiutare? Ha già aiutato persone con problematiche simili?
Se ciò fosse così, prenderei un appuntamento
La ringrazio
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Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 88 visite dal 12/12/2025.
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