Difficoltà nello studio di una materia
Salve, frequento la facoltà di lingue di Unimercatorum.
Avevo due opzioni o scegliere L11 di E-campus o L12 di mercatorum.
ho scelto la seconda, dove vi è un piano studi multidisciplinare: materie umanistiche, lingue (il cui secondo livello tratta argomenti di economia, marketing in lingua) e materie tecniche come diritto commerciale, diritto amministrativo, economia politica.
L'ho scelta perché frequentando anche la pubblica, pur essendo amante dell'ambito umanistico, non mi piaceva che in essa si facevano troppi argomenti di letteratura, anziché qualcosa di realmente pratico.
Il corso era strutturato... Insegnare non è quello che vorrei fare e mi rimangono tre strade: il turismo, le relazioni internazionali o l'ambito commerciale.
Piano piano mi è venuta la voglia di voler studiare materie inerenti all'ambito economica, scoprire di cosa parlavano, anche perché mi piaceva l'idea di poter lavorare in aziende import-export.
Oggi come oggi è necessario affiancare alle lingue tante altre competenze nel mondo del lavoro.
La cosa comunque mi piaceva...
A marzo inizio Diritto commerciale e riscontro dopo tre settimane di studio tante difficoltà perché è una materia molto tecnica, mai fatta, e con il linguaggio criptico dell'ambito giuridico.
Per fare due capitoli (fra leggere, sottolineare, fare schemi o parole chiavi, ragionare, decifrare tutte le parti dal significato oscuro con forme di intelligenza artificiale, come chatgpt) ci impiegavo 12-13h... alche dopo tre settimane vado burnout, dopo qualche giorno di disperazione riprendo a studiare spostando la data dell'esame.
Contattando le mie emozioni, ad un certo punto capisco di non prendermela con me stesso, che non è la fine del mondo cambiare data, vista la difficoltà della materia.
L'ho dovuta spostare un'altra volta per le stesse difficoltà e perché ancora non avevo finito il programma.
Studiando i miei due capitoli quotidiani, a finr giornata le cose le ricordo, le assimilo... pero mi sono accorto che tante cose di prima o mi sfuggono oppure non riuscivo ad avere una visione d'insieme della materia (Per esempio facendo il confronto, su piu piani, fra una società ed un'altra) Adesso sto ripassando capitolo per capitolo.
Ne faccio 2 al giorno per arrivare in tempo a finire per l'esame.
Anche qui, il ripasso di questa materia è diverso dalle altre per me: non è sempre scorrevole perché spesso mi soffermo per cercare di capire meglio i concetti di prima per avere una visione più chiara, della materia, oltre a ripetere ad alta voce un tot di volte.
Anche in questa fase non riesco a nom studiare meno di 12-14 h al giorno... non riesco proprio a finire prima... ieri sono andato di nuovo in burnout (non riuscivo ad essere lucido)
mi sento in totale disperazione perché sembra che pur studiando, poi non riesco più a tenere testa a questa materia e va a finire che sposto l'esame perché entrando in burnout perdo di vista la tabella di marcia per prepararmi
Non so più come approcciarmi ad essa, sono disperato perché ci sono altre 5 materie così.. fra l'altro non riesco nemmeno a trovare tempo da dedicare ad un lavoro. Prendere lezioni da un docente privato a 20-30 euro h per 5 materie costerebbe più di una retta mi sa
Avevo due opzioni o scegliere L11 di E-campus o L12 di mercatorum.
ho scelto la seconda, dove vi è un piano studi multidisciplinare: materie umanistiche, lingue (il cui secondo livello tratta argomenti di economia, marketing in lingua) e materie tecniche come diritto commerciale, diritto amministrativo, economia politica.
L'ho scelta perché frequentando anche la pubblica, pur essendo amante dell'ambito umanistico, non mi piaceva che in essa si facevano troppi argomenti di letteratura, anziché qualcosa di realmente pratico.
Il corso era strutturato... Insegnare non è quello che vorrei fare e mi rimangono tre strade: il turismo, le relazioni internazionali o l'ambito commerciale.
Piano piano mi è venuta la voglia di voler studiare materie inerenti all'ambito economica, scoprire di cosa parlavano, anche perché mi piaceva l'idea di poter lavorare in aziende import-export.
Oggi come oggi è necessario affiancare alle lingue tante altre competenze nel mondo del lavoro.
La cosa comunque mi piaceva...
