Tristezza

Buongiorno,
sono una ragazza di 23 anni, nel 2008 ho avuto una depressione maggiore con annesso tentato suicidio, ho finito il ciclo di cura con antidepressivi e colloqui psichiatrici nel dicembre 2009.
Recentemente provo un diffuso senso di disagio in qualsiasi situazione, in famiglia, al lavoro, con gli amici...non ho voglia di parlare perchè ritengo di non avere niente di interessante da dire, non mi sento partecipe di niente, mi rendo conto di non avere nessuna capacità in senso pratico, non ho hobby a parte la lettura, vado in palestra per sfogarmi un po', ma mi sento di non saper fare niente.
Ho una relazione da circa 2 anni che prosegue bene, senza problemi.
Mi rendo conto che questa sensazione ha iniziato a presentarsi quando alcuni amici hanno iniziato a parlare di matrimonio, prendere casa e fare figli, ed attuare questi progetti, cosa che io desidero molto ma che la mia condizione economica non mi permette.
A questa sensazione di disagio si aggiunge un continuo reflusso gastrico che si intensifica nei momenti di maggior disagio.
Ho il pianto facile, mi succede di piangere per qualsiasi cosa, dal guardare la Tv a leggere il giornale a guardare delle fotografie, ma anche solo a parlare....
Non vorrei che siano sintomi depressivi che si ripropongono, non vorrei rifare tutto il precorso di sofferenza fatto negli anni passati.
Per questo volevo chiedere un consiglio su come affrontare la cosa.
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

dal momento che la depressione nelle sue recidive come al primo episodio di manifesta con sintomi iniziali lievi e si confonde con problematiche esistenziali, direi che sia il caso di farsi ricontrollare su quel piano. Anche i sintomi somatici sono un precursore frequente.
Spesso non è che sia una situazione esterna a scatenare, è che l'umore torna ad essere labile e quindi con esso anche la lettura della realtà e delle sue questioni, che possono divenire problemi e angoscie anziché sfide o situazioni che non ci riguardano direttamente. Il confronto con gli altri ad esempio, la sensazione di non aver raggiunto obiettivi, la noia e la disillusione, la sensazione di inutilità etc. Prevenire le ricadute consente di regola di far cure più leggere ed evitare l'aggravamento.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Dott.Pacini, la ringrazio per la sua risposta velocissima,quindi il suo consiglio è quello di ricontattare lo psichiatra che mi ha avuta in cura per valutare la cosa ed evitare una ricaduta?!?
La mia paura è quella di dover affrontare di nuovo una cura farmacologica che mi ha distrutto fisicamente...avevo preso circa 20 chili...16 de quali sono riuscita a smaltire con fatica e molta motivazione, che però in questo periodo ho perso, sono continuamente insoddisfatta di tutto.
Anche il clima famigliare non aiuta, in quanto i miei genitori hanno delle grandi difficoltà economiche e mia sorella è in cura per bulimia.
Devo affrontare la paura e ricontattare lo psichiatra?!?
E' l'unica soluzione?non è magari solo un momento no?o mi sto nascondendo come due anni fa?!?
Forse sono domande più per me che per lei...
la ringrazio tantissimo per l'auito.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.6k 993 248
Gentile utente,

esistono diversi farmaci utili nella depressione, quindi niente vieta di valutare se impiegarne uno diverso con minori probabilità di indurre appetito.
La situazione va valutata visti i precedenti, e ha senso farlo tenendosi controllati anche in presenza di sintomi di per sé lievi.
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