A marzo inizio Diritto commerciale e riscontro dopo tre settimane di studio tante difficoltà perché è una materia molto tecnica, mai fatta, e con il linguaggio criptico dell'ambito giuridico.
Per fare due capitoli (fra leggere, sottolineare, fare schemi o parole chiavi, ragionare, decifrare tutte le parti dal significato oscuro con forme di intelligenza artificiale, come chatgpt) ci impiegavo 12-13h... alche dopo tre settimane vado burnout, dopo qualche giorno di disperazione riprendo a studiare spostando la data dell'esame.
Contattando le mie emozioni, ad un certo punto capisco di non prendermela con me stesso, che non è la fine del mondo cambiare data, vista la difficoltà della materia.
L'ho dovuta spostare un'altra volta per le stesse difficoltà e perché ancora non avevo finito il programma.
Studiando i miei due capitoli quotidiani, a finr giornata le cose le ricordo, le assimilo... pero mi sono accorto che tante cose di prima o mi sfuggono oppure non riuscivo ad avere una visione d'insieme della materia (Per esempio facendo il confronto, su piu piani, fra una società ed un'altra) Adesso sto ripassando capitolo per capitolo.
Ne faccio 2 al giorno per arrivare in tempo a finire per l'esame.
Anche qui, il ripasso di questa materia è diverso dalle altre per me: non è sempre scorrevole perché spesso mi soffermo per cercare di capire meglio i concetti di prima per avere una visione più chiara, della materia, oltre a ripetere ad alta voce un tot di volte.
Anche in questa fase non riesco a nom studiare meno di 12-14 h al giorno... non riesco proprio a finire prima... ieri sono andato di nuovo in burnout (non riuscivo ad essere lucido)
mi sento in totale disperazione perché sembra che pur studiando, poi non riesco più a tenere testa a questa materia e va a finire che sposto l'esame perché entrando in burnout perdo di vista la tabella di marcia per prepararmi
Non so più come approcciarmi ad essa, sono disperato perché ci sono altre 5 materie così.. fra l'altro non riesco nemmeno a trovare tempo da dedicare ad un lavoro. Prendere lezioni da un docente privato a 20-30 euro h per 5 materie costerebbe più di una retta mi sa
Gentile Utente,
leggo un impegno profondo, una ricerca autentica di senso e di direzione, ma anche una fatica intensa che sembra minare la fiducia nei suoi mezzi. In situazioni come questa, è utile fermarsi un momento e chiedersi: sto costruendo un metodo sostenibile o sto solo cercando di "resistere" fino al traguardo?
Non è raro che in percorsi così articolati e ambiziosi si sviluppi una tensione tra il bisogno di controllo e la perdita di visione d’insieme: si è mai chiesto che rapporto ha oggi con il concetto di "efficacia"? Cosa significa per lei "riuscire" in una materia come diritto commerciale? E a quale costo emotivo ed energetico si sta legando questo concetto?
Il fatto che lei riesca ad apprendere, nonostante tutto, è indicativo di risorse cognitive importanti. Ma il senso di disorientamento, la perdita della visione d’insieme, il burnout ricorrente, ci raccontano che forse non è solo una questione di tempo o di difficoltà della materia. Potrebbe essere utile chiedersi: che tipo di strategia sto usando per imparare? Sto adattando il metodo al tipo di contenuto? Riesco a distinguere il "capire" dallo "sforzarsi di ricordare"? Sto studiando per comprendere, o per placare una parte di me che non tollera il rallentamento, l’errore, l’imperfezione? Cosa sto sacrificando nel tentativo di tenere tutto insieme?
A volte il vero ostacolo non è nella complessità della materia, ma nella solitudine con cui affrontiamo lo studio, nella rigidità delle nostre aspettative, o nel bisogno inascoltato di rivedere i criteri con cui misuriamo il nostro valore.
La invito a riflettere su questo: cosa succederebbe se cambiasse prospettiva, non sul corso di studi, ma su come si relaziona al processo? Quale spazio lascerebbe al dubbio, alla pausa, alla riorganizzazione?
Ci sono metodi di studio che non si basano solo sulla quantità di ore, ma sull’equilibrio tra profondità e sostenibilità. A volte non serve fare di più, ma comprendere meglio da dove si parte, cosa si vuole costruire, e con quale ritmo personale.
Alcune domande trovano spazio e chiarezza solo in un luogo protetto, dove è possibile rimettere insieme i pezzi senza la pressione di dover già avere tutte le risposte. Magari il punto non è superare un esame, ma riconoscere un modo diverso di affrontare ciò che sente la sta sfidando.
Spero queste riflessioni possano esserle utili, un caro saluto
E.S.
leggo un impegno profondo, una ricerca autentica di senso e di direzione, ma anche una fatica intensa che sembra minare la fiducia nei suoi mezzi. In situazioni come questa, è utile fermarsi un momento e chiedersi: sto costruendo un metodo sostenibile o sto solo cercando di "resistere" fino al traguardo?
Non è raro che in percorsi così articolati e ambiziosi si sviluppi una tensione tra il bisogno di controllo e la perdita di visione d’insieme: si è mai chiesto che rapporto ha oggi con il concetto di "efficacia"? Cosa significa per lei "riuscire" in una materia come diritto commerciale? E a quale costo emotivo ed energetico si sta legando questo concetto?
Il fatto che lei riesca ad apprendere, nonostante tutto, è indicativo di risorse cognitive importanti. Ma il senso di disorientamento, la perdita della visione d’insieme, il burnout ricorrente, ci raccontano che forse non è solo una questione di tempo o di difficoltà della materia. Potrebbe essere utile chiedersi: che tipo di strategia sto usando per imparare? Sto adattando il metodo al tipo di contenuto? Riesco a distinguere il "capire" dallo "sforzarsi di ricordare"? Sto studiando per comprendere, o per placare una parte di me che non tollera il rallentamento, l’errore, l’imperfezione? Cosa sto sacrificando nel tentativo di tenere tutto insieme?
A volte il vero ostacolo non è nella complessità della materia, ma nella solitudine con cui affrontiamo lo studio, nella rigidità delle nostre aspettative, o nel bisogno inascoltato di rivedere i criteri con cui misuriamo il nostro valore.
La invito a riflettere su questo: cosa succederebbe se cambiasse prospettiva, non sul corso di studi, ma su come si relaziona al processo? Quale spazio lascerebbe al dubbio, alla pausa, alla riorganizzazione?
Ci sono metodi di studio che non si basano solo sulla quantità di ore, ma sull’equilibrio tra profondità e sostenibilità. A volte non serve fare di più, ma comprendere meglio da dove si parte, cosa si vuole costruire, e con quale ritmo personale.
Alcune domande trovano spazio e chiarezza solo in un luogo protetto, dove è possibile rimettere insieme i pezzi senza la pressione di dover già avere tutte le risposte. Magari il punto non è superare un esame, ma riconoscere un modo diverso di affrontare ciò che sente la sta sfidando.
Spero queste riflessioni possano esserle utili, un caro saluto
E.S.
Dott.ssa Elisa Scuderi
Psicologa | A Genova e online
📧 elisascuderi.ge@gmail.com
3774810243
www.psicologoagenova.wordpress.com
Utente
Innanzitutto la ringrazio per la risposta.
Bhe,partiamo dal fatto che la vedo come una materia che mi può servire anche per il futuro in azienda (non si studia solo per l'esame,ma anche per il futuro). Non ho aspettative rigide:se prendo 30/L bene,altrimenti accetto lo stesso : è da lodare anche il percorso fatto,considerando che è coraggioso imbattersi in una materia che unisce il linguaggio giuridico(molto criptico) a concetti di economia,mai fatta in precedenza. Ho trovato anche parti di me:un'impresa nasce sempre da un bisogno emotivo,ancor prima di prendere forma a livello legale; ad ogni regola generale,c'è un'eccezione che ha ragione di esistere. Il marchio,ancor prima di dargli una definizione tecnica,rappresenta chi sei,è estrema rappresentazione del tuo io,della tua autenticità . Non a caso ha una funzione "distintiva"..Per la mia futura tesi di laurea mi piacerebbe trattare i modelli di business e marketing che hanno fatto di una meta (in cui sono stato) una grande meta turistica. Soprattutto soffermandosi sul marketing esperienziale:in cui non vendi solo un servizio,ma anche un'esperienza.Connettendomi con le mie emozioni,sono riuscito a trovare in questa materia parti di me e allo stesso tempo che non deve essere percepita come una tragedia se non riesco a dare un esame entro quella data,considerata la reale difficoltà della materia. Prima di considerare l'ipotesi di trasferimento,mi chiedo quale altro approccio sperimentare. Perché ho l'impressione che per questo tipo di materie non l'ho trovato.
Infatti quando ho dato materie come storia dei paesi islamici,linguistica,glottologia,pur essendo vaste,non avvertivo questa sofferenza. Il problema non sono solo le ore di studio che impiego,ma il lavoro di decifrazione,parafrasi,che quella materia ti induce a fare,per capirla. Anche quando ho dato le altre materie,studiavo tanto,ma la comprensione era più scorrevole. Mi piacerebbe farmi seguire da qualcuno che insegna queste materie,sia per capire meglio qualche contenuto,ma soprattutto a livello di metodologia..ma se decidessi di farmi seguire sulle materie di questo tipo(diritto commerciale e altre 5) pagherei piu di una retta universitaria,considerando 20-30 euro l'ora..sarebbe oneroso a livello economico. Mi sto chiedendo quale altro approccio trovare..Al momento non riesco a trovare alternative,ma allo stesso tempo sento una parte di me che non vuole combattere. Il giorno in cui raggiungerò il traguardo della laurea sicuramente mi metterò a piangere per l'emozione.
È un traguardo che mi è sfuggito per tanti problemi personali,familiari e prima o poi ci voglio arrivare. La scelta di fare un domani quella tesi di laurea (provo brividi di piacere al solo pensarci)non è casuale:è una meta che per me è il simbolo della rinascita,della scoperta e riscoperta del sè e quindi sarebbe come mettere la mia firma in un percorso che ,anche se travagliato e non sempre lineare,ha ragione di esistere..
Bhe,partiamo dal fatto che la vedo come una materia che mi può servire anche per il futuro in azienda (non si studia solo per l'esame,ma anche per il futuro). Non ho aspettative rigide:se prendo 30/L bene,altrimenti accetto lo stesso : è da lodare anche il percorso fatto,considerando che è coraggioso imbattersi in una materia che unisce il linguaggio giuridico(molto criptico) a concetti di economia,mai fatta in precedenza. Ho trovato anche parti di me:un'impresa nasce sempre da un bisogno emotivo,ancor prima di prendere forma a livello legale; ad ogni regola generale,c'è un'eccezione che ha ragione di esistere. Il marchio,ancor prima di dargli una definizione tecnica,rappresenta chi sei,è estrema rappresentazione del tuo io,della tua autenticità . Non a caso ha una funzione "distintiva"..Per la mia futura tesi di laurea mi piacerebbe trattare i modelli di business e marketing che hanno fatto di una meta (in cui sono stato) una grande meta turistica. Soprattutto soffermandosi sul marketing esperienziale:in cui non vendi solo un servizio,ma anche un'esperienza.Connettendomi con le mie emozioni,sono riuscito a trovare in questa materia parti di me e allo stesso tempo che non deve essere percepita come una tragedia se non riesco a dare un esame entro quella data,considerata la reale difficoltà della materia. Prima di considerare l'ipotesi di trasferimento,mi chiedo quale altro approccio sperimentare. Perché ho l'impressione che per questo tipo di materie non l'ho trovato.
Infatti quando ho dato materie come storia dei paesi islamici,linguistica,glottologia,pur essendo vaste,non avvertivo questa sofferenza. Il problema non sono solo le ore di studio che impiego,ma il lavoro di decifrazione,parafrasi,che quella materia ti induce a fare,per capirla. Anche quando ho dato le altre materie,studiavo tanto,ma la comprensione era più scorrevole. Mi piacerebbe farmi seguire da qualcuno che insegna queste materie,sia per capire meglio qualche contenuto,ma soprattutto a livello di metodologia..ma se decidessi di farmi seguire sulle materie di questo tipo(diritto commerciale e altre 5) pagherei piu di una retta universitaria,considerando 20-30 euro l'ora..sarebbe oneroso a livello economico. Mi sto chiedendo quale altro approccio trovare..Al momento non riesco a trovare alternative,ma allo stesso tempo sento una parte di me che non vuole combattere. Il giorno in cui raggiungerò il traguardo della laurea sicuramente mi metterò a piangere per l'emozione.
È un traguardo che mi è sfuggito per tanti problemi personali,familiari e prima o poi ci voglio arrivare. La scelta di fare un domani quella tesi di laurea (provo brividi di piacere al solo pensarci)non è casuale:è una meta che per me è il simbolo della rinascita,della scoperta e riscoperta del sè e quindi sarebbe come mettere la mia firma in un percorso che ,anche se travagliato e non sempre lineare,ha ragione di esistere..
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 480 visite dal 31/05/2025.
